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Euro 2,50 9 La rivista è disponibile anche su App Store per iPhone e iPad Dicembre 2011 2012 UN ANNO DI IMMAGINI

Airplanes 9-11

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2012UN ANNO DIIMMAGINI

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In tutte le attivita` lavorativa �cosi` come nella vitaprivata, la fine di un anno e i primi giorni del suc-cessivo costituiscono un periodo di bilanci. Anche

noi abbiamo voluto ripercorrere i momenti salienti del2011, attraverso alcune delle immagini piu` significati-ve dell anno appena passato; immagini che per bellez-za o rappresentativita` abbiamo voluto inserire nel ca-lendario 2012. Ecco dunque le fotografie che tra le mi-gliaia scattate negli scorsi 12 mesi abbiamo scelto peraccompagnarci nel nuovo anno.

Copertina

Uno dei quattordici F-15E del 494th Fighter Squadron�Panthers� del 48th Fighter Wing �Liberty� di base aRAF Lakenheath, nel Regno Unito, decolla da Deci-momannu al termine del rischieramento in Sardegnadegli Strike Eagle dell�USAFE.Svoltasi tra il 20 gennaio e il 4 febbraio 2011, la cam-pagna addestrativa ha visto gli equipaggi statuniten-si svolgere missioni aria-aria, e aria-terra.

David CenciottiUUnn aannnnooddiiiimmmmaaggiinnii

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GennaioUn Tornado ECR del155° Gruppo del 50°Stormo decolla dallabase di Trapani Birgi peruna missione di sup-porto all operazione aguida NATO �UnifiedProtector�. Le �Pante-re� dell Aeronautica Mi-litare hanno svolto mis-sioni SEAD �Suppres-sion of Enemy Air De-fense di soppressionedelle difese aeree libichee di deterrenza.

MarzoIl canopy appannato di un F-16 della Royal Danish AirForce a poche ore dalla primasortita giornaliera dell eser-citazione Winter Hide 2011.Dal 17 gennaio all�11 febbraio2011, undici velivoli si sono ri-schierati in Italia per per-mettere ai piloti danesi dicontinuare l addestramentoanche in un periodo nel qua-le, normalmente, le condi-zioni meteorologiche ri-scontrate a Skrydstrup inDanimarca sono particolar-mente rigide e il rateo dicancellazione delle sortite e`piuttosto elevato.

FebbraioUno dei Predator B del28° Gruppo del 32° Stor-mo di Amendola rulla altermine di una missioneISR �Intelligence Sur-veillance Reconnaissan-ce addestrativa. A par-tire dal mese di agosto,i droni italiani hannocondotto missioni di ri-cognizione e sorve-glianza in Libia.

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AprileUn CL-415 del Diparti-mento della Protezio-ne Civile decolla dal-l aeroporto di Ciampi-no per una missioned addestramento. I �Ca-nadair� del DPC sonotra gli assetti piu` im-portanti nella lotta an-tincendio in Italia.

GiugnoGli ugelli di scarico deimotori Eurojet EJ200degli EurofighterTyphoon del 4° e del36° Stormo rischieratia Trapani per la crisi li-bica. Gli F-2000° italia-ni hanno svolto missio-ni DCA �Defensive Co-unter Air e scortaHVAA �High Value AirAsset.

MaggioUn NH-90 dell Esercitoimpegnato in una mis-sione della �Italian Call2011� all interno del po-ligono di Monte Roma-no. All esercitazione han-no preso parte 32 eli-cotteri, veicoli tattici�Lince�, mortai pesantida 120 mm e piu` di 350unita` tra equipaggi estaff provenienti da Ita-lia, Austria, Belgio, Re-pubblica Ceca, Germaniae Slovenia �con osser-vatori di Grecia e Litua-nia.

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LuglioUn F-16 dei Thunder-birds durante il volo diprova dell Air Extreme2011 di Jesolo, unica tap-pa italiana del tour eu-ropeo del team di di-mostrazione dell USAF.

SettembreUn AV-8B+ Harrier IIdella Marina Militaresolleva una nuvola divapore decollando dallapista 35 di Decimoman-nu per una missione diaddestramento al tiroaria-suolo sul poligonodi Capo Frasca. Anche gliHarrier della Marinahanno preso parte allaUnified Protector in Li-bia, operando dalla por-taerei Garibaldi.

