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Anno XXIX - n. 8 10 marzo 2003 Settimanale - Spedizione periodico in abbonamento postale art. 2 comma 20/c legge 662/96 Poste italiane DCO/DC - BO Avventura Avventura JAMBOREE JAMBOREE CAMPO NAZIONALE: CAMPO NAZIONALE: la cassa di squadriglia la cassa di squadriglia

Avventuraentura JAMBOREE JAMBOREE CAMPO NAZIONALE: … · Vanzini, Jean Claudio Vinci, Carlo Volpe Grazie a: Alessndra Bizzarri, don Biagio Colaianni, don Romano Damy, ... funerale

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A n n o X X I X - n . 88 1 0 m a r z o 2 0 0 3

Settimanale - Spedizioneperiodico in abbonamento

postale art. 2 comma20/c legge 662/96

Poste italiane DCO/DC - BO

AvventuraAvventura JAMBOREEJAMBOREE

CAMPO NAZIONALE: CAMPO NAZIONALE: la cassa di squadrigliala cassa di squadriglia

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Avventura 2/2003Avventura 2/2003

marzoSommarioAvventura 2/2003

33Editoriale

Le aquile tra amache e ponti

Il sopralluogo del terreno del campo

Gesù responsabile

Una lettera per i genitori

Al campo estivo... con gli indiani

JAMBOREE: UNA CITTÀ DI 30.000 SCOUTS

...TANTI DIVERSI: MA SONO LA STESSA PERSONA?

LA CASSA DI SQUADRIGLIA PER IL CAMPO NAZIONALE

L’ULTIMA DEI CAIMANI

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DDiirreettttoorree RReessppoonnssaabbiillee:: Sergio Gatti

RReeddaattttoorree CCaappoo:: Giorgio Cusma

IInn rreeddaazziioonnee:: Franco Bianco, Mauro Bonomini,Luciana Brentegani, Filomena Calzedda, DonGiovanni Cigala, Dario Fontanesca, ChiaraFranzoni, Emilio Gallino, Stefano Garzaro,Giorgio Infante, Maria Antonietta Manca, DonDamiano Marino, Sandro Naspi, FrancescoNeri, Antonio Oggiano, Andrea Provini, EnricoRocchetti, padre Stefano Roze, Isabella Samà,Stefano Sandri, Alessandro Testa, PaoloVanzini, Jean Claudio Vinci, Carlo VolpeGGrraazziiee aa:: Alessndra Bizzarri, don BiagioColaianni, don Romano Damy, Gian vittoriopula, Marco Zanolo (per le foto delJamboree)

PPrrooggeettttoo ggrraaffiiccoo:: Giovanna MathisGGrraaffiiccaa:: Giovanna Mathis, Luigi MarchitelliDDiisseeggnnii:: Giorgio Cusma, RiccardoFrancaviglia, Chiara Franzoni, Stefano Sandri,Paolo Vanzini, Jean Claudio VinciFFoottoo:: Archivio Agesci, Giorgio Cusma, Calogero Napoli, Marco Zanolo

Per scrivere, inviare materiale, corrisponderecon AAvvvveennttuurraa ecco il recapito da riportareesattamente sulla busta:

AAggeessccii -- RReeddaazziioonnee ddii AAvvvveennttuurraa PPiiaazzzzaa PPaassqquuaallee PPaaoollii 1188,, 0000118866 RROOMMAAssccoouutt..aavvvveennttuurraa@@aaggeessccii..iitt

Manoscritti, disegni, fotografie, ecc. inviatialla redazione non vengono restituiti.

AAvvvveennttuurraa oonn lliinnee:: wwwwww..aaggeessccii..iitt//aavvvveennttuurraa//WWeebbmmaasstteerr:: Emanuele Cesena

Gabbiere

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MMentre questo numero andrà in stampa voi avrete giàfesteggiato la Giornata del Pensiero (… detta ancheThinking Day) ed ormai saprete già tutto su

questa significativa ricorrenza. Il 22 febbraio 1857 vennealla luce il nostro fondatore: Robert Stephenson Smyth Baden-Powell… B.-P. per gli amici! Sulla sua storia si è già detto tutto e nonè mia intenzione ripercorrere in poche righe le tappe di una vitacosì importante. Mi preme di più dire due parole sul significato chequesta data riveste per gli scout di tutto il mondo: con il pensierorivolto a B.-P. continuare a fare del bene per gli altri.Per questo motivo Unità e Gruppi si impegnano in una concretaraccolta di solidarietà a sostegno di iniziative che, di solito,sono rivolte all’aiuto delle Associazioni scoutpiù povere… ma questo non esclude chela raccolta possa essere fatta a favore dichiunque viva in condizioni di povertà.Spero abbiate raccolto molti “penny”per donare qualche momento di gioiaa fratelli veramente bisognosi. Se nonl’avete fatto siete sempre in tempo perrimediare, B.-P. non se ne avrà a malese lo festeggerete in ritardo!Nella stessa data, quest’anno, viviamotutti un momento triste della nostrastoria: don Tarcisio Beltrame ètornato alla casa del Padre (il 20), ed il suofunerale si è svolto proprio il 22 febbraio. Èstato un personaggio molto importante nellastoria dello scautismo cattolico italiano, da alcunianni faceva parte della nostra Redazione. Ora lasua penna si è fermata ma quanto ha “scritto”rimarrà nei nostri cuori ed il suo esempio ci daràcoraggio nei momenti difficili. Sul nostro sito(www.agesci.it/avventura/) troverete unasua biografia essenziale.Volevo ricordarvi infine che i concorsi per la car-tolina ed il canto del Campo Nazionale sonostati prorogati fino al 31 marzo prossimo.Qualcosa si sta già muovendo e sta arrivandoparecchio materiale, ma c’è ancora tempo per lavostra fantasia, per cui fatevi sotto… non siatetimidi!

Buona caccia!

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Avventura 2/2003Avventura 2/2003

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Nel PROSSIMO NUMERO parleremo di:

• • Gli Scoiattoli ed il Pronto Soccorso (su que-sto tema vi saranno anche altri interventi) ••Preparare una Missione di Squadriglia • • Il SanGiorgio • • Il Capo Squadriglia ed il trapassonozioni • • La preghiera in SquadrigliaL’inserto sarà dedicato al Pronto soccorso!

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Avventura 2/2003Avventura 2/2003

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2222febbraio: Cecilia compie tredici anni ...che data! Proprio come B.-P. ...farà stra-da nello scautismo!

Intanto, però, Cecilia è a casa con l’influenza. (fig.1)Sara, la vice a riunione di sq. propone: “Perché non leorganizziamo una festa a sorpresa? Compie gli anni e nonpotrà nemmeno uscire di casa, andiamola a trovare!”“Sì, che bella idea” le fanno eco Chiara, la CapoSquadriglia, Elisa, Federica e tutte le altre.E così le Aquile terminano la riunione di Squadrigliaorganizzando il “sorpresone”.“Per il regalo, cosa ne dite di quel manuale di pionie-ristica, quel libretto piccolo rosso che abbiamo vistol’ultima volta in cooperativa? Vi ricordate che Ceciliacontinuava a sfogliarlo?”“Ok, vada per il manuale, Sara, ci pensi tu ad acqui-starlo?” “Sì, sì”.E così le Aquile si lasciano, dopo aver recitato la pre-ghiera della guida, dandosi appuntamento per sabatoa riunione di Reparto e - dopo la riunione- davanti acasa di Cecilia, verso le 17.30.“Dlin, dlon”“Chi è ?” e nessuno risponde“Chi èèè” ancora nessuno.“Va beh, apro lo stesso, si vede che il citofono nonfunziona più!”SORPRESA! Tanti auguri a te, tanti auguri a te! Tantiauguri Cecilia, tanti auguri a te!“Ma dai, che forti... siete le migliori! Grazie mille, eroqui che passavo dal letto alla poltrona con un libro inmano e pensavo a voi che eravate a riunione di repar-to! Grazie, grazie mille! Dai, venite avanti, sedetevi”.

È sufficiente che le Aquile si ritrovino per entrare subi-to in quel clima di complicità che fa di loro davverouna squadriglia in gamba.Federica inizia a tagliare la torta, e subito Cecilia:“Eccocosa mancava nella nostra uscita di dicembre, un beldolce!”. “Beh, veramente, non mancava solo quello...viricordate che avevamo dimenticato di salare l’acquadella pasta?”. “Ma sì, però ce ne siamo accorte intempo, sei proprio una precisina tu Sara, vero?”“Basta, basta, non cominciate voi due” le richiama lacaposquadriglia “invece, già che siamo qui tutte,cominciamo a pensare all’uscita di marzo”.“Secondo me potremmo mettere a frutto il regaloche mi avete fatto... perché non proviamo qualcunadelle cose che sono spiegate qui in questo manuale dipionieristica, non so ...un ponte tibetano, un’amaca ...ilmio papà mi racconta sempre che quando era esplo-ratore lui, in uscita si costruivano sempre le amacheper dormire!”Ed effettivamente Flavio, il papà di Cecilia, moltotempo fa era stato esploratore.Era un pioniere con i fiocchi, le corde i pali da costru-zione e gli attrezzi non avevano segreti per lui.E al richiamo di “ponte tibetano”, guardacaso papàFlavio entra in silenzio in cucina dove sono riunite leAquile e ascolta volentieri i loro progetti.Allora Anna, un po’ timidamente, gli chiede qualefosse stata l’uscita nella quale si era divertito di più elui comincia a raccontare. Avevano deciso di chiamar-la “uomini duri” quella uscita (fig.2), l’idea era di parti-re verso un posto che avevano da tempo individuato,lì scorreva un grosso torrente che avrebbero supera-

Un’impresa da uomini duri... che haper protagoniste delle “quasi”

tenere fanciulle…..

LLee ttrraa aammaacchhee ee ppoonnttii

AAqquuiillee fig.1

CCOOSSTTRRUUIIRREE UUNN’’AAMMAACCAACCOOSSTTRRUUIIRREE UUNN’’AAMMAACCAA

Si tratta di recuperare dei vecchi teli di brandina o di utiliz�zare quelli delle proprie� tanto non si rompono e potrannoessere riutilizzati�Innanzitutto si infilano due cordini abbastanza lunghi lìdove dovrebbero essere posizionati i due longheroni di ferrodella branda� Alle due estremità due paletti di legno vannoinfilati sotto la piega del tessuto e legati con un nodo parla�to con i due cordini precedentemente infilati�L’amaca è fatta� basta unire i cordini e legarli a due begli alberied il gioco è fatto se poi si vuole essere sicuri di passare unanotte tranquilla sarebbe bene tendere sopra l’amaca un altrocordino su cui mettere a forma di tendina il nostro poncho�questo ci preserverà dall’umidità della notte� (fig��)

tteenneerree ffaanncciiuullllee......tteenneerree ffaanncciiuullllee......

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to con un ponte di corde e dopo un pranzo alla trap-per si doveva cominciare a prepararsi per la notte cheavrebbero passato all’addiaccio dormendo sulle ama-che costruite a casa.“Ce la possiamo fare anche noi!” proclamò sicura laCapo Squadriglia “d’altronde le nostre uscite sonosempre mitiche!”. “Sìììì !” in coro tutte le altre.La sfida era grande, ma tutte erano sicure che sareb-be stata un’impresa degna di essere ricordata e dariportare con tutti i dettagli nel libro d’oro di sq.Subito comparvero sul tavolo della cucina libri di pio-nieristica, numeri di “Avventura”, disegni e anche nume-ri di “L’esploratore”, il giornalino dei tempi di papà Flavio.Su un manuale si trovò il progetto ed il modo di rea-lizzare uno splendido ponte, per alcune ponte tibeta-no, per altre ponte himalayano, insomma un ponte dicorde! (fig.3)Su un numero di Avventura di qualche anno prima(della sorella di Cecilia) spuntò un metodo veloce esicuro per preparare delle amache comodissime.

Non restava che cercare il posto dove l’avventurasarebbe stata vissuta.Cecilia ricordò il posto di un’uscita con il Consiglio

Capi raggiungibile facilmente, con tanto di torrente adisposizione.Questa volta il programma consegnato alla riunionedi Consiglio Capi era precisissimo, c’era indicato per-fino cosa si sarebbe fatto nelle riunioni di Squadrigliaprecedenti l’uscita: alla prima, ripasso di nodi e legatu-re (le Aquile sono abbastanza in gamba, ma un ripas-so non guasta mai!), alla riunione successiva tutte inpiscina (perchè le Aquile sanno nuotare, ma riprovarenon guasta mai!), la terza riunione di sq. costruzionedelle amache secondo il progetto di Avventura, prati-co e veloce.L’ultima riunione prima dell’uscita: costruzione effetti-va del ponte per eliminare ogni esitazione!Il giorno della partenza arrivò presto.

Avventura 2/2003Avventura 2/2003

fig.2fig.3

fig.4

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Avventura 2/2003Avventura 2/2003

Chiara, Elisa, Cecilia e Giovi avrebbero raggiunto ilfiume da sud, le altre sarebbero arrivate con la cor-riera fino al paese di là del fiume e a piedi, in circaun’ora di cammino, sarebbero andate all’appuntamen-to sull’altra sponda.Questo, naturalmente su suggerimento del papà diCecilia (eletto ormai consulente tecnico della sq.Aquile), avrebbe facilitato il passaggio delle corde dal-l’altra parte possibilmente senza bagnarle.“Ehilà! Siete arrivate allora!” - “Che pesanti però que-ste corde! Era proprio necessario portarsi dietro que-sti tre «scarrafoni», come li chiamate voi !?!”.“Ma va là«scarrafoni».... si chiamano «canaponi», Anna, «cana-poni», perché sono fatte di canapa”. (fig.5)“Comunque,Anna, questi tre «canaponi» pesano dav-vero tanto, ma le corde di canapa una volte tese ten-gono meglio e non si «mollano» facilmente, cosa chefanno invece le più leggere corde di nylon ...e si sa cheper un ponte tibetano la cosa essenziale è la tensionedelle corde”.Sara, la topografa, insieme a Cecilia e Federica inizia-no a misurare quanto è largo il torrente...

