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Marzo 2004 47 C COME CAPITANO Ma anche computer. Una coppia inseparabile il nostro dolce ma in- flessibile Achille e il PC. Collegato al Gps, serve per il carteggio. Col- legato al telefono satellitare, per inviare ogni giorno la posizione al team dell’ARC e per ricevere quelle di tutta la flotta che plana ver- so ovest. Al nostro armatore e skipper piace disegnare col mouse sulla cartina le palline con le posizioni degli avversari. Avversari? Beh, più che altro tanto studio serve per scoprire dove sono finite le barche degli amici con i quali abbiamo vissuto le notti di Las Pal- mas, per sapere se possiamo fare due chiacchiere alla radio. D COME DOCCIA Divertente. All’aperto, con acqua di mare e, per i meno tosti, ri- sciacquo finale con quella dolce. Un rito che nei primi giorni, anco- ra vicini alla vecchia fredda Europa, provoca un brividino, ma poi sarà un piacere. i partecipanti, aggiungendo un pizzico di amichevole competi- zione. Noi di “Spensierata”, un Nauta di 50 piedi (Achille, Bruna, Ma- rina, Mark, Michele, Tara, Rio), ce l’abbiamo fatta in 19 giorni, di emozioni, felicità, scoperte. Più o meno così, dall’A alla Z. di Marina Maresca L’ Atlantico fa un po’ paura. Non sono soltanto la naviga- zione, le attrezzature, il vento e le onde alte a preoccu- pare. Ciò che davvero spaventa - parliamo naturalmente di velisti “normali” e non di superskipper - è la solitudine. In qualsiasi punto del Mediterraneo si trovi la tua barca, è al mas- simo a un paio di giorni di navigazione dalla terraferma. E sai che i soccorsi, in caso di emergenza, possono arrivare in tem- po. Nelle lunghe rotte oceaniche può non essere così. Proprio per trasformare la traversata in una esperienza meno solitaria è nata l’idea di un grande trasferimento, tutti insieme, dall’Europa ai Caraibi, ogni anno in autunno, quando l’aliseo è propizio e c’è meno pericolo di maltempo. Insomma una via popolare all’oceano, con un’organizzazione, pero’, che mette al primo posto la sicurezza e la solidarietà tra Spensieratamente in Atlantico Spensieratamente in Atlantico Marzo 2004 46 In alto a sinistra e sopra l’arrivo di bolina a St. Lucia. A destra foto ricordo pochi minuti prima di salpare da Las Palmas Azzorre Madeira Gran Canaria Isole di Capo Verde Santa Lucia 2800 miglia A COME ARC 212 barche iscritte, provenienti da 24 paesi, delle più diverse dimensioni e modelli. 198 hanno tagliato la linea del traguar- do al largo di Rodney Bay, isola di St.Lucia, nelle Piccole An- tille, tra il 4 e il 19 dicembre 2003. Salpate da Las Palmas, Gran Canaria, il 23 novembre, sono state accolte e festeggiate con lo stesso calore, dalla prima (“Spirit”, il Vor 60 che ha battuto il record in tempo reale della regata-crociera attraversando l’A- tlantico in 11 giorni, 13 ore e 12 minuti), all’ultima. A St.Lucia, infatti, l’applauso parte dagli stessi giudici ARC che suonano la tromba del traguardo. Tanto per farti sapere che, al di la’ del tempo impiegato, hai comunque vinto: hai superato l’oceano, ora ti è permesso perfino di sentirti un po’ come Cri- stoforo Colombo, come lui al timone sulla stessa rotta... Poi, sia di notte che di giorno, trovi qualcuno in banchina che ti sorride col punch al rum, un cesto di frutta. Si riabbracciano gli amici. Ognuno racconta il suo aliseo. B COME BEVUTE Gli inglesi, perfetti organizzatori di questa allegra, ma seria, scam- pagnata fra le onde, ti costringono a partecipare a seminari sulla sicurezza in barca, ti spiegano come sparare i razzi per chiedere soccorso. Ti insegnano, simulando il naufragio nella piscina del Va- radero Club di Las Palmas, come salire sulla zattera di salvataggio. Ma ti consigliano pure come rallegrare la vita con l’happy hour, al tramonto, e di permettere all’equipaggio di scatenarsi con i cock- tail e i drink preferiti. Visto che navigando verso ovest c’è da cambiare l’ora (la differenza è di cinque ore), perche’ non ag- giungere i minuti guadagnati ogni giorno al tempo gioioso del- l’aperitivo ? L’oceano si puo’ affrontare per la prima volta con la regata-crociera ARC. Ogni anno da Gran Canaria a St.Lucia, per una gioiosa avventura www.solovela.net Articolo pubblicato sulla rivista SoloVela