AgostoUn AB.212ICO del 21°Gruppo del 9° Stormo diGrazzanise saluta glispotter assiepati fuoridalla base di Cambrai, inFrancia, sede del NATOTiger Meet 2011. Nel-l ambito dell esercita-zione, gli elicotteri del-l Aeronautica Militarehanno svolto missioni diPersonnel Recovery,quali Combat SAR �ri-cerca e soccorso di per-sonale in territorio osti-le e Combat Recovery,missioni N.E.O. �Non-combatant EvacuationOperation e di supporto alle Forze Speciali.

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OttobreUn Tupolev 154M de-colla dall aeroporto diCiampino per riportarein patria la delegazionedella Repubblica Slo-vacca che ha preso par-te alla cerimonia di bea-tificazione del defuntoPapa Giovanni Paolo IIin Vaticano il 1 maggio2011.

DicembreUn F-15E del 494th FS indecollo da Decimoman-nu per una missioneDACT �Dissimilar AirCombat Training congli F-16 MLU danesi e gliEurofighter Typhoondel 4° Stormo impegnatinella Winter Hide 2011sulla base di Grosseto.

NovembreL F-2000 del maggioreRaffaele Beltrame delReparto SperimentaleVolo dell AeronauticaMilitare durante l esi-bizione nell ambito del-l Air Extreme 2011 a Je-solo. Finalista nella garaper il nuovo caccia in-diano, nel corso del 2011il Typhoon del 311° Grup-po volo si e` esibito ai co-mandi del maggiore Bel-trame anche ad AeroIndia 2011, a Bangalore.

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Èun martedi` mattina di settembre apparente-mente come tutti gli altri quando arrivo alla sta-zione ferroviaria di Grosseto; ma mi basta scen-dere dal treno e ascoltare i suoni nell aria attorno

a me per rendermi conto che non e` assolutamente cosi`.Un rumore, all inizio sordo e lontano, a poco a poco cre-sce e si scandisce inconfondibile: e` quello di un Euro-fighter.In effetti sono qui proprio per conoscere quanto piu` davicino possibile il 4° Stormo dell A.M., che ha in dota-zione questi caccia-intercettori.In pochi minuti sono gia` all interno dell Ufficio Comandoe come al solito l accoglienza riservatami e` calorosa epiena di premure.

Il 4° Stormo e` uno dei centri focali in ordine alla rea-lizzazione dell operato svolto dalla nostra AeronauticaMilitare e sono qui proprio per cercare di capire perche´,come e quanto esso lo sia. Cosi` comincia il mio primocolloquio ufficiale della giornata, in cui ho il piacere difare la conoscenza del Cap.Pil. Federica Maddalena, pi-lota del IX Guppo qui al 4° Stormo e una tra le prime don-ne pilota di caccia. Il gruppo a cui appartiene il Capitano Maddalena si oc-cupa di garantire la sicurezza dello spazio aereo nazio-nale, montando d allarme 365 giorni l anno, 24 ore su 24,grazie alla presenza di due piloti pronti a decollare in unamanciata di minuti nel momento in cui dovesse suonarela sirena attivata in caso vi sia un aereo in difficolta` per

particolari emergenze o qualora il velivolo abbia in-tenzioni potenzialmente ostili. A quel punto, subito dopoil decollo, i piloti intercettano l aereo per dargli assistenza,scortarlo fuori dallo spazio aereo nazionale o addiritturaforzarlo all atterraggio, a seconda dei singoli casi. Data la complessita` dell attivita` svolta e del velivolo im-piegato nel compierla, domando al Capitano se le sia maicapitato di dover fronteggiare un emergenza: �In real-ta` le emergenze avvengono con una certa frequenza;ovviamente non si tratta di emergenze gravi, ma l ae-roplano che noi pilotiamo e` molto complesso e quindie` facile che qualche sistema non funzioni in modo pro-prio e in quel caso noi seguiamo una check list che ci diceesattamente cosa fare, non lasciando a noi nulla da im-provvisare. Tra l altro con l ausilio del simulatore pro-viamo gia` da terra le varie emergenze che possono real-mente manifestarsi, in modo da essere assolutamente

Visita al 4° Stormo, la “Tana” degli EFA:“Il Cap. Maddalena e il Comandante Marzinotto raccontano…”

Lodovica Palazzoli

Comando 20° Gruppo.

