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31 luglio 2008 anno I - n. 11 a r c i 5 0 @ l i b e r o . i t w w w . a r c i . i t / r e p o rt pausa Militari inutili a r c i r e p o rt sicilia a cura dell’Arci Sicilia E 12. Sono già passati sei mesi dall'ini - zio della nostra avventura, l'avventura di ArcireportSicilia. Sono solo quattro pagine, al momento, che ci appassiona - no, ci divertono. Un giornale nato con l'obiettivo di colmare un vuoto nella nostra organizzazione, per cercare di conoscerci meglio, di interagire, di scambiarci idee, pareri. Insomma, in una parola, comunicare. All'inizio abbia - mo inviato il giornale soltanto ai circoli, a poco a poco la mailing list si è andata ampliando, ed ArcireportSicilia è letto da tanti, non solo in Sicilia, anche “esterni”. Finora poche critiche e tante gratifica - zioni. È questo è già un risultato impor - tante. Adesso ArcireportSicilia si gode un mese di ferie. A settembre riprendia - mo. Abbiamo intenzione di aumentare il numero di pagine e di coinvolgere sem - pre più circoli e sempre più persone, per continuare con la nostra “contro-infor - mazione”, o più semplicemente con la nostra informazione libera. Un piccolo appunto a tutti i circoli: ArcireportSicilia è il giornale di tutti noi, mandateci le vostre storie, le vostre iniziative, non siate timidi! Buone vacanze a tutti. hanno collaborato: Pina Ancona, Anna Bucca, Teresa Campagna, Miriam Di Peri, Totò Facciponti, Claudio Lombardo, Giovanna Pirrotta, Maria Luisa Rivilli foto: Grazia Bucca redazione via Carlo Rao, 16 Palermo numero 11 Allegato al n. 28 del 22 luglio 2008 di D ifficile, ormai, tenere il conto dei migranti che muoiono nel Canale di Sicilia. Ogni giorno arrivano carrette del mare con il loro carico di extracomunitari allo stremo delle forze. Nell'ennesimo naufragio, di pochi giorni fa, sarebbero morti almeno sette clandestini. Il naufragio sarebbe avvenuto a 150 miglia sud di Lampedusa, in acqua libiche. A segnalare la tragedia sono stati alcuni pescherecci italiani impegnati in battute nella zona. Il racconto degli uomini a bordo dei pescherecci, l'Arias e il Victoria, è agghiacciante: “ Erano in ventotto, su una imbarcazione di pochi metri che si è rovesciata nel tentativo di avvicinarsi al Victoria. I nostri colleghi hanno subito tratto in salvo diciassette immigrati, noi siano riusciti a recuperarne altri quattro. Le vittime, dunque, sareb- bero sette…Abbiamo visto anche dei cadaveri galleggiare, ma non eravamo attrezzati per riuscire a ripescarli. E poi dovevamo pen- sare ai superstiti... Sono tutti giovani, tra i 20 e i 25 anni, e che non parlano inglese né francese... Sono molto provati, ci hanno fatto capire a gesti di avere fame e sete… Secondo me erano in mare da molto tempo su quello che può definirsi solo un guscio in vetro- resina”. Tragedie che ormai, si ripetono negli anni e che nessun governo, di nessuna nazionalità e colore, riesce a fermare. In compenso, però, arrivano i militari. L'ultima trovata del governo Berlusconi, di cui ancora ci sfugge l'utilità, è l'invio di trecento militari in Sicilia. I primi centocinquanta lunedì 4 agosto. Considerata l'esiguità del numero, al momento novanta a Catania e cinquanta a Palermo, continua sfuggire il senso della decisione. I nostri dubbi aumenta- no alla notizia che alcuni di loro saranno inviati nei Cpt di Lampedusa, Caltanissetta e Trapani, che in questo modo divente- ranno ancora di più dei centri di detenzione. L'unico “conforto” deriva dal fatto che ad avere dubbi sull'utilità dei militari è persino il procuratore capo della Repubblica di Palermo, Francesco Messineo, che si chiede se non sarebbe stato più opportuno, invece di pagare i costi diretti ed indiretti di questo invio, dare più fondi alle forze di polizia. In ogni caso, la decisione è presa. Per sei mesi questo sparuto gruppo di militari farà parte del folclore locale. Alla fine della “missione” si farà la conta dei vantag- gi e degli svantaggi. [email protected] E COME POTEVANO NOI CANTARE CON IL PIEDE STRANIERO SOPRA IL CUORE, FRA I MORTI ABBANDONATI NELLE PIAZZE SULLERBA DURA DI GHIACCIO, AL LAMENTO DAGNELLO DEI FANCIULLI, ALLURLO NERO DELLA MADRE CHE ANDAVA INCONTRO AL FIGLIO CROCIFISSO SUL PALO DEL TELEGRAFO?ALLE FRONDE DEI SALICI, PER VOTO, ANCHE LE NOSTRE CETRE ERANO APPESE, OSCILLAVANO LIEVI AL TRISTE VENTO. (SALVATORE QUASIMODO) Saluti e baci