Un metodo che sembra complicatissimo ma che risul-terà molto semplice dopo che Sara l’avrà spiegato perbene. E così, dando retta alla Vice, effettivamenteanche le altre Aquile scoprono che il metodo non èpoi così complicato, anzi è quasi divertente. Tutte sicimentano nella misurazione e alla fine decretano cheil torrente in quel punto è largo dieci metri.Sulla riva crescono molte robinie, piante infestanti dilegno duro che i contadini tagliano ogni anno e che,otte-nuto il permesso, si possono usare. Ce ne sono catasteimmense qua e là, poi alla fine si dovran-no rimettere a posto, del resto alleAquile ne servono solo sei.E allora via con la costruzione.Per la sua realizzazione occorro-no tre corde disposte a V.La prima, la portante, sarà quelladi diametro maggiore di cui sidispone, le altre due possonoanche essere di diametro infe-riore.Su quella centrale si cammi-na mentre le laterali ser-vono per aggrapparsi conle mani per non perdere l’e-

quilibrio. Si possono usare i rami di alberi, se ce nesono, ma la cosa migliore è quella di costruire duetelai a X. (fig. 7)Si posizionano i due telai sulle rive leggermente incli-nati dal lato opposto del fiume per distribuire megliola tensione della corda (fig. 8).Poi si deve passare, attenzione solo passare, la cordaportante sull’incrocio della X superiore (punto 3) efissarla al terreno ben tirata con un martinetto spa-gnolo. (fig. 9).Le corde laterali vanno passate in due moschettoni(punti 2) fissati con un cordino alle estremità superio-ri delle braccia della X (fig.10).Anche queste corde vanno tirate molto bene.Bisogna fare in modo che la distanza fra la corda por-tante e le corde di appoggio non sia maggiore di unmetro e venti, un metro e quaranta.Si procede camminando sulla portante e tirando a séle due laterali per mantenere l’equilibrio.

C’è chi completa questo lavoro con dei cordiniche zigzagando uniscono la

portante a ciascuna dellealtre due corde.Le Aquile preferisco-no lasciare le cordedisunite e passare

facendo uso di unbolina e di unmoschettone pernon fare un bagno...

anche se le Aquile sisono esercitate in piscina,

in marzo un bagno nel tor-rente lo si evita volentieri!

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fig.5

Su “Scautismo per ragazzi” c’è un metodo sem�plice� nell’ottava chiacchierata (ndr � pag����dell’edizione Nuova Fiordaliso)� quella sullapionieristica� Bisogna individuare un puntofisso� un albero o una roccia� sulla riva oppostadel fiume (il punto X)� Si parte lungo la riva delfiume dal punto A� dopo venti metri ci si fermae prima di proseguire si pianta l’alpenstock(punto B)� Poi si prosegue ancora diritti perdieci metri� fino al punto C� da lì� spalle alfiume� si prosegue in avanti fino al punto D�che è il punto in cui si vedono l’alpenstock e ilpunto X perfettamente allineati� Il numero deipassi fatti dal punto C al punto D è pari allametà della larghezza del fiume� (fig. 6)

“Chi è che lo inaugura?”“Beh, non c’è dubbio, la Capo Squadriglia deve dare il buon esem-pio!” (fig. 11)

“Grazie, Elisa, si dai, comunque passo io per prima”. E così dopo Chiara, la CapoSquadriglia, a turno passano tutte da una parte all’altra. Il giro finale lo fanno Sara, Federicae Anna con gli zaini, per unirsi alla squadriglia nella ricerca del posto dove appendere leamache.Eh già, questa volta il materiale, tra «canaponi» e amache, è risultato un po’ pesante, però cosìle Aquile hanno guadagnato il tempo per accendere un bel fuoco e cucinare alla trapper.Le amache, infatti, le hanno costruite a riunione di sq. e tutte hanno una voglia infinita diutilizzarle.Così, dopo la cena, le Aquile si dilettano con un po’ di canti attorno al fuoco, prima dellapreghiera e delle tanto sospirate amache. Domani, bisogna essere in forma perché si pro-segue con le costruzioni di tavolo e cucina.Papà Flavio, ormai definitivamente eletto consulente della sq., a casa aveva insegnato alleAquile anche qualche vecchio canto scout, ce n’era uno in particolare che alle Aquile erapiaciuto : “Vatti a Colico”.“Vatti a Colico ad accampar, là c’è sempre qualche cosa da imparar...”E questa volta, anche senza Colico (che per le Aquile sarà una prossima meta, distante manon irraggiungibile), c’è stato da imparare tanto anche in uscita di squadriglia.“Buonanotte Aquile !”“Buonanotte Capo !” ...e qualcuna già dorme per la stanchezza...

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Avventura 2/2003Avventura 2/2003

fig.6 fig.7

fig.8

fig.9

fig.11

Il disegno n� � è tratto da RR��BBaaddeenn��PPoowweellll � Scautismoper Ragazzi � Nuova Fiordaliso

I disegni nn� �� � � �� �� sonon tratti da EEnnrriiccooRRoocccchheettttii – Manuale di Pionieristica – Nuova Fiordaliso

fig.10

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Avventura 2/2003Avventura 2/2003

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Gaspare… esempio da non imitare!

«Cucù, cucù». Erano le 11 del mattino. Il cardellinoche abitava nell’orologio a muro faceva le prove per ilfestival dei piumati, e Gaspare dormiva e dormivaancora. Perché mai avrebbe dovuto sprecare un saba-to di primavera per accompagnare i Capi a fare unagitarella? C’era di meglio nella vita. Gaspare da quel-l’anno era il Capo Squadriglia dei Cinghiali. Non eramai andato d’accordo con Salvino, il Capo Squadrigliache l’aveva preceduto, ora in noviziato, e aspettavasoltanto di prendere il suo posto per poter fare tuttoil contrario. Salvino in verità non era niente male,aveva lo scouting nella testa, scopriva le difficoltàancora prima che saltassero fuori, e conosceva amenadito ogni genere di tecnica. Ma l’invidia, come unpaio d’occhiali dalle lenti verde fosco, aveva accecatoGaspare. E male faceva, perché lui, Gaspare, non avevané una mentalità che vede lontano, né un barile diesperienze tecniche. E così abbiamo svelato la mora-le.Ahi ahi. Ma si rimedia subito con la cronaca del fat-

taccio, per imparare fino a che punto ci si puòrovinare con le proprie mani.

In primavera, in reparto, il Consiglio Capi sceglieva illuogo del campo estivo. I Capi conservavano delleagende piene di indirizzi, frutto di scambi tra gruppidella stessa zona, ma anche i ragazzi ricordavano postibelli di campi trascorsi, o che avevano scopertodurante qualche uscita.In quella stagione in Reparto era scoppiata la mania

dei ponti, partita da un Capo Squadriglia esaltatoche voleva riprodurre in legno il ponte diBrooklin in scala uno a venti. Ma quella spe-

cie di Leonardo da Vinci non era pazzo com-pleto, tant’è che tutti in reparto si erano lan-ciati in imprese di costruzioni a raffica, epian piano stavano diventando esperti indisegno architettonico, calcolo strutturale,nodi, legature, incastri e falegnameria ingenere.

Il triste destino di Gaspare,

ssoopprraalllluuooggoo

Cinque consigli per progettare il campo estivoQui non leggerai le istruzioni della scatola di montaggio del campo estivo: la progettazione è un compito che può essere svoltosoltanto da te, dalla tua Squadriglia, dal Consiglio Capi. Qui troverai di meglio, e cioè alcune linee d’azione. I dettagli, le ricette, iconsigli su come smacchiare il maglione vanno recuperati in altri modi: attraverso l’esperienza degli squadriglieri più anziani e deiCapi, i mille canali della competenza, il quaderno di caccia, i consigli raccolti dai libri di B.-P., gli inserti tecnici di “Avventura”, le frasidi saggezza scritte nell’incarto dei cioccolatini.

11.. LL’’aaggeennddaa ddeeggllii iinnddiirriizzzzii11.. LL’’aaggeennddaa ddeeggllii iinnddiirriizzzziiNelle tradizioni di Squadriglia c’è ancheun’agenda che contiene i dati (meglioancora una piccola scheda) dei terreni deicampi estivi già vissuti� o di luoghi segna�lati da Reparti a noi vicini o da altri amici�Lo stesso vale per accantonamenti e luoghiper uscite� Ricordati però di controllareche i dati siano aggiornati� per non rischia�re di partire con i carri carichi verso un pia�

noro che nel frattempo è stato trasforma�to in un parcheggio�

22.. IIll mmeennùù ddeell ccaammppoo ee llee rriicceettttee22.. IIll mmeennùù ddeell ccaammppoo ee llee rriicceetttteeNei Reparti saggi� il menù dei campi vieneconcordato nel Consiglio Capi� Fidati dell’e�sperienza dei Capi� che hanno qualcheconoscenza in più in materia di dietistica:mangiare pizza e patate fritte tutti i giorniabolendo la verdura può darti una sensa�

zione di sfrenata libertà� ma fa moltomale alla pancia� Come per l’agenda degli indirizzi� èutile conservare un menù generico dicampo� da adattare di volta in volta;un campo ad alta quota� ad esempio�può comprendere un po’ di grassi e dizuccheri in più (e vai…� con la ciocco�lata!)� mentre un altro in riva al marepredilige frutta e verdura� E i liquidi?Sempre� abbondanti� L’alcool? Mai! Econtrolla che il ricettario di Squadriglianon sia un rigettario�

33.. QQuuaallee mmaatteerriiaallee ppoorrttaarree??33.. QQuuaallee mmaatteerriiaallee ppoorrttaarree??Trasportare materiali costa: benzina�noleggio del furgone� spazio occupa�

to (c’è chi spreca una tenda soltantoper i materiali)� fatica� È meglio por�tarsi pochi attrezzi affidabili e realiz�zare manufatti sul posto� piuttostoche partire con un camion ingombrodi attaccapanni� scarpiere� girandolee pennacchi� Masoprattutto ilmateriale va sele�zionato in basealle imprese chesi realizzerannoal campo: che miporto a fare lacarta crespa sevoglio costruirele zattere?

44.. LLoo ssttooccccaaggggiioo ddeell mmaatteerriiaallee44.. LLoo ssttooccccaaggggiioo ddeell mmaatteerriiaalleeLo spazio è prezioso� Costruire degliscomparti mobili nella cassa diSquadriglia� pensati apposta per imateriali che voglio trasportare� puòessere una grande àncora di salvezza�

GGaassppaarree ee iill ssoopprraalllluuooggooGGaassppaarree ee iill ssoopprraalllluuooggoo

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Avventura 2/2003Avventura 2/2003

Il ponte di Broccolino era rimasto nelle cartoline, mail reparto aveva realizzato ugualmente dei manufattidegni del retro delle banconote degli euro (chi nonsa, vada a controllare). Finché qualcuno fu illuminatodalla rivelazione che il campo estivo stava lì appostaper accogliere anche i sogni più folli.Durante il Consiglio Capi precedente la Pasqua, sidiscusse il luogo del campo: il terreno ideale per sca-tenarsi con i ponti avrebbe dovuto comprendere unavalletta tra due alture, o meglio ancora un torrentelloincassato tra due rive.Cerca cerca tra gli indirizzi, scartabella fra le cartine,naviga lungocosta in internet, il Consiglio Capi indivi-duò tre luoghi ideali. I Capi telefonarono.La Valle del Trifoglio fu scartata subito, perché si sco-prì che nel periodo del campo sarebbe avvenuto iltransito verso gli alpeggi di decine e decine di man-drie di bovini, caprini, ovini, ovetti e galletti.La Piana del Pecorino, invece, faceva parte di un comu-ne dove il sindaco scoraggiava ogni tentativo di cam-peggio, scout in testa: erano talmente numerose lenorme burocratiche, che anche per lanciare l’urlo diSquadriglia si sarebbe dovuto compilare un modulazzo.Restava il Rivo del Tasso. Ma occorreva esaminaresubito il luogo, perché se non fosse stato funzionaleper l’impresa ponti, il Consiglio Capi avrebbe dovutorimettersi presto a caccia di un’alternativa. Si deciseche il sabato seguente tutti avrebbero fatto un viag-getto d’ispezione. E fu qui che Gaspare mostrò la suacrosta da caprone: «Io non vengo». Nessuno lo prese

sul serio, sia perché lo disse a voce molto bassa, siaperché quelle parole erano così idiote che non vale-va la pena ascoltarle.Il cervello di Gaspare raggiunse un punto di cotturaancora più alto quando in settimana gli riferirono diSalvino: era entusiasta di quell’impresa, un’idea così glisarebbe piaciuto averla avuta lui quand’era in reparto,e raccontava a tutti la sua nostalgia delle imprese diSquadriglia; chiese anzi di accompagnare il ConsiglioCapi durante il sopralluogo a Rivo del Tasso, sia per pas-sare una giornata con i vecchi amici, sia perché potevaoffrire qualche bel consiglio da tecnico esperto qualera. Non soltanto nessuno gli disse di no, ma tutti lo rin-graziarono della pensata.Tranne Gaspare: lui, a Rivo delTasso, a contare i fili d’erba non ci sarebbe andato mai,con o senza Salvino. Il dramma scoppiò il venerdì,

che non partecipò al...

ddeell tteerrrreennoo ddeell ccaammppoo

Sacchetti� sacchettini� buste� cappelliere escatolette lasciate in libertà possono scate�nare un’epidemia di disordine contro cuinon esiste vaccino� Lo stesso discorso sullo stoccaggio vale –all’inverso – alla fine del campo: se raccoglitutto a casaccio convinto che metterai poiin ordine al rientro in sede sei un illuso�perché in quel momento penserai a tutto(il letto� la doccia� il mare che aspetta� latelenovela da recuperare) tranne che almateriale di Squadriglia�Anche se le vacanze con i genitori sulla CostaVerde premono� ricordati che il materialechiede ad alta voce una seria manutenzione;non gettare in un angolo umido della sede latenda mal piegata� che trattiene tra unaparete e l’altra litri d’acqua� foglie e fango�

