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Il contesto storico-culturale: nel 1874 fu allestita a Mosca una mostra dedicata interamente ai lavori del pittore e archi- tetto russo Victor Alexandrovich Hartmann, che era morto improvvisamente l’anno precedente, a soli 39 anni. Il musicista Modest Musorgskij e Hartmann erano stati molto amici, poiché entrambi avevano mili- tato in quel piccolo gruppo di giovani talenti russi che aspiravano ad una nuova espressione artistico- culturale legata alle vere radici etniche della Russia, al suo folklore e alle sue tradizioni, rifiutando con forza ogni influenza straniera. Visitando dunque la mostra e osservando quei dipinti, Musorgskij restò affascinato dalla forza espressiva che ne trapelava e decise di tradurre in musica le sensazioni provate: cosa che fece subito con tutta quella geniale capacità compositiva che lo avrebbe consacrato uno tra i più grandi musicisti del tempo. In questo modo egli intendeva onorare e ricordare l’amico scomparso: in quello stesso anno, quindi, portò a termine una Suite per pianoforte intitolata Quadri di un’esposizione, che però sarebbe stata pubblicata solo come opera postuma, nel 1886. Questo lavoro vide perciò la luce in un periodo in cui in Europa la “musica a programma” non era più di moda e, conseguentemente, non suscitò grandi entusiasmi popolari, mentre fu più apprezzato da critici e studiosi, che lo accolsero con quel misto di ammirazione e stupore che veniva accordato a tutta la produzione di tale indomito protagonista della giovane scuola russa. Oltretutto, lo spartito originale per pianoforte presen- tava notevoli difficoltà d’esecuzione, al punto che alcuni passaggi risultavano praticamente ineseguibili. Nel 1929, tuttavia, un grande maestro d’orchestrazione, Maurice Ravel (1875-1937), ne elaborò una magnifica versione orchestrale nella quale la brillante strumentazione riuscì finalmente a rivelare, tramite una specie di proiezione a colori, tutta la ricchezza immagini- fica del linguaggio pianistico di Musorgskij, decretando quella meritata popolarità di cui tuttora gode la Suite. L’orchestrazio- ne di Ravel, infatti, non fu semplicemente l’opera di un abile arrangiatore, ma l’interpretazione di un grande artista, che sep- pe valorizzare la illimitata immaginazione e la mirabile capacità espressiva del musicista russo, dando vita ad un incredibile caleidoscopio di apparizioni fantastiche cangianti colori. Corso: IL MERAVIGLIOSO MONDO DELLA MUSICA ASCOLTI GUIDATI DI MUSICHE SCELTE DAL REPERTORIO CLASSICO a cura del M° Giuliano Todeschini Bergamo II 7° Incontro 7 febbraio 2020 “I quadri di un’esposizione” di M. Musorgskij (1839-1881) A confronto la versione orchestrata da Ravel e l’originale per pianoforte

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Il contesto storico-culturale: nel 1874 fu allestita a Mosca una mostra dedicata interamente ai lavori del pittore e archi-tetto russo Victor Alexandrovich Hartmann, che era morto improvvisamente l’anno precedente, a soli 39 anni. Il musicista Modest Musorgskij e Hartmann erano stati molto amici, poiché entrambi avevano mili-tato in quel piccolo gruppo di giovani talenti russi che aspiravano ad una nuova espressione artistico-culturale legata alle vere radici etniche della Russia, al suo folklore e alle sue tradizioni, rifiutando con forza ogni influenza straniera. Visitando dunque la mostra e osservando quei dipinti, Musorgskij restò affascinato dalla forza espressiva che ne trapelava e decise di tradurre in musica le sensazioni provate: cosa che fece subito con tutta quella geniale capacità compositiva che lo avrebbe consacrato uno tra i più grandi musicisti del tempo. In questo modo egli intendeva onorare e ricordare l’amico scomparso: in quello stesso anno, quindi, portò a termine una Suite per pianoforte intitolata Quadri di un’esposizione, che però sarebbe stata pubblicata solo come opera postuma, nel 1886. Questo lavoro vide perciò la luce in un periodo in cui in Europa la “musica a programma” non era più di moda e, conseguentemente, non suscitò grandi entusiasmi popolari, mentre fu più apprezzato da critici e studiosi, che lo accolsero con quel misto di ammirazione e stupore che veniva accordato a tutta la produzione di tale indomito protagonista della giovane scuola russa. Oltretutto, lo spartito originale per pianoforte presen-tava notevoli difficoltà d’esecuzione, al punto che alcuni passaggi risultavano praticamente ineseguibili. Nel 1929, tuttavia, un grande maestro d’orchestrazione, Maurice Ravel (1875-1937), ne elaborò una magnifica versione orchestrale nella quale la brillante strumentazione riuscì finalmente a rivelare, tramite una specie di proiezione a colori, tutta la ricchezza immagini-fica del linguaggio pianistico di Musorgskij, decretando quella meritata popolarità di cui tuttora gode la Suite. L’orchestrazio-ne di Ravel, infatti, non fu semplicemente l’opera di un abile arrangiatore, ma l’interpretazione di un grande artista, che sep-pe valorizzare la illimitata immaginazione e la mirabile capacità espressiva del musicista russo, dando vita ad un incredibile caleidoscopio di apparizioni fantastiche cangianti colori.

Corso: IL MERAVIGLIOSO MONDO DELLA MUSICA

ASCOLTI GUIDATI DI MUSICHE SCELTE DAL REPERTORIO CLASSICO

a cura del M° Giuliano Todeschini

Bergamo II 7° Incontro

7 febbraio 2020

“I quadri di un’esposizione” di M. Musorgskij (1839-1881) A confronto la versione orchestrata da Ravel e l’originale per pianoforte