4
UNITÀ 10 1 ANTOLOGIA .3? o ■+— ' 00 i5 0 “O 0 -03 0 > 0 T3 0 o _ . o c n o c o N c CO o "O c cd co co 0 Alessandro Manzoni: 10 scrittore della verità e della storia (M i scritti di Manzoni sono pervasi dalla costante ricerca della verità etestimoniano 11 suo rigoroso impegno intellettuale eumano. Il suo romanzo, che racconta in maniera fedele la condizione delle persone più umili che vivevano nella Lombardia del Seicento, ha contribuito a formare la coscienza ela lingua comune dell'Italia nata dal Risorgimento. Il mondo di Alessandro Manzoni Nel 1785 Milano era la città più moderna d’Italia: ricche e colte famiglie borghesi vivevano in splendidi palazzi sorti accanto a quelli delle grandi famiglie nobili; artisti, scrittori, intellettuali si incontravano nei caffè intorno al Duomo, leggevano gli ultimi articoli pubblicati, commentavano la politica dell’imperatore d’Austria che regnava sulla Lombardia e sul Veneto. Era anche la città italiana in cui l'Illuminismo si era diffuso maggiormente, gli editori pubblicavano libri e rivi- ste, il governo austriaco introduceva riforme importanti come la scuola elementare gratuita per tutti. In questa città, nel pieno di questo fermento culturale, nacque Alessandro Manzoni. Un intellettuale di buona famiglia Manzoni faceva parte dell’ambiente più raffinato di Milano: sua madre era Giulia Beccaria, la figlia di Cesare Beccaria, il grande illuminista milanese autore del trattato contro la pena di morte Dei delitti e delle pene; suo padre era Pietro Manzoni, un conte (in realtà sembra che il suo vero padre fosse Giovanni Verri, un intellettuale illuminista con cui Giulia aveva una relazione). Il piccolo Alessandro, insomma, apparteneva da una parte alla nobiltà milanese, tradizionalista e all’antica, dall’altra alla borghesia colta e aperta alle idee più moderne. L’unione fra questi due mondi non era facile e infatti non funzionò: Giulia e Pietro non si erano sposati per amore e si separarono presto. Nel 1792 Giulia lasciò il marito e il figlio e si trasferì a Parigi. Alessandro fu mandato a studiare nei collegi più prestigiosi: ricevette una buona formazione culturale, ma soffriva per la seve- rità di quell’educazione e per la mancanza dell’affetto dei genitori. Inoltre, crescendo, iniziò a entrare in contrasto con il padre perché si era appassionato alle idee illumi- niste, quelle di suo nonno e degli amici di sua madre: idee che Pietro Manzoni criticava aspramente. Compiuti venti anni, Manzoni raggiunse la madre a Parigi, dove rimase per cinque anni. Fu un periodo importantissimo: la capitale francese era una città grande, moderna, piena di fermenti culturali. Qui conobbe intellettuali, artisti, poe- ti e scoprì il Romanticismo che proprio in quegli anni si stava diffondendo in Europa. Un ritratto giovanile di Alessandro Manzoni.

Alessandro Manzoni: 00 10 scrittore della verità e …Alessandro Manzoni: 10 scrittore della verità e della storia (Mi scritti di Manzoni sono pervasi dalla costante ricerca della

  • Upload
    others

  • View
    15

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Alessandro Manzoni: 00 10 scrittore della verità e …Alessandro Manzoni: 10 scrittore della verità e della storia (Mi scritti di Manzoni sono pervasi dalla costante ricerca della

UNITÀ 10 1 ANTOLOGIA

.3 ?

o ■+—' 00 i5 0

“O 0

-030>

0T 3

0o

_ .

o cnocoNcCO

o" Oc cd co co 0

Alessandro Manzoni:10 scrittore della verità e della storia(Mi scritti di Manzoni sono pervasi dalla costante ricerca della verità e testimoniano11 suo rigoroso impegno intellettuale e umano. Il suo romanzo, che racconta in maniera fedele la condizione delle persone più umili che vivevano nella Lombardia del Seicento,ha contribuito a formare la coscienza e la lingua comune dell'Italia nata dal Risorgimento.

