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Altan - animali speciali

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Catalogo per la mostra "Animali Speciali" a Trieste, Palazzo Costanzi, 2011

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Il bestiario fantasticoPaolo Possamai

Ma chi l’ha detto che occorre vivere a New York per far vedere ogni dove il proprio talento? Francesco Tullio Altan vive nella metropoli chiamata Aquileia. E dalla sua casa, isolata e lontana dai rumori che infestano il nostro mondo, ci racconta il mondo. Il suo e il nostro. Mondi che hanno punti di contatto e di coincidenza, ma che non sono sovrapposti. L’estro consente a Altan di vedere il mondo da un punto di vista laterale: lo vede benissimo, nei dettagli e nelle contraddizioni, ma evita lo strabismo che è rischio implicito nelle visioni troppo ravvicinate e centrali.

Davanti alle finestre del mio studio, a casa, un palazzo gotico mi racconta delle pazze invenzioni di un frescante capace di pre-figurare quel che non sapeva. Nella cornice sottogronda del palazzo, una dozzina di ampi riquadri accolgono le figure fantasmagoriche di leoni alati, tori, grifoni, chimere, liocorni. E fin qua, potremmo dire che il nostro frescante seguiva l’inventario medievale. Ma a guardar bene, l’ocra del fondale di uno dei riquadri sembra restituire il collo flessuoso e la lunga coda di un brontosauro. Ma come può essere che l’anonimo pittore che ha dipinto per suo diletto questa cornice abbia immaginato un animale che è stato ritrovato solo secoli dopo? Potenza dell’umana fantasia.

Cosi Il bestiario fantastico di Altan narra di una folla di animali che ci sorprendono e però, a un tempo, ci aiutano a immaginare altri mondi e a uscire dallo standard: ossia dalla negazione dell’umanità, della forza creatrice che appartiene solo all’uomo. Senza uomini come Altan, che ci costringono a uscire dalla gabbia del pre-giudizio, le umane avventure sarebbero negate in se stesse. E dunque mentre ci accingiamo, nel nostro piccolo, a ripercorrere l’itinerario lungo 130 anni in cui si è dispiegata la vicenda del Piccolo, ci avvediamo che nulla sarebbe stato possibile se attorno a Trieste non si fossero fatte vive e presenti energie e figure intellettuali capaci - appunto - di dare corpo a uno degli episodi centrali della storia editoriale italiana. Lo diciamo perché questo pezzo d’Europa è denso, densissimo di talenti e che il giornale - nel suo piccolo - ha saputo talora esserne un aggregatore e moltiplicatore. Grazie a Altan, dunque, che ci ricorda di quali forze sia ancora piena questa terra e che ci dona la fantasia per ripensarla.

A Carl Nisson Linnaeus (più comunemente conosciuto come Limmeo) si riconosce il merito di aver elaborato il metodo della classificazione tassonomica del mondo naturale. Egli suddivise il mondo naturale in tre regni: quello animale (cui facciamo parte anche noi), quello vegetale (le piante, le erbe) e quello inanimato (le montagne, la sabbia). Il fascino maggiore però viene da quello animale, poiché migliaia sono le specie che conosciamo, mentre moltissime altre ci sono ignote. O perché non le conosciamo affatto o non le abbiamo conosciute perché estinte. Di loro però ne conserviamo memoria e ne sentiamo la mancanza, sebbene vorremmo che alcune specie si estinguessero, soprattutto quelle noiose, come le zanzare o le mosche1.Esistono anche gli animali della specie “sentito dire”, come il buon Marco Polo ci ha descritto. Oltre l’infinito dell’orizzonte orientale vivono creature che hanno sembianze strane. Sono animali simili ai nostri ma hanno qualcosa di diverso, possono avere due, tre, quattro zampe chi addirittura mille. Ma, nonostante le differenze, si riconoscono facilmente, dato che possiedono caratteristiche che li accomunano ad altri a noi noti; in questo caso si dice che appartengono alla stessa specie. Anche il veneziano Marco Polo, davanti a bestie (così le chiama) sconosciute, le interpreta attraverso l’appartenenza a una o più specie. Ci racconta infatti, di aver visto “leofanti assai salvatichi e unicorni, che no son guari minori d’elefanti; e’ son di pelo bufali, i piedi come di lefanti; nel mezzo de la fronte ànno un corno grosso e nero. E dicovi che no fanno male co quel corno, ma co la lingua, che l’ànno spinosa tutta quanta di spine molte grandi; lo capo ànno come di cingiaro, la testa posta tuttavia inchinata ve(r)so la terra: sta molto volentieri tra li buoi. Ell’è molto laida bestia...”. Animali dunque che esistono più nella nostra fantasia che nella realtà.