55.. IIll pprrooggrraammmmaa ddeell ccaammppoo55.. IIll pprrooggrraammmmaa ddeell ccaammppooAncora una volta le tradizioni di Repartoti possono aiutare: quando il ConsiglioCapi stenderà il programma della vita alcampo giorno per giorno� troverà moltocomodo rispolverare gli schemi degli annipassati� Basterà adattarlo alle novità deltuo campo� Uno schema ricorrente di vita al campo èutilissimo in particolare per i primi giorni�

quando si montano le costruzioni e siarreda l’angolo di Squadriglia; sono giornipieni di lavoro – quasi sempre ugualeogni anno – in cui non è necessaria un’e�sagerata fantasia�Nel fare il programma� però� lascia un po’di spazio ai Capi: permetti loro di prepa�rarti qualche sorpresina� come ad esem�pio un gioco notturno� altrimenti la loropersonalità potrebbe esserne scossa�

quando il Capo Reparto telefonò a Gaspare per dir-gli a che ora il mattino dopo doveva trovarsi in sedecon le scarpe allacciate.«Io non vengo».«Come sarebbe a dire?».«Non vengo.A me e alla mia Squadriglia non interes-sa. Che me ne faccio di vedere prima il posto delcampo?».Il Capo gli urlò che la Squadriglia non era una sua pro-prietà, che tutti hanno il diritto (e il dovere) di interes-sarsi al destino a cui vanno incontro durante il campoestivo, specialmente perché durante il sopralluogo iCapi Squadriglia possono scegliere dove appostare illoro angolo, e se lui fosse rimasto a casa gli sarebbetoccato il posto peggiore, con la tenda sul pendio e lacucina in un buco vicino al cesso chimico.«Non vengo e basta».«Eh, se è così, fai pure quello che vuoi». Il Capo si eraarreso.Tanto peggio per i Cinghiali e per quel capro-ne del loro capo.Il sopralluogo fu divertentissimo. Il terreno era ancorapiù bello di quanto immaginato, con avvallamenti, trinceee un torrente che si diramava in più punti creando delleisolette. I Capi Squadriglia rincorrevano la propria menteche schizzava come una palla su ambientazioni, grandigiochi e costruzioni mai viste nemmeno negli inserti tec-nici di quel giornaletto che ogni tanto arriva con la posta(“Avventura”? sì, credo si chiami così). Salvino li aiutò apreparare la cartografia del terreno, così che in sede lesquadriglie potessero calcolare esattamente quanti pali,quanta corda e quanta furbizia sarebberostati necessari. I Capi Squadrigliasi misero d’accordo nella sceltadei futuri angoli. Erano abba-

stanza alterati nei confronti di Gaspare, e avrebberovoluto lasciargli un angoletto puzzoso in mezzo alla palu-de. I Capi li li convinsero a non esagerare.La preparazione del campo estivo andò a meraviglia.Tranne per quei caproni dei Cinghiali. I quali arrivaronoprogettando un’impresina di animazione sportivaalquanto poverella (costruzione di racchette da tennis),portarono materiali appena sufficienti per una cucinet-ta da morti di fame, e montarono un angolo tenda cosìall’umido che le rane vi disputarono le olimpiadi. Masoprattutto dovettero sistemarsi in un buco lontanodal rifornimento d’acqua, dalla cambusa, dalla latrina edal campo di pallavolo. I Cinghiali passarono il tempo alitigare tra loro, mangiando male e dormendo tra ilmuschio. Persero tutte le gare. Per quella di costruzio-ni non si qualificarono nemmeno. Non comparveroneppure nelle diapositive che vennero proiettate inseguito durante la festa con i genitori, perché a Rivo delTasso avevano sì portato la macchina fotografica, manon la pellicola.Qualcuno ipotizzò che i Cinghiali non esistessero vera-mente: «C’erano al campo? Qualcuno li ha visti?». ICapi ebbero un bel daffare perché il reparto non sisquassasse, e per recuperare i Cinghiali dall’età dellapietra in cui erano scivolati. Come fecero? Questo nonve lo raccontiamo, perché è lavoro da Capi.Provate invece voi a immaginare che cosa potreste fareper tirar fuori dal pantano i Gaspari che forse abitanonel vostro reparto. E se avete delle proposte, modesteo geniali che siano, venitecele a raccontare.

Avventura 2/2003Avventura 2/2003

GGaassppaarree ee iill ssoopprraalllluuooggooGGaassppaarree ee iill ssoopprraalllluuooggoo

1100

PPrometto sul mio onore... Quando un giorno,abbiamo pronunciato queste parole, abbia-mo scelto di vivere da scout.

Lo scout promette davanti a tutti che si può contaresu di lui e non si tira mai indietro. E quando si trattadelle cose più importanti, servire Dio o il proprioPaese, venire in aiuto al prossimo, essere fedele allaLegge, ci va del suo onore. Lo scout è responsa-bile. Bisogna dire che da qualche migliaia di anni, gliuomini e le donne cercano spesso di sfuggire alla pro-pria responsabilità.Così, dopo essersi nascosto,Adamo risponde a Dio chegli chiede se ha mangiato del frutto dell’albero: “Ladonna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’alberoe io ne ho mangiato”.Adamo nega ogni responsabilità, lacolpa non è sua, è di Eva e indirettamente di Dio stes-so che gli ha messo accanto questa compagna. A suavolta, Eva scarica la colpa su un altro: il serpente (cfr.Gen3, 8-13). E così, con il primo peccato, nasce la paura diaffrontare le proprie responsabilità. Da allora nessunovuole essere responsabile, ma quando succede qualco-sa, tutti vogliono un colpevole; a volte anche un inno-cente può andare bene, basta che paghi per tutti. Chissàse non capita anche a voi di rispondere ai genitori, aiprofessori o ai Capi: “Non sono stato io, non ho fattoniente”?Essere responsabile significa risponderedei propri atti, delle proprie scelte,accettandone tutte le conseguenze,rispondere delle promesse fatte (sull’o-nore...) e a volte, anche degli sbagli.Ma rispondere per se stesso non basta; nessuno viveda solo e sappiamo bene che siamo parte di unmondo che ci dovremmo sforzare di lasciare sempremigliore. Siamo responsabili gli uni degli altrie insieme responsabili del mondo nelquale viviamo, ciascuno al suo posto.Dopo il peccato dei genitori Adamo ed Eva, Cainouccide il fratello minore Abele, e a Dio che glienechiede conto, risponde: “Sono forse il guardiano di miofratello?” (cfr. Gen 4, 8-10).Ebbene si! L’intero Vangelo è una risposta chiara all’in-terrogazione di Caino. Ognuno è responsabile del fra-tello; ce lo insegna Gesù con l’esempio di tutta la suavita. Se Adamo ed Eva negano la loro responsabilitàdopo il peccato, se Caino non si riconosce responsa-bile del fratello, Dio non abbandona l’uomo e comeper amore ha creato la vita, per amore ancora ha

fatto alleanza con il suo popolo, sempre per amoremanda il proprio Figlio per farsi carico dei nostri pec-cati, delle nostre debolezze.Gesù si fa responsabile di noi tutti peramore. Come il buon samaritano, prova compas-sione di fronte a tutte le sofferenze dell’uomo, a tuttele sue miserie (compatire, provare compassione, vuoldire soffrire insieme, condividere le pene degli altri).Lo sguardo di Gesù è uno sguardo diamore. È lo sguardo di chi si fa il prossi-mo dell’altro. È lo sguardo che precedee accompagna ogni Buon’Azione.A Cafarnao, Gesù si fa il prossimo del centurione roma-no, condivide con lui la preoccupazione per il servo sof-ferente e ammira la sua fede; il servo guarisce (cfr. Mt 8,5-13). Sempre in Galilea, alla porta di Nain, si fa il prossi-mo di una vedova che piange seguendo la bara del figliomorto che viene portato al sepolcro. Gesù ha compas-sione e si avvicina, si fa responsabile della vita del ragazzoe questo si alza, vivo (cfr. Lc 7, 11-17). Ma Gesù non siaccontenta di essere il buon samaritano attento alle sof-ferenze del prossimo. Lui ci salva dalla nostra miseria piùgrande, il peccato, con tutte le sue conseguenze. Nelfiume Giordano, riceve un battesimo di conversione di cuinon ha bisogno,ma vuole mettersi in fila in mezzo ai pec-catori (cfr. Mt 3, 13-17). Nel deserto, sono le nostre ten-tazioni che respinge con la preghiera e il digiuno (cfr. Mt4, 1-11). Sulla croce, è la nostra paura che passa sulle lab-bra di Gesù che grida: “Dio mio, Dio mio, perché mi haiabbandonato?”.Gesù è responsabile dove l’uo-mo sfugge e si nasconde, accetta di esserel’innocente che paga per gli altri. L’amicizia diGesù per noi va fino al sacrificio della propria vita, maproprio qui sta la misura dell’amore infinito di Dio (cfr.Gv 15, 12-17; Rm 5, 6-11). Ora possiamo ripetere fidu-ciosi: Con l’aiuto di dio prometto sul mio onore... Questoaiuto, Gesù ce lo ha promesso sulla suavita, ce lo ha dato; si è fatto amico, allea-to, responsabile di noi , della nostraPromessa, della nostra vita, e ci chiede diaver fiducia.

rreessppoonnssaabbiilliittààrreessppoonnssaabbiilliittàà

1111

Avventura 2/2003Avventura 2/2003

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Responsabile... una parola un pò dimenticata?!

GGeessùùrreessppoonnssaabbiillee

1122

Avventura 2/2003Avventura 2/2003

lleetttteerraa ppeerr ii ggeenniittoorriilleetttteerraa ppeerr ii ggeenniittoorrii

Carissimi mamme e papà,a vostro figlio/a è venuta un’idea: partecipare ad un Campo Nazionale di Competenza;dovrà andarci da solo quest’estate, e raggiungere un posto magari lontano. Ciò ovvia-mente susciterà in voi oltrechè legittima curiosità, anche qualche apprensione. Eccovialcune informazioni in proposito.Quello che i ragazzi chiamano “campo di competenza” è un evento al quale parteci-pano da 20 a 30 ragazzi dai 14 ai 16 anni provenienti da Gruppi scout di tutta Italia; èun’esperienza del tutto particolare, che l’Associazione propone loro in questo parti-colare momento del cammino scout, e che viene vissuta in alcune località molto bellesotto il profilo naturalistico ed ambientale: le Basi del Settore Specializzazioni.Il Campo è diretto da Capi particolarmente qualificati nel gestire le dinamiche di ungruppo di ragazzi di provenienza diversa, con aspettative, problemi ed esperienzediverse tra di loro, e durante questo evento gli Esploratori e le Guide partecipanti alCampo hanno occasione di approfondire la loro competenza in una particolare tec-nica scout praticata ad alto livello con l’aiuto di esperti, di giocare, pregare, vivere un’e-sperienza di incontro e di autonomia confrontandosi con altri giovani che vivono ilgioco dello Scautismo.Ritornati dal Campo, i ragazzi potranno insegnare ai loro amici del Reparto e dellaSquadriglia le cose che hanno imparato.Sappiamo bene che consentire la partecipazione dei ragazzi e delle ragazze ad unodegli eventi nazionali che si tengono ogni estate nelle Basi del Settore Specializzazionidell’Agesci, è da parte vostra un gesto di grande fiducia nei confronti della nostraAssociazione: e poiché, come dice la legge scout, “la guida e lo scout considerano loroonore meritare fiducia”, di questa fiducia noi siamo onorati e cerchiamo di fare sempremeglio per continuare a meritarla.L’anno scorso, più di 1.300 fra ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia hanno cal-pestato gioiosamente i prati e scorazzato per i boschi delle nostre Basi. Li attendiamoquest’anno ancora numerosi, e per rispondere alla loro voglia di vivere l’Avventura,abbiamo predisposto il calendario degli eventi (vedi numero precedente di Avventura).Siamo certi (sono i ragazzi stessi a dircelo alla fine dei campi), che questa esperienza liaiuterà a crescere, a sviluppare percorsi di autonomia, a divenire protagonisti del tempodella loro adolescenza, a divenire persone responsabili e sicure. Grazie della fiducia checi accorderete.

Alessandra Bizzarri, Gian Vittorio Pula e D. Biagio ColaianniIncaricati Nazionali e Assistente al Settore Specializzazioni dell’Agesci

UUnnaa ppeerr ii ggeenniittoorrii

Alessandra Bizzarri

Gian Vittorio Pula

D. Biagio Colaianni

lleetttteerraa

Attenzione: errata corrige sui temi dei Campi di competenza già pubblicati su Avventura n. 1/2003

Bracciano 20-26/06/2003 brevetto Sherpa E/G

Colico 20-25/06/2003 Esplorazione e orientamento nella

Natura (brevetto di Sherpa) E/G

Cassano Murge 3-8/09/2003 Orientamento e Natura E

Cassano Murge 3-8/09/2003 Orientamento e Natura G

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a cura della redazione di SCOUT Avventura ● [email protected]

Agesci ● Specialità e Brevetti n. 9

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GabbiereGGaabbbbiieerree

Vedremo ora di seguito qualisono le parti principali di unabarca a vela:

SSccaaffooLo ssccaaffoo è costruito in mododa consentire alla barca dinavigare facilmente sull’ac�qua� per questo spesso ha lapprruuaa (la parte davanti) appun�tita in modo tale da solcaremeglio le onde� La parte didietro si chiama ppooppppaa ed èquasi sempre tagliata (ssppeecc��cchhiioo ddii ppooppppaa)� [[FFIIGG..11]]. È fonda�mentale in barca chiamare lecose col giusto nome� non peressere pignoli� ma perché coni termini giusti si individuanofacilmente le cose� Altradistinzione è tra la parte chesta sotto la linea di galleggia�mento e quindi a contatto conl’acqua (ooppeerraa vviivvaa) e la partesopra questa linea che si chia�ma ooppeerraa mmoorrttaa� Pensate aigrandi galeoni in legno e alloscricchiolìo che si doveva sen�tire in stiva mentre si andavaper mare… sembrava quasiche la parte immersa dellanave si lamentasse e per que�sta ragione che la si definisceopera viva� Ancora possiamosezionare il nostro scafo perlungo e avere quindi unaparte di ssiinniissttrraa euna di ddrriittttaa (nondestra)� In ultimo�lo spazio dove cisi muove è dettoppoozzzzeettttoo��

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GGaabbbbiieerreeIl nome suona sempre un po’strano e misterioso ed anche ildistintivo con un bozzello (car�rucola) e alcune cime rosse�guai a chiamarle “corde”� pareparlare solo a pochi iniziati� machi è in realtà il ggaabbbbiieerree? Suivelieri che un tempo solcavanoi mari e gli oceani� il gabbiereera il marinaio addetto allamanovra delle vele di gabbia�cioè le seconde dal basso perogni albero� Fra gli Scout� il

gabbiere è la guida o l’esplora�tore che ha approfondito laconoscenza della navigazionesu barche a vela in tutti i ruolie quindi dallo stare al timone egovernare la barca� alla mano�vra delle singole vele e aglialtri ruoli forse meno appari�scenti� ma utilissimi specienelle manovre più impegnativecome la partenza e l’attracco�Sicuramente le barche a velache si usano in reparto� perquelli che hanno la fortuna diaverle� o che sono disponibiliper tutti presso i Centri NauticiDipartimentali� sono moltomeno complesse dell’AmerigoVespucci� ma comunque quasisempre permettono ad unaSquadriglia di imbarcarsi e divivere un’avventura ciascunocol proprio ruolo� proprio comeper un’uscita nei boschi!