Il mondo di Alessandro ManzoniNel 1785 Milano era la città più moderna d’Italia: ricche e colte famiglie borghesi vivevano in splendidi palazzi sorti accanto a quelli delle grandi famiglie nobili; artisti, scrittori, intellettuali si incontravano nei caffè intorno al Duomo, leggevano gli ultimi articoli pubblicati, commentavano la politica dell’imperatore d ’Austria che regnava sulla Lombardia e sul Veneto. Era anche la città italiana in cui l'Illuminismo si era diffuso maggiormente, gli editori pubblicavano libri e rivi­ste, il governo austriaco introduceva riforme importanti come la scuola elementare gratuita per tutti. In questa città, nel pieno di questo fermento culturale, nacque Alessandro Manzoni.

Un intellettuale di buona famigliaManzoni faceva parte dell’ambiente più raffinato di Milano: sua madre era Giulia Beccaria, la figlia di Cesare Beccaria, il grande illuminista milanese autore del trattato contro la pena di morte Dei delitti e delle pene; suo padre era Pietro Manzoni, un conte (in realtà sembra che il suo vero padre fosse Giovanni Verri, un intellettuale illuminista con cui Giulia aveva una relazione). Il piccolo Alessandro, insomma, apparteneva da una parte alla nobiltà milanese, tradizionalista e all’antica, dall’altra alla borghesia colta e aperta alle idee più moderne. L’unione fra questi due mondi non era facile e infatti non funzionò: Giulia e Pietro non si erano sposati per amore e si separarono presto. Nel 1792 Giulia lasciò il marito e il figlio e si trasferì a Parigi. Alessandro fu mandato a studiare nei collegi più prestigiosi: ricevette una buona formazione culturale, ma soffriva per la seve­rità di quell’educazione e per la mancanza dell’affetto dei genitori. Inoltre, crescendo, iniziò a entrare in contrasto con il padre perché si era appassionato alle idee illumi- niste, quelle di suo nonno e degli amici di sua madre: idee che Pietro Manzoni criticava aspramente. Compiuti venti anni, Manzoni raggiunse la madre a Parigi, dove rimase per cinque anni. Fu un periodo importantissimo: la capitale francese era una città grande, moderna, piena di fermenti culturali. Qui conobbe intellettuali, artisti, poe­ti e scoprì il Romanticismo che proprio in quegli anni si stava diffondendo in Europa.

Un ritratto giovanile di Alessandro Manzoni.

Page 2: Alessandro Manzoni: 00 10 scrittore della verità e …Alessandro Manzoni: 10 scrittore della verità e della storia (Mi scritti di Manzoni sono pervasi dalla costante ricerca della

LA LETTERATURA DELL’OTTOCENTO

Alessandro Manzoni a colloquio con il re Vittorio Emanuele II, dopo la costituzione del Regno d ’Italia.

Trovò anche l’amore: si chiamava Enrichetta Blondel ed era figlia di un ricco banchiere di Ginevra. Enrichetta si stava convertendo alla religione cattolica e questo influen­zò Manzoni. Nel 1810 i due si sposarono, tornarono a Milano e dopo poco tempo anche Manzoni si riavvicinò con passione al cattolicesimo. Questa scelta fu molto importante e influì in maniera decisiva sulla sua produzio­ne letteraria: cominciò a scrivere opere ispirate alla fede e a maturare le idee che contribuirono a renderlo un grande intellettuale cattolico. In pochi anni compose inni sacri, odi, tragedie e cominciò a elaborare il suo famoso roman­zo, I promessi sposi.Manzoni otteneva successo e gloria, ma la sua vita fu se­gnata da dolorosi lutti familiari: vide morire ben sei figli, Enrichetta e anche la sua seconda moglie. Continuò però

a lavorare con costanza e dedizione e forse anche questo lo aiutò a superare i momenti più difficili.Il prestigio di Manzoni continuò a crescere, tanto che nel 1861, quando si costituì il Regno d ’Italia, venne nominato senatore e gli fu affidato un incarico importante: presiedere la commissione che doveva studiare il modo per fare dei tanti dialetti italiani una sola lingua, comune a tutti gli Italiani.