Molti animali, proprio per la loro timidezza, come la tigre per esempio, quando vedono un animale feroce come l’uomo, tendono a nascondersi. Solamente quando si accorgono che anche l’uomo è un essere debole, spesso inebetito dalla paura, lo aggrediscono.

animali specialiDiego A. Collovini

1. Per non dire molti vezzi umani.

Così per far conoscere e socializzare senza pericolo gli uni e gli altri vengono costruiti gli zoo dove ci sono tante gabbie dentro le quali vivono le fiere. Da lì gli ospiti del regno animale non possono scappare e nemmeno possono aggredire o essere aggrediti. Possiamo così osservarli2, come farci osservare. In pratica possiamo guardarci in faccia/muso e snocciolare tutti e due giudizi l’uno dell’altro, guardare i tratti somatici e immaginare antenati scomparsi, cugini diversi o nascosti che mai abbiamo visto. E se non li possiamo vedere, possiamo almeno immaginarli.Ma gli animali immaginari non si possono tenere in gabbia. Anche Benni dice che “se è ingiusto tenere prigioniere le creature vive, è non solo ingiusto, ma anche impossibile tenere prigioniere le creature immaginarie.”E così ha fatto Altan, li ha liberati dalla sua fantasia e ha dato loro una nuova immagine e una nuova identità, sfruttando proprio la capacità che tutti gli uomini-bambini o adulti non importa- hanno: immaginare altri animali senza con questo abbandonare completamente le immagini di questi che abbiamo già coltivato e catalogato nel nostro repertorio culturale. D’altronde così doveva essere dai tempi dei tempi, dalle caverne della Val Camonica, dove alberga la descrizione di un cervo o di un’alce.

Dei cervidi evidenzia le corna molto simili a felci, ma ogni valcamoniano del mesolitico riconosceva in essi il cervo o l’alce, comunque appartenente alla specie dei cervidi3. E se fosse invece un animale estinto, cioè un antenato del cervo non più visibile? Si tratterebbe di un’altro animale, cioè di un anima che si aggiunge a quelli che già conosciamo. Per questo Altan chiama i suoi animali Altri Animali, poiché se fossero “animali altri” sarebbero, secondo il buon vecchio Hegel4, animali dalle fattezze a noi sconosciute o inimmaginabili5.Altri Animali sono esseri che completano le specie già esistenti o che evidenziano delle trasformazioni fisiche dovute all’adattamento all’ambiente, altri mostrano uno sviluppo irrazionale di alcune loro caratteristiche o semplicemente si sono misurati con gli uomini cercando di imitarne le abitudini o l’aspetto, a volte seguendone la moda nel vestire.

2. Anche se a volte osservare indiscriminatamente porta a ridicole esperienze. Ho assistito alla performance di un bulletto che ha irriso, con movimenti e sberleffi, un mascio di leone, momentaneamente disteso tra tre leonesse. Il felino, evidentemente seccato e guardando di sottecchi il bellimbusto, ha alzato la coda e da sotto é partito uno schizzo di pipì. “Meno male che avevo gli occhiali, altrimenti sai che bruciore agli occhi.” Solo questo seppe dire. Tutti risero, io di più.3. Che poi avesse il membro bianco, rosso o verde é solo una quesione di patriottismo.4. Cito Hegel stimolato da una sua vignetta, nella quale raffigurava uno sconsolato dio, pensante se stesso pensante, colla testa ap-poggiata al palmo della mano assorto nel seguente pensiero reale, che, in quanto tale, è razionale: “Mi domando cosa mi è venuto in mente di inventare la religione.” Religiosa sintesi dell’hegeliano altro da sé.5. Ci ha provato Spielberg con il suo ET, ma anche questa sua fantastica creatura aveva un occhio per vedere e arti pensili formati da elementi contrapposti. Ancora non siamo in grado di immaginarci un occhio alternativo all’organo visivo animale, né pensare di afferrare un oggetto in modo diverso dal sistema umano.