Arcireportsicilia n11

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31 luglio 2008anno I - n. 11

a r c i 5 0 @ l i b e r o . i tw w w . a r c i . i t / r e p o rt

pausa

M i l i t a r i i n u t i l i

a r c ir e p o rtsicilia a c u r a d e l l ’ A r c i S i c i l i a

E 12. Sono già passati sei mesi dall'ini -zio della nostra avventura, l'avventura diArcireportSicilia. Sono solo quattropagine, al momento, che ci appassiona -no, ci divertono. Un giornale nato conl'obiettivo di colmare un vuoto nellanostra organizzazione, per cercare diconoscerci meglio, di interagire, discambiarci idee, pareri. Insomma, inuna parola, comunicare. All'inizio abbia -mo inviato il giornale soltanto ai circoli, apoco a poco la mailing list si è andataampliando, ed ArcireportSicilia è letto datanti, non solo in Sicilia, anche “esterni”.Finora poche critiche e tante gratifica -zioni. È questo è già un risultato impor -tante. Adesso ArcireportSicilia si godeun mese di ferie. A settembre riprendia -mo. Abbiamo intenzione di aumentare ilnumero di pagine e di coinvolgere sem -pre più circoli e sempre più persone, percontinuare con la nostra “contro-infor -mazione”, o più semplicemente con lanostra informazione libera. Un piccoloappunto a tutti i circoli: ArcireportSiciliaè il giornale di tutti noi, mandateci levostre storie, le vostre iniziative, nonsiate timidi! Buone vacanze a tutti.

hanno collaborato:

Pina Ancona, Anna Bucca, TeresaCampagna, Miriam Di Peri, TotòFacciponti, Claudio Lombardo, GiovannaPirrotta, Maria Luisa Rivilli foto: Grazia Buccaredazione via Carlo Rao, 16 Palermo

numero 11Allegato al n. 28 del 22 luglio 2008 di

Difficile, ormai, tenere il conto dei migranti che muoiono nelCanale di Sicilia. Ogni giorno arrivano carrette del mare conil loro carico di extracomunitari allo stremo delle forze.

Nell'ennesimo naufragio, di pochi giorni fa, sarebbero morti almenosette clandestini. Il naufragio sarebbe avvenuto a 150 miglia suddi Lampedusa, in acqua libiche. A segnalare la tragedia sono statialcuni pescherecci italiani impegnati in battute nella zona. Il racconto degli uomini a bordo dei pescherecci, l'Arias e il Victoria,è agghiacciante: “ Erano in ventotto, su una imbarcazione di pochimetri che si è rovesciata nel tentativo di avvicinarsi al Victoria. Inostri colleghi hanno subito tratto in salvo diciassette immigrati, noisiano riusciti a recuperarne altri quattro. Le vittime, dunque, sareb-bero sette…Abbiamo visto anche dei cadaveri galleggiare, ma noneravamo attrezzati per riuscire a ripescarli. E poi dovevamo pen-sare ai superstiti... Sono tutti giovani, tra i 20 e i 25 anni, e che nonparlano inglese né francese... Sono molto provati, ci hanno fattocapire a gesti di avere fame e sete… Secondo me erano in mareda molto tempo su quello che può definirsi solo un guscio in vetro-resina”. Tragedie che ormai, si ripetono negli anni e che nessun governo,di nessuna nazionalità e colore, riesce a fermare. In compenso,però, arrivano i militari. L'ultima trovata del governo Berlusconi, dicui ancora ci sfugge l'utilità, è l'invio di trecento militari in Sicilia. Iprimi centocinquanta lunedì 4 agosto. Considerata l'esiguità delnumero, al momento novanta a Catania e cinquanta a Palermo,continua sfuggire il senso della decisione. I nostri dubbi aumenta-no alla notizia che alcuni di loro saranno inviati nei Cpt diLampedusa, Caltanissetta e Trapani, che in questo modo divente-ranno ancora di più dei centri di detenzione. L'unico “conforto” deriva dal fatto che ad avere dubbi sull'utilità deimilitari è persino il procuratore capo della Repubblica di Palermo,Francesco Messineo, che si chiede se non sarebbe stato piùopportuno, invece di pagare i costi diretti ed indiretti di questo invio,dare più fondi alle forze di polizia. In ogni caso, la decisione èpresa. Per sei mesi questo sparuto gruppo di militari farà parte delfolclore locale. Alla fine della “missione” si farà la conta dei vantag-gi e degli svantaggi.

