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Scuola Primaria Statale NESPOLO Classi 3° - 4° Anno scolastico 2013 - 2014 ARCHIMEDE E LE SUE STORIE SUI DIRITTI

ARCHIMEDE E LE SUE STORIE SUI DIRITTI...Arhimede fee nuove amiizie, fu molto felie nella nuova ittà e regalò un po’ della sua feliità anhe a dei amini he erano tristi … Arhimede

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Page 1: ARCHIMEDE E LE SUE STORIE SUI DIRITTI...Arhimede fee nuove amiizie, fu molto felie nella nuova ittà e regalò un po’ della sua feliità anhe a dei amini he erano tristi … Arhimede

Scuola Primaria Statale

NESPOLO

Classi 3° - 4°

Anno scolastico 2013 - 2014

ARCHIMEDE

E LE SUE STORIE SUI DIRITTI

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DESIDERI E BISOGNI COINCIDONO?

L’albero dei DESIDERI Vorrei:

che la mia famiglia stesse bene avere un cavallo

un gattino perché mi piacciono tanto che le persone rispettassero l’ambiente

andare al Mc Donald’s che i miei amici venissero a trovarmi

tanti giocattoli Vivere a Torino dai miei zii

Avere una porta da calcio per allenarmi Viaggiare nel tempo

Vivere in Olanda Un computer

Essere molto brava Aver la moto Una piscina

L’albero dei BISOGNI:

Essere curato Avere i vestiti

Avere acqua e cibo Avere una casa

Avere una famiglia Qualcuno che mi protegga

Un’istruzione Essere felice

Essere ascoltato Essere uguale agli altri bambini

Giocare

Abbiamo capito che i desideri ed i bisogni non sono la stessa cosa.

Il DESIDERIO è una cosa che ci piace, ma non è fondamentale e possiamo farne a meno.

Il BISOGNO è indispensabile per vivere bene cioè per essere felici, in salute e in sicurezza.

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Cos’è la Convenzione sui Diritti dell’infanzia?

CONVENZIONE è un accordo tra vari STATI che vogliono obbedire alle stesse leggi; esiste una

CONVENZIONE SUI DIRITTI DELL’INFANZIA ed in essa i DIRITTI stabiliscono quello che ci è permesso fare per

assicurarci FELICITA’, SALUTE E SICUREZZA.

Ogni articolo della CONVENZIONE spiega un diritto nei suoi particolari.

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ARCHIMEDE: IL BAMBINO DEL SORRISO Incipit della storia:

C’era una volta il piccolo Archimede, un bimbo di non più di otto

anni, con un nome particolare e un po’ buffo, tanto che i suoi amici lo

prendevano spesso in giro e gli ridevano un po’ dietro per farlo

arrabbiare. Il bambino però non era permaloso, anzi, ogni volta che

sentiva qualcuno scherzare con lui, si metteva a ridere e trovava il modo

di diventare suo amico, così come quando incontrava una persona

poco gentile, le sorrideva e in un battibaleno, quella diventava la più

simpatica di tutte.

Aveva la capacità di far diventare gioiose anche le cose più tristi, tanto che alle feste il suo nome non

mancava mai nell’elenco degli invitati, tutti nel suo piccolo paese sapevano che Archimede, proprio come lo

scienziato di cui portava il nome, era sempre capace di inventare un modo per portare allegria e felicità.

Purtroppo anche gli inventori più capaci devono arrendersi a volte; un giorno successe che nel suo paese

giunse un tipo di tristezza più difficile delle altre da scacciare, arrivò la guerra e con lei fuggirono tutte le idee

più belle per tornare a sorridere.

Archimede fu costretto a andare via con al sua famiglia, un po’ perché nessuno credeva che la gioia

sarebbe più tornata e un po’ perché i suoi genitori speravano di trovare un luogo più adatto per far

crescere il loro bambino.