L’autore procede scientificamente anche alla loro descrizione e catalogazione (d’altronde non è lui il celeberrimo professor Altanski?), Nonché alla separazione tra quelli estinti, quelli ancora esistenti e quelli che si sanno esistenti anche se non sono visibili. Alcune creature immaginarie si possono ancora - ma con molta fortuna e attenzione - incrociare nelle fantastiche foreste dell’isola di Stranalandia. Lì infatti, si può osservare lo Struzzo Socrate, intento a guardare dentro sé per conoscere se stesso. Si tratta di un animale intellettualmente più avanzato rispetto ai normali struzzi che si limitano a nascondere la testa sotto la sabbia (sarà anche più igienico, ma poco produttivo). Struzzo Socrate invece ha compiuto studi classici, è stato a Delfi dove, ha fatto suo il suggerimento intarsiato sul tempio dell’oracolo: Γνωθι Σεαυτον, conosci te stesso. Appunto, per conoscersi bisogna guardarsi attentamente dentro, certo con difficoltà poiché non sono molte le vie di accesso all’anima.O ancora il Cuorno (di chiara origine napoletana) della famiglia delle capre molto “allegro, dal solido appetito. Dal suo corno si traggono trombette e utili imbuti”.Più difficile è incontrare il Tapiro Zuavo perché bisogna andare nella boschetta subamazonica. La sua presenza è segnalata dalle risate sguaiate delle scimmie e lo si può notare, in affanno però, davanti ai siringueros che lo cacciano per la sua pregiata carne.E interessanti sono anche le testimonianze degli animali che si sono estinti ma che ancora vivono sulle tavole di Altan, come il caso del Bolo-Bolo (Photonis amabilis) originario del Reno, esistente ai tempi di Giulio Cesare (citato anche da Tito Livio). è bello perché “striato e flessuoso, è affascinante perché la notte emette un alone di luce soffusa e un canto soave, che delizia e consola i conduttori di chiatte” (G. Schick, Viaggio sul Reno, 1789). è però scomparso dopo la Rivoluzione Industriale.Qualcuno insinua che il Bolo-Bolo non si è mai estinto, ma come filosofeggiando afferma Benni, il fatto che si sia estinto è la prova della sua esistenza; è indiscutibile che per estinguersi bisogna prima esistere: un pensiero profondo tanto da mettere in crisi il sesto assunto esposto nel Tractatus Logico-Philosophicus del grande Wittgensten: Su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere. Ma, nel contempo, dà ragione anche a Severino il quale sostiene che ciò che è esistito non ritorna ad essere nulla, al contrario continua ad essere, e ciò dimostra logicamente - inconfutabilmente quindi - che esso è esistito, per cui ne possiamo, anche orgogliosamente, parlare.E se ne parliamo riteniamo che questi animali esistono veramente poiché l’immaginazione non può essere una “turbativa” ma uno stimolo alla conoscenza, poiché questa è sempre collegata all’immagine sensibile, un “movimento prodotto dalla sensazione in atto” (Aristotele).Per questo gli Altri Animali che Francesco Altan ci propone non rappresentano un mero esercizio del costruire nuove forme, ma di dare “altro” alle creature immaginarie, una nuova sostanza a quello che conosciamo. E così questi suoi Altri Animali prendono per mano gli uomini-adulti o bambini non importa- e li accompagnano nella liberà dell’infinito mondo dell’immaginazione e della fantasia, da cui scaturiscono dei divertenti sorrisi.

Altan ha la barba e non parla quasi maiAltan può pedalare con la biciclettafino a tredici giorni di fila.Altan sembra un simpatico orsettoAltan sembra un feroce grizzly.Altan disegna intingendo la punta di un ombrello nel sangueAltan disegna sotto l’effetto del laudano.Altan si ispira allo pseudologeion all’Icaromenippo e agli studi sull’ironia di JankélévitchAltan si ispira ai fratelli de RegePer cui, come capirete, non è facile capire che cos’è un Altan

Altan ha inventato un cane a pallini che fa impazzire i bambiniAltan riempie le vignette di scarafaggi che poi escono dal foglio e ti girano per casaAltan è un fumettista castoAltan ogni tanto disegna delle gran gnocche

Altan è buonissimoAltan è cattivissimoAltan sbaglia una vignetta su cento, come quelli che sparano alle OlimpiadiAltan disegna i nasi fallici e le nuvolette della PimpaPer cui come capirete non è facile capire come disegna Altan

Altan vive in un castello da cui esce solo con la luna pienaAltan è un vampiro.Altan è comunista o forse anarchico o forse altaniano di centroAltan è conosciutissimo all’estero ma neanche lì riescono a capire bene cos’è un Altan

Altan scrive i dialoghi in due battute come Campanile ma non è Campanile

Che cos’è un AltanStefano Benni, tratto da: due o tre cose che so di lui, scritti su Altan

Altan conosce i tempi comici come nessuno ma non disegna con il cronometroAltan è figlio di un antropologo ed è spietato come un entomologo

Altan ha inventato Trino, uno dei pochi tipi di Dio simpaticiAltan è molto riservatoAltan è molto socievolePer cui come capirete non si può chiedere a Altan cos’è un Altan

Altan non va in televisioneAltan non appare quasi mai. Questo ha creato intorno a Altan un alone di leggenda.Altan detesta gli aloni.Altan ha la ferocia di Beckett, la grazia di Keaton, l’imprevedibilità di TotòAltan è unico non sta in nessuna scatola,prendete una scatola di ottanta pastelli e il colore Altan non c’è.