[email protected]

E COME POTEVANO NOI CANTARE CON IL PIEDE STRANIERO SOPRA IL CUORE, FRA I MORTI ABBANDONATI NELLE PIAZZE SULL’ERBA

DURA DI GHIACCIO, AL LAMENTO D’AGNELLO DEI FANCIULLI, ALL’URLO NERO DELLA MADRE CHE ANDAVA INCONTRO AL FIGLIO

CROCIFISSO SUL PALO DEL TELEGRAFO? ALLE FRONDE DEI SALICI, PER VOTO, ANCHE LE NOSTRE CETRE ERANO APPESE,OSCILLAVANO LIEVI AL TRISTE VENTO. (SALVATORE QUASIMODO)

Salut i e baci

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L'obiettivo è ambizioso: ridurre le liste d'attesa per visi-te ed esami negli ospedali pubblici siciliani. I tempiprevisti sono brevi: il traguardo si deve raggiungere

nel giro di tre mesi, pena la decadenza dall'incarico deimanager di aziende ospedaliere, sanitarie e policlinici, che,nonostante gli altissimi compensi percepiti non sono maistati sottoposti, fino ad oggi, a concreti provvedimenti per ilmancato conseguimento dei risultati fissati. Lo stabilisce undecreto firmato all'inizio di luglio dall'assessore regionalealla Sanità, Massimo Russo, ed ora pubblicato nell'ultimonumero della Gazzetta Ufficiale.Il provvedimento obbliga idirettori generali a mettere nero su bianco un Piano di con-tenimento delle liste d'attesa entro trenta giorni.L'assessorato avrà altri trenta giorni, dalla data di ricezionedelle delibere, per fare le necessarie verifiche del provvedi-mento che stabilirà, secondo ben precisi parametri nazio-nali, i tempi che gli ospedali devono garantire per l'accessoalle prestazioni assistenziali. Dal momento del via liberadell'assessorato, infine, i manager avranno infine ulterioritrenta giorni per dare attuazione al piano.Certo le condizio-ni di partenza del sistema di prenotazioni negli ospedali del-l'isola lascia ancora molto a desiderare, come ammetteanche il decreto appena varato. “Al momento - recita il prov-vedimento - in Regione sono presenti solo alcuni centri unicidi prenotazione, situati presso alcune aziende sanitarie,soprattutto ospedaliere, sistemi che comunque non sono in