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in grado di fronteggiarle in aria.� Poi, non senza qual-che sorriso nel ricordarlo, il Capitano mi racconta cheproprio questo sistema di addestramento le e` stato mol-to utile il giorno in cui era sotto esame per conseguirela combat readiness, perche´ �fortunatamente� si veri-fico` in volo la medesima avaria al computer di bordo cheaveva affrontato al simulatore il giorno prima!Quindi certamente un attivita` molto particolare, che nonsi esaurisce o meglio non si vive soltanto durante l orariolavorativo, perche´ proprio al fine di essere realizzata nelmiglior modo possibile prevede momenti di ritrovo so-ciali, informali il cui obiettivo e` quello di accrescere i rap-porti di fiducia, collaborazione e adesione tra tutti i varicomponenti del reparto. Cosi` dalle parole del CapitanoMaddalena scopro l esistenza di feste ormai consolida-te come la Ballata, dove si saluta il Comandante di Grup-po uscente e con l occasione si festeggiano anche quel-li precedenti o la Casaccia, cosi` chiamata perche´ si tie-ne in una sorta di �rudere� ed e` dedicata agli ultimi ar-rivati che hanno il precipuo compito di ripulirla, una fe-sta goliardica insomma in cui sono invitate le famigliee si fanno quadretti divertenti su ciascun pilota con ri-guardo ai fatti avvenuti nell ultimo anno.Ma a parte queste amene occasioni di ritrovo, che si-curamente rendono anche piu` peculiare l appartenen-za a questa forza armata, quando chiedo al Capitano diraccontarmi un episodio che le e` rimasto particolarmenteimpresso, la risposta e` immediata: il primo scramble rea-le. Proprio ascoltando e vedendo la naturalezza e la sem-plicita` con cui il Capitano Maddalena parla del suo la-voro, mi sorge spontanea una domanda: quale reazio-ne consegue alla scoperta del suo lavoro in una perso-na esterna all ambiente militare? �Sconcerto, nelle sue

varie forme. Soprattutto le persone anziane sono le piu`incredule. In generale, in realta` sono piu` le persone cherestano sorprese di quelle che invece vedono come nor-male questo lavoro, se svolto da una donna, non-ostante siano trascorsi ormai undici anni da quando leForze Armate hanno cominciato ad aprirsi anche a noidonne.� Forse tanta sorpresa si deve anche all idea che conciliareil ruolo di donna con una vita lavorativa intensa e a vol-te anche imprevedibile negli orari, come lo e` questa, nonsia cosa facile. In realta` l esperienza dal Capitano Mad-dalena toglie qualsiasi dubbio, perche´ nonostante lei siala prima a testimoniare l esistenza di alcune complica-zioni a livello organizzativo, soprattutto nella gestionedella casa, e` sempre lei ad affermare di non aver in-contrato particolari difficolta`, perche´ come per la vitanel reparto anche in casa la parola chiave e` �collabora-zione�.Giunta al termine del nostro incontro, non posso nonammirare la personalita` e la determinazione del Capi-tano Maddalena, che ringrazio per la disponibilita` e perl esempio di capacita` e tenacia che con il suo lavoro ela sua naturalezza ogni giorno incarna, per tutte.Al 4° Stormo non fa capo soltanto il IX Gruppo, ma an-che il 20°; proprio per meglio conoscere l attivita` di co-loro che vi lavorano vengo accompagnata in PalazzinaAllarme, dove avviene la seconda intervista della gior-nata, quella con il Ten. Col. Pil. Davide Marzinotto.Il 20° Gruppo, di cui il Ten. Col. Marzinotto e` Coman-dante, ha finalita` istituzionali differenti dal IX. Infattinel percorso di crescita professionale di un pilota, dopoaver conseguito il BPM �Brevetto di Pilota Militare sipuo` essere assegnati alla linea Eurofighter presente qui

Motto del 20° Gruppo.

Lodovica Palazzoli insieme al Comandante del 20° Gruppo Ten. Col. Pil.Davide Marzinotto.