Altan ha vinto molti premi ma vorrebbe vincere la Liegi - Bastogne - LiegiAltan regala grappe che voi umani neppure immaginateAltan ha studiato disegno guardando i graffiti di AltamuraAltan si ispita a Grosz, a Daumier e a BarksAltan si ispira a Krazy Kat.Altan non si ispira al Bagaglino a Forattini e a BenigniAltan non si ispiraAltan ispira Che Manitù, Trino e Presbitero, protettori dei disegnatori e dei poeti, ci conservino Altan.

Anche se come capirete, è difficile spiegare anche a loro che cos’è un Altan.

Dichiarato estinto dall’Agenzia Mondiale preposta allo scopo. Conclusione fortemente contestata da studi più recenti dell’Università di Ratisbona che sulla base di dati incontrovertibili affermano:“Il Raphus Dronte (volgarmente Dodazzo) ben lungi da essere estinto, risulta essersi portato dal Madagascar sul continente africano attorno al 1675, ed ivi stabilitosi in Angola,dove assume un piumaggio grigio con minuti pallini bianchi, e si riproduce sotto il nome portoghese di Galinha de Angola.

Dall’Angola si diffonde in Europa e segnatamente in Italia, dove è comunemente noto come Faraona, quale che ne sia il sesso.

A comprova, il Dodazzo spennato in nulla differisce dal Dodo originario”.

DodazzoRaphus italicus

Anfibio corposo, originario del Reno, nelle cui acque viene segnalato la prima volta all’epoca di Giulio Cesare (v. Livio, Tito po. cit.). Segnalazioni successive ne delimitano l’habitat al tratto di fiume compreso fra Sciaffura e Magonza.

“Durante il giorno si muove nelle acque cristalline, con il bel corpo striato e flessuoso.

La notte emette un alone di luce soffusa e un canto soave, che delizia e consola i conduttori di chiatte “(G. Schick, Viaggio sul Reno, 1789)”.

Scompare con l’avvento della Rivoluzione Industriale. Secondo A. E. Brehm “...(il bolo-bolo) non è mai estinto”.

Secondo il Lefévre invece “...è esistito eccome”: e il fatto che sia estinto ne è la prova”.

Bolo-BoloPhotonis amabilis

[Mauritius 1507 - Madagscar 1707 circa]Specie di colombaccio non sgradevole alla vista, scoperto nelle isole Mauritius nel 1507 da un naturalista gesuita. Tormentato da dubbi, il Dodo si trasferisce sull’isola di Madagascar, dove si riproduce con entusiasmo.

Due secoli dopo si estingue. Perchè?L’ipotesi più attendibile, suffragata da dati incontrovertibili, recita: “Fatte le debite proporzioni, si è indotti a presumere che un quesito esiziale si sia fatto strada nel cervello del Dodo, e cioè:Chi sono? Da dove vengo? Perchè in Madagascar? A cosa servo?”

DodoRaphus cucullatus

Alcuni esemplari di questa specie vennero ritrovati in Asia Minore, inglobati all’interno di grumi di ambra.Pur essendo riconducibili al vasto gruppo delle zanzare, presentano caratteristiche morfologiche singolari: una certa rotondità del corpo, la limpidezza dell’occhio e la compostezza dei cadaverini fossili.

“L’intuizione scientifica ci porta a concludere che siamo di fronte a un caso di suicidio ollettivo.

Esso sarebbe stato indotto dalla loro emarginazione da parte delle consorelle di specie affini, sulla base di considerazioni (non certo verbali, è ovvio) del tipo: non pungono, non succhiano sangue, non trasmettono, malaria, non emettono suoni fastidiosi.

In bella sostanza, non sono funzionali” (D. Panakulakis, The Mosquito Mobbin Theory, Londra 1954).