Articolo pubblicato sulla rivista ... · Quello della spazzatura (come tutto quanto relativo all’ordine e lo spazio), credetemi, non è un pro- blema da poco, e richiede la collaborazione

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C COME CAPITANOMa anche computer. Una coppia inseparabile il nostro dolce ma in-flessibile Achille e il PC. Collegato al Gps, serve per il carteggio. Col-legato al telefono satellitare, per inviare ogni giorno la posizione alteam dell’ARC e per ricevere quelle di tutta la flotta che plana ver-so ovest. Al nostro armatore e skipper piace disegnare col mousesulla cartina le palline con le posizioni degli avversari. Avversari?Beh, più che altro tanto studio serve per scoprire dove sono finitele barche degli amici con i quali abbiamo vissuto le notti di Las Pal-mas, per sapere se possiamo fare due chiacchiere alla radio.

D COME DOCCIADivertente. All’aperto, con acqua di mare e, per i meno tosti, ri-sciacquo finale con quella dolce. Un rito che nei primi giorni, anco-ra vicini alla vecchia fredda Europa, provoca un brividino, ma poisarà un piacere. �

i partecipanti, aggiungendo un pizzico di amichevole competi-zione.Noi di “Spensierata”, un Nauta di 50 piedi (Achille, Bruna, Ma-rina, Mark, Michele, Tara, Rio), ce l’abbiamo fatta in 19 giorni,di emozioni, felicità, scoperte. Più o meno così, dall’A alla Z.

di Marina Maresca

L’Atlantico fa un po’ paura. Non sono soltanto la naviga-zione, le attrezzature, il vento e le onde alte a preoccu-pare. Ciò che davvero spaventa - parliamo naturalmente

di velisti “normali” e non di superskipper - è la solitudine. Inqualsiasi punto del Mediterraneo si trovi la tua barca, è al mas-simo a un paio di giorni di navigazione dalla terraferma. E saiche i soccorsi, in caso di emergenza, possono arrivare in tem-po. Nelle lunghe rotte oceaniche può non essere così.Proprio per trasformare la traversata in una esperienza menosolitaria è nata l’idea di un grande trasferimento, tutti insieme,dall’Europa ai Caraibi, ogni anno in autunno, quando l’aliseo èpropizio e c’è meno pericolo di maltempo.Insomma una via popolare all’oceano, con un’organizzazione,pero’, che mette al primo posto la sicurezza e la solidarietà tra

Spensieratamentein Atlantico

Spensieratamentein Atlantico

Marzo 200446

In alto a sinistra e sopra l’arrivodi bolina a St. Lucia. A destrafoto ricordopochi minutiprimadi salpare da Las Palmas

Azzorre

Madeira

GranCanaria

Isole diCapo Verde

SantaLucia 2800 miglia

A COME ARC212 barche iscritte, provenienti da 24 paesi, delle più diversedimensioni e modelli. 198 hanno tagliato la linea del traguar-do al largo di Rodney Bay, isola di St.Lucia, nelle Piccole An-tille, tra il 4 e il 19 dicembre 2003. Salpate da Las Palmas, GranCanaria, il 23 novembre, sono state accolte e festeggiate conlo stesso calore, dalla prima (“Spirit”, il Vor 60 che ha battutoil record in tempo reale della regata-crociera attraversando l’A-tlantico in 11 giorni, 13 ore e 12 minuti), all’ultima.A St.Lucia, infatti, l’applauso parte dagli stessi giudici ARC chesuonano la tromba del traguardo. Tanto per farti sapere che, aldi la’ del tempo impiegato, hai comunque vinto: hai superatol’oceano, ora ti è permesso perfino di sentirti un po’ come Cri-stoforo Colombo, come lui al timone sulla stessa rotta... Poi,sia di notte che di giorno, trovi qualcuno in banchina che tisorride col punch al rum, un cesto di frutta. Si riabbracciano gliamici. Ognuno racconta il suo aliseo.