rete tra loro con sistema di gestione delle agende e livelli diinformatizzazione molto variabili”. Per questo, il decretoprevede la creazione di un Cup, ovvero un centro unico diprenotazione. Solo quando sarà realizzato, dunque, i citta-dini avranno un punto unico a cui rivolgersi per le prenota-zioni, funzionerà un call center e saranno coinvolti anche imedici generici. Il decreto, poi, prende atto della carenza diattrezzature complesse come Pet, risonanza magnetica,Tac multislide. In Sicilia, infatti, c'è una struttura di radiote-rapia ogni 400-500mila abitanti contro una media nazionaledi una ogni 200mila. Nonostante i gravi handicap di parten-za, tuttavia, l'assessore traccia i tempi di attesa che dovran-no essere rispettati, stilando anche una dettagliata tabellaper patologie ed esami che fa riferimento a qaunto stabilitodalla conferenza Stato-Regioni nel marzo del 2006. Tanto per fare qualche esempio per una visita oncologicanon dovrebbero trascorrere più di dieci giorni di attesa, peruna mammografia non più di sessanta mentre una tac altorace dovrebbe essere effettuata entro cinquanta giornidalla richiesta. Idem per una risonanza magnetica al cer-vello mentre ecografia all'addome o colonscopia dovrannoessere assicurate nel giro di sessanta giorni. In caso di sospetto che il paziente abbia gravi patologie,poi, è prevista una ulteriore riduzione a dieci giorni per tuttele prestazioni ambulatoriali in campo oncologico.g i ov a nn ap i rr ot t a@yahoo .i t

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Pace è…legalità: questo è il titolodella prima edizione del PremioAngelo Frammartino che verrà

consegnato a Caulonia, Calabria, in unadue giorni per ricordare Angelo, il 9 e il 10agosto. La pace e la legalità verrannosimbolicamente messe insieme ancheattraverso un viaggio, una piccola carova-na che porterà una delegazione dellaFondazione Frammartino e di giovani del-l'associazione Amici di Angelo daCaulonia a Corleone, a Melito PortoSalvo a incontrare i ragazzi che parteci-pano ai campi di lavoro sui terreni confi-scati alle mafie, per poi ritornare aCaulonia il 9 agosto. Questo viaggio è un modo per raccontaree toccare con mano l'impegno di ragazzie ragazze che non si rassegnano a vive-re in una società ingiusta, e che credonoche le trasformazioni nel mondo possanoavvenire a partire da un personale met-tersi in gioco in maniera tangibile, comead esempio utilizzare due settimane delleproprie vacanze andando a lavorare in

campagna, zappando, vendemmiando,raccogliendo ortaggi e nel frattempoapprofondendo questioni legate alla citta-dinanza, alla legalità. Esattamente quello che Angelo avevascelto di fare due anni fa, partecipando al campo di lavoro e conoscenza a Geru-salemme, mettendosi a disposizione per dieci giorni, supportando il lavoro di ani-mazione sociale con i bambini della Cittàvecchia, apprendendo in prima personacosa accadeva in Palestina e Israele,anche attraverso gli incontri organizzaticon le organizzazioni pacifiste. Il campo aGerusalemme era per Angelo un'opportu-nità di conoscere il mondo, di allargare lerelazioni, di mettere in pratica i valori posi-tivi che aveva dentro. La prima edizione del premio Pace è… legalità è dedicata a Pio La Torre, che nel suo lungo agire politico ha sempre intrec- ciato i due termini. Ne è esempio la lotta contro l'installazione dei missili cruisenella base di Comiso, che lo vide tra i pro-tagonisti, e il suo impegno per un

Mediterraneo di pace: un impegno chenegli anni 80 coinvolse tantissimi giovani,comunità locali, pacifisti internazionali. Per questo il 7 agosto, quando la 'minicarovana' arriverà a Corleone, ricordere- mo l'impegno di Pio La Torre per la pacee per la legalità, riconoscendo anche chela gestione dei beni confiscati è possibilegrazie alla legge che porta il suo nome. L'8 agosto il viaggio si trasferirà a Melito Porto Salvo dove incontreremo i volontari dei Campi del Sole, e poi raggiungeremo tutti insieme Caulonia, dove all'internodella villa comunale saranno allestitistand da parte delle associazioni, saran-no organizzati incontri e dibattiti, verrannorealizzati degli spettacoli e il 10 verrà con-segnato il Premio Angelo Frammartino. Soprattutto sarà possibile condividereun'esperienza, e proseguire uniti nel dare forza al sogno di Angelo, e di tante ragaz- ze e ragazzi, di un mondo più giusto nelquale la pace e la legalità sono realtà.