Anofella pacisAnopheles utopica o Cilex inermis

Ramo cadetto dei pinguinidi australi.L’esame delle povere ossa rinvenute a Capo San Diego (Terra del Fuoco), con particolare attenzione alle estremità delle ali, delinea un quadro preciso: dopo l’accoppiamento, il maschio costruiva con pazienza dei coni di ghiaccio dalla punta accuminata sulla quale, a tempo debito, la femmina deponeva l’uovo.

Questo, a causa di molteplici fattori concorrenti, fra cui il precario equilibrio e la gravità dei corpi, precipitava rompendosi prematuramente.

Nel volgare di alcuni anni (8-10 secondo gli uni, 80-100 secondo gli altri) questa pratica insensata portò all’estinzione del pinguino e della sua sfortunata compagna.

Pinguino neroAptenodytes nigra loca

Vive nella acque temperate a bassa salinità. Per chi gli piace il caviale, molto ricercato.Per gli altri, è da buttare.

Cunjcio belugaLapin à caviar

Volatile di stazza medio-piccola,lontano parente dello struzzo da carnemarchigiano. Non ha un buon odore.Depone uova che non riconosce.

FuggioneFujião madroso

Appartiene alla famiglia degli artiodattili (aquisito).

Generoso, si nutre di escrementiche a sua volta espelle ad uso di chicchessia

Stercone da unoOne Shot Shitter

Vedi Stercone da uno.Più generoso però.

Stercone da treTriple Shot Shitter

Antenato del formichiere del Brasile, detto Tamanduà, era di stazza importante (400-500 kg.) e di carattere egoista.

Avido di formiche rosse di cui non poteva privarsi, ne impediva la cattura da parte altrui.

La crescita abnorme della popolazione di formiche seguita alla crisi del 1829 provocò la corrispondente crescita abnorme della massa corporea dello Snuffo maschio, che gli rese impossibile l’accoppiamento per ragioni meccaniche. Le femmine si adattarono a riproduttori più morigerati, dando luogo alla stirpe del succitato Tamanduà do Brasil (Myrmecofaga Tridactyla).

SnuffoMyrmecofaga bulimica

Cina, 6000 a.C. - Pavullo, 1802

Tordaceo di colore marron e forma mutevole originario della Cina meridionale. Abbandona i terreni di origine al seguito di Marco Polo (circa 1295).

La causa presumibile è il degrado dell’habitat divenuto gradatamente sempre più ostile a seguito dell’introduzione della polvere pirica nella vita quotidiana cinese. Da Venezia si diffonde nell’Italia centro-settentrionale con discreti risultati.

L’ultimo esemplare viene ucciso da un militare napoleonico sbandato sulle colline modenesi, a Pavullo del Frignano, nell’autunno del 1802.

Tordazzo cineseTurdus cataius

Abitante della Valle del Nilo. L’aumento progressivo della portata e del livello del fiume, provocato dal disgelo dopo la Seconda era glaciale, innesca una mutazione facilmente documentabile (vedi scheletro di Assuan).

Essa consiste nello sviluppo di una zampa centrale, funzionale a mantenere l’animale a fior d’acqua, onde premetterne la respirazione.

(Una mutazione in senso anfibio avrebbe potuto essere una soluzione meno traumatica, ma del senno di poi sono piene le biblioteche).

La desertificazione successiva lascia il Big Leg in una situazione disagiata: costretto a saltellare, impossibilitato a bruciare, esposto al vento Ghibli, inetto nella riproduzione.Il suo destino è segnato.

Big Leg(vulgo Zampone)

Hippopotamus anomalus

Mosca fastidiosa del delta(del Po?)

Calliphora dal membro rosso

Diffuso un po’ ovunque nel quaternario, non ne esce vivo.I reperti congelati ritrovati in Siberia permettono una agevole ricostruzione dell’accaduto.

L’animale era vanitoso al punto di non accettare le mutazioni indifferibili atte alla sua sopravvivenza.

L’attaccamento ossessivo al suo aspetto, nella fattispecie al lungo pelo rossiccio e alle zanne inutili e vistose, lo esposero all’aggressione dei parassiti e della carie.

Ciò è visibile a occhio nudo esaminando i suddetti reperti. Secondo Lamarck l’estinzione è dovuta a immutabili caratteri ereditari: in pratica, era brutto

Narcisoneo Mammut maggiore

Elephas vanus

Di indole mite, vive in branchi nella boschetta sub-amazzonica.

Irriso dalle scimmie, è apprezzato dai “seringueiros” (raccoglitori di lattice)

cfr. “il tapiro,cento ricette”. Manaus, 1996.