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e la funzione principale di questo gruppo e` quella di se-guire la conversione dei piloti su questa nuova macchina.Ecco perche´ il 20° Gruppo e` detto OCU, Operational Con-version Unit; naturalmente questo corso di conversio-ne ha durata diversa a seconda dell esperienza pregressadei piloti e quindi puo` variare dai tre, quattro mesi ai set-te, otto, tempi necessari per completare l addestramento�basico� sulla macchina e raggiungere cosi` la Capacita`al Combattimento Limitata, primo gradino delle capa-cita` di un pilota operativo. Dopo questa fase i piloti pos-sono essere assegnati ai gruppi operativi; in Italia ci sonoquattro gruppi EFA, tre puramente operativi mentre ilquarto e` appunto questo, che in virtu` del suo scopo pri-mario istruzionale e` composto esclusivamente da istrut-tori.Ma la suddetta finalita` non e` l unica, perche´ il 20° ha an-che la responsabilita` della standardizzazione operativa;quindi all interno della comunita` Eurofighter compostadai quattro gruppi, su questo grava il compito di gesti-re e redigere tutte le pubblicazioni operative riguardantila manualistica operativa e la manualistica addestrati-va, al fine di aggiornare le modalita` di impiego della mac-china. Inoltre sempre il 20° Gruppo segue come focalpoint tutte le attivita` di sviluppo di questo velivolo, per-cio` raccoglie le esigenze dei gruppi operativi, le coordinacon gli alti comandi, con le ditte e il Reparto Sperimentale,garantendo allo stesso tempo il medesimo flusso di in-formazioni dall alto verso il basso, di nuovo verso i grup-pi operativi, che potranno cosi` conoscere le innovazio-ni della macchina, quali evoluzioni software si appron-teranno e se saranno piu` o meno aderenti alle loro ri-chieste.Infine, ma non certo come ultimo, all interno dello Stor-mo il 20° Gruppo contribuisce alla protezione dello spa-zio aereo, montando d allarme e svolgendo circa 1/6 ditale attivita`, agendo come un gruppo operativo.Dopo questa panoramica sul gruppo, con il ComandanteMarzinotto cominciamo a parlare dell indiscusso pro-tagonista: l Eurofighter Typhoon.�L EFA e` una macchina molto avanzata; attualmente e`uno dei caccia piu` performanti al mondo. Ha capacita`di eccellenza sotto tanti punti di vista che lo pongonosu un piano di primazia nell ambito delle comunita` figh-ter mondiali.� Spiega il Comandante, che in seguito ag-giunge �Oggi non ci sono piu` singoli aspetti che carat-terizzano un velivolo; ad esempio negli anni Settantala velocita` poteva rivelarsi un fattore determinante perla primazia nell impiego. Adesso la tecnologia ha portatoi velivoli a primeggiare in altri modi, tra cui la cosiddettasensor fusion, cioe` la capacita` di gestire piu` sensori tra-mite computer estremamente complessi, sensori che for-niscono informazioni all aeroplano che e` in grado di ge-

stirle e rappresentarle al pilota, dando loro pesi differentiin funzione dell esattezza e della necessita` delle stesse.La tecnologia permette oggi di condividere tutte que-ste informazioni in una sorta di network locale, tra piu`velivoli, tra piu` assetti. In questo modo gli aeroplani sonodei veri e propri sistemi d arma molto complessi che siinseriscono in una piattaforma informativa, una sortadi �rete internet�, in modo da scambiare, ricevere e for-nire informazioni ad altre piattaforme, in una parola:dialogare. Il nostrro velivolo e` nato con questo scopo ede` uno dei pochi al mondo �insieme ad esempio all F-22 americano, mentre la maggior parte di essi magariha queste caratteristiche, ma non sin dalla genesi.� Intal modo si profila cosi` un pilota inteso come gestore diinformazioni, molto precise, esatte, grazie a questa ca-ratteristica tecnologica che rende l Eurofighter uno deicaccia piu` efficaci al mondo, senza dimenticare che an-che dal punto di vista delle prestazioni aerodinamichenon e` secondo a nessun altro.A questo punto la domanda suscitata dall intervista e` as-solutamente naturale: come e` possibile riuscire gesti-re la mole di informazioni incamerate dallo stesso ve-livolo e essere in grado, al contempo, di occuparsi delvolo in senso stretto? Il Comandante mi risponde af-

Cap. Pil. Federica Maddalena.