A che cosa serve la letteraturaOltre a scrivere le sue opere, Manzoni, come fanno spesso gli scrittori, rifletteva profondamente su quello che faceva e si poneva soprattutto una domanda: a che cosa serve la letteratura? E come può essere utile uno scrittore per il mondo in cui vive? A queste domande diede risposta con una frase piena di significato: la poesia e la letteratura devono avere il vero come oggetto, il bello come mezzo e l’utile come scopo. Cerchiamo di capire meglio che cosa voleva dire con quest’affermazione all’apparenza così complicata. Prima di tutto, la letteratura deve raccontare vicende vere o almeno verosimili: avvenimenti che davvero sono accaduti o che sarebbero potuti accadere; storie di personaggi realmente esistiti o che sarebbero potuti esistere. In secon­do luogo, il racconto deve essere gradevole e dare piacere ai lettori, quindi deve essere curato, avvincente, ben costruito. Infine lo scrittore, con le sue opere, deve essere utile alla società, aiutando gli uomini a riflettere e comunicando loro dei valori morali. Tutte le opere di Alessandro Manzoni sono ispirate a queste idee fondamentali, ma più di ogni altra lo è il suo romanzo, Ip ro ­messi sposi.

I Promessi Sposi: un romanzo storicoFin da quando cominciò a immaginare il suo romanzo, Manzoni decise che sarebbe stato ambien­tato nel Seicento: aveva letto i romanzi storici pubblicati in quegli anni in Europa e voleva scriverne uno. Prima di iniziare a scrivere, si documentò con precisione, studiando tutto del XVII secolo, nel quale voleva ambientare le sue storie: i grandi avvenimenti che avevano coinvolto gli Stati europei e italiani, ma anche il modo in cui viveva la gente comune. Addirittura, iniziò il suo racconto con una finzione che serviva a confermare che quello che stava per raccontare era davvero avvenuto nel Seicento: dichiarò infatti che la vicenda era narrata in un antico documento che egli aveva ritrovato. Ma perché voleva ricreare così fedelmente quel periodo? Perché il Seicento non era un secolo qual­

Page 3: Alessandro Manzoni: 00 10 scrittore della verità e …Alessandro Manzoni: 10 scrittore della verità e della storia (Mi scritti di Manzoni sono pervasi dalla costante ricerca della

UNITÀ 10 ANTOLOGIA

siasi: aveva caratteristiche sulle quali Manzoni voleva attirare l’attenzione dei suoi lettori, perché era convinto che fossero comuni anche alla sua epoca e, più in generale, alla storia umana.Nel Seicento la Lombardia era governata dagli Spagnoli, proprio come, nella prima metà dell’Ot­tocento, era dominata dagli Austriaci: parlando di un’epoca lontana, Manzoni voleva fare riflet­tere i propri lettori sul presente e su quanto fosse ingiusto che un popolo si trovasse sotto­messo a un Paese straniero.Nel Seicento l’ignoranza e la superstizione erano molto diffuse, la cultura non era a dispo­sizione di tutti, ma soltanto di pochi e questi non la usavano per migliorare la vita della gente, ma per affermare il proprio potere. Attraverso i suoi personaggi, Manzoni condanna­va tutto questo: non dimentichiamo che era il nipote di Cesare Beccaria e che fin da bam­bino aveva imparato quanto fossero importanti l’ istruzione e l’uso della ragione. In quell’e­poca, infine, i potenti usavano la propria influenza per soddisfare le proprie ambizioni; per Manzoni, invece, avere potere significava essere al servizio della gente e lavorare per mi­gliorare la società. Insomma, quel secolo era perfetto per mostrare ai lettori ottocenteschi tutto quello che era sbagliato e per indicare una strada più giusta.

Il romanzo della gente sempliceAlcuni tra i personaggi dei Promessi sposi vissero davvero a Milano nel XVII secolo e furono davvero coinvolti nelle vicende che Manzoni descrive. Erano persone in vista: politici influenti, grandi uomini di chiesa. Non sono però i potenti e gli uomini più famosi di quel tempo i veri protagonisti del romanzo: gli eroi della storia sono... due ragazzi di paese!Per la prima volta uno scrittore dedicava tutta la sua opera più importante alla gente umile di un borgo situato sulle sponde del lago di Como: due giovani innamorati, un parroco un po’ troppo ar­rendevole di fronte ai potenti, una perpetua pettegola ma generosa, un frate coraggioso e tanti altri. Mentre, pagina dopo pagina, ci immergiamo nella vicenda narrata da Manzoni, noi impariamo a conoscere tutti questi volti, i loro caratteri, i loro sentimenti, che somigliano a quelli degli uomini di tutti i tempi: l’amore, la paura, l’ira, la rassegnazione, la nostalgia, il coraggio, la speranza... Ci ren­diamo conto, leggendo, che a loro va tutta la simpatia dello scrittore: sopportano le difficoltà della vita e le ingiustizie dei potenti, rimanendo fedeli ai propri valori morali e sperando nell’aiuto di Dio.