Tapiro zuavo

Estinto da millenni, torna alla ribalta nel 1989, dopo la caduta del muro di Berlino. L’occasione è offerta da uno scheletro fossile rinvenuto sotto le macerie del muro stesso dall’equipe del Prof. M. Davis-Carrol.

“Il soggetto presenta uno sviluppo abnorme degli arti posteriori e della struttura del bacino, mentre gli anteriori sono corti come mozziconi.Questo indurrebbe a pensare a una postura eretta (vedi Canguri) ma l’ossatura e l’usura dei piedi anteriori escludono l’ipotesi.

In queste condizioni l’animale, come si vede dalla ricostruzione, si trovava così ad esporre il retrotreno ad ogni insidia e ai malintenzionati assai diffusi nel paleocene e nel cretacico.

Dopo qualche era, l’umiliazione lo porta all’estinzione”.

BessoneTyrannosaurus humilis

Vive in disparte, sulle pendici.Si nutre di miele.

Di indole mite (salvo momenti).

Gnu dal membro blu

Conosciuto in Sicilia come tonnazzo.In eterna lotta con i delfini che non ne apprezzano l’oscuro lavoro.Nella foga, danneggia i coralli.

Sterconedi mareSeashitter

Solido tacchinone dal canto armonioso.

La sua carne non è apprezzata, non essendo buona.

La femmina depone uova di forma oblunga.

Trippo

Conosciuto in Sicilia come tonnazzo.In eterna lotta con i delfini che non ne apprezzano l’oscuro lavoro.Nella foga, danneggia i coralli.

Sterconedi mareSeashitter

Animale di alto lignaggiodarwiniano, astuto e saporito.Estinto.

Fintomorto

Ramo degli struzzi di lunga evoluzione, si è adattato alle pietraie e alle banchise dure.Ha sviluppato un ego ritroso e paturniale, estremamente curioso.

StruzzosocrateStruthio socraticus

Caproncino tozzo e allegro, dal solidoappetito. Dal suo corno si traggonotrombette e utili imbuti.

Cuorno

Caproncino tozzo e allegro, dal solidoappetito. Dal suo corno si traggonotrombette e utili imbuti.

Cuorno

Solido tacchinone dal canto raro e rauco. La sua carne è (era) prelibata. Estinto.

Trippo dalle mutande gialleSlippo

Popolare: Talpa languida.Ha un canto armonioso e intenso, con sentore di gelsomino, paprika e liquerizia.

Talpa aphrodisiaLovemole

Squisita all’arancia, o laccata alla cantonese o mantovana. Vive, non a lungo, nelle mangrovie o nei campi di mais. Non ha denti.

Beccacciaamorosa

Altan(Francesco Tullio-Altan)

Nato a Treviso nel settembre del 1942, ha fatto i primi studi a Bologna e ha frequentato la Facoltà di Architettura di Venezia.Alla fine degli anni ‘60 ha vissuto a Roma facendo lavori di scenografia e sceneggiatura per il cinema e la televisione, mentre iniziava le prime collaborazioni come disegnatore con vignette colorate su Playmen e illustrando qualche libro.Trasferitosi a Rio de Janeiro nel 1970, ha lavorato nel cinema brasiliano e nel 1972 ha creato il suo primo fumetto per bambini, che veniva pubblicato da un quotidiano locale.Nel 1974 inizia la collaborazione regolare come cartoonist con giornali italiani. Tornato in patria nel 1975 con moglie e figlia brasiliane, si stabilisce prima a Milano, poi ad Aquileia, dove vive tuttora. In quell’anno crea il personaggio per bambini PIMPA, le cui storie sono pubblicate regolarmente da allora sul Corriere dei Piccoli fino alla scomparsa del giornale e che dal 1987 conta anche un mensile tutto suo PIMPA che dal 1994 è pubblicato dalla Franco Panini Ragazzi.Sempre nel 1975 i suoi primi fumetti per adulti appaiono su Linus, giornale del quale sarà per anni collaboratore permanente. Le sue ormai famose vignette di satira politica sono diffuse regolarmente, da L’Espresso e dal quotidiano La Repubblica, ma appaiono anche su molti altri giornali italiani.Dal 1977, a cominciare dalla raccolta della sua prima striscia Trino, ha pubblicato numerosi libri - tra i quali molti imperniati sul più celebre dei suoi personaggi, CIPPUTI, - e raccolte di vignette satiriche: Tinello italiano, Le ultime parole famose, Taci e mangia, Nuova solfa, Dalla zuppa al pan bagnato, L’anno del maiale (pubblicati da Bompiani), Anni frolli (Einaudi). Ha creato anche molti romanzi a fumetti con diverse edizioni in Italia(che hanno avuto anche varie traduzioni all’estero): Colombo, Ada, Macao, Friz Melone, Franz, Cuori pazzi, Zorro Bolero.Lo scrittore francese Cavanna si è ispirato alle sue vignette per un libro Maman, au secours, che ha avuto edizioni in varie lingue.Tra le opere per bambini, la serie Il Primo libro di Kika, composta da dodici volumetti, viene continuamente ristampata in Italia e Francia, ma ha avuto edizioni anche in Gran Bretagna, Spagna, Norvegia, Olanda, Grecia. I libri originali con il personaggio PIMPA sono più di una trentina e vengono pubblicati in Italia da Franco Panini Ragazzi. Alcuni sono stati tradotti e pubblicati in Giappone, Francia, Spagna, Argentina, Portogallo. Il racconto Kamillo Kromo, pubblicato una prima volta nel 1978 da Edizioni E. Elle, ha avuto edizioni in francese, giapponese e spagnolo mentre è stato ristampato parecchie volte in Italia. Nel 1998 E. Elle ha pubblicato un