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fermando che questo e` uno degli aspetti piu` interessantidelle nuove tecnologie; infatti negli anni si e` passati daaerei complessi dal punto di vista della loro condotta avelivoli tecnologicamente avanzati. In questo modo gliaerei sono divenuti piu` semplici da volare, solo da vo-lare non comunque da impiegare, ma richiedono un eser-cizio e un attenzione intellettiva maggiore da parte delpilota. Il problema e` che la strumentazione, la capaci-ta` di calcolo, la sensoristica di bordo sono tutte com-ponenti che pongono il pilota in primo piano e questideve essere in grado di gestirle tenendo conto del las-so temporale critico e ridotto che ha a disposizione. Eccoperche´ questo aereo a seconda della fase di volo af-frontata, a seconda della situazione, cambia il tipo di in-formazioni in maniera automatica: infatti seguire tut-to non sarebbe materialmente possibile. Inoltre un al-tra caratteristica riguardo la gestione dei dati si riscontranella personalizzazione delle informazioni, grazie allaquale l aereo e` in grado di auto personalizzare la tipo-logia e il formato delle informazioni in funzione dellecaratteristiche personali del pilota, che in volo carica ipropri setup di default al fine di migliorare e rendere piu`efficacie l interfaccia tra uomo e macchina. Dopo aver dato un occhiata anche io alla strumentazionedi questa �piattaforma volante�, dove gia` soltanto sul-la cloche ci sono ben sette comandi ognuno dei quali havarie configurazioni, mi domando quali siano in concretole difficolta` incontrate da chi si approccia per la primavolta a questo velivolo non da semplice visitatorecome me, ma da pilota. �Noi del 20° Gruppo seguiamodue filoni addestrativi; uno si occupa della riqualifica-zione di piloti esperti che hanno volato da intercetto-ri sui velivoli F-16 e che ora effettuano un corso ridot-

to di conversione sull EFA. Per questi piloti, a parte lanuova tecnologia, difficolta` non ce ne sono. Diverso e`quando si tratta del cosiddetto full course, dove ci sonopiloti provenienti dal corso pre-operativo e che vengonoassegnati alla linea EFA; le difficolta` che questi ragaz-zi incontrano sono dovute proprio alla complessita` del-la macchina, alla tecnologia avanzata, alla mole di stu-dio estremamente consistente e alla capacita` di rap-portarsi con le informazioni. Per agevolare questoprocesso di apprendimento abbiamo alcuni strumentimolto innovativi riguardanti la simulazione, che per-mettono un maggiore apprendimento a costi decisa-mente ridotti, garantendo prestazioni in volo estre-mamente piu` consistenti a fronte della possibilita` di re-plicare innumerevoli volte situazioni che magari in volonon sarebbe possibile riproporre o per impossibilita`, comenel caso di emergenze gravissime, o a causa dei costi mol-to elevati che richiederebbero. Inoltre gli strumenti disimulazione sono scaglionati a seconda delle esigenzee utilizzati in maniera graduale, ad esempio nelle pri-me fasi didattiche sulla conoscenza dei sistemi di bor-do una simulazione molto complicata sarebbe addirit-tura eccessiva, invece e` meglio accompagnare le lezionifrontali a simulazioni semplici, li` per li`, in modo da in-segnare e poter subito toccare con mano quanto spie-gato.� Racconta il Comandante che indica come uniconeo di questo sistema il fatto che il simulatore sia piu`che altro un emulatore, perche` la pressione psicologi-ca del volo reale e` irreplicabile e insostituibile. Conclusa la piacevole �chiacchierata� con il Ten.Col. Mar-zinotto, ho la possibilita` di scattare qualche foto sedu-ta a bordo del mitico Eurofighter guidata da un men-tore di eccellenza: nuovamente il Cap. Maddalena. Dopole foto e` il momento di visitare la palazzina che ospitail 20° Gruppo il cui simbolo, un leone, e` presente un po dappertutto, dagli oggetti al motto dello stesso grup-po, appunto Unus sed leo. Qui incontro ancora il Co-mandante Marzinotto, che ringrazio per l ospitalita` e chegiustamente ha sulla porta del suo ufficio una testa dileone per bussare.Purtroppo la giornata trascorre davvero rapidamentee cosi` dopo aver assistito al decollo di qualche ruggen-te EFA e` ora di tornare a casa, ma sara` difficile anzi im-possibile dimenticare la visita qui allo stormo del cavallinorampante, alla �tana degli EFA�; inoltre il simulatore cheavrei dovuto provare era in manutenzione e ho potu-to soltanto vederlo da fuori notando l indovinata scrit-ta �simulatione siderum tenus� presente fuori dal localedove e` ospitato. In compenso il personale della base miha gentilmente invitato a tornare un altra volta per te-starlo e io, sinceramente, non vedo l ora di poter rac-contare anche questa esperienza! Lodovica Palazzoli insieme al Cap.Pil. Federica Maddalena a bordo di

un EFA.

