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18 17 GENNAIO 2013 ATTUALITà La cià inv Cinquecentomila metri quadri di aree occupate dalla Marina pronte per essere restituite alla città. Ma procedure e burocrazia rallentano l’iter. Progetti alternativi pronti da anni. Il rischio della speculazione dei privati DI ANDREINA BACCARO Caserma Mezzacapo Ex Baraccamenti Cattolica Campi sportivi Arsenale Arsenale Militare VIA PRINCIPE AMEDEO Parzialmente utilizzata, la Marina è disposta a liberarla in cambio di una contropartita. VIA DI PALMA-LEONIDA- CRISPI- P. AMEDEO Quasi conclusa la procedura di cessione al Demanio. Il sindaco vuole farne alloggi. VIA CUGINI Chiusi da anni, la Provin- cia ha firmato una con- venzione per l’apertura ai civili. VIA DI PALMA A VIA MAGNAGHI Preclude completamente alla città il water front su Mar Piccolo.

Aree Marina Militare

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Un dossier su alcuni progetti di riqualificazione dei cinquecentomila metri quadri di aree occupate dalla Marina sono pronti da anni ma procedure e burocrazia rallentano l'iter.

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18 17 gennaio 2013

attualità

La città invisibileCinquecentomila metri quadri di aree occupate dalla Marina pronte per essere restituite alla città. Ma procedure e burocrazia rallentano l’iter. Progetti alternativi pronti da anni. Il rischio della speculazione dei privati di AndreinA bAccAro

Caserma Mezzacapo

Ex Baraccamenti Cattolica

Campi sportivi Arsenale

Arsenale Militare

via principe amedeoParzialmente utilizzata, la Marina è disposta a

liberarla in cambio di una contropartita.

via di palma-leonida-crispi- p. amedeo

Quasi conclusa la procedura di cessione al Demanio. Il

sindaco vuole farne alloggi.

via cuginiChiusi da anni, la Provin-cia ha firmato una con-venzione per l’apertura

ai civili.

via di palma a via magnaghi

Preclude completamente alla città il water front su

Mar Piccolo.

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siste una città nella città. Un’altra Taranto ai più sconosciuta. Sottratta agli occhi e all’im-maginazione da chilometri di muri e alte cancellate. Alla fine del 1800 la Marina mi-litare cambiò per sempre il volto e il destino di questa città, prendendosi per scopi milita-ri tutte le aree che le servivano, sul mare e sulla terraferma. Erano “tempi di guerra” nel vero senso della parola e, quando ci furono da scegliere i punti strategici del Paese in cui co-struire le basi difensive, gli sforzi del senatore Cataldo Nitti perché la scelta ricadesse su Taranto sembrarono più che giustificati da un futuro di lavoro e benessere. Il resto della storia è noto: le navi da guerra non si costrui-scono più, l’Arsenale di Taranto è in disarmo. Resta una città in gran parte “occupata” per scopi militari che non esistono più. E miglia-ia di chilometri quadrati e strutture in disuso restano chiuse.

le Aree liberAte A dicembre del 2011 la Marina Militare ha reso pubblico l’elenco delle aree non più ne-cessarie alle sue esigenze: pronte per essere dismesse e passare all’Agenzia del Demanio. 500mila metri quadrati di aree urbane, il cui valore è stato approssimativamente stimato intorno ai 500 milioni di euro: un patrimonio che potrebbe disegnare un futuro diverso per Taranto. Ammesso che gli enti pubblici ri-escano ad averlo e a saperlo gestire. Perché nulla toglie, infatti, che quelle aree finisca-no in mano a privati. L’ultima Finanziaria del Governo Monti, la famigerata “Spending Review”, impone la “valorizzazione” di im-mobili non utilizzati a fini istituzionali dalle Forze Armate: l’esigenza di fare cassa allontana ancora una volta il sogno, per la cit-tadinanza, di riappropriarsi di aree un tempo pubbliche. Se ci fosse un privato interessa-to potrebbe in teoria trovare un accordo su base economica con il Ministero della Difesa ed entrare in possesso di una struttura non più in uso. In teoria, perché la realtà è molto più complessa di quella che appare. La leg-ge prevede che un’area o un immobile debba

eLa città invisibile

Ex artiglieria Fadini

Ospedale Militare

Isola di San Paolo

via p. amedeoIn disuso da anni, il Comune chiede

la cessione per am-pliare il mercato.