altro albo con lo stesso personaggio, dal titolo Kamillo gira il mondo. Altri racconti per bambini, illustrati e scritti da Altan, sono: Il nonno non ha sonno, Carlotta fa un giretto, Il pinguino Nino, Paloma va alla spiaggia, Simone Acchiappasuoni, Ada va nel bosco, Carlotta prende il treno, Il sogno di Cirillo, Coniglietto va al laghetto, Il pettirosso Pippo e il merlo tutti pubblicati dal gruppo editoriale E. Elle di Trieste, con i marchi E. Elle o Emme Edizioni.Nel 1992 ha cominciato a illustrare tutta la serie dei romanzi e racconti di Gianni Rodari riproposte da Einaudi Ragazzi in nuove e accurate edizioni: una ventina di libri Tra le opere di altri autori illustrate da Altan sono da ricordare Il libro dei gatti tuttofare di T.S. Eliot, Emilio di Antonio Porta, Il naso di Gogol, Istruzioni alla servitù di Jonathan Swift, il classico Dafne e Cloe in un’edizione fuori commercio e alcuni volumi per l’infanzia di Roberto Piumini.Tra il 1982 e il 1983 ha lavorato ad una serie di 26 filmati in animazione col personaggio PIMPA, diretta da Osvaldo Cavandoli per una co-produzione televisiva internazionale RAI, varie volte replicata dalle televisioni di vari paesi. Nel 1995 ha scritto le sceneggiature e i dialoghi per una nuova serie di 26 episodi di 5 minuti, PIMPA, le nuove avventure, realizzata nel 1997 con la regia di Enzo D’Alò per una co-produzione italo-franco-spagnola. La serie è stata acquistata anche da altre televisioni europee, africane ed asiatiche. La presentazione della serie al festival internazionale Cartoons on the Bay (Amalfi, 1997) è valso a PIMPA il Pulcinella d’oro al miglior personaggio. Nel 1999 un episodio della nuova serie di cartoni animati ha vinto il Grand Prix L’Enfant Lune a Ginevra, votato da una giuria di più di 5.000 bambini. La fama del personaggio è tale che quattro scuole materne (in Friuli, Sardegna, Emilia Romagna e Lombardia ) hanno il nome PIMPA.Su sceneggiature di Altan sono stati realizzati nel 1992 uno speciale televisivo in animazione di Kamillo Kromo e un video per la prima infanzia con sei storie della serie Il Primo Libro di Kika.Con il regista francese Gérard Zingg ha scritto la sceneggiatura del film Ada (1988) tratto dal suo omonimo romanzo a fumetti, e con il disegnatore satirico Sergio Staino nelle vesti di regista quella del film Non chiamarmi Omar (1992), ispirato al racconto di Altan Nudi e Crudi. Nel 1985 il Teatro delle Briciole ha adattato al teatro Kamillo Kromo. Nel 1989 Altan ha curato la scenografia e i costumi di uno spettacolo per bambini del Teatro alla Scala di Milano dal titolo Babar, l’elefantino bianco.Nel 1990 vince il premio Capri per il giornalismo. Nel 1992 un teatro sudamericano (Teatro de los Andes) ha creato uno spettacolo basato sul suo Colombo, che nel 1993 è stato portato anche in Italia.Inoltre ha creato i 40 disegni che fanno da cornice scenica dello spettacolo del CTA di Gorizia Il bacio di una morta su testi di Carolina Invernizio.Nel 1999 ha cominciato a collaborare con il Teatro dell’Archivolto di Genova e il suo regista Giorgio Gallione. I primi frutti sono stati due spettacoli per l’infanzia: PIMPA, Kamillo e il libro magico e PIMPA Cappuccetto Rosso. Nel 2000, una pièce di forte carica satirica che, anche se strutturata sull’idea di base della striscia Trino e sulle battute delle vignette per i giornali, ha come titolo quello di uno dei suoi romanzi a fumetti: Cuori Pazzi.