PPEERR CCOONNQQUUIISSTTAARREE IILL BBRREEVVEETTTTOO DDII GGAABBBBIIEERREE,, DDEEVVII::

Coordinamento editoriale: Giorgio CusmaProgetto grafico:Giovanna MathisImpaginazione:Giovanna Mathis, Gigi MarchitelliTesti di: Giorgio CusmaCarlo VolpeDisegni di: Giorgio CusmaChiara FranzoniStefano SandriJean Claudio Vinci

TTIIMMOONNEEIl ttiimmoonnee, sappiamo tutti a cosaserve e cioè a far deviare labarca dalla traiettoria dritta.Se già immaginiamo una bellaruota di timone in legno per lenostre barche di reparto siamoun po’ fuori strada. Il timoneper le barche medio-piccole èmeno poetico ed è composto datre elementi:11.. la ppaallaa, ossia quella “lama” affilata che entra in acqua;22.. la tteessttaa o aanniimmaa, cioè la parte robusta agganciata tramite dei cardini(aagguugglliioottttii e ffeemmmmiinneellllee) allo specchio di poppa, che può anche far corpounico con la pala.33.. la bbaarrrraa, che è quella che si tiene in mano e con la quale si governa iltimone.IIMMPPOORRTTAANNTTEEIIMMPPOORRTTAANNTTEE :: il timone “funziona” solo se la barca ha abbrivio, velocità!

AAttttrreezzzzaattuurraa ee ddoottaazziioonnee iinn bbaarrccaa aa vveellaadi Carlo Volpe - disegni di Jean Claudio Vinci

FFIIGG..11

ppoosssseeddeerree aallmmeennoo �� ttrraa llee sseegguueennttii ssppeecciiaallii��ttàà: astronomo, battelliere, carpentiere navale,fa tutto, guida marina, osservatore meteo, noc-chiere, nuotatore, pennese, sarto. L’elenco èindicativo e contiene le specialità che sono allabase delle conoscenze di un gabbiere;•• in particolare il gabbiere è capace di ese�

guire con competenza ppaarrtteennzzee eeoorrmmeeggggii dal pontile� dalla spiaggia� e daun gavitello;

•• sa recuperare un uomo in mare e rad�drizzare la barca dopo la ssccuuffffiiaa� cioè ilcapovolgimento;

•• sa nuotare bene e conosce le principalitecniche di salvamento� perché oltre amuoversi con sicurezza in un ambiente

come quello acquatico che non è proprionormale per gli esseri umani� deve esse�re sseemmpprree pprroonnttoo aadd aaiiuuttaarree qquuaallccuunnoo iinnddiiffffiiccoollttàà�

•• Per poter navigare� e non solo per “farsi ilgiretto” in barca� il gabbiere deve cono�scere llee rreeggoollee ddeellllaa nnaavviiggaazziioonnee� quindifari� fanali� precedenze… e le ccaarraatttteerriissttii��cchhee ddeellllaa ccoossttaa vicina alla sede del proprioReparto�

•• non sarà certo uno scopritore di nuovimondi� ma come i grandi navigatori delpresente e del passato� è capace di rriippoorr��ttaarree ssuu ccaarrttaa llaa rroottttaa sseegguuiittaa ee ddii ppeerrccoorr��rreerrnnee uunnaa aasssseeggnnaattaa� proprio come unbuon esploratore fa sul terreno�

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d d

AAnntteennnneeLe aanntteennnnee altro nonsono che quei paliche servono per tene�re distese le vele�Quelli verticali� nelnostro caso solo uno�sono gli aallbbeerrii� men�tre quello orizzontalesi chiama bboommaa� Pertenersi in piedi l’albe�ro ha bisogno dicavetti d’acciaio(mmaannoovvrree ffiissssee) chelo fissino sui bordi(ssaarrttiiee) e a prua(ssttrraalllloo)� Per le bar�che più grosse vi èanche una manovrafissa che va a poppadetta ppaatteerraazzzzoo�[[FFIIGG..22]]

VVeelleePassando alle vveellee possiamodistinguere prima di tutto larraannddaa� la vela posteriore inse�rita nell’albero e tenuta tesadal boma� e il ffiiooccccoo� la velaun po’ più piccola che sta aprua� Entrambe servono aspingere la barca in una datadirezione e sono regolatesecondo la direzione delvento rispetto alla barca�Invece quella grande velacolorata che probabilmenteavrete visto issata sulle bar�che della Coppa America sichiama ssppiinnnnaakkeerr e il suoscopo è far aumentare lavelocità della barca quando ilvento soffia da poppa o quasi(vedi le andature)� [[FFIIGG..33]]

MMaannoovvrreeAdesso parliamo di quelle cime (inbarca non esistono corde!) che trovia�mo a bordo: le mmaannoovvrree ccoorrrreennttii�Quelle che servono per issare le vele sichiamano ddrriizzzzee e una volta issate levele� vanno fissate alla galloccia (quel�la specie di incudine) con il nodoapposito e poi addugliate in ordine inmodo tale da non intralciare durantela navigazione� [[FFIIGG..44]]AATTTTEENNZZIIOONNEE: i marinai vivono anchedi tradizioni� quindi la drizza di randasi fissa a dritta e quella del fiocco asinistra!Ve ne sono poi altre che servono aregolare le vele: le ssccoottttee� La scottadella randa� in particolare� è una cimache� attraverso un sistema di bozzel�li� permette di lascare (mollare) ecazzare (tirare) la randa facen�do meno fatica possibile�Infatti� tramite appunto ilcircuito attra�verso cuipassa� si ridu�ce la forza cheserve per regolarela vela che� spintadal vento� sarebbealtrimenti dura damuovere…[[FFIIGG..55]]

FFIIGG..22

FFIIGG..33

FFIIGG..44

FFIIGG..55

DDoottaazziioonnii ddii ssiiccuurreezzzzaa

Una barca non affrontamai il mare senza pensarealla sicurezza� per cui abordo vi saranno parecchioggetti destinati a tale

funzione� Accanto ad unmmeezzzzoo mmaarriinnaaiioo� una sseessssoo��llaa� un’aannccoorraa con una cciimmaaddii �� mmeettrrii e qualche altracciimmaa ppeerr oorrmmeeggggiiaarrssii sidovranno avere a bordo ledotazioni oobbbblliiggaattoorriiee�� pre�

viste dal Decreto ottobre���� n� �� “Regolamentorecante norme di sicurezzaper la navigazione dadiporto” (G�U� del���������� sono queste checitiamo di seguito�

AndatureCon il termine “andatura” siintende la direzione in cuiuna barca a vela procederispetto al vento� Questoquanto dicono i sacri testi diterminologia velica… maforse sarà opportuno spiegar�lo con parole più semplici� Su ogni barca lo scafo siintende sempre diviso in dueparti: ddrriittttaa (… non destra!)e ssiinniissttrraa� Per le andature avela il centro della barca siintende la ppoossiizziioonnee ddeellll’’aallbbee��rroo� Detto ciò… il vento incidesulla barca� da dritta o dasinistra è uguale� con un

certo angolo: l’ampiezza diquesto angolo determinal’andatura� [FFIIGG..11]]Pertanto quando il ventoarriva sulla barca a �° gradidalla prua (… si parte sempredalla pprruuaa per calcolare l’an�golo di incidenza) si dice chel’andatura è di bboolliinnaa�� Se per caso vi va di azzerare ilvalore di questo angolo (cioèdirezione del vento e direzio�ne barca esattamente contra�ri) si dirà che siete ccoonnttrroovveenn��ttoo e non solo vi fermerete mapian piano inizierete a spo�starvi all’indietro�Se il vento� con la prua�

forma un angolo di:• ��° l’andatura sarà al ttrraa��

vveerrssoo�• � ° si dirà che si procede

con andatura al llaassccoo�• ���° l’andatura sarà in

ppooppppaa� In ciascuna delle andatureappena descritte (… ed intutte quelle intermedie!) levele dovranno essere regola�te in maniera diversa e lepersone a bordo (ppeessii!) spo�state nel modo corretto� Iltutto per sfruttare al massi�mo la spinta del vento ridu�cendo al tempo stesso la resi�stenza idrodinamica�

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AAnnddaattuurree ee pprreecceeddeennzzeedi Giorgio Cusma - disegni di Chiara Franzoni e Stefano Sandri

NNAAVVIIGGAAZZIIOONNEE NNEEIINNAAVVIIGGAAZZIIOONNEE NNEEIIFFIIUUMMII,, TTOORRRREENNTTII EEFFIIUUMMII,, TTOORRRREENNTTII EECCOORRSSII DD’’AACCQQUUAA::CCOORRSSII DD’’AACCQQUUAA::•• 11 GGIIUUBBBBOOTTTTOO DDII SSAALL--

VVAATTAAGGGGIIOO PPEERR OOGGNNIIPPEERRSSOONNAA AA BBOORRDDOO

•• 11 SSAALLVVAAGGEENNTTEE AANNUU--LLAARREE CCOONN CCIIMMAA

NNAAVVIIGGAAZZIIOONNEE EENNTTRROO 11NNAAVVIIGGAAZZIIOONNEE EENNTTRROO 11MMIIGGLLIIOO DDAALLLLAA CCOOSSTTAA::MMIIGGLLIIOO DDAALLLLAA CCOOSSTTAA::•• 11 GGIIUUBBBBOOTTTTOO DDII SSAALL--

VVAATTAAGGGGIIOO PPEERR OOGGNNIIPPEERRSSOONNAA AA BBOORRDDOO

•• 11 SSAALLVVAAGGEENNTTEE AANNUU--LLAARREE CCOONN CCIIMMAA

•• 11 PPOOMMPPAA OO AALLTTRROO

AATTTTRREEZZZZOO DDII EESSAAUURRII--MMEENNTTOO ((SSOOLLOO BBAARRCCHHEESSEENNZZAA MMAARRCCHHIIOO ““CCEE””))

•• EESSTTIINNTTOORRII ((SSOOLLOO BBAARR--CCHHEE DDOOTTAATTEE DDII MMOOTTOO--RREE SSEENNZZAA MMAARRCCHHIIOO““CCEE””))

NNAAVVIIGGAAZZIIOONNEE EENNTTRROONNAAVVIIGGAAZZIIOONNEE EENNTTRROOLLEE 33 MMIIGGLLIIAA DDAALLLLAALLEE 33 MMIIGGLLIIAA DDAALLLLAACCOOSSTTAA::CCOOSSTTAA::•• 11 GGIIUUBBBBOOTTTTOO DDII SSAALL--

VVAATTAAGGGGIIOO PPEERR OOGGNNIIPPEERRSSOONNAA AA BBOORRDDOO

•• 11 SSAALLVVAAGGEENNTTEE AANNUU--LLAARREE CCOONN CCIIMMAA

•• 11 BBOOEETTTTAA FFUUMMOOGGEENNAA •• 22 FFUUOOCCHHII AA MMAANNOO AA

LLUUCCEE RROOSSSSAA;; •• FFAANNAALLII RREEGGOOLLAAMMEENN--

TTAARRII •• SSEEGGNNAALLEE SSOONNOORROO

((FFIISSCCHHIIEETTTTOO))•• 11 PPOOMMPPAA OO AALLTTRROO

AATTTTRREEZZZZOO DDII EESSAAUURRIIMMEENN--TTOO ((SSOOLLOO BBAARRCCHHEESSEENNZZAA MMAARRCCHHIIOO ““CCEE””))

•• EESSTTIINNTTOORRII ((SSOOLLOO BBAARR--CCHHEE CCOONN MMOOTTOORRII AABBOORRDDOO,, SSEENNZZAA MMAARR--CCHHIIOO ““CCEE””))

Precedenze

Come succede per gli auto�veicoli� la cui circolazione èsottoposta a precise regole diprecedenze� anche le imbar�cazioni ne hanno di simili in

mare� Si tratta di materiacomplessa riunita in un cor�poso “RReeggoollaammeennttoo iinntteerrnnaa��zziioonnaallee ppeerr pprreevveenniirree gglliiaabbbboorrddii iinn mmaarree”� qui esami�neremo solo alcuni casi dibase che riguardano le bar�

che a vela� Nelle prossime righe parlere�mo di “mure”� si tratta di untermine velico usato per defi�nire la parte ssoopprraavvvveennttoo(…cioè il lato da cui arriva ilvento) della barca�

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FFIIGG..33

NEL CASO IN CUI DUE BARCHE A VELA SI TROVINO VICINE E DEVONO MANOVRARE PER NONGIUNGERE A COLLISIONE LO FARANNO NEL RISPETTO DELLE SEGUENTI REGOLE DI BASE:

FFIIGG.. 22

FFIIGG.. 11

CCOONN IILL TTEERRMMIINNEE ““AANNDDAATTUURRAA”” SSIIIINNTTEENNDDEE LLAA DDIIRREEZZIIOONNEE IINN CCUUII UUNNAABBAARRCCAA AA VVEELLAA PPRROOCCEEDDEE RRIISSPPEETTTTOOAALL VVEENNTTOO.. QQUUEESSTTOO QQUUAANNTTOO DDIICCOONNOOII SSAACCRRII TTEESSTTII DDII TTEERRMMIINNOOLLOOGGIIAAVVEELLIICCAA…… MMAA FFOORRSSEE SSAARRÀÀ OOPPPPOORR--TTUUNNOO SSPPIIEEGGAARRLLOO CCOONN PPAARROOLLEE PPIIÙÙSSEEMMPPLLIICCII.. SSUU OOGGNNII BBAARRCCAA LLOO SSCCAAFFOO SSIIIINNTTEENNDDEE SSEEMMPPRREE DDIIVVIISSOO IINN DDUUEEPPAARRTTII:: DDRRIITTTTAA ((…… NNOONN DDEESSTTRRAA!!)) EESSIINNIISSTTRRAA.. PPEERR LLEE AANNDDAATTUURREE AAVVEELLAA IILL CCEENNTTRROO DDEELLLLAA BBAARRCCAA SSIIIINNTTEENNDDEE LLAA PPOOSSIIZZIIOONNEE DDEELLLL’’AALLBBEERROO..DDEETTTTOO CCIIÒÒ…… IILL VVEENNTTOO IINNCCIIDDEE SSUULLLLAABBAARRCCAA,, DDAA DDRRIITTTTAA OO DDAA SSIINNIISSTTRRAAÈÈ UUGGUUAALLEE,, CCOONN UUNN CCEERRTTOO AANNGGOOLLOO::LL’’AAMMPPIIEEZZZZAA DDII QQUUEESSTTOO AANNGGOOLLOODDEETTEERRMMIINNAA LL’’AANNDDAATTUURRAA..