Il romanzo della ProvvidenzaE Dio non li abbandona. Nelle pagine del roman­zo scopriamo quanto fosse profonda la fede dello scrittore e quanto fosse importante nelle sue idee sul mondo e sull’uomo. La vita della gente umile è segnata dalla sofferenza: Renzo e Lucia vanno incontro a tante difficoltà e rischiano persino la vita a causa del capriccio di un signore potente e violento, don Rodrigo; eppure, al di là di tutta questa ingiustizia, c ’è una giustizia più

Un episodio dei Promessi sposi ambientato in un contesto semplice e popolare: il protagonista del

romanzo, Renzo, parla in un’osteria con gli amici Tonioe Gervaso.

Page 4: Alessandro Manzoni: 00 10 scrittore della verità e …Alessandro Manzoni: 10 scrittore della verità e della storia (Mi scritti di Manzoni sono pervasi dalla costante ricerca della

1LA LETTERATURA

DELL’OTTOCENTO

alta che è sempre vigile: la Provvidenza di Dio. Gli umili si abbandonano a essa con fiducia, non solo perché non hanno altro ma, soprattutto, perché la loro fede è sincera.Lucia crede nella Provvidenza con tanta forza che non si scoraggia neppure quando si trova in pericolo e tutto sembra crollare intorno a lei; è proprio questa ragazza semplice che Manzoni sceglie per dar voce a una delle sue convinzioni più radicate: Dio non priva mai i suoi figli della felicità, se non per prepararne loro una più grande. Insomma, Dio non lascia mai soli gli uomini ed è sempre presente nella loro vita.

Il romanzo di una vitaManzoni dedicò al suo romanzo quasi vent’anni della sua vita. Ne scrisse una prima versione nel 1823 e la intitolò Fermo e Lucia ; ma non ne era soddisfatto. Così lo modificò profonda­mente e nel 1827 ne pubblicò una nuova versione, intitolata I prom essi sposi.Dopo l’edizione del 1827, Manzoni cominciò a riflettere su un problema che gli stava molto a cuore: la lingua usata per scrivere la sua opera. Voleva che il suo romanzo fosse scritto in una lingua letteraria il più possibile curata, ma anche molto vicina alla lingua parlata: desiderava essere uno scrittore che tutti potessero comprendere, anche la gente comune, e che le sue opere fossero lette da molti e fossero utili a molti, non solo a pochi raffinati uomini di cultura. Aveva anche un altro obiettivo: quello di far sì che la propria opera fosse capita e letta non solo a Milano e in Lombardia, ma in tutta Italia: Manzoni, infatti, pensava che l’Italia, politicamente ancora divisa, dovesse essere unita almeno nella cultura. Gli sembrò che l’unica lingua che potesse diventare una lingua comune fosse il toscano. Così, lo scrittore si trasferì per un perio­do a Firenze per «lavare i panni in Arno», come disse lui stesso, ossia eliminare termini ed espressioni tipicamente lombarde e riscrivere la sua storia nella lingua che gli sembrava più vi­cina a diventare quella usata da tutti gli Italiani. La versione definitiva del romanzo uscì nel 1840 .

Le opere principaliNella sua lunga vita Manzoni scrisse molto: saggi, trattati storici, riflessioni sulla letteratura e sull’arte. Noi ricordiamo qui solo le sue più importanti opere poetiche e narrative.

Titolo Data di stesura

Contenuti

Inni sacri 1810-1822 Cinque composizioni poetiche dedicate alle più importanti feste cristia­ne: celebrano la fede cristiana, considerata come religione del popolo.

Odi 1821 Due odi in cui Manzoni riflette su importanti awenimenti storici di quell’anno: la morte di Napoleone e i moti risorgimentali per liberare la Lombardia dagli Austriaci.

Tragedie 1820-1822 Il conte di Carmagnola, dedicata a un condottiero vissuto nel XV se­colo e accusato ingiustamente di tradimento; Adelchi, che ha come protagonista il principe longobardo Adelchi, vissuto nelI’VIII secolo e coinvolto nella guerra combattuta in Italia tra Franchi e Longobardi.

1 promessi sposi 1821-1840 Romanzo storico in cui, sullo sfondo della Lombardia del Seicento, si svolge la vicenda di Renzo e Lucia, due giovani che non possono spo­sarsi a causa delle prepotenze di un signorotto della zona, don Rodrigo.

£

Alessandro M

anzoni: lo scrittore

della verità

e della

storia