via pupinoLa Marina sarebbe dispo-sta a liberare la struttura

ma in cambio di edifici più vicini alla base Chiapparo.

Ormai dismesse le strutture della Marina da 20 anni, è avviata la cessione al Demanio civile che ne sta valutando la valorizzazione.

Quasi del tutto in disuso la vecchia base in mar Piccolo. Per liberarla la Marina neces-sita di altre strutture dove spostare le attività residuali rimaste.

Gli altri siti

il muraglione Impedisce

completamente l’affaccio a Mar Piccolo

dalla citta

Banchina torpediniere

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A marzo del 2010 è stata firmata la convenzione tra Marina Militare e Provincia di taranto che, per cinque anni, stabilisce l’uso condi-viso delle strutture sportive all’interno dell’Arsenale tra civili e militari. Gli impianti che saranno messi a disposi-zione della città, in grado di ospitare cinquecento atleti contemporaneamente, sono: un campo di calcio, un campo polivalente di calcetto, tre campi da tennis, uno da pal-lacanestro, due da pallavolo, la pista d’atletica attorno al campo di calcio, una palestra coperta, una vasca coperta per il canottaggio. Si tratta di un tesoretto di impiantistica sportiva inutilizzato da anni perchè la Marina non era in grado più di tenerlo in funzione. Vi si accede da un portone su via cugini, unico

varco del muraglione che impedisce la vista su Mar Piccolo alla città. la Provincia ha finanziato con circa un milione di euro la ristrutturazione di campi e strutture, al comune spetta la

manutenzione delle aree verdi, ma i lavori sono in

corso ormai da più di due anni.

la convenzione

i campi sportivi

tornare al legittimo proprietario qualora non sia più utilizzato o necessario. Il legittimo proprietario è l’Agenzia del Demanio, che a quel punto può decidere, seguendo le indi-cazioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze, se assegnare a enti pubblici il bene o metterlo sul mercato. Per realizzare tut-ti questi passaggi possono però volerci anni. Con le conseguenze che questo comporta: le strutture in disuso diventano inagibili o si rovinano, lo Stato continua a spendere soldi per la manutenzione di stabili abbandonati, enormi aree urbane, sebbene liberate dalla Marina, rimangono imprigionate nei mecca-nismi della burocrazia.

È il caso degli ex Baraccamenti Cattolica, un tempo cuore pulsante del Borgo, che oc-cupano un intero isolato tra le vie Di Palma, Leonida, Principe Amedeo e Crispi. In passa-to hanno ospitato l’ex Cral per i dipendenti dell’Arsenale, le sale gioco, la sala ritrovo, il cinema, la barberia, il campo di bocce, alloggi e attività commerciali. Ormai sono chiusi da tempo, in attesa che si compia la cessione tra Marina e Comune. Il sindaco Stefàno ne ha reclamato e promesso più volte l’utilizzo per rispondere all’emergenza abitativa. Ma la burocrazia non fa sconti: il passaggio è tutt’al-tro che automatico. La Marina si è dapprima impegnata a far approvare al Ministero del-la Difesa una proposta di “dismissione senza contropartita”, cioè cessione senza avere nul-la in cambio. Poi il complesso è stato valutato “economicamente” non redditizio: altrimen-ti il Ministero dell’Economia avrebbe potuto metterlo sul mercato piuttosto che cederlo al Comune. Ogni passaggio deve essere appro-vato dal Ministero della Difesa e dell’Econo-mia. La procedura è ormai giunta alla fase finale per quel che riguarda la parte degli al-loggi, di cui il Comune potrebbe entrare pre-sto in possesso.