11111010

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Non si può parlare di nauti�ca� di barche ed i marinaisenza pensare ai nodi� L’artedei nodi infatti si concretiz�za soprattutto per gli utilizzidi bordo: alzare� aprire echiudere vele… ormeggia�re… fissare il carico… orna�

re arnesi di uso comune…sono tutte operazioni chehanno a che fare con cavi�cime� barbette� Nella mari�neria di oggi resiste ancorauna cultura del nodo� mamolto ridotta rispetto al pas�sato� ed applicata soprattut�

to nel mondo della vela ago�nistica e di diporto� Tra i nodi� con cui si inizia lascoperta di tale arte� vi sonoquelli che vi proponiamo diseguito� iniziando dal piùsemplice per aumentare poila difficoltà:

AAllccuunnii nnooddii ppeerr llaa nnaauuttiiccaa di Giorgio Cusma - disegni di Chiara Franzoni

NNOODDOO AA OOTTTTOONNOODDOO AA OOTTTTOO

LLOO SSII EESSEEGGUUEE AALLLLEE EESSTTRREE--MMIITTÀÀ DDEELLLLEE SSCCOOTTTTEE((SSOOPPRRAATTTTUUTTTTOO DDEELL FFIIOOCC--CCOO)) PPEERR EEVVIITTAARREE CCHHEEIINNAAVVVVEERRTTIITTAAMMEENNTTEE EESSCCAA--NNOO DDAAII PPAASSSSAASSCCOOTTTTEE,, OOAALLLL’’EESSTTRREEMMIITTÀÀ DDII CCIIMMEECCHHEE PPAASSSSAANNOO IINN UUNN BBOOZZ--ZZEELLLLOO.. VVIIEENNEE UUSSAATTOOAANNCCHHEE PPEERR FFIISSSSAARREE GGLLIIAAMMII AALLLLEE LLEENNZZEE.. LLAA SSUUAAEESSEECCUUZZIIOONNEE ÈÈ MMOOLLTTOOSSEEMMPPLLIICCEE EE VVIIEENNEE CCHHIIAAMMAA--TTOO AANNCCHHEE NNOODDOO SSAAVVOOIIAA..

FFIIGG.. 44

UNA BARCA A VELA CHE NAVIGA CCOONN MMUURREE AA SSIINNIISSTTRRAACCOONN MMUURREE AA SSIINNIISSTTRRAA (… RICEVE IL VENTO SUL LATOSINISTRO!) DDEEVVEE DDAARREE LLAA PPRREECCEEDDEENNZZAADDEEVVEE DDAARREE LLAA PPRREECCEEDDEENNZZAA AD UNA CHE NAVIGA CON MURE A DRITTA. [FFIIGG..22]]

NEL CASO IN CUI DUE BARCHE A VELA NAVIGHINO CON LE SSTTEESSSSEE MMUURREE, QUELLA SSOOPPRRAAVVVVEENNSSOOPPRRAAVVVVEENN ----TTOO DDOOVVRRÀÀ DDAARREE LLAA PPRREECCEEDDEENNZZAATTOO DDOOVVRRÀÀ DDAARREE LLAA PPRREECCEEDDEENNZZAA A QUELLA SOTTOVENTO. [FFIIGG..33]]

NEL CASO CHE, INDIPENDENTEMENTE DAL VENTO, UNA BARCA A VELA NE SSOORRPPAASSSSII UNA PIÙLENTA LO POTRÀ FARE MANTENENDOSI SSOOTTTTOOVVEENNTTOO ALL’ALTRA. [FFIIGG..44]]

d

DDAARR VVOOLLTTAA SSUU BBIITTTTAADDAARR VVOOLLTTAA SSUU BBIITTTTAA

DDAARR VVOOLLTTAA SSIIGGNNIIFFIICCAA FFIISSSSAARREE UUNNAACCIIMMAA AADD UUNN OOGGGGEETTTTOO PPEERR CCOOSSTTII--TTUUIIRREE UUNN VVIINNCCOOLLOO SSIICCUURROO EE FFOORRTTEE..NNEELLLLAA MMAANNOOVVRRAA DDII OORRMMEEGGGGIIOO LLAAPPAARRTTEE DDII CCIIMMAA CCHHEE VVIIEENNEE FFIISSSSAATTAAAA TTEERRRRAA GGEENNEERRAALLMMEENNTTEE SSII CCHHIIUUDDEECCOONN UUNN PPAARRLLAATTOO OO UUNNAA GGAASSSSAADD’’AAMMAANNTTEE,, AA BBOORRDDOO IINNVVEECCEE LLOO SSIIFFAA SSUULLLLEE BBIITTTTEE ((PPAARRTTEE DDIIAATTTTRREEZZZZAATTUURRAA CCOOSSTTIITTUUIITTAA DDAADDUUEE EELLEEMMEENNTTII CCIILLIINNDDRRIICCII UUNNOOVVIICCIINNOO AALLLL’’AALLTTRROO…… MMAA PPUUÒÒ PPRREE--SSEENNTTAARRSSII CCOONN DDIIVVEERRSSEE FFOORRMMEE,,CCOOMMUUNNQQUUEE SSEEMMPPRREE AABBBBAASSTTAANNZZAASSIIMMIILLII)) FFAATTTTEE AAPPPPOOSSTTAA PPEERR DDAARRVVOOLLTTAA IINN MMAANNIIEERRAA VVEELLOOCCEE.. ÈÈFFAACCIILLEE DDAA LLIIBBEERRAARREE QQUUAANNDDOO SSIIDDEEVVEE TTOOGGLLIIEERREE LL’’OORRMMEEGGGGIIOO AANNCCHHEECCOONN LLAA CCIIMMAA TTEESSAA..

PPAARRLLAATTOOPPAARRLLAATTOO

TTRROOVVAA MMOOLLTTIISSSSIIMMIIIIMMPPIIEEGGHHII OOGGNNIIVVOOLLTTAA CCHHEE SSII DDEEVVEEAASSSSIICCUURRAARREE UUNNAACCIIMMAA AADD UUNNPPUUNNTTOO FFIISSSSOO.. PPEERRLL’’OORRMMEEGGGGIIOO PPUUÒÒVVEENNIIRR UUTTIILLIIZZZZAATTOOSSUU UUNN PPAALLOO,, UUNNAANNEELLLLOO OO UUNNAABBIITTTTAA DD’’OORRMMEEGG--GGIIOO.. OOFFFFRREE IILLVVAANNTTAAGGGGIIOO DDII UUNNOOTTTTIIMMAA TTEENNUUTTAA,,SSPPEECCIIAALLMMEENNTTEESSOOTTTTOO SSFFOORRZZOO,, EEDDII FFAACCIILLIITTÀÀ NNEELLLLOOSSCCIIOOGGLLIIEERRLLOO..

GGAASSSSAA DD’’AAMMAANNTTEE GGAASSSSAA DD’’AAMMAANNTTEE

CCOONN QQUUEESSTTOO NNOODDOO EENNTTRRIIAAMMOO NNEELL CCAAMMPPOODDII QQUUEELLLLII UUNN PPOO’’ PPIIÙÙ DDIIFFFFIICCIILLII,, IINNFFAATTTTIINNEELLLL’’EESSEEGGUUIIRRLLOO ÈÈ FFAACCIILLEE SSBBAAGGLLIIAARREE.. LLOOSSII FFAA QQUUAANNDDOO SSII HHAA BBIISSOOGGNNOO DDIIAAVVEERREE UUNN’’AASSOOLLAA DDII BBUUOONNAA TTEENNUU--TTAA.. MMOOLLTTOO VVEERRSSAATTIILLEE NNEELLLL’’IIMMPPIIEE--GGOO:: AASSOOLLAA PPRROONNTTAA DDAA IINNFFIILLAARREE IINNUUNNAA BBIITTTTAA OO AALLTTRROO PPEERR LL’’OORRMMEEGGGGIIOO,,IIMMBBRRAACCAATTUURRAA DDII EEMMEERRGGEENNZZAA PPEERR SSOOLL--LLEEVVAARREE UUNN PPEESSOO…… UUNNAA PPEERRSSOONNAA..

13131212

d

Sulle vele si potrebbero scri�vere trattati partendo dallevarie forme� passando ainomi e finendo con gli ultimimateriali usati nelle regatepiù tecnologiche� ma ci limi�teremo alle conoscenze basi�lari che un buon gabbieredeve avere per poter poiapprofondire l’argomento�Guardiamo� quindi alle veledelle barche in uso in unnormale reparto nautico e aquelle della maggior partedelle barche a vela che sonoormeggiate un po’ in tutti iporti del nostro Paese: rraannddaaaauurriiccaa�� rraannddaa ssiinnggoollaa e ssllooooppbbeerrmmuuddiiaannoo��

La rraannddaa aauurriiccaa [fig.1] è quel�la vela dalla forma di un(quasi) trapezio rettangoloche possiamo trovare� adesempio� sugli optimist:quelle imbarcazioni piccolinead una sola vela su cui si ini�zia ad avere dimestichezzacon l’arte dell’andar permare senza motori� Cometutte le rande� la parte ante�riore della randa aurica è fis�sata verticalmente all’albero�la parte bassa invece è tenu�ta estesa dal boma� mentrenella parte alta compare unapiccola antenna: il ppiiccccoo che�issato� tiene la randa com�pletamente aperta�

La rraannddaa ssiinnggoollaa [fig.2] è unavela (quasi) triangolare che

LLee vveelleedi Carlo Volpe - disegni di Giorgio Cusma e Chiara Franzoni

1414

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1515

troviamo nelle ddeerriivvee (così sichiamano quelle barche conla deriva mobile) quali il laser�� l’Europa e altre� Anchequesta randa è assicurataall’albero e al boma� ma nonha il picco� tutt’al più le stec�che (di plastica generalmen�te) inserite nelle tasche�Ora scopriamo i nomi dei treangoli di una randa triango�lare: • si chiama aannggoolloo ddii ppeennnnaa

quello in alto al quale sifissa la ddrriizzzzaa per issare lavela� generalmente è rin�forzato con delle tavolettedi plastica su entrambi ilati

• si chiama aannggoolloo ddii mmuurraal’angolo all’incrocio tra l’al�bero e il boma

• quello più verso poppa èll’’aannggoolloo ddii ssccoottttaa chiamatocosì perché spesso la scottapassava proprio dalla finedel boma� mentre oggi è

per lo più fissata alla metàdello stesso

• Il lato inferiore della randa(…anche per il fiocco) sichiama bboorrddaammee� il latopoppiero� libero� si chiamabbaallùùmmiinnaa� mentre quellofissato all’albero si diceaanntteennnnaallee��

SSlloooopp bbeerrmmuuddiiaannoo� [fig.3] Sichiamano così tutte le barcheche sono armate con randatriangolare e ffiiooccccoo o unggeennooaa (un po’ più grande) aprua� Per quanto riguarda laranda non ci sono differenzerispetto alla precedente� Aprua� invece� c’è il ffiiooccccoo� unavela sempre triangolare che èassicurata allo ssttrraalllloo permezzo dei ggaarrrrooccccii: “ganci”facili da inserire anche con labarca in movimento�L’angolo di penna è legatoalla drizza come quello dellaranda; l’angolo di mura è

assicurato alla prua con unggrriilllloo (una staffa di acciaioche si chiude con una vite);mentre l’angolo di scotta èlegato alla ssccoottttaa del fioccoche arriva al pozzetto pas�sando attraverso un ppaassssaa��ssccoottttee per ciascun lato�

AATTTTEENNZZIIOONNEE::AATTTTEENNZZIIOONNEE:: LLEE VVEELLEE NNOONNSSOONNOO FFAATTTTEE DDII UUNN UUNNIICCOOPPEEZZZZOO DDII SSTTOOFFFFAA,, MMAA SSOONNOOCCOOSSTTIITTUUIITTEE DDAA PPIIÙÙ PPEEZZZZII,, IIFFEERRZZII,, CCUUCCIITTII AA DDOOPPPPIIAA CCUUCCII--TTUURRAA CCOONN UUNN FFIILLOO RREESSIISSTTEENNTTEEAALLLLAA TTRRAAZZIIOONNEE EE AALLLL’’EEFFFFEETT--TTOO CCOORRRROOSSIIVVOO DDEELL SSAALLEE..