B COME BEVUTEGli inglesi, perfetti organizzatori di questa allegra, ma seria, scam-pagnata fra le onde, ti costringono a partecipare a seminari sullasicurezza in barca, ti spiegano come sparare i razzi per chiederesoccorso. Ti insegnano, simulando il naufragio nella piscina del Va-radero Club di Las Palmas, come salire sulla zattera di salvataggio. Ma ti consigliano pure come rallegrare la vita con l’happy hour, altramonto, e di permettere all’equipaggio di scatenarsi con i cock-tail e i drink preferiti. Visto che navigando verso ovest c’è dacambiare l’ora (la differenza è di cinque ore), perche’ non ag-giungere i minuti guadagnati ogni giorno al tempo gioioso del-l’aperitivo ?

L’oceano si puo’ affrontare per la prima volta conla regata-crociera ARC. Ogni anno da Gran Canaria a St.Lucia, per una gioiosa avventura

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anni, amico tedesco Carsten. Anche per farciperdonare del fatto che gli abbiamo affibbia-to un altro nome, Rio. Ma lui ci ha spiegatoche non ama salsicciotti e affini; in Germa-nia non ne mangia mai. Ci ha quasi rimpro-verato per il luogo comune: come dire che unitaliano mangia sempre e solo spaghetti. In compenso ha molto apprezzato il nuovonome, sostiene che gli ricorda il rock.

I COME INCUBOIncontrare di notte le barche dei rematori,impegnati pure loro in una regata atlantica(che coraggio!), e travolgerle. C’erano conti-nui avvisi degli organizzatori di stare atten-tissimi. Spiegavano che le loro luci si ali-mentavano con pannelli solari; sarebbero ba-stati due giorni nuvolosi per oscurarli e im-pedirci di vederli in tempo.

L COME LAS PALMASOltre al supermercato del Corte Ingles, per le spese, conosciamo so-prattutto il fronte del porto, dal bel nome: “Puerto de la Luz”. Chilo-metri di banchine dedicate alle barche ARC, splendenti, con il gran pa-vese e qualche originale decorazione natalizia (perché non abbiamopensato pure noi a portarci quel bel filo di lampadine dell’albero?).Tutti indaffaratissimi. Per esempio a dipingere murales sui muretti, fir-ma coloratissima che ogni equipaggio lascia quando, con un tuffo alcuore (almeno noi), sta per affrontare 3.000 miglia senza scalo.

M COME MIGLIA“Spensierata” ne ha fatte 140 al giorno in media. In totale 3.075.Siamo arrivati 95° nella classifica over-all, su 198 barche. 14° del-la nostra classe.

N COME NOTTIAnimate, sempre. Intanto, l’aliseo di notte rinforza. Non come le ca-pricciose brezze mediterranee con cui traffichiamo d’estate. Ma il vero motivo per cui non abbiamo usato, praticamente mai, ilpilota automatico risiedeva nel piacere di stare al timone, planandosulle onde con la luna e le stelle. Si’, planando, un po’ come su unatavola da windsurf.

O COME OCEANOTutti eravamo alla prima esperienza. Ma la cosa più curiosa è che,velisti per passione, ci siamo trovati insieme su “Spensierata”, percaso e bene: passaparola con amici comuni, incontri sul molo di LasPalmas. Un milanese, una siciliana, tre napoletani, un inglese, untedesco: viva l’Europa.

E COME ESTATEMeraviglioso andare incontro al caldo e, come se tanta delizia nonbastasse, a una luna sempre più piena. Dalla cerata sopra strati dipile dei primi turni in coperta, alle ultime magiche notti vestiti del-la buffa accoppiata costume da bagno-giubbotto di salvataggio concintura di sicurezza.

F COME FESTECe n’è una quasi ogni sera, a cura dell’ARC, sia a Las Palmas che aSt.Lucia. Se non si riesce ad andare a tutte, soprattutto alla par-tenza, è solo perchè si crolla addormentati a causa dei lavori di pre-parazione della barca e lo stivaggio della cambusa. Non si può man-care però alla parata inaugurale con bandiere nazionali. Party priva-ti, grandi e piccoli, un po’ in tutte le barche, e con i più fatui e fan-tasiosi pretesti: nazionalità, gemellaggi, simpatia. Perché c’è l’ami-co cubano con la chitarra; perché è nata una storia d’amore; per in-segnarti a smontare il generatore.