Rimane però uno scontro quasi insanabile

tra esigenze diverse: da una parte Governo e Marina che, seppur venute meno le esigen-ze militari, hanno da rispettare regole e pro-cedure che allungano i tempi di dismissione e criteri economici che impediscono la ces-sione “gratuita” delle aree. Dall’altra par-te una città che attende di riappropriarsi di aree e strutture per sottrarsi al ricatto di una monocultura del’acciaio e dell’industria che ha impedito qualsiasi forma di sviluppo alternativo.

i ProGettiGià dal 2009 l’ex vicesindaco Alfredo Cervellera, assessore all’Urbanisti-ca della prima Giunta Stefàno, insieme all’Ordine degli Architetti, aveva messo a punto una serie di progetti di ampio respi-ro che, al di là dell’emergenza abitativa, concepiscono le aree da dismettere del-la Marina come un’opportunità per una città che ha urgente bisogno soprattutto di alternative economiche, sociali e culturali.

«Taranto ha subito due monoculture - os-serva Cervellera, oggi consigliere regiona-le di Sel -: quella dell’acciaio e quella della Difesa. Per questo in Regione, anche con l’appoggio dei parlamentari tarantini, ci stiamo battendo perché il Governo riconosca un risarcimento per Taranto che tenga in considerazione anche le aree del Demanio militare, da restituire alla città a costo zero per-ché siano utilizzate per creare un’economia alternativa».

Il progetto che Cervellera, all’epo-ca affiancato anche dall’attuale assesso-re al Decoro Urbano

ex vicesindaco Alfredo Cervellera, consigliere regionale di Sel, è stato vicesindaco fino al 2010 e assessore all’Urbanistica nella prima Giunta Stefàno.

attualità

il governo deve riconoscere alla città di Taranto un risarcimento

che preveda la cessione delle aree dismesse della Marina a costo zero» alfredo cervelleraconsigliere regionale Sel

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e alla Realizzazione dell’uso delle proprietà Comunali, Antonella Carella, aveva fat-to stilare prevedeva negli ex Baraccamenti Cattolica un grande spazio pubblico ad uso culturale e sociale, con tanto di cinema, fornendo spazi e ser-vizi al quartiere, oltre ad un grande parcheggio con piano interrato. «La città - prosegue Cervellera - necessita di strutture polivalen-ti attrezzate per usi sociali. Ma il quartiere Borgo in particolare, ha una popolazione re-sidente in massima parte composta di ultra sessantenni, e proprio quella zona ha l’età media più alta di tutto il Borgo. Ha bisogno quindi di luoghi di incontro e socializzazio-ne». Come illustrato nella piantina a pagina 23, il progetto prevedeva la ristrutturazione e riqualificazione del cinema Arsenale, su via Di Palma, per farne uno spazio culturale po-livalente; la destinazione di 1.500 mq a labo-ratori teatrali, artistici, spazio lettura e bi-blioteca; la creazione di un cinema multisala

con 4 sale di piccole-medie di-mensioni; la destinazione dei due grandi edifici tra via Di Palma e via Crispi di 1.700 mq ad un “villaggio del volontaria-to” da affidare ad associazioni e organizzazioni no profit; la relizzazione, tramite project financing, di alloggi residen-ziali su una superficie di circa 2.650 mq, con il recupero an-

che dello storico “villino dell’ammiraglio” su via Crispi. Lo stesso progetto includeva la de-stinazione della Caserma Mezzacapo in via Principe Amedeo, 6.900 mq che la Marina si è dichiarata disposta a liberare, ad uso uni-versitario con l’allocazione di aule didattiche, laboratori, aule studio e alloggi. Ma per la Mezzacapo la situazione è più delicata: seb-bene parzialmente in disuso, vi hanno sede uffici amministrativi e dipartimentali. La Marina avrebbe interesse a cederla, nell’otti-ca di accentrare le attività tra la base navale Chiapparo e Maricentro, ma per farlo chiede una contropartita: altri edifici per ricollocare

attualità

l’ammiraglio Ermenegildo Ugazzi, comandante del Dip. Mil. Mar. dello Ionio e del Canale d’Otranto.