MMAANNUUTTEENNZZIIOONNEE:: MMAANNUUTTEENNZZIIOONNEE:: LLEE VVEELLEE,, LLEESSCCOOTTTTEE ((MMAA AANNCCHHEE II BBOOZZZZEELL--LLII)) OOGGNNII QQUUAALL VVOOLLTTAA SSIIBBAAGGNNAANNOO CCOONN AACCQQUUAA DDIIMMAARREE VVAANNNNOO SSEEMMPPRREE LLAAVVAATTIIEE AASSCCIIUUGGAATTII AALLTTRRIIMMEENNTTII LLAASSAALLSSEEDDIINNEE LLEE CCOORRRROODDEE FFAACCEENN--DDOO DDIIMMIINNUUIIRREE LLAA LLOORROO VVIITTAAUUTTIILLEE..

FFIIGG..11

FFIIGG..22 FFIIGG..33

sopra il letto, la mensola, la scrivania, per terra…Cercava le immagini o le spiegazioni sui libri, poi racco-glieva il materiale occorrente e si metteva al lavoro. Lostimolo maggiore a questo lavoro lo aveva ricevuto al

campo di Marineo, in Sicilia, “Sulle orme degliIndiani”. Era stato favoloso e avventuroso al

tempo stesso, come piacciono a lei. Sierano immersi nella cultura degli

Indiani delle Praterie, nei lororituali e cerimonie, avevano

costruito archi e frecce, tam-buri e tepee, dipinto il corpo,danzato e cantato hea heatutti insieme attorno alfuoco, avventurati nelbosco di notte da soli easpettato l’alba con la

bbrreevveettttoo ddii ccoommppeetteennzzaa ee ttrraappaassssoo ddii nnoozziioonniibbrreevveettttoo ddii ccoommppeetteennzzaa ee ttrraappaassssoo ddii nnoozziioonnii

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LLaura girava e rigirava le pagine consunte dellibretto regalatole da Norma, la sua ex CapoSquadriglia. Conosceva la sua passione per i

popoli lontani e “primitivi” e prima di passare in novi-ziato due anni fa, Norma aveva voluto lasciarle comericordo “Il colore dei popoli”, un libretto scout uscitotanto tempo prima. Ora Laura lo ripassava, fermando-si a contemplare un popolo dopo l’altro. Nel librettosi parlava di civiltà lontane nel tempo e nello spaziocome gli Indios della Terra del Fuoco e gli Aborigeni edi ognuna c’erano spunti per farle tornare a “vivere” inreparto: la storia, le usanze, le tradizioni e non solo: icostumi, le danze, le costruzioni, i manufatti. Lo cono-sceva a menadito quanto l’aveva letto e assaporato.Era stato il suo punto di partenza per progettare ilbrevetto di competenza in… animazione internazio-nale, che ora era là, cucito sulla sua camicia, sopra lespecialità di maestra dei giochi, jolly (mani abili), corri-spondente e folklorista.Laura amava creare oggetti con le sue mani, animare igiochi e aveva una passione sfrenata per le civiltà delpassato, così lontane dalla sua e così misteriose. La suacameretta era un piccolo bazar, come diceva suamamma lamentandosi, ma a Laura non dispiaceva, anzisorrideva perché la parola bazar le faceva veni-re in mente un paese esotico e le vie colo-rate e affollate di un mercato…Sembrava tutto in disordine per-ché, in uno spazio così limitato,Laura ci faceva i suoi esperimen-ti: creta, tessuto, colori, legno equant’altro per creare oggetti tipici diun’altra cultura.Tessuti stampati, manu-fatti in ceramica, collane di pietre ebracciali di perline, maracas e tam-buri facevano bella mostra di sé sullepareti della camera e agli angoli,

iinnddiiaannii

AAllccaammppoo eessttiivvoo……ccoonn ggllii

Avventura 2/2003Avventura 2/2003

Ovvero… come un brevetto dicompetenza vive il trapassonozioni con il suo Reparto

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Avventura 2/2003Avventura 2/2003

tribù. Indimenticabile. Ed ecco lì, sulla scrivania, lafoto del suo clan, i Cavalli, dipinte da cima a

piedi, con un sorriso enorme, davanti al lorotepee…

Il disordine in cameretta era solo apparente, almenoper Laura. Sapeva esattamente dove trovare le sue

cose e in modo particolare la sua libreria era organiz-zata in maniera perfetta. Perché Laura non amava solocostruire e creare ma anche leggere. E naturalmente ilibri sulle antiche civiltà e i popoli “primitivi” erano la suapassione. Li aveva divisi per continente e di lì per popo-lo: di qui l’America del Nord, con i suoi amatissimiPellerossa; di qua, l’America del Sud, con i Maya e gliAtzechi; di là, l’Africa con l’Egitto e i Masai; poi l’Oceaniae infine l’Europa. La collezione più ricca era quella degliIndiani d’America: comprendeva libri di storia, biografie,poesie, racconti, canti, manuali e si stava arricchendo diun comparto musicale…Laura sfogliava il libretto scout mentre la sua fantasiavolava verso paesi lontani… Stava cercando lo spun-to per una nuova animazione. Un mese prima, avevaanimato un’uscita di reparto di due giorni sul popoloMaya. Era stato un successone, tanto da valerle il bre-vetto. Il grande gioco, il fuoco serale, la cerimonia di…matrimonio! Tutto il reparto era rimasto entusiasta esbalordito dalla fedeltà dei particolari e si era talmen-te immerso nella storia che ora acclamava a gran voceun’altra ambientazione sui popoli “primitivi”! L’avevaavvicinata Gloria, la sua Capo Squadriglia, per dirle cheavrebbero avuto piacere ad averla al Consiglio Capiper parlare dell’animazione del campo estivo… chel’uscita era stata talmente bella che desideravano tro-vare un’ambientazione simile anche per il campo eper questo c’era bisogno di lei… wow… che cono-sceva un sacco di cose e sicuramente poteva essereutile…Idea, idea, idea… Bisognava trovare un’ambientazioneadatta, che piacesse a tutti e che desse l’opportunità di

fare tante cose al campo, dai giochi ai lavori manuali.Imparare a fare sì, ma immergersi tal-mente tanto in un’altra cultura da com-prenderla… Capire che nonostante ledifferenze apparteniamo alla stessaumanità. Questo era quello che le premeva passa-re e che aveva capito al… campo di competenza?!“Perbacco, ma un’ambientazione fantastica già ce l’ho:gli Oglala Sioux! Ho un sacco di materiale dal campo,oltre i libri a casa! Deciso: ora vado a tirar fuori tutti imiei appunti, i libri, i lavori e le foto del campo e liporto al Consiglio Capi!”

Avventura ha incontrato Laura prima della partenza peril campo estivo. Volevamo farci raccontare come unBrevetto di competenza in carne ed ossa riesce a pas-sare la sua conoscenza teorica e pratica agli altri.A: Emozionata?L:Un pochino. Non capita tutti i giorni di essere inter-vistati da Avventura!A: Sei pronta per partire per il campo estivo?L: Sì! Ma sono agitatissima, chissà come va a finire…A: Hai paura che le cose non vadano come aveteprogettato?L:L’agitazione è normale. Ma no, non ho paura. Credoche le cose andranno alla grande!A: Come vi siete organizzati per preparare il campoestivo?L: Innanzitutto, c’è stato il Consiglio Capi, che mi ha invi-tato come “esperta” sui popoli cosiddetti “preistorici”,perché voleva fare un’ambientazione diversa dal solito,più accurata, più… come dire,“immersiva”. Cioè voleva-mo provare un’esperienza forte, immergerci in un’altracultura, scoprirla, viverla in maniera avventurosa.A: Quale ambientazione ha scelto il consiglio capi?L: Quella degli Indiani Sioux. (sorride)A: Perché sorridi? (sorride anche Avventura)L: Perché gli Indiani sono la mia passione e sono

bbrreevveettttoo ddii ccoommppeetteennzzaa ee ttrraappaassssoo ddii nnoozziioonniibbrreevveettttoo ddii ccoommppeetteennzzaa ee ttrraappaassssoo ddii nnoozziioonnii

molto contenta che abbiano scelto proprio loro!(Esplode in una risata) Oddio, non gli ho lasciato moltascelta (dice confabulando). Li ho inondati di materialesui Sioux: come si fa il tepee, il vestito, i mocassini, itrucchi, le maschere, le danze, i copricapo, gli archi e lefrecce, gli strumenti musicali (riprende fiato, si vede cheè super eccitata e ha lavorato tanto)… la lavorazionedelle pelli, la decorazione delle perline, i giochi, la reli-gione, le usanze, le cerimonie, i rituali sacri… Poi gli hoportato le foto del campo di competenza che hofatto l’anno scorso a Marineo, proprio sugli Indiani –si chiamava “Sulle Orme degli Indiani”- per fargli capi-re che non davo i numeri ma che certe cose si pote-vano realizzare sul serio – anche se alcune cose diquel campo sono per me avvolte ancora nel miste-ro…A: Insomma, il Consiglio Capi ha aderito alla tua pro-posta. E poi, come vi siete mossi?L: Abbiamo preparato il lancio e devo dire che èvenuto proprio bene.A: Raccontacelo.L: Il reparto era in uscita. Il bivacco stava terminando,quando all’improvviso emergono chissà da dove lefigure di due pellerossa, un ragazzo e una ragazza,inviati dal Grande Spirito ad accompagnarci verso la“Buona strada rossa”. Li seguiamo senza fiatare lungoun sentiero nel bosco: lasciamo da una parte la luce eil calore del fuoco di bivacco e ci inoltriamo nel buioe nel freddo della notte. Percepiamo l’assoluto miste-ro del bosco mentre da lontano cominciamo ad intra-vedere il chiarore di un fuoco. Non appena siamo piùvicini, cominciano i tam tam dei tamburi e gli hea headi altri indiani. Entriamo in una piccola radura dove ciaspettano uno sciamano e alcuni Sioux. Ci sistemiamoa terra e lo sciamano comincia a parlare. Ci spiega larottura del Cerchio della Nazione, la morte dell’al-bero sacro e con esso la morte del sogno di unpopolo. Ma poi, ecco, la visione: è possibile che alcu-

ne piccole radici dell’albero sacro vivanoancora. Ci esorta a nutrirle, a fare in modoche il popolo possa ancora trovare lastrada buona e l’albero che lo protegge.Ci benedice e saluta. Ritorniamo lenta-mente al nostro bivacco, ormai quasispento.A: Che ruolo hai avuto in questo lancio?L: Ho aiutato i Capi Squadriglia a immedesi-marsi nella storia dei Sioux.Abbiamo letto insiemealcune poesie e brani di Alce nero, lo sciamano da cuiabbiamo tratto lo spunto per il lancio. Poi li ho forni-to le schede per prepararsi d’abito, le collane, i mocas-sini, ecc. Il resto l’hanno fatto da soli, con la complicitàdello staff. Sono stati molto bravi.A: Che ruolo hai avuto nella preparazione delcampo?L: All’inizio, un ruolo importante, perché ero la piùesperta. Ho aiutato le varie pattuglie a trovare il mate-riale e a selezionarlo. Poi ho cercato di renderli auto-nomi. Non potevano fare continuamente affidamentosolo su di me, ma dovevano imparare a cavarsela dasoli. Per esempio, le danze all’inizio erano un disastro,perché la pattuglia Espressione credeva di doverricreare gli stessi passi. Invece bisognava capire chenon era importante copiare quanto comprendere lospirito di un popolo. Essergli fedele e allo stessotempo riadattarlo a noi. Solo così potevamo farenostra veramente la loro storia.A: Cos’altro hai capito come Brevetto?L: (sorride della domanda un po’ bizzarra, ma capisce ilsenso) Ho capito che se faccio per bene le cose io,anche gli altri, specie i più piccoli, ne vengono conqui-stati. Prendiamo l’esempio degli abiti: per il lancio

abbiamo curato i piùpiccoli particolari,come i copricapo, ipettorali, le collane,le lance, i mocassini

decorati. Tutti adessostanno facendo a garaper cucirsi la casaccapiù bella! Ma la sod-disfazione maggio-re è che questaattenzione al lavo-

ro ben fatto passacome stile in generale.

bbrreevveettttoo ddii ccoommppeetteennzzaa ee ttrraappaassssoo ddii nnoozziioonniibbrreevveettttoo ddii ccoommppeetteennzzaa ee ttrraappaassssoo ddii nnoozziioonnii

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Avventura 2/2003Avventura 2/2003

20° Jamboree

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Avventura 2/2003Avventura 2/2003

......ddaaii nnoossttrrii iinnvviiaattii aall 2200......ddaaii nnoossttrrii iinnvviiaattii aall 2200°° JJaammbboorreeeeJJaammbboorreeee

Magari qualcuno di voi abita proprioin una cittadina di circa 30.000 abi-tanti.Beh, per entrare bene nel clima delJamboree, provate a identificare nellavostra mente una cittadina di queltipo che si trova vicino a dove abita-te. Ce l’avete ben presente?Bene, ora chiudete gli occhi e prova-te a percorrerla idealmente lungo lastrada principale: c’è la piazza centra-le, c’è l’Ufficio Postale, la Banca, laChiesa, i negozi, ogni tanto qualchecabina telefonica, poi l’autobus, lalavanderia, ci sono pochissime mac-chine e un continuo via-vai di bici-clette e ...non ci sono case, ma tantis-sime tende...Adesso provate a posizionare lavostra cittadina in riva la mare, lungouna bellissima baia e in piena estate...35-38°!Ecco, siete già entrati un po’ nel climadel Jamboree! Ma la cosa più partico-lare della nostra cittadina è che èabitata tutta da scout: pensate unacittadina di 30.000 scout provenientida tutto il mondo.E c’è un’altra cosa che rende ancorpiù particolare e affascinante ilJamboree: tutti rispettano il 4° artico-lo della Legge (che ovviamente è

uguale in tutto il mondo)... la guida elo scout sono amici di tutti e fratellidi ogni altra guida e scout.È proprio questa la cosa magica delJam: vivere per dieci giorni in unacittadina dove tutti, di carnagionebianca, gialla, nera, sorridono, si salu-tano anche se non si conoscono,dialogano, scherzano, ballano, canta-no.In questa cittadina, creata apposita-mente per l’occasione del XXJamboree e situata in Thailandia, aSattahip (180 Km a sud di Bangkok),c’erano anche degli italiani, esatta-mente 555, con un contingentecomposto da:10 Reparti e un Noviziato, con i rela-tivi Capi e Assistenti Ecclesiastici;99 IST (International Team Service)cioè Capi, Scolte e Rover in servizioinsieme ad altri Capi e R/S di tutto ilmondo;22 membri dello staff di coordina-mento.Tutti i reparti erano suddivisi in sot-tocampi, ogni reparto aveva una suaarea a disposizione per le tende conun portale d’ingresso, le cucine, itavoli (come in un campo di reparto,ma molto più in piccolo), e confinavacon altri reparti.