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Sono le diecidi domeni-ca mattinaal Fortuna-

to Cesari e la basesalentina e` ovvia-mente sveglia, mastraordinariamentesilenziosa.Esco dal mio allog-gio e mi avventuroin questa piccolacitta` il cui coloredominante e` il ver-de, quello delle pa-lazzine, quello deimezzi, dei tanti al-beri e naturalmentedei �Macchini� del61° Stormo. Ma non di tutti. A ben guardare infatti,sulla linea di volo sono schierati dieci MB339 blu conuna caratteristica livrea tricolore a renderli ancor piu`inconfondibili: e` la Pattuglia Acrobatica Nazionale.

Silenzio e cinguettiiora regnano sovra-ni, ma il loro domi-nio e` destinato aessere sovrastatodal rombo delleFrecce Tricolori,pronte a decollarein vista della mani-festazione di TorreSuda, a pochi chi-lometri da questoaeroporto.Ed e` proprio pocolontano da dove sitrova il suo mac-chino che con gran-de piacere incon-tro il cap. pil. Fabio

Capodanno, Pony 10 da questa stagione. Il cap. Ca-podanno prima di essere impiegato nel 313° Gruppoacrobatico ha volato sul velivolo AMX presso il 13°Gruppo di Amendola �72° Stormo, effettuando cosi`

FFrreeccccee TTrr ii ccoolloorr ii aa TToorrrree SSuuddaa

“Il solista racconta”

Lodovica Palazzoli

Lodovica Palazzoli insieme al cap. pil. Fabio Capodanno.

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missioni aria-suolo in ordine al supporto di forze ter-restri. Entrato a far parte della PAN, dopo aver ri-coperto per alcuni anni varie posizioni, e` stato scel-to per il ruolo di Solista e quando gli domando comesia trascorso questo primo anno, a lui bastano let-teralmente tre parole per arrivare al punto: �Purtropposta finendo� ammette a malincuore prima di conti-nuare �l anno e` passato molto piu` in fretta di quan-to io potessi pensare o sperare e in termini di espe-rienza mi haportato tan-tissimo, per-che´ il passag-gio dalla po-sizione diPony 4 �se-condo grega-rio sinistro aquella diPony 10 miha molto im-pegnato siadal punto fi-sico che men-tale. Infattiho dovuto af-f r o n t a r e ,come e` natu-rale, alcunedifficolta` tec-niche, ma an-che nuove as-sunzioni diresponsabilita` sia nei miei confronti che di quelli delgruppo, dato che come incarico secondario sono l uf-ficiale di sicurezza volo�.Nonostante da terra il Solista appaia il piu` �esube-rante� dei nostri piloti acrobatici, e` bene tenere a men-te che non c e` nulla di improvvisato o meramente ar-bitrario nella sua performance; infatti i suoi compi-ti sono essenzialmente due: quello di riempire gli spa-zi vuoti lasciati dalla formazione e quello di presen-tare questo velivolo tutto italiano portandolo al li-mite del suo inviluppo di volo, limite che pero` e` gia`precedentemente individuato e testato, grazie ancheall operato svolto in collaborazione con il Reparto Spe-rimentale della A.M.Dunque quello del Solista e` un compito molto deli-cato, che chi e` chiamato a svolgere deve affrontarecon umilta`, preparazione e serieta`; ecco perche´ il pi-lota romano ci rivela essersi sentito molto conten-to e lusingato nell essere stato chiamato a compier-

lo. Ma ascoltando le sue parole, inevitabilmente vedoscorrere nella mia mente le tante figure acrobatichepresenti nel suo display e non resisto dal porgli unadomanda forse banale, ma assolutamente spontanea:qual e` la sua preferita? �In realta` le figure piu` spet-tacolari non sempre sono quelle piu` tecnicamentecomplesse e viceversa. Quindi come pilota sicuramenteprovo grande soddisfazione a realizzare un tonnaulento o un quattro tempi in maniera molto buona, per-

che´ appuntosono mano-vre abba-stanza impe-gnative. Maammetto checon grandedispiacere ri-nuncerei afare la cele-bre scampa-nata o il ca-ratteristicolomcevak.�Giunti quasial terminedella nostrachiacchiera-ta, realizzoche l uomo in�tuta blu� ac-canto a mevive con unpuro entusia-