casermamezzacapo

La Marina chiede una contropartita

per liberala

i protaGonisti

lA POlItICA

ippazio stefàno

sindaco

Più volte ha chiesto alla Marina la cessione degli ex Baraccamenti

Cattolica per farne alloggi comunali. La procedura

del passaggio al Demanio Civile è in via di conclusione.

antonella carella

assessore coMunaLe

Da architetto ha collaborato alla stesura dei progetti

di riqualificazione delle aree. Sta seguendo le procedure

di dismissione ma il suo mandato da assessore sta per scadere.

Gianni florido

presidente provincia

Nel 2010 è stata firmata la convenzione con la Provincia per l’apertura ai civili dei campi

sportivi all’interno dell’Arsenale. Ma i lavori di ristrutturazione

non sono ancora terminati.

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gli uffici. Nelle trattative con il Comune, spie-ga ancora Cervellera, si parlò anche di una ristrutturazione, a spese dell’ente pubbli-co, di alcune palazzine di Maricentro. Ma il Comune non ha le risorse necessarie. E pre-sto l’assessore Carella, che prima come archi-tetto e poi come componente della Giunta co-munale, ha seguito i progetti affiancando la Marina Militare, vedrà scadere il suo man-dato: Stefàno aveva annunciato a giugno che le nomine “non politiche” sarebbero state a termine. Un nuovo assessore dovrà ristudia-re la materia da zero e i tempi si allungheranno ancora.

lA bAnchinA torPediniereAnche in questo caso, la Marina ha dichiarato la di-sponibilità a liberare l’area in cambio di una contropartita che risponda alle esigenze di ri-allocare le attività, comunque residuali, lì ancora dislocate. L’Autorità portuale ha dichiarato un interes-se per realizzare ormeggi per navi passeggeri e grosse imbarcazioni private, ma lo scoglio verte sempre intorno all’accordo finanzia-rio da trovare con i Ministeri della Difesa e dell’Economia. Il Comune di Taranto, invece, a suo tempo aveva immaginato un futuro di-verso per quello che potrebbe diventare l’unico affaccio del Borgo al Mar Piccolo, la cui vista, se si esclude il breve tratto di via Roma, è qua-si totalmente impedita dal Ponte Girevole fino al Punta Penna proprio dalla presen-za delle strutture delle Marina Militare. La proposta di riqualificazione urbana dell’area di cui Cervellera si fece promotore prevede-va la realizzazione di un “Parco Museale del Mare e della Marineria” ed il recupero dell’af-faccio costiero sul Mar Piccolo sia nella zona adiacente la scarpata della Villa Comunale Peripato e sia nei pressi del Circolo Ufficiali.

In quella zona potrebbero trovare posto, sen-za ulteriori cementificazioni ma sfruttando gli edifici esistenti, un Museo della Marina Militare, un Museo storico dell’Arsenale, un Museo delle Scienze Marine. Il progetto pre-vedeva anche un Acquario, immaginato sulla scorta di quello disegnato da Renzo Piano a Genova, divenuto principale punto di attra-zione turistica della città. Sempre lo stesso progetto prevedeva anche la trasformazione in museo del sommergibile Di Cossato e della nave Vittorio Veneto, lo storico incrociatore or-

mai in disarmo. L’utilizzo del “se” rimane

d’obbligo perché la banchina Torpediniere rimane in uso alla Marina, nonostante costi-tuisca una voce di bilancio da tagliare viste le risorse neces-sarie per il suo mantenimento. Qualora comunque si realiz-zasse la cessione al Demanio civile, il Ministero della Difesa

e dell’Economia impongono che ci sia una contropartita economica. Difficile, dunque, che sia il Comune ad accaparrarsela.