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“Noi del Reparto Cigno” dice Silvia diVerbania “abbiamo attorno a noi unreparto Thai� uno del Galles� unoCanadese� uno di Honk�kong e unoSvedese”�“I Thailandesi mangiano cibi moltopiccanti” dice Carlo di Novi Ligure(Cigno) “sono molto ordinati e rispet�tosi� i Giapponesi �quelli che abbiamovicino a noi� tendono a stare sveglifino a tardi e dormirebbero tutto ilgiorno! Gli americani si distinguonoperché sono quelli che fanno piùchange”�Uno dei modi tipici per entrare in

contatto con gli altri� infatti� è scam�biare distintivi� oppure uniformi�Marco di Roma (Reparto Pleiadi) haottenuto un vero sombrero da unoscout messicano� in cambio della suacamicia dell’uniforme e del cappellinodel Jamboree�Riccardo (Forlì 6) del reparto OrsaMaggiore: “qui al Jam mi sono fattoidee precise su alcuni Paesi e un’ideadel panorama mondiale� ho vistomussulmani pregare� il campo degliIrakeni� ho mangiato riso cotto dagliscout thai nel bambu� ho imparatobans dagli americani� ho conosciuto

bene due svizzere� degli olandesi edegli americani che abbiamo invitatoa cena���tutto mi ha aiutato a cresce�re��� la casa mi manca un po’� ma vor�rei restare qui!”“La cosa più bella del Jam è che quan�do incontri chiunque lungo la strada�lo saluti� e poi ci si conosce� ci siscambiano i nomi� gli indirizzi: nor�malmente� a casa� non succede così!”dice Claudia del Venezia 1 (OrsaMaggiore)�“Tra noi italiani� non si nota nemme�no più la differenza tra le regioni”(Francesco di Roma �Andromeda)�

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Avventura 2/2003Avventura 2/2003

scout 30.000

Per Paolo di Desenzano-BS(Noviziato Fenice): “è comegirare il mondo in dieci gior�ni� restando nello stessoluogo”�E così� vivendo a contatto digomito con gente prove�niente da Paesi diversi siimparano a conoscere nuovimondi e nuove culture�“Condividiamo il nostromondo� condividiamo lenostre culture” questo è iltema del XX Jamboree�Ed è proprio vero!

20° Jamboree

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Avventura 2/2003Avventura 2/2003

......ddaaii nnoossttrrii iinnvviiaattii aall 2200......ddaaii nnoossttrrii iinnvviiaattii aall 2200°° JJaammbboorreeeeJJaammbboorreeee

Le attività

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... “Ho fatto più amicizie all’e�

sterno del sottocampo�facendo attività con altreSquadriglie� che non all’in�terno” dice Marta delTrecastagni 1-CT (Antares)“ho preparato un cartellonesulla pace con degli scoutpakistani”� “Io ho conosciuto moltiscout thai quando siamoandati in missione” raccon�ta Daniele del Catania 8(Reparto Antares)� “Mi hacolpito lo stile dei Thai:uniforme perfetta nono�stante tutta questa polvere�sorriso sempre pronto�quando si muovono diReparto sono molto ordina�

ti� Il loro esempio mi è ser�vito come insegnamento�per fare sempre meglio”�Valerio (Barrafranca�EN�Antares) invece� ha saputocogliere il lato positivoanche in un’esperienzapoco piacevole� “Sono statoricoverato in ospedale� enel letto vicino al mio c’erauno scout irlandese� Non cicapivamo affatto� maabbiamo scoperto che pote�vamo ugualmente giocareinsieme: il gioco di forbice�carta�sasso lo conoscevamoentrambi e in questo modosiamo riusciti a divertirci�facendo trascorrere un belpo’ di tempo”�

“È stata la cosa più divertente! Ela conclusione in mezzo al fango èstata la parte che mi è piaciuta dipiù!” dice Silvia di Verbania(Cigno)� Anche a Francesco di Roma(Andromeda) è piaciuto il percor�so: “in questa città “mattacchio�nissima” tutto è straordinario� Trale attività� il percorso alTournaments è stato il più entu�

siasmante!”A Veronica del Lecco 1 (OrsaMaggiore) è piaciuto il percorso�con tutti i passaggi� la teleferica� icunicoli “���è stato bello: a casa unpercorso così non l’ho mai fatto ecredo non si riuscirebbe mai afarlo!” Capisquadriglia e capireparto�cogliete la sfida: dimostrate aVeronica che nulla è impossibile!

Ma il modo più efficace perconoscere le persone è sicura-mente quello di fare qualcosa

insieme, non ci si conosce solochiacchierando, ma molto di più

realizzando insieme qualcosa,faticando, giocando, costruen-

do... Le imprese, le uscite, icampi sono i momenti più forti

nella vita di squadriglia e direparto, e così è avvenuto ancheal Jam. Le chiacchierate, le risa-te, i sorrisi scambiati con scout

di tutto il mondo, non sono statiche il “condimento”, anzi direiquasi “il sale”, delle attività in

programma.E quali erano le attività in pro-gramma al Jam? Innanzitutto,

alcune si svolgevano all’internodella città-Jamboree, altre

invece, all’esterno.

TournamentsA Nord-Est rispetto ai sotto-campi, si trovava la zona“Tournaments”, dove metterealla prova la propria abilità fisicae anche lo spirito di squadra.All’ingresso due pareti d’arrampi-cata, dove ci si poteva cimentarecon l’aiuto di capi esperti. Benassicurati alla corda e con tantodi imbragatura, E/G di tutto ilmondo si sono messi alla provalungo le pareti attrezzate, tra unappiglio e l’altro.In cima, alla meta, una campanel-la col batacchio: ...solo pochiarditi, sono riusciti ad arrivarci!

Poco distante da lì, la Valle delChallenge, con una grossa testadi tigre dalla bocca spalancatanella quale infilarsi, per poi pro-seguire con un percorso avven-turoso tra assi d’equilibrio, pontitibetani, passaggi striscianti eteleferiche per la discesa inmezzo all’acqua.

20° Jamboree......ddaaii nnoossttrrii iinnvviiaattii aall 2200......ddaaii nnoossttrrii iinnvviiaattii aall 2200°° JJaammbboorreeeeJJaammbboorreeee

City of scienceLungo la strada principale del Jam,passando sotto un arco di getti d’ac-qua, si entra invece nella “Città dellaScienza”. Qui abbiamo trovato Carlodel Novi Ligure 1 (Cigno), impegnatoin giochi di abilità.“Mi è piaciutocostruire una radio e anche un appa-recchio che, tramite un programmaal computer, poteva muoversi”.La città è divisa in quattro settori:computers e robotica, tecnologiadell’informazione e comunicazione,scienza della vita e universo.Ognuno può scegliere dove andare,vi si può entrare anche nei rarimomenti di tempo libero, per vede-

re, giocare, provare.C’è addirittura il tappeto di un fachi-ro. Prima ci si stende e poi vieneazionato un meccanismo che fa sol-levare tutte le punte contempora-neamente sotto il corpo: chi si èdisteso garantisce che non fa male!Poi c’è una cyclette collegata aduna colonnina d’acqua: più si peda-la in velocità, più l’acqua sale, e tuttisono in fila per mettersi alla prova.Poco più in là, c’è una fila di tele-scopi grandi e piccoli da poter uti-lizzare. Poi un settore dove si studiala vita delle piante. Insomma, se ci sidovesse fermare sotto ogni tendo-ne, si starebbe nella città dellascienza per una settimana intera.

Global development villageCammina, cammina, si arriva in un altro luogo tutto dascoprire : “Il Villaggio Globale”, dove si invitano gli E/Ga scoprire i principali problemi di sviluppo del mondod’oggi e a cercare delle soluzioni.Si affronta il tema della pace, dell’ambiente, dei dirittidell’uomo e il tema della salute.Nel settore salute, all’interno della tenda dedicata allamedicina, c’è anche qualche italiano.Emiliano di Bologna e Michele di Bolzano (RepartoCassiopea) sono chiusi dentro ad una sauna, sudatissi-mi, alla temperatura di 59°! Di fronte a loro, divertitidalla scena, ci sono Carlotta di Lecco, Claudia diCagliari e Dario di Pisa (tutti dell’Orsa Minore) eAndrea di Udine (Cassiopea), insieme a Natharporn ePinquan, due guide thai.Non si capiscono molto, ma sono riusciti insieme aimpastare e cucinare del pane con sesamo nero, chegentilmente ci offrono (ed è veramente buono!), e poia preparare una bevanda medicinale, di cui non cono-scono gli ingredienti.C’è uno stand - coordinato da un francese dipendentedell’Unesco - dove i partecipanti vengono divisi ingruppi che rappresentano i cinque continenti. Ad ognigruppo vengono affidate alcune risorse... farina, petrolio,acqua e tante altre... e bisogna riuscire a scambiarsele,per permettere la sopravvivenza di tutti.Qui troviamo alcuni E/G del RepartoOrsa Minore: Matteo di Milano, Zita diMonza, Ludovica di Genova, Stefano diSassari e Vittorio di Roma.“Il lavoro è fatto bene, abbiamoconosciuto cose nuove” ci dicono”...e la cosa più bella è che c’è anchela traduzione in italiano!”.Le lingue ufficiali qui al Jam, infatti,sono l’inglese, il francese e il thailan-dese e quando in qualche stand c’èanche la traduzione in italiano, biso-gna proprio ritenersi fortunati: maqui - nello stand dell’Unesco - c’è

Giulia (SestoCalende), IST inservizio, e quindi latraduzione è assicurata!Mentre ci spostiamo verso lo stand organizza-to dal contingente italiano incontriamo dei per-sonaggi irriconoscibili: la loro provenienza sicapisce solo dalla lingua, non certo dall’aspetto!Sono Fiordaliso di Lecco (Orsa Minore),Martina di Rovereto, Laura e Pietro di Trieste,Tommaso di Udine e Tommaso di Padova (tuttidel reparto Cassiopea). Li fermiamo per farcispiegare cosa hanno fatto: sono tutti ricopertidi un fango grigiastro dalla testa ai piedi e sem-brano delle statue, più che persone. Ci raccon-tano che hanno appena sperimentato la curacon i fanghi...e poi si sono divertiti a rotolarcisidentro.Ma eccoci arrivati allo stand organizzato dalContingente Italiano: il titolo è “Bambini di ununico mondo”.C’è anche qualcuno del Reparto Andromeda.Ci raccontano che sono stati suddivisi in grup-pi a rappresentare i cinque continenti, poihanno letto una scheda relativa ai diritti deibambini, e infine hanno cercato di individuarequale diritto andrebbe garantito nel continen-te che rappresentano.

A Daniele del Catania 8(Antares)� l’attività alVillaggio Globale è pia�ciuta molto “abbiamoaffrontato in modocoinvolgente il temadell’ambiente e deidiritti dei fanciulli”�“Noi� invece� quellodella salute: vivere conun handicap o conqualcuno che ce l’ha”dice Gabriella diBelvedere�

Johanna (Germania)� spiegache nel suo gruppetto� perl’Europa hanno pensatoche il diritto da garantiresia quello che tutti abbianolo stesso standard di vita�Houssan (Tunisia) con ilgruppo sul continenteamericano spera nel dirittodi poter dire quel che sipensa�Elyes (Tunisia) per l’Africadesidera “niente più guer�ra”�Mande dal Canada spera chenell’America del Sud ci siadiritto alla salute e allavita�Alongkorn, che vive in

Thailandia, dice che inAsia i governi dovrebbe�ro garantire che i bam�bini crescano sani�Così� giocando� non solosi conoscono personenuove� ma si approfon�discono anche temi chedifficilmente in altreoccasioni si ha l’occasio�ne di affrontare�

hanno detto...hanno detto...

Avventura 2/2003Avventura 2/2003

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20° Jamboree......ddaaii nnoossttrrii iinnvviiaattii aall 2200......ddaaii nnoossttrrii iinnvviiaattii aall 2200°° JJaammbboorreeeeJJaammbboorreeee

Face the wavesLo stand è proprio vicino alla baia: oltre un chi-lometro e mezzo di spiaggia riservata alle atti-vità nautiche. Nel gergo del jamboree “Face thewaves”. Ovviamente non ci si può andare intutti i momenti ...non siamo in un villaggio turi-stico, ma ogni squadriglia -nella giornata prefissa-ta secondo il programma- si può sbizzarrire inmille attività nautiche, tutti rigorosamente indos-sando il giubbetto di salvataggio arancione.C’è una fila di windsurf e tanti esploratori e

guide che si cimentano tra un tuffo e l’altro inacqua, ci sono le zattere per le gare tra squa-driglie, ci sono le barche a vela, con tanto diistruttore al seguito, le canoe, ci sono anchedelle imbarcazioni con la prua che raffigura latesta di un drago.Dall’alto delle torrette di sorveglianza, la situa-zione è sempre sotto controllo. E poi, la gior-nata di attività al mare permette anche di tro-vare un po’ di frescura, nonostante la tempera-tura dell’acqua sia decisamente più calda diquella che troviamo in agosto nei nostri mari.

Le attività all’esterno del Jam...e fuori dal Jamboree? E non è finita qui! È il casodi “Our Heritage”: tutto il reparto si sposta all’e-sterno per conoscere il patrimonio dellaThailandia dal punto di vista dell’agricoltura,

dell’industria, dell’ambiente e della cultura.