G COME GASDopo due giorni dalla partenza, si è rotto l’erogatore del gas, even-to cruciale per la nostra navigazione. Sapete, quella valvoletta ro-tonda che unisce la bombola al tubo di gomma, prima che questo siavvii verso i fornelli per produrre la benefica fiamma. Un’avaria che ci ha gettato nello sconforto. Non ancora all’altezzadi Capoverde, e davanti a noi non c’era più l’oceano dei sogni e del-l’avventura, ma giorni e giorni foschi e pieni di fredde scatolette earidi biscottini. Zero caffè, niente pasta! Ci siamo fatti coraggioquando il nostro inesauribile capitano ha tirato fuori un minuscolo

fornellino elettrico. Bruna ci ha messo un paiod’ore, ma e’ riuscita a preparare tortellini al su-go per sette: è tornato il sorriso. Ma soprat-tutto si sono messi in moto i cervelli di Achil-le, che a tempo perso è anche ingegnere, e diMichele, che non solo è avvocato ma è anchedi Napoli, dove l’arte, o meglio, il genio di ar-rangiarsi è tradizione. Così l’erogatore è statosegato a metà (io spiavo di nascosto e ho vi-sto che dentro l’infernale meccanismo rotola-va una misteriosa pallina); poi Michele lo harimontato, recitando qualche formula magica,e sigillato con una sostanza da alchimista:“ferro liquido” ha sussurrato brandendo unabomboletta con su scritto “Locktite”. Il gas siè riacceso. Bruna per festeggiare ha fatto unapasta al forno che non dimenticheremo mai.

H COME HOT-DOG Qualcuno ha voluto comprarne pensando di fa-re un gran piacere al nostro giovanissimo, 24

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Rotta verso Ovest. Occhio agli strumenti, ma anche tantimomenti di relax e di risate tra il mare e le nuvole. In basso la grinta di Tara tra le onde.

Ultimi giorni di navigazione verso i Caraibi.Fa sempre più caldo come dimostrano il pareo stesosulla draglia e l’ombrellino usato da Bruna e Achille

per ripararsi dal sole

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cambia direzione da nordest a est, a sudest.E le onde sono sempre montagne d’acqua che passano sotto labarca. Puoi chiamarlo dolce ritmo delle onde, o respiro dell’ocea-no, se sei in un momento romantico. Puoi chiamarlo rollio inarre-stabile, se soffri di mal di mare.

U COME UOMO DELLA SPAZZATURAE’ Mark, scozzese vissuto a Verona e a Cowes, che ora abita a LasPalmas, dove l’abbiamo incontrato. Impeccabile ed efficiente ilsuo sistema di stivare ogni rifiuto, di schiacciare lattine e botti-glie, o di riempirle con pazienza d’involucri di plastica e di sta-gnola schiacciati e pressati. Quello della spazzatura (come tuttoquanto relativo all’ordine e lo spazio), credetemi, non è un pro-blema da poco, e richiede la collaborazione dell’intero equipaggioalmeno quanto una strambata. E’ merito di Mark se alla fine ab-biamo prodotto appena tre sacchi.

V COME VELENon sono state gentili. Lo spinnaker ci ha abbandonato squar-ciandosi dopo cinque giorni di navigazione (e, giuro, senza nes-suna colpa di chi era al timone). Poi, un po’ per volta si sono

spaccate tutte le stecche della randa, che prendeva così formesempre più ridicole con bozzi e gobbe. Ma c’era la randa di ri-spetto, e così è stata sostituita. Senza spi, con un vento dove lospi sarebbe stato ideale, le abbiamo provate tutte, Mps, yankee eranda, fiocco tangonato. Insomma, i più disparati esperimenti. Disicuro non ci siamo mai annoiati.

Z COME ZEROZero noia, appunto. Rispondo così alla domanda che amici curio-si, velisti e non, fanno quando racconto di aver partecipato al-l’ARC. Non ti sei stufata a stare diciannove giorni in barca senzaniente da fare? Ma se mi sembra di non aver mai avuto un mo-mento libero! Anzi, non c’è stato nemmeno il tempo di guardarebene com’era l’oceano. E’ per questo che, appena posso, vogliofarlo di nuovo.

hour al profumo di pane e pizza calda.Quando non è a prua, avvolto tra drizze e scotte, Michele le can-ticchia una canzoncina da lui creata: “la Regina della Cucina”. Maanche lui se l’è cavata bene con il barracuda marinato servito colgin tonic. Poi le uova: ne abbiamo mangiate ben novanta, soprattutto stra-pazzate con il bacon.