smo che nulla ha a che fare con l esaltazione, questomomento assolutamente irripetibile della sua carrierama anche della sua vita, a cui e` giunto per gradi, ma-turando il desidero del volo acrobatico della PAN soloquando gia` pilota di Aeronautica. Cosi` lo ringrazio elo saluto, certa di conservare un ricordo ottimo e uni-co di questo incontro.Ma passano pochi minuti che un rombo, misto ai po-tenti sibili dovuti al motore turbo puro dei macchi-ni, si leva dalla distesa di asfalto dell aeroporto e i die-ci aerei tricolori rullano in fila indiana. Lungo la pi-sta li vedo e li sento decollare e ora, immersa in que-sto boato di coro, mi sembra impossibile trovarmi nel-lo stesso posto che poco prima era un oasi di tran-quillita`. Intanto i jet della Pan si ricongiungono ra-pidi nel cielo e basta una manciata di secondi per ve-derli stagliarsi lontani: davanti a loro Torre Suda, incoda una distesa di asfalto e di verde nuovamente si-lenziosa…ma ancora per poco, si spera!

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Ho il piacere di incontrarlo inuna calda mattina di settem-bre, in cui racconta come un pi-lota chiamato ad insegnare il

volo debba porsi di fronte all allievo. La pro-fessionalita` e la preparazione sono i trat-ti fondamentali di questa attivita`, a cui fan-no da corollario l umilta`, la disponibilita` ela passione, perche´ solo in questo modo sie` in grado di raggiungere il fine ultimo: ad-destrare quelli che saranno i nuovi pilotidell A.M., giovane linfa di tutto il sistema.Cosi` domando quale sia stato il motivo chespinge un pilota in generale, e il Magg. Pinar-di in particolare, a scegliere questo ruolo: �Io credo chela novita`, uno stimolo nuovo debba essere ricercato ogni tan-to. Percio`, dopo aver volato per sette anni sull AMX, ho sen-tito l esigenza di fare qualcosa di diverso; cosi` ho intrapre-so questo profilo di carriera, non senza qualche naturale in-certezza dovuta proprio all originalita` della situazione,compensata pero` dell ottimo ricordo che il mio istruttore ave-va lasciato in me, facendo si` che in questo frangente piu` chemai guardassi a lui come a un esempio da seguire.�Data la delicatezza e l importanza del compito svolto da ogniistruttore, una delle doti o delle attitudini che certamentequesti e` tenuto ad avere e sviluppare e` la capacita` di ascol-tare il proprio allievo, in modo da poter comprendere me-

glio qualsiasi suo atteggiamento ed esse-re in grado di rapportarsi con lui nel migliormodo possibile. A tal fine l istruttore deveessere versatile, adottando metodo e ma-niere piu` congeniali a seconda della personache si trova di fronte, non agendo inmodo stereotipato e impersonale, ma alcontrario ponendo l allievo al centro del suosistema di insegnamento, soppesandoazioni e parole sulla base del tipo e del ca-rattere con cui si confronta.Incuriosita sempre di piu` dall argomento,

domando al Maggiore quale sia la scaletta checontraddistingue gli impegni giornalieri di ogni

istruttore: �La scaletta e`, per cosi` dire, standard. Alle8.05 ci si trova nell aula briefing di stormo, alla presenza delComandante di Stormo e dei comandanti di gruppo, ci ven-gono presentati i NOTAM, la manutenzione ci indica il nu-mero degli aerei disponibili. Dopodiche´ c e` il briefing con l al-lievo che dura di media una mezzoretta quando l adde-stramento e` in fase inoltrata, mentre all inizio preferiamoprenderci un po piu` di tempo. L appuntamento successivoe` al duty desk, per verificare anche le condizioni meteo, se-guito dalla sala equipaggiamento. Poi si va verso l aereo, sicompie insieme il giro di controllo esterno del velivolo e dali`, a cominciare dalla chiamata radio, e` tutto addestramen-to. Per quanto riguarda la fase di volo, noi facciamo missioni

A tu per tu con il Magg. Pil. PINARDI

“Quando il Volo si insegna”“Professionalità, competenza, serietà”, in queste tre parole si condensano i re-quisiti di un istruttore di volo. A svelarli è il Magg. Pil. Massimo Pinardi, istrut-tore presso il 213° Gruppo (I Verdi) del 61° Stormo di stanza a Galatina (Le).