Info: www.angeloframmartino.org

I n nome d i Ange lo F rammar t ino

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Il tempo della cura

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Uno scenario indecente di unpaese civile. L'immagine didecine di ragazzi che in questi

giorni dormono e vivono accampatidavanti l'ingresso della struttura dipian del Lago provocano indignazionee forte preoccupazione.Si tratta di giovani stranieri giunti nellanostra città per richiedere il riconosci-mento dello status di rifugiato.I richiedenti asilo, i rifugiati non sono“migranti” alla ricerca di condizioni divita più dignitose, ma persone, indivi-dui costretti a fuggire dalla loro terra acausa di conflitti, guerre o regimi san-guinari e dittatoriali. E' gente che ha abbondanato cose,affetti, reti di relazioni per sfuggire apericoli concreti per la loro stessa vita.Per questa ragione sono tutelati daconvenzioni internazionali (l'ONU hapure istituito un Alto Commissariatoper i rifugiati) e da disposizioni nazio-

nali. L'Italia, oltre ad aver aderito a tutte leconvenzioni internazionali, con unapposito Decreto Legislativo (il n° 140del 30 maggio 2006) fissa, tra le altrecose, i criteri per l'accoglienza. Negliart. 5 e 6 assegna agli Uffici Territorialidel Governo (Prefetture), il compitopreciso e non derogabile di individua-re strutture e strumenti per una ade-guata tutela ed accoglienza.A Caltanissetta invece tutto questonon succede: l'Ufficio Territoriale delGoverno e l'Ufficio stranieri dellaQuestura allocato presso la struttura diPian del Lago si limitano a raccoglierele richieste di asilo, emettere permes-si di soggiorno provvisori e a fissare ledate per le audizioni davanti laCommisssione per il riconoscimentodello status di rifugiato (in qualchecaso tra 3 o 4 mesi), lasciando questepersone al loro destino, senza alcun

mezzo per la loro sussistenza.Il comportamento omissivo dell'UfficioTerritoriale del Governo - Prefettura diCaltanissetta lede i diritti umani di que-ste persone, ne offende la dignità eviola sia le leggi italiane che le con-venzioni. internazionali, determina unavera e propria emergenza umanitariae rischia di determinare una emergen-za sanitaria.L'ARCI di Caltanissetta denuncia conforza le procedure adottate dallaPrefettura di Caltanissetta in palesecontrasto con le disposizioni vigenti echiede alle forze politiche e ai parla-mentari della nostra provincia di atti-varsi per porre fine a tutto questo. Chiede alla associazioni, alle forzesociali al volontariato, ai nisseni tutti diattivarsi per offrire gesti di solidarietàconcreta a questi ragazzi.

[email protected]

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Il ‘beneficio’ del rifugiato

Un convegno sul tema “Migranti a Canicatti: le politichesociali tra sicurezza ed integrazione”, in risposta alle inten-zioni, da parte del Comune, di ricorrere a metodi repressivi

per la sicurezza. Organizzato dal circolo Arci Samarcanda, il con-vegno è stata l'occasione per dimostrare che la sicurezza non habisogno di telecamere o di armi, così come emerso nel corso di unConsiglio comunale allargato, ma deve passare attraverso l'inte-grazione sociale. Ultimamente i migranti sono stati accusati diessere i principali responsabili della mancata sicurezza.All’incontro, presso la sede del circolo hanno preso parte, oltre aSalvatore Facciponti, presidente Arci Samarcanda; HassanMaamri, mediatore culturale e responsabile immigrazione ArciSicilia; Alberto Tedesco, responsabile dell'ufficio legalità e diri-gente Arci Samarcanda; Claudio Lombardo, responsabile regiona-le politiche sociali Arci Sicilia; Pina Ancona; il segretario dellaCamera del Lavoro di Canicattì, Antonio Maira ed il responsabileCgil della polizia municipale Stefano Giunta. Sono state presenta-te le opportunità ed i servizi che Arci Samarcanda propone aimigranti e la terza edizione del progetto Canicattì Solidale. In cittàè attivo da anni uno sportello Arci informativo e di consulenza. Qui,i migranti trovano mediatore culturale, assistenza legale ed ammi-nistrativa. Il circolo è, inoltre, un luogo di integrazione culturale.Sono tanti i migranti che lo frequentano. Sono stati affrontati i pro-blemi dai diversi punti di vista, senza pregiudizi e preclusioni disorta. Alla fine, a dimostrazione che l'integrazione sociale non èuna cosa impossibile, è stato offerto un buffet multietnico condegustazione di piatti tipici di varie nazionalità e culture. Una cenapreparata con prodotti siciliani e marocchini cucinata da famiglie diCanicattì e famiglie di [email protected]

Giovedì 24 luglio, presso largo Castello, sotto la torredell'orologio a Canicattì, si è svolta la terza edizionedella manifestazione “Dalla memoria all'impegno.