S COME SQUALLSScrutavamo l’orizzonte, disquisendo su forma e colore delle nu-vole per vedere in tempo questi temuti groppi dell’oceano. E liannunciavano ogni giorno. Una sera arriva la chiamata generaleARC per maltempo in arrivo nella notte, con raffiche di vento di60-70 nodi. Discutiamo le manovre da fare in caso di emergen-za, pare proprio che resteremo tutti svegli per la preoccupazio-ne. Invece, nel giro di pochi minuti, chi non è di turno va a dor-mire. L’oceano ci fa sempre un po’ paura, ma ormai siamo diven-tati amici.

T COME TURNIRigorosi, di quattro ore e mezzo circa. Con due ore e mezzo digiorno al timone, e due di notte. Grandi emozioni: l’aliseo non ècapriccioso e non ti abbandona mai. Al massimo, qualche giorno

A sinistra Mark inposa con la nostraspazzatura, dopo latraversata. A destra dueimmagini di LasPalmas: un molo diPuerto de la Luz ela parata degliequipaggi cheinaugura l’ARC

ARC è l’acronimo di Atlantic Rally for Cruisers. Questo giàchiarisce lo spirito dei partecipanti, lontani dalla pura com-petizione. L’ARC, più che una regata, ricorda un’allegra gitatra amici e conoscenti. E’ proprio questa la forza della traver-sata oceanica più affollata al mondo, nata per unire quel nu-trito numero di imbarcazioni che, in novembre e dicembre -miglior periodo, grazie agli Alisei di nordest - pianificano il“salto” verso i Caraibi. Un indovinato modo di far partire tut-ti nello stesso tempo, così da avere molte barche vicine, au-mentare la possibilità di controllo e assistenza e, perciò, unlivello di sicurezza elevato. Insomma, 2800 miglia in Atlanti-co aperte a tutti.L’ultima edizione ha visto la partecipazione di più di 200 im-barcazioni. Oltre “Spensierata”, le altre italiane presenti erano: “Bandini” (Centurion 45) di Roberto Murgia; “Bora Bora 2”(Sun Odyssey 52.2) di Alessandro Baldissera Pacchetti; “Emi-

sphere” (Franchini 45L) di Italo Danesi; “Kiribati” (Sun Odys-sey 51) di Mario Brichetti; “Kismet” (Hallberg Rassy 49) diGian Luigi Carella; “Lady R” (Oceanis 361) di Ezio Mengozzi e“Nonna Bimba” (Hallberg Rassy 42) di Emanuele Santagosti-no Baldi.La prossima ARC partirà il 21 novembre 2004, sempre da LasPalmas sull’isola di Gran Canaria, per arrivare sempre a Rod-ney Bay sull’isola caraibica di St.Lucia. Sono ammesse imbar-cazioni di lunghezza compresa tra 25 e 60 piedi. E’ possibile trovare informazioni sui siti internet:www.worldcruising.com www.turismograncanaria.com www.rodneybaymarina.comL’organizzazione è a cura di: World Cruising Club120 High Street - Cowes - PO31 7 AX - UK;tel.: +44.1983.296060 - fax: +44.1983.295959

ARC PER CHI?

P COME PESCIDa ricordare la lampuga di 105 centimetri e 8 chili, trasformatain filetti e cotta al forno. E quella sua parente che Michele ha li-berato ancora viva, sporgendola fuori bordo attaccata a una cimacon un nodo inappropriato. Poi i pesci volanti, anzi “svolazzan-ti”, come diceva Tara, belli da vedere. Cercavamo di salvarli get-tandoli subito in acqua quando piombavano in coperta. Ah sì: poic’è stata la balena, appena salpati da Gran Canaria, enorme. Gio-cava con la prua della barca come un delfino.

Q COME QUANDOQuando arriviamo? Quante miglia abbiamo fatto? Quando è il mioturno? Quando è meglio strambare? Quel brutto groppo arriveràsulle nostre teste? Le domande non ci danno tregua 24 ore su 24.Non siamo mai del tutto sicuri di niente, a parte le cifre deglistrumenti. Ma è così appassionante questo continuo interrogarese stessi e gli altri. Fa dimenticare l’unica certezza: quando tor-nerò in Italia, purtroppo, mi toccherà lavorare.

R COME RICETTEBruna è talmente brava e fantasiosa. Un indiscusso primato con-quistato passando dal maiale al curry con riso bianco e verza ros-sa, alla pasta cavolfiori e zafferano e, soprattutto, per quell’happy

Sullo sfondo di “Spensierata” (sopra) le cime diPigeon Island, all’estremità Nord di St. Lucia. A destra un occasionale compagno di viaggio

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