Lodovica Palazzoli

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di volo a vista, strumentale, di coppia basica a bassa quota.Il corso e` in sostanza un building block, che va dall accen-sione del motore alla graduation. Una volta atterrati dopoun attivita` volativa di circa ottanta minuti, si torna in aulabriefing dove noi istruttori analizziamo il volo insieme al-l allievo per mettere in evidenza eventuali progressi o dif-ficolta` emerse. Poi ci si congeda e si incontra l allievo suc-cessivo a cui e` dedicato lo stesso iter del precedente e da-vanti al quale ci poniamo con la medesima attenzione e de-dizione, nonostante magari sia per noi gia` il secondo even-to della giornata.� Infatti normalmente ogni istruttorevede la propria giornata scandita da due eventi, raramen-te da tre, perche´ ognuno di questi richiede in media quat-tro ore di lavoro.La chiave di tutto comunque, svela il magg., e` riuscire a man-dare l allievo in volo rilassato, consapevole che il suo obiet-tivo e` lo stesso dell istruttore e che questo non ha come pre-cipuo compito quello di evidenziare i suoi errori ma di svi-luppare le capacita` e le conoscenze gia` acquisite nelle fasiprecedenti, uno e due, del conseguimento del BPM �Brevettodi Pilota Militare che lo hanno portato ad affrontare la ter-za ed ultima fase qui a Lecce. Ecco perche´ al termine di ognibriefing, pochi minuti prima del volo, il magg ripete a tut-ti i suoi allievi la stessa frase: ok, adesso andiamo a divertirci!Per fare questo, l Aeronautica Militare affida l addestramentodei suoi �pinguini� ad una macchina che proprio quest an-no festeggia il trentennale di dotazione al 213° Gruppo: l Aer-macchi MB339. Percio` questo e` un velivolo assolutamenterodato, soprannominato �padre di famiglia�, perche´ e` piut-tosto semplice da volare quanto a impiantistica di bordo e

sistemi, ma soprattutto permette di pensare, di sbagliare, nonesigendo dall allievo il massimo della precisione a pena del-l irreparabile; per usare le parole del Maggiore, �e` un aereoche perdona parecchio�, perche´ anche in acrobazia non ten-de allo stallo, per giungervi necessita invece di una certa for-zatura nell errore. In sostanza il �macchino� si rivela un ot-timo addestratore sia per queste sue caratteristiche di sta-bilita`, che per il fatto di mantenere tuttora una strumen-tazione analogica, dunque di piu` complessa interpretazio-ne, rispetto alle macchine moderne su cui i giovani piloti sa-ranno destinati e che di conseguenza appariranno loro, al-meno da questo punto di vista, piu` semplici e immediate.Proprio perche´ l errore e` una componente praticamente es-senziale per l apprendimento, il magg Pinardi non ha anco-ra smesso di lasciarsi sorprendere dai suoi allievi �un po per-che´ non si puo` andare in volo pensando che si e` gia` visto ditutto e un po perche´ loro si inventano sempre qualcosa dinuovo, magari nel momento meno opportuno. Ecco perche´e` necessario essere sempre piu` che vigili�. Alla luce di tuttoquesto il giorno della consegna delle aquile turrite, della gra-duation, riveste un importanza particolare, soprattutto perquell istruttore, come il magg. Pinardi, che ha seguito pas-so dopo passo, o meglio, volo dopo volo veramente da vi-cino il proprio allievo; infatti e` lui stesso a raccontare che es-sere presente alla cerimonia e` un po come rivivere l emozionedella propria e cosi` nella loro gioia raggiante si trova non ilcompenso per l impegno e lo sforzo impiegato, ma lo stimoloper quello ancora da compiere, con altri.A questo punto ho ancora il tempo per una domanda da por-re al disponibilissimo magg. Pinardi: e` piu` difficile essere al-lievo o istruttore? �Assolutamente essere istruttore. Perche´e` colui che deve riuscire a insegnare, a prescindere dalla bra-vura, dall attitudine di chi si ha di fronte e a portare al bre-vetto. Inoltre l allievo in volo pensa sempre una cosa: tan-to c e` l istruttore. Quindi io devo essere pronto a interveni-re in qualsiasi momento e per qualsiasi cosa, perche´ io sonoper lui quello che sa e insegna…quello che comunque c e`!D altro canto, ogni volo, ogni allievo e` un occasione di mi-glioramento e di crescita anche per me, per essere domaniun istruttore