RicordArci di Rita Atria”, organizzata dall'Arci Rita Atria diCanicattì. L'iniziativa, alla quale hanno partecipato Anna Bucca, presi-dente Arci Sicilia, Pina Ancona, presidente territoriale ArciAgrigento, Rita Borsellino e Margherita Asta, la cui famiglia futrucidata durante l'attentato al giudice Carlo Palermo in quellache fu definita la strage di Pizzolungo, è stata articolata in tremomenti. Il primo relativo alla commemorazione: è stata infattiricordata la figura di Rita Atria, figlia e sorella di capomafia chedopo il loro assassinio aveva riferito al giudice Paolo Borsellinotutti i segreti della cosca di cui facevano parte i familiari. Ritamorì suicida, alla giovane età di diciassette anni, pochi giornidopo la strage di via D'Amelio.Il secondo momento ha riguardato la testimonianza e l'impe-gno al femminile, il circolo infatti è costituito da sole donne e dipropone la promozione dell'aggregazione al femminile.L'ultimo momento è stato, invece, dedicato alla valorizzazioneed alla riscoperta degli angli del centro storico, luogo in cui lamanifestazione si è svolta e dei sapori locali attraverso unadegustazione di cibi e piatti della tradizione culinaria canicatti-nese. La giornata è stata conclusa dall'esibizione di Ricky Ragusache ha eseguito una rivisitazione di musiche tradizionali per-meate da suoni siciliani e [email protected]

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Samarcanda e Rita Atria: i nostri circoli di Canicatti

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Pane, olio...e beni confiscati alla mafiaIniziativa della cooperativa ‘Lavoro e non solo’

Un aperitivo? Nella casa confiscata a Provenzano. E il pranzo? Nell'immobile confiscato ai nipo-ti di Riina.Questi sono stati i luoghi del tour gastronomico che lo scorso 21 luglio ha coinvoltoa Corleone un centinaio di persone. Il pranzo è stato realizzato con i prodotti della cooperati-

va Lavoro e non solo: ceci, lenticchie, peperoni, caponata, pomodori secchi, e naturalmente vinobianco. Il tutto è stato preparato dai soci della cooperativa (con il supporto delle famiglie) e dai volon-tari e dalle volontarie che in quei giorni hanno partecipato al campo di studio e lavoro sui terreni con-fiscati: in più una supervisione un po' particolare, quella di Fabio Picchi, chef di Firenze, titolare delristorante Cibreoe del Teatro del Sale. Il pranzo è stato anche occasione per mettere insieme moltedelle organizzazioni, delle istituzioni e delle persone che accompagnano dall'inizio l'avventura deicampi e della cooperativa Lavoro e non solo. Erano presenti: Lucio Guarino direttore del Consorziosviluppo e legalità, il vicesindaco di Corleone, rappresentanti delle forze dell'ordine, Paolo Beni ePino di Francesco per l'Arci nazionale, una delegazione della Cgil Toscana, guidata dal segretariogenerale Alessio Gramolati, Italo Tripi, segretario della Cgil Sicilia, Tommaso Marino e GabrieleGiuglietti di Banca etica, Lillo Ganci per Libera, Elio Sanfilippo, Presidente di Legacoopsicilia,Carmelo Gagliano in rappresentanza del Dipartimento di salute mentale di Corleone, Anna Bucca,presidente Arci Sicilia e Salvo Lipari, presidente Arci Palermo. Una sorta di rappresentazione fisica di quello che dovrebbe essere una rete territoriale di sviluppo. Il prossimo appuntamento? Asettembre,quando verrà inaugurato l'agriturismo nella Valle dello Jato,che verrà formalmente consegnato alla cooperativa nei prossimi giorni. Un impegno c'è già: come èstato fatto per il pranzo, il ristorante dell'agriturismo sarà seguito con occhio attento dallo chef FabioPicchi. Siete tutti [email protected]