Da quel momento si misero alla ricerca di un posto che potesse accoglierli e ospitarli, dove grandi e

piccoli potessero vivere in pace e crescere serenamente,

e, mentre cercavano questo paradiso, incontrarono un

sacco di strane città … adesso ve le racconteremo una ad

una …

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Art. 2

OGNI BAMBINO HA I DIRITTI ELENCATI NELLA CONVENZIONE; NON HA IMPORTANZA CHI E’, NE’ CHI

SONO I SUOI GENITORI, NON HA IMPORTANZA IL COLORE DELLA PELLE, NE’ IL SESSO NE’ LA RELIGIONE, NON HA

IMPORTANZA CHE LINGUA PARLA, NE’ SE E’ UN DISABILE, NE’ SE E’ RICCO O POVERO.

Art. 12

QUANDO DEGLI ADULTI PRENDONO UNA DECISIONE CHE TI RIGUARDA IN QUALSIASI MANIERA, HAI IL DIRITTO DI ESPRIMERE LA TUA OPINIONE E GLI ADULTI DEVONO

PRENDERTI SUL SERIO.

Classe 3°

Non discriminazione (art. 2) Arrivarono alla città di “ IO- SI -TU- NO” …

Classe 4°

Ascolto delle opinioni del minore (art. 12)

Giunsero poi nel paese di “ A MODO MIO” dove Archimede si stupì molto quando, andando in giro con la sua famiglia, vide che i bambini parlavano solo tra di loro, senza mai rivolgere nemmeno una domanda agli adulti che avevano intorno. A scuola nessun alunno parlava all’insegnante, al supermercato nessun figlio chiedeva alla mamma di

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… basta, mi metterò al lavoro per far felici tutti gli abitanti … … io non conosco nessuno. Chi è questa gente, riuscirò a far amicizia con

qualcuno?... … chissà se qualcuno diventerà mio amico! ...

… ora basta con i litigi, dobbiamo essere amici ... … non preoccuparti se non conosci nessuno, i bambini di tutti i paesi sono

uguali … … mi mancano molto i miei amici …

… Archimede, quando entra nella città di Io sì tu no, vede subito dei ragazzi che prendono in giro quelli più piccoli …

… ripensando alla guerra e a quando l’hanno preso in giro, Archimede si è messo a piangere …

… trova dei bambini che stanno litigando e spiega loro che non dobbiamo litigare perché le idee diverse di ogni bambino sono una ricchezza per tutti

gli altri … … “Io sì, tu no” vuol dire che alcuni bambini possono essere felici, mentre altri

no,ma questo non è assolutamente giusto … … sono triste perché non mi fanno giocare, ma non è giusto perché siamo tutti

uguali e, anche se sono straniero, mi piacerebbe divertirmi con voi … … Archimede fece nuove amicizie, fu molto felice nella nuova città e regalò un

po’ della sua felicità anche a dei bambini che erano tristi … … Archimede incontra per strada un bambino triste, gli fa un sorriso e

diventano amici.

… dove Archimede rimase molto stupito nel vedere che ogni palazzo, negozio, parco giochi e strada avevano all’ingresso un cartello suo quale era scritto l’elenco delle persone che potevano entrare e di quelle che non potevano passare. Pensò che era strano che in un paese tutti non potessero andare al parco,

comprare una merendina, al parco nessun bimbo proponeva al nonno di giocare con lui. Sembrava che ci fossero due città divise, quella dei piccoli e quella dei grandi, così provò lui a farsi avanti con un signore che stava montando un’altalena in un parco e gli disse: “ Salve, lo sa che io ho inventato un tipo di altalena che riesce a far fare un giro completo senza far cadere nessuno?”, ma l’unica risposta che il bimbo ottenne fu: “ l’altalena la monto a modo mio”. Archimede pensò che i grandi e i bambini, in quella città, non si parlavano da troppo tempo …

ARCHIMEDE E LE SUE … “INVENZIONI” per farsi ascoltare

…. allora, vista la situazione, i genitori di Archimede decisero di andarsene da quel paese, ma proprio quando stavano per partire Archimede disse: “non voglio lasciare questa città anche se non si vede c’è del buono e lo voglio scoprire” . I genitori LO ASCOLTARONO e rimandarono la partenza di alcuni giorni. Archimede si diede da fare per scoprire quel buono che era nascosto. Incontrò dei bambini e chiese: “Perché non vi parlate più?” I bambini risposero: “ Gli adulti non ascoltano mai la nostra opinione” E Archimede: “Provate a dir loro cosa volete, forse potrebbero capire”. I bambini provarono, ma ogni adulto rispose sempre con la stessa frase “Io faccio a modo mio”. Allora Archimede chiese a dei bambini da quanto tempo non si parlavano e loro risposero che erano tanti anni, non ricordavano di aver parlato con un adulto neppure quando erano piccolissimi. Archimede rimase sbalordito e pensò che lui ed i suoi genitori non sarebbero stati capaci di non parlarsi neppure per un giorno perché parlavano tanto sempre. Archimede pensò che era troppo tempo che adulti e bambini non si

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a comprare il latte o, addirittura a scuola, per non parlare del fatto che lui era un bimbo nuovo, e quindi il suo nome non era scritto da nessuna parte …

Nella nuova città la scuola è già cominciata, perciò i suoi genitori accompagnano Archimede nella sua nuova classe; lui è un po’ triste ma sorride lo stesso a mamma e papà. Archimede frequenta una scuola italiano , ma lui ha un colore della pelle diverso dagli altri bambini: è marroncino. Subito i suoi compagni lo chiamano “ PELLE SCURA” e lo prendono in giro perché lui è l’ultimo arrivato ,non lo conoscono bene e non si fidano di lui. Archimede dice che arriva da un paese lontano dove c’è la guerra e tanta povertà. I suoi compagni,tutti ben vestiti, lo osservano e decidono che non potranno mai essere amici di un bambino povero come “PELLE SCURA “. Nella classe c’è un solo posto libero ,accanto ad un bambino dispettoso ed agitato che convince i compagni a fare tanti dispetti ad Archimede. Fortunatamente Archimede aveva la capacità di sorridere sempre

parlavano e rifletté su come avvicinarli pensando anche alla sua vita trascorsa nell’altra città: capì che lui aveva ancora la capacità di far tornare il sorriso. Allora Archimede cercò un adulto per chiedere spiegazioni, ma nessuno gli rispondeva, poi trovò un cartello vecchissimo sul quale si leggeva appena “ I bambini vogliono fare quello che vogliono e non ci danno mai retta”: era forse quello il motivo? Andò in piazza radunò adulti e bambini che incontrava e chiese: “Perché non vi parlate?” Un bambino rispose: “Questa è la legge, il Re ha deciso così”. Archimede andò dal re e gli chiese di togliere la legge perché il popolo era triste. Il Re, senza guardarlo (non era abituato a guardare in faccia i bambini ) pensò che era vero e decise di toglierla e lo fece senza rispondere ad Archimede … ma non cambiò niente, perché ormai adulti e bambini era troppo tempo che non si parlavano. Allora Archimede andò a parlare con il Sindaco della città che gli rispose che non è possibile che adulti e bambini si parlino ( stranamente rispose ad un bambino: si era stancato di lui che andava in giro a fare tante domande!). Archimede chiese aiuto ai suoi genitori chiedendo loro di radunare gli adulti, mentre lui avrebbe pensato ai più piccoli: aveva in mente una strategia: chiamò la fata Severina, la quale arrivò in un battibaleno e fece un incantesimo per sistemare le cose: all’improvviso tutti cominciarono a parlarsi ma altrettanto all’improvviso l’incantesimo finì. Archimede allora ebbe un’altra idea: mostrò a grandi e piccini delle immagini catturate da internet dove si vedevano intere famiglie allegre e sorridenti che parlavano fra loro; tutti guardarono meravigliati la gioia negli occhi di adulti e bambini, ma non furono capaci di fare altrettanto, così diventarono ancora più tristi. Archimede prese un microfono, invitò adulti e bambini a fare qualcosa insieme e propose di andare a comprare insieme un gelato: tutti sorrisero ma non si parlarono: era già un passo avanti!

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anche nelle situazioni più difficili, così riesce a contagiare tutti con il suo bellissimo sorriso. Finalmente i suoi compagni non vedono più il colore della pelle e i suoi vestiti un po’ vecchi, ma guardano sorridenti il suo grande cuore. ARCHIMEDE ”PELLE SCURA” HA REALIZZATO UN PICCOLO MIRACOLO: HA TRASFORMATO UN GRUPPO DI BAMBINI IN UNA CLASSE DI AMICI SORRIDENTI E CHE SI VOGLIONO BENE.

ABBIAMO CAPITO CHE:

è importante perché tutti bambini sono diversi l’uno dall’altro, ma tutti hanno le stesse capacità e gli stessi desideri. Tanti bambini che lavorano o giocano tutti insieme fanno un gruppo con tante idee,quindi un gruppo vivace, allegro e simpatico,insomma un gruppo con il SORRISO.

capire che la è una bella ricchezza; per fortuna ognuno di noi è diverso, solo così possiamo scoprire tante cose nuove.

Ancora una magia: ecco una pozione magica; sembrava che funzionasse! Tutti cominciarono a parlarsi contemporaneamente, ma … che succede? Non c’erano più bambini e adulti, ma tanti… nani, quindi un altro fallimento! Meno male che le magie durano poco! Archimede capì che non era la magia che occorreva in quella città, ma dovevano cambiare il loro modo di vivere, così un bambino si rivolse a suo nonno chiedendogli se voleva andare con lui a giocare a palla. Il nonno si impressionò che suo nipote gli avesse rivolto la parola e scappò via. Un’altra idea: la macchina “ritorna a parlare”, ma per farla funzionare occorreva che un adulto e un bambino fossero d’accordo: impossibile! Allora provò con la musica che unisce sempre tutti. Inventò una canzone e la propose ai bambini:

Forza bambini Non siete stanchi di non parlare mai con i grandi?

Parlate con loro, conversate, forza parlate!

Dai, dai, dai non smettete mai

di parlare sempre con loro. All’improvviso qualcuno gridò: “Perché dovremo parlare con i grandi, loro non ci ascoltano mai” E Archimede: “Ma voi avete voglia di parlare con loro? Proviamo tutti insieme, organizziamo una festa bellissima al parco con bambini e adulti”. Furono organizzati fantastici giochi, ma prima fu chiesto a tutti un grande impegno: che si parlassero e capissero che fino a quel momento avevano sbagliato. Archimede organizzò dei giochi: ogni gioco doveva essere fatto da un bambino e un adulto insieme. La festa fu bellissima e venne fuor, da tutti, quel “buono” che Archimede aveva visto in loro. Finiti i giochi finirono anche le parole … A questo punto non restava che l’ultima possibilità: trasformarsi in

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IO SONO AMERICANO

E TU SEI ITALIANO

CHE DIFFERENZA C’E’?

OGNUNO E’ QUELLO CHE E’.

NON IMPORTA LA DIVERSITA’

OGNUNO PORTA LA FELICITA’.

adulto per cercare di ricongiungere i due mondi. Due bambini (uno era Archimede) uno sulle spalle dell’altro indossarono dei vestiti da adulti e andarono in giro per la città: tutti gli adulti che incontravano si fermavano a parlare con loro e presto diventarono amici anche se non si conoscevano. Piano piano il finto adulto cominciò a far capire agli altri adulti che forse potevano ascoltare anche i bambini, anzi che i bambini sono persone con desideri e bisogni ... ma in che modo? L’idea venne ancora ad Archimede che cominciò a scrivere tutti i desideri ed i bisogni che hanno i bambini per poter essere felici e sereni. Scrisse tutta la notte e quando ebbe finito, prese il grande libro e lo posizionò al centro della

piazza: immaginate la meraviglia quando gli adulti sentirono leggere l’articolo 12 … Tutti contemporaneamente cominciarono a parlare tra loro, non riuscirono più a fermarsi e, per la prima volta, gli adulti ascoltarono i bambini che, con un fiume di parole, dicevano tutto ciò che non avevano mai potuto dire.

La città cambiò aspetto e nome: non era più la città “A modo mio”, ma “A MODO DI TUTTI” e la piazza principale fu chiamata Piazza ASCOLTIAMOCI I genitori di Archimede furono contenti di aver ascoltato il loro figlio e di non essere andati via da quella città:

l’opinione dei bambini deve essere ascoltata!

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Abbiamo capito anche un’altra cosa fondamentale:

ad ogni corrisponde un

Soltanto così potranno essere garantiti tutti i

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CLASSE 3°

Bejuci Giovanni Bellari Leonardo Biagini Tommaso

Cai Martina Calicchio Giusi Cecchi Matteo

Ciatti Benedetta Colangelo Niccolò D’Accico Diego

Fedi Rebecca Galluzzo Maria Regina Gjergji Kjara

Lentini Scarcina Giacomo Matteini Emma

Minacapelli Davide Nardi Elia Neri Ruben

Nucci Roberta Genni Oriti Rachele

Patanè Lorena Maria Ricciardi Melania Ricciardi Melissa

Ruffo Jonathan Trinci Eleonora Vezzosi Tommaso

CLASSE 4°

Ascani Isabel Bellari Niccolò Biancalani Anna

Bicchi Lorenzo Bresci Marianna Degli’Innocenti Irene

Di Grigoli Lorenzo Doci Leandro Giusti Ludovica

Ghelardi Leonardo Hoti Raul

Iazzetta Alessandro

Marchi Lisa Mehja Suad Nebbiai Alessandro

Nesti Francesco Niccoli Giulia

Nunziati Martina

Palermini Jacopo Pianeti Elia Pollicino Niccolò

Rroku Sara Salvini Sara Simoni Mikela

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Unità di apprendimento PROGETTO UNICEF ARCHIMEDE E LE SUE STORIE SUI DIRITTI

classe 3°-4° Scuola Primaria Nespolo

OBIETTIVI FORMATIVI

approfondire la conoscenza del significato dei principi enunciati nella Convenzione dei diritti dell’Infanzia attraverso un percorso di scrittura creativa

OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO

Conoscere i bisogni e i diritti della Convenzione: art.2 e art.12

COMPETENZE

Conosce il significato degli art. 2 e 12 della Convenzione Sa ascoltare, rispetta il turno, accetta le scelte degli altri

ITINERARIO DIDATTICO

I desideri e di bisogni: conversazione e definizione

partendo dall’incipit di una storia elaborata dalla referente del comitato di Pistoia per l’UNICEF, ogni classe sceglierà un diritto da prendere come soggetto per continuare il racconto. Per ogni diritto ci sarà una questione da risolvere attraverso la scoperta di quel preciso diritto. I bambini immagineranno il continuo della narrazione, potranno valutare insieme come far procedere i fatti esplicitando così proprio il diritto fondamentale di “ espressione delle proprie opinioni”.

lettura dell’incipit della storia di tutti gli articoli con il metodo dell’anticipazione

lettura delle storie che sono l’incipit degli art. 2 e 12 (uno per classe)

descrizione di Archimede e dell’ambiente della storia

immaginazione del finale

lettura dell’art.

definizione di “diritto e convenzione”

invenzione del finale della storia secondo l’art. che sarà il risultato di tutte le singole scelte dei bambini

partecipazione alla “Maratona dei diritti” (28 maggio 2014) PRESSO la Biblioteca San Giorgio

VERIFICA Capacità di ascolto, di rispettare il turno, di accettare le scelte degli altri, di partecipazione attiva, di scrittura creativa Socializzazione della storia

ATTIVITA’ Lavoro di gruppo, cooperativo, lavoro singolo

TEMPI DICEMBRE 2013 MAGGIO 2014

DOCENTI Landi Patrizia - Zini Maria Laura