E poi ci sono ancora l’ex artiglieria nel com-prensorio Fadini (è dai tempi dell’ammini-strazione Cannata che il Comune chiede di poterla utilizzare per ingrandire il mercato), i terreni a ovest di Maricentro, i terreni adia-centi alla Camera di Commercio, l’isola di San Paolo - vedi colonnino al lato, ndr - l’autorepar-to Cugini su via Magnaghi. Tutte aree già teo-ricamente libere, ma “imprigionate” nelle pro-cedure di dismissione. «La mia idea - conclude Cervellera - è sempre stata di aprire dei varchi nel muraglione dell’Arsenale: fu costruito con archi a sè stanti, non è un sogno impossibile, si può fare e restituire così alla città un’area im-mensa che le è stata sottratta».

attualità

le cheradi

l’isola di san paolo: musei, master e cinema

il futuro Un Museo della Piazzaforte e del Mare, una biblioteca multimediale, una struttura per con-gressi, laboratori scientifici, una piscina per set cinematografici subacquei, un centro di osserva-zione dei cetacei, un master sull’ambiente, corsi di biologia marina, botanica, archeologia, campi scuola, corsi di mestieri minori del Cinema per le riprese in acqua, scuola velica, scuola sub. Sono alcune delle idee del progetto di riconversione dell’Isola di San Paolo presentato all’interno del Piano strategico di Area Vasta dal Comune di Taranto e dal Comitato promotore per la tutela, valorizzazione e salvaguardia della Isole Cheradi. Il piccolo arcipelago del Mar Grande, di rilevante importanza naturalistica e storica, è stato uti-lizzato dalla Marina prima come base difensiva poi per le ercitazioni. È composto dalle isole di San Pietro e San Paolo: quest’ultima, di 5 ettari, è ormai abbandonata da 20 anni. Il passaaggio al Demanio civile è stato avviato, ma l’Agenzia sta ancora studiando la sua valorizzabilità.

La Marina è disposta a liberare anche l’ospedale militare costruito nel 1901 ma chiede che si costruisca un nuovo edificio più vicino alla base navale Chiapparo

nelmuraGlione

potrebbero essere aperti

dei varchi

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laboratori, cinema, spazi sociali nel cuore del centro

il complesso Dagli ex Baraccamenti Cattolica alla caserma Mezzacapo.

Banchina Torpediniere Ormai quasi inuti-lizzata la vecchia base in Mar Piccolo.

gli impianTi sporTivi All’interno dell’Arse-nale su via Cugini.

il proGetto

attualità

1. Laboratori per attività teatrali2. Laboratori per attività artistico creative3. Attività culturali, spazi letture, biblioteca4. Punto ristoro5. Spazi polivalenti per attività culturali6. Spazi polivalenti per anziani7. Area libera8. Edificio residenziale9. Cinema multisala10. Cinema multisala11. Sedi per associazioni di volontariato

Via Principe Amedeo

Via Di Palma

Via

Cris

pi

Via

Leon

ida

13

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14

1236

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12 11 10

9

8

PARCHEGGIO AMAT

aperturapassaggio Amattra parcheggio

e caserma Mezzacapo

NUOVA AREA DI PARCHEGGIO

CASERMA MEZZACAPO

Centro polivalente per attività socialiVillaggio del volontariatoSpazi di uso collettivoResidenzeEdifici da demolireApertura nuovi ingressi

12.12. Sedi per associazioni di volontariato13. Ripristino villino residenziale edificio residenziale14. Laboratori per uso universitario15. Ufficio rapporti pubblico16. Uffici amministrativi, aule universitarie, laboratori17. Nuovo edificio residenziale

AREA CASERMA MEZZACAPO

AREA EX BARACCAMENTICATTOLICA

via

Prin

cipe

Am

edeo

via D

i Pal

ma

via Crispi