Nel 2001 Einaudi ha pubblicato una raccolta delle sue celebri vignette con il titolo Anni frolli che in poche settimane si è piazzato nelle classifiche dei libri più venduti. In novembre/dicembre 2001 gli vengono assegnati ben tre premi: il “Grinzane Junior” per il libro PIMPA vola in Africa della Franco Panini Editore, il “premio Pozzale” per il libro Anni Frolli di Einaudi e il premio “è Giornalismo” assegnatogli da Giorgio Bocca e Enzo Biagi “perché le sue vignette, con una capacità di informazione e una sintesi straordinarie, assumono un’importanza non inferiore a un articolo di fondo”. Nel 2002, oltre a nuovi libri e albi di PIMPA (di cui si trovano permanentemente in catalogo una sessantina di titoli) pubblica con Emme Edizioni due nuovi libri per bambini: I gemelli coccodrilli e Coniglietto va in montagna. Esce una nuova edizione del poemettto di Antonio Porta con le sue illustrazioni: Emilio (Edizioni Nuages). Feltrinelli pubblica Tre uomini in bicicletta, cronaca di tre amici in viaggio su due ruote da Trieste a Istanbul, scritta da Paolo Rumiz, disegnata da Altan e con note tecniche di Emilio Rigatti.In primavera a Omegna si allestisce un grande mostra delle illustrazioni per le opere di Rodari, nel Parco della Fantasia intitolato allo scrittore. Per tutta l’estate la mostra “Altan ad Aquileia” riscontra un eccezionale successo di pubblico. A Gorizia lavora con il Centro Regionale di Teatro d’Animazione e di Figure ideando testo e scene dello spettacolo Pippo pettirosso, applaudito nel suo debutto durante il Puppet Festival a settembre. Nello stesso mese si festeggiano i quindici anni del giornale PIMPA a Mantova, nell’ambito del Festival il premio istituito dalla Regione Lombardia per l’autore più richiesto nelle biblioteche pubbliche. L’anniversario di PIMPA si festeggia anche a Milano, in un grande spazio per bambini allestito presso il Festival dell’Unità. Nel corso del 2003 è stato realizzato uno special per la televisione di 26 minuti, completamente realizzato in Italia e del quale Altan ha curato, oltre al soggetto, la sceneggiatura, i dialoghi e lo storyboard, anche la regia: PIMPA. UNA GIORNATA SPECIALE, nel 2004 uno special di 30 minuti con lo stesso tipo di lavorazione: PIMPA. STORIA DI NATALE e nel 2007 un altro special di 26 minuti medesima lavorazione: PIMPA. L’ANATROCCOLO ALí. Nel 2005 escono con il quotidiano La Repubblica 4 raccolte di storie di PIMPA che si vendono insieme al quotidiano, mentre la Franco Panini Editore continua la pubblicazione del mensile PIMPA, che ormai ha raggiunto le 30.000 copie di vendita ogni mese in edicola, e circa 8.000 in abbonamento.Per i 30 anni di PIMPA, il Teatro dell’Archivolto di Genova organizza uno spettacolo che porterà in varie città Italiane “Il circo di PIMPA”. Lo spettacolo infatti si svolge sotto un tendone da circo e viene portato in varie città italiane: Firenze, Roma, Bologna, ModenaNel 2004 Altan illustra il libro di Roberto Piumini Inferno italiano, pubblicato da Feltrinelli e nel 2005, per Einaudi, un libro di racconti di Abraham B. Yehoshua Un cagnolino per Efrat.Nei “Miti” Mondadori esce la raccolta di vignette con il personaggio CIPPUTI, curato da Edmondo Berselli: L’Italia di CIPPUTI. Libri con CD Editore Gallucci: Per te, Un bimbo sul leone, Ci vuole un fiore, L’arca di Noè, etc.2010 Altan Terapia edittore Salani, 2011 Donne Nude, Longanesi e Tunnel, Gallucci.

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