Crossroad of cultureCi piacerebbe restare qui ancoraun po’ ...ma il dovere ci chiama eallora, via verso l’Incrocio delleCulture, dove si trovano millemodi per conoscere i paesi diprovenienza dei partecipanti alJam.“Condividiamo i nostri mondi,condividiamo le nostre culture”,ricordate? E la condivisione iniziacon la conoscenza, proprio quiall’incrocio delle culture.Ovviamente, largo spazio è dedi-cato alla cultura thailandese, c’èaddirittura la ricostruzione di unatipica casa thai, ma c’è anche illuogo dove poter imparare ledanze thai e dove cucinare i cibitipici.L’Italia si presenta all’incrocio delleculture, con uno stand nel quale siimpara a preparare, cucinare e...mangiare la pizza, con un altronel quale si costruiscono masche-re tipo quelle veneziane, un altroancora nel quale si riproducono ipiù famosi monumenti italiani congrossi blocchi di polistirolo e infineuno nel quale è rappresentata lastoria di Giulietta e Romeo.

Secondo Valerio di Barrafranca(Antares)� l’attività più entusia�smante è stata quella sul mare�quando con tutto il Reparto havisitato un paese di pescatori�Claudia del Montegranaro 1-AP(Reparto Cefeo) ha visto e cono�sciuto mille cose strane: la piùstrana tra queste� è stata assag�giare le radici di cassava (si pro�nuncia cassaua� ci spiega)� untubero tipo la patata�“I thailandesi sorridono sempre� sia

quelli che abbiamo conosciuto quial campo� sia quelli che abbiamoincontrato in uscita” dice Chiara delPasiano 1-PD (Reparto Cefeo)�Giulia del Venezia 6� sempre delCefeo: “A me due guide thaihanno insegnato il loro saluto���sawasdee kha��� e ho anche impa�rato i loro nomi: Fu e Naa”�Insomma anche l’uscita fuoridalla città�Jamboree riserva milleemozioni�E poi� sempre all’esterno del Jam�

c’è anche il giorno dell’azionecomunitaria “Community ActionDay”: si visita una comunità thai�landese e si offre aiuto nella rea�lizzazione di qualche progetto�Gli E/G del Reparto Antares sonoandati in una scuola� hanno gioca�to con i bambini� hanno potutoconoscere più da vicino la cultura� Il Reparto Pleiadi ha aiutato ibambini di una scuola thai apiantare fiori� a preparare ghir�lande e anche a pavimentare la

scuola� Tutti sono rimasti stupitidal legame che si è potuto crearecon i bambini in poche ore�E infine� come in ogni camposcout che si rispetti� anche alJamboree c’è l’hike: “ExploringNature”� Si può scegliere il tipo dipercorso� più o meno facile e�con bussola e borraccia� azimuthdopo azimuth si procede di squa�driglia verso la meta��� dove nontutti sono riusciti ad arrivare�

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Avventura 2/2003Avventura 2/2003

Tutti insiemeE se incontrare scout di tutto ilmondo durante le attività non fossebastato, ci sono stati altri quattromomenti in cui incontrarli tuttiinsieme.28 dicembre 2002, ore 19.00: imma-ginate una grande e accoglienteconca erbosa, dove risuona ad altovolume la canzone del Jamboree.Pian piano la conca si riempie ditrentamila scout, che sventolano conentusiasmo bandiere di tutte lenazioni. Le uniformi verdi dei messi-cani, quelle rosse degli austriaci e deifrancesi, le nostre azzurre, verdi delCNGEI, le blu dei belgi, nocciola deithailandesi, quelle “tappezzate” didistintivi variopinti degli americani:un’immensa massa colorata di per-sone riunite per l’inaugurazione uffi-ciale del Jam. Uno spettacolo dimusiche, balli, danze, durante il quale,tra lo sventolio di mille bandiere, hafatto la sua apparizione anche unelefante.A dare il via ufficiale al Jamboree, leparole del Capo Campo e poi ilsaluto e il benvenuto del Principe diThailandia.E poi, nei giorni successivi, ancoratutti insieme nell’arena per festeg-giare l’arrivo del 2003, tra musichee balli d’ogni genere.Il 1° gennaio, invece, l’incontro nel-l’arena è stato all’insegna della pre-ghiera, con un incontro interreligio-so tra musulmani, buddisti, cattolici,ortodossi...“Nessun uomo può essere vera-mente buono, se non crede in Dioe non obbedisce alle sue leggi. Perquesto tutti gli scout devono avereuna religione. I nostri Scout appar-tengono a tutte le religioni, ma tuttiservono lo stesso Dio, e la primapromessa che fanno divenendoscout è di compiere il loro dovereverso Dio, che è quindi il primodovere di uno scout”. Sono paroledi B.-P. e a distanza di ormai quasicent’anni dalla nascita dello scauti-smo, anche al Jam si sono dimostra-te parole attuali. E infine, il 7 gen-naio 2003, la cerimonia conclusiva.

Ancora più coinvolgente di quellainiziale, perché sono stati dati spazioe voce a tutti i villaggi. Sul palco, unaschiera di E/G vestiti con i coloridell’arcobaleno facevano da sfondoalle esibizioni proposte dai villaggi:inglesi e arabi accomunati dallostesso ritmo rap, in un crescendo divolumi e di entusiasmo.Sullo schermo centrale, la rassegna diimmagini, volti, attività, luoghi delJamboree, fino al momento culminan-te: il rinnovo della promessa. Un corodi 30.000 scout che pronuncianocontemporaneamente e solenne-mente la promessa, ciascuno nellapropria lingua. Un vero brivido diemozioni e di gioia, pensando allaforza e alle potenzialità di questogruppo.Aveva ragione B.-P.: la pacenasce da qui, non dai proclami o dalleesibizioni, ma dalla fratellanza, dal sen-timento di buona volontà tra gliuomini, dalla comprensione reciproca.E ognuno deve davvero fare delproprio meglio per portare questospirito a casa. “In tal modo possia-mo contribuire in non piccola misu-ra a creare quella unità e buonavolontà reciproche che faranno del

mondo un luogo sicuro di pace, felicità e prosperitàper tutti” B.-P. (dall’articolo di apertura della rivistaJamboree, gennaio 1921).E mentre, mano nella mano, si canta “Il canto dell’ad-dio”, il pensiero corre al 2007, al XXI Jamboree, ilJamboree del centenario della fondazione dello scau-tismo (1907-2007).Buona caccia a tutti gli E/G che parteciperanno!

“Il Jamboree è lo scautismo” (Antonio di Sassari-Andromeda)• “È un’esperienza unica� c’è tutto da scoprire” (Michela diSalerno-Pleiadi) • “Qui è indescrivibile� è un miscuglio diemozioni che non riesci a controllare� si sente proprio lospirito scout” (Francesca di Salerno-Pleiadi) • “Il Jamboree è…immenso� in tutti i sensi� è un miscuglio di novità e tradi�zioni” (Marta di Trecastagni-CT-Antares) • “È un grandesogno: se il mondo fosse così sarebbe bellissimo!” (Danieledi Catania-Antares) • “È un punto da cui partire� sul qualebaserò il resto della mia vita� Voglio portare a casa questospirito e diffondere fratellanza” (Gabriella di Belvedere-CS-Antares) • È unico� geniale� è un’idea bellissima” (Riccardo diForlì-Orsa Maggiore) • “Non c’è altro modo di definirlo� senon Jamboree� marmellata di popoli!” (Claudia di Valeggio-VR-Orsa Maggiore) • “Bello� fantastico� stupendo: non saròpiù lo stesso d’ora innanzi…” (Davide di Taranto-Fenice)

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lettera all’assistente

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Avventura 2/2003Avventura 2/2003

22002200°° JJaammbboorreeee ((lleetttteerraa aallll’’AAssssiisstteennttee))JJaammbboorreeee ((lleetttteerraa aallll’’AAssssiisstteennttee))

Sono Milena e sono tornata da pocodal 20° Jamboree in Thailandia. Inuna giornata particolare abbiamofatto una cerimonia religiosa comune:pregavamo in lingue diverse ma conlo scopo di ringraziare il Signore. Ed èproprio questo che mi domando: pre-gavamo tutti per lo stesso Dio? Tantidèi diversi: ma sono la stessa perso-na? Sono le nostre culture, tradizioniche ci portano ad adorare quel dioinvece di un altro? Questa esperienza,anche se positiva, mi ha posto variinterrogativi sulla mia vita religiosa.Sembra strano, ma sono più confusasu quello che credo veramente.Allorami chiedo se continuare a credere inquello che credo o spostarmi adun’altra situazione che mi pone un’al-tra religione. Però, nello stesso tempo,mi sono avvicinata di più al cattolice-simo, specie nella Messa fatta contutti i cattolici presenti al Jamboree: lafratellanza, l’amicizia, le stesse pre-ghiere dette con un amico scout diun altro paese (…). Milena

Cara Milena, la tua esperienza alJamboree è stata arricchente e tiha permesso di vivere in primapersona la fratellanza scout e lacomunione e il dialogo con scout eguide di altre confessioni religiose.Ma ti ha posto tanti interrogativi, acui cerco di dare una risposta,anche per evitare la confusione chetu stessa hai notato.Dobbiamo fare attenzione, in even-ti del genere, a non cadere nell’er-rore del “livellamento”, per cuitutto appare uguale.Cerca di seguirmi nel ragionamen-to che faccio: noi crediamo in Dio(Padre, Figlio e Spirito Santo) ecrediamo che si è rivelato com-pletamente al mondo con lanascita di Gesù. Questa è lanostra fede, la Verità in cui credia-

mo. Ora la Verità è una sola (altri-menti sarebbe un controsenso), equindi Dio, che è Verità, è unosolo.Allora gli dèi delle altre religionicorrispondono al nostro Dio? Giài primi cristiani si erano posti que-sto problema, poichè nelle altrereligioni trovavano delle cosebuone ed il filosofo Giustino, chemorì martire, giunse alla conclu-sione che in tutte le altre religioni,prima della venuta di Gesù, vi erasì un qualche cosa di buono, manon completo: la pienezza dellaVerità la si può trovare solo nelcristianesimo, con Gesù.È vero che la cultura del paesedove si nasce ti porta alla religio-ne che si pratica in quel paese, maè anche vero che ognuno di noideve fare propria la scelta di fede.È quindi importante che tutti ipopoli conoscano Gesù, il Suomessaggio, la Sua divinità, in modoche tutti possano, una volta cono-sciutolo, aderirvi perché ricono-

scono in Lui la pienezza.Noi non siamo cristiani perchénati in Italia: dobbiamo essere cri-stiani perché riconosciamo nel cri-stianesimo la pienezza della fede.Certo, per noi è più facile, perchéabbiamo tante persone che que-sta fede ce la testimoniano e ce lapropongono, ma la scelta finaledeve essere nostra.Proprio nell’età del Reparto lascelta di fede si fa matura, e l’ade-sione diventa personale (pensa alsacramento della Cresima in cuiconfermiamo proprio la nostrascelta di fede). Non è facile, per-ché è una scelta che coinvolgetutta la nostra vita, perché è parteintima della nostra vita.Ti invito allora proprio a questaricerca, a fare tua la scelta di fede.In questo cammino di crescita (per-ché di questo si tratta), fatti aiutareda chi ha già fatto queste scelte: ituoi Capi, il tuo Assistente.

L’Assistente di Avventura

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Avventura 2/2003Avventura 2/2003

Che vi serve:•• aannggoollaarree ppiieeggaattoo 3300 xx 3300 xx 22 mmmm::

n° 4 da 900 mmn° 4 da 450 mmn° 4 da 390 mm

•• pprrooffiillaattoo 3300 xx 33::n° 2 da 840 mmn° 2 da 390 mm

•• ccoommppeennssaattoo ppiiooppppoo sspp 88 mmmm::n° 2 da 895 x 443 mmn° 2 da 895 x 417 mmn° 2 da 430 x 417 mm

•• 4 maniglie americane 120 mm•• n° 60 viti a testa svasata oppure

rivetti lunghi 22 mm ø 3,8 mm (sifissano mettendo una rondella di 4mm di diametro all’interno dellacassa in contro al compensato)

•• n° 1 catena genovese 1,5 lungh 400mm

•• n° 1 anello di chiusura completo dicerniera mobile

•• n° 2 cerniere 80 x 50 mm

Come procedere:•• tagliate angolare e profilato delle

misure indicate (le estremità degliangolari del coperchio e del fondovanno tagliate a 45°) (fig. 1)

•• sugli angolari praticate dei foricome indicato in fig. 2.

•• provvedete a saldare tutti i pezzimetallici come da piano in fig.2

•• Saldate cerniere, anello e cernieradi chiusura e maniglie al corpoprincipale

•• Applicate prima pittura antirugginee smalto poi, alla parte metallica

•• Fissate con rivetti i pannelli (giàpitturati) all’interno

La cassa è pronta! (fig.3)Buon lavoro… ed a proposito: la cassaè ottima anche per le Squadriglie chenon vanno al Campo Nazionale!

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I piani che presentiamo in questa pagina sonoquelli che vi indicano come costruire la cassa diSquadriglia da utilizzare per il Campo Nazionale.Poiché muovere 20.000 E/G è un notevole impe-gno, si devono prendere tutte le misure per age-volare al massimo il momento dei trasporti. Perquesto motivo anche l’ingombro di una cassadiventa un problema se lasciato al caso: e perchéquesto non succeda tutte le casse di Squadrigliadovranno avere stesse forme e misure… cioèdovranno essere uguali. Non sono ammesse dero-ghe: la cassa va fatta proprio così.

fig. 2

fig. 1

fig.3

SCOUT - Anno XXIX - Numero 8- 10 marzo 2003 - Settimanale - Spedizione periodico in abbonamento postale legge 662/96 art. 2 comma 20/c Poste italiane DCO/DC- BO - € 0,51 - Edito dall'Agesci - Direzione e pubblicità Piazza Pasquale Paoli, 18 - 00186 Roma - Direttore responsabile Sergio Gatti - Registrato il 27 feb-braio 1975 con il numero 15811 presso il Tribunale di Roma - Stampa So.Gra.Ro., via I. Pettinengo 39, Roma - Tiratura di questo numero copie 63.700 - Finito di stam-pare nel marzo 2003

La rivista è stampata su carta riciclata

Associatoall'Unione StampaPeriodica Italiana

FINE...

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