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1APOCALISSE
INTRODUZIONE
I. Il termine Apocalisse (genere letterario del Libro)
Etimologia: la trascrizione del sostantivo greco apokalypsis che deriva dal verbo
apokalypto. composto dalla preposizione ap che esprime rimozione,
allontanamento e dalla radice kalypto che significa nascondere, coprire; quindi:
azione del togliere ci che copre, cio scoprire, svelare, rivelare. Apocalisse
significa quindi Rivelazione, fatta da Dio agli uomini riguardo a cose velate e
conosciute da lui solo.
Lultimo Libro del NT non lunica apocalisse. Essa ha in comune alcuni tratti
(patrimonio linguistico e simbolico) con altri rappresentanti della cosiddetta
letteratura apocalittica, della quale abbiamo esempi tanto nellAT stesso (es.
Daniele; Zac 9-14; Ez 38-39; Is 24-28. 34-35) che nel giudaismo parallelo allAT
in epoca pi tardiva fino al II sec. d.C. (gli apocrifi: libri di Enoc; Giubilei;
Testamento dei XII patriarchi; Testamento di Mos; 4 Esdra; 2 Baruc, Salmi di
Salomone). Da essi la nostra Apocalisse si distingue molto.
La particolarit della nostra apocalisse che essa contemporaneamente
profezia:
2 1,1 Rivelazione di Ges Cristo, che Dio gli diede per mostrare ai suoi servi le cose che devono avvenire tra breve 1,3 Beato chi legge e beati quelli che ascoltano le parole di questa profezia
Questo dato importante perch ci d il punto di vista dal quale considerare tutto il
contenuto, facendoci abbandonare lidea dellintervento divino puramente
distruttivo della storia; infatti:
Profezia nellAT riguarda la parola di Dio colta negli eventi e nelle cose che
illumina la storia presente ed appella a vivere nel presente la fedelt a Dio.
Profezia nel NT riguarda le persone incaricate a parlare in nome di Dio
particolarmente nellassemblea liturgica per esortare e consolare la comunit.
Fanno questo servendosi soprattutto della Scrittura, che attualizzano e spiegano
alla luce dello Spirito. In tale modo rivelano il mistero del progetto di Dio sulla
storia.
Appare, quindi, che il contenuto di questo libro la rivelazione del pensiero e
dellazione segreta di Dio e di Ges sulla storia. La storia della comunit letta
alla luce dello Spirito di profezia di Gv e anima la comunit stessa ad esercitare i
sensi, a fare lo stesso, a sperare e a restare fedele al suo Dio nel momento oscuro
della prova e dellopposizione ostile e violenta che la minaccia costantemente.
Appare, insomma, che lultimo e pi ermetico libro del NT anche in modo del
tutto particolare il libro che presenta la parola di Dio per la Chiesa, per la comunit
3umana che vive, come noi, il tempo che la separa dallavvento glorioso del suo
Signore. un Libro per adesso.
II. Ragioni per lo studio dellApocalisse
Una prima ragione la desumiamo dal Libro stesso: il testo di 1,3 segnala la
necessit di conoscerlo sottolineando ala beatitudine che comporta il conoscerlo:
1:3 Beato chi legge e beati quelli che ascoltano le parole di questa profezia e fanno tesoro delle cose che vi sono scritte, perch il tempo vicino!
La beatitudine riguarda chi legge. Ci riflette la pratica sinagogale della lettura
pubblica (quindi la necessit delluso pubblico del Libro).
La beatitudine si estende a chi ascolta, perch in chi ascolta avviene il passaggio
delle parole di una profezia, di parole di Dio, che necessario siano conosciute
perch perch il tempo vicino: cio il momento del loro adempimento
imminente.
La beatitudine coinvolge chi, allapprossimarsi di un tempo scandaloso e difficile
da interpretare, si pone allascolto della parola di Dio che lo illumina, ne spiega il
senso e permette di orientarsi.
Una seconda ragione la desumiamo dalla storia complessa della sua
interpretazione:
4nel Medioevo si pensava che lAp voleva predire in anticipo lo svolgersi della
storia della Chiesa dalle origini alla fine del mondo, e cos Gioacchino da Fiore e
Nicola di Lira si sforzarono di interpretare le diverse visioni in funzione delle tappe
principali della storia della Chiesa.
Al contrario, alla fine del secolo scorso, si pens che lAp alludesse solo agli
avvenimenti politici contemporanei a Gv.
Un tema tuttora dibattutissimo e di antichissime radici , ad es., quello del
millenarismo, basato sulla lettura di Ap 19,11-21 e 20,1-8:
- un cavaliere (il Verbo di Dio) su un cavallo bianco
- combatte contro le forze del male e le vince
- un angelo dal cielo incatena satana per 1000 anni
- i martiri tornano in vita e regnano con Cristo per 1000 anni 1a
resurrezione
- dopo 1000 anni, liberazione di satana, nuova battaglia, definitiva
sconfitta resurrezione generale
Nei primi secoli del cristianesimo, alcuni Padri interpretarono questi fatti nel senso
letterale: Cristo torner sulla terra, ci sar la resurrezione dei martiri e dei giusti e
questi regneranno per 1000 anni sulla terra, un tempo di prosperit sconosciuto.
Ai giorni nostri c una ripresa del millenarismo (es. i testimoni di Geova) ma la
Chiesa afferma che esso non pu essere insegnato con tutta sicurezza. Siamo nel
campo del simbolismo dellAp.
5LAUTORE
Problema Rivelazione di Ges Cristo, che Dio gli diede per mostrare ai suoi servi le cose che devono avvenire tra breve, e che egli ha fatto conoscere mandando il suo angelo al suo servo Giovanni.
Lautore stesso ci indica il suo nome: Giovanni. La tradizione storica si
abbondantemente espressa a favore della paternit di Giovanni lApostolo, autore
anche del IV Vangelo: Giustino, verso il 150, e poi Ireneo, Clemente di
Alessandria, il Canone Muratoriano (siamo tra il II e IV secolo); come si vede, tutti
coloro che avevano considerato Gv l'Apostolo autore del IV Vangelo.
Nel III sec. Dionigi di Alessandria (+ verso il 265) mise in dubbio lorigine
giovannea dellAp pur rispettandone la canonicit. Egli, basandosi su unanalisi
letteraria e teologale del testo, conclude che: lAp potr essere di un certo
Giovanni, ma non lApostolo autore del IV Vangelo e della prima lettera; lAp
differisce troppo, per stile di composizione, simbolismo e contenuto, dalle altre
opere giovannee. Se gli altri esponenti della tradizione storica hanno affermato la
paternit di Giovanni lApostolo, lo avrebbero forse fatto semplicemente
desumendo acriticamente ci che emerge dal Libro stesso: leggevano, cio,
Giovanni e lo hanno spontaneamente collegato allApostolo.
La posizione di Dionigi resta attuale, ed propugnata da molti studiosi a tuttoggi.
6LAp appartiene certamente alla tradizione giovannea efesina (da qui le
somiglianze col IV Vangelo) ma sarebbe irrealistico pensare alla stessa mano per
uno stile e un contenuto cos diversi.
La questione ancora aperta, ma possiamo stabilire con un certo margine di
sicurezza che lautore dellAp non lo stesso del IV Vangelo.
Chi Giovanni?
Una soluzione
Le possibilit sono almeno due:
- Giovanni il presbitero (come affermava, ad es., Papia)
- Un discepolo che usa lartificio della pseudonimia.
La pseudonimia era molto in uso specialmente nel genere apocalittico del tempo,
del quale quasi un fenomeno costante: lautore reale del libro apocalittico si
riferisce a un personaggio celebre del passato, nei confronti del quale sente una
particolare affinit (nel nostro caso, Giovanni sarebbe la fonte prima della
tradizione della Chiesa di area efesina, cui lautore appartiene). Cos lautore
dellAp sarebbe un discepolo che, pur presentando materiale proprio, si pone sulla
scia ideale del maestro.
7DATA DI COMPOSIZIONE
C chi pone la data di composizione addirittura prima di lettere e Vangelo, ma se
accettiamo lipotesi che lautore un discepolo di Giovanni, dobbiamo spostare la
data ad almeno la fine del primo secolo (95-100).
Suffraga questa ipotesi la testimonianza di Ireneo, il quale riferisce che lautore ha
visto il contenuto del Libro verso la fine del regno di Domiziano. Ponendo una
distanza tra le visioni e la composizione (che probabilmente di successive
redazioni), abbracciamo un arco di tempo possibile che va dal 95 ca. ai primi due
decenni del II secolo (110-120).
III. LINTERPRETAZIONE (criteri ermeneutici)
Di cosa si deve tener conto per interpretare questo Libro particolare? Soprattutto di
aspetti contingenti, storici e letterari.
1) Il quadro storico dellAp
In comune con le altri apocalissi, anche questa si presenta inserita in una situazione
tragica, o meglio, nella quale la realt si scontra con le aspettative religiose. LAp
quindi una risposta alla crisi di coscienza dei primi cristiani quando scoppiarono le
prime sanguinose persecuzioni (in questo tempo, quella di Domiziano).
8Questi si chiedevano il perch del ritardo del Regno di Dio; il perch le potenze
del male erano ancora attive nonostante Ges le avesse vinte con la sua morte?
Perch tanto odio e violenza contro i fedeli? Va tenuto conto di questo tipo di
situazione.
per necessario anche staccarsi dalla stretta contingenza storica, per identificare
nellAp una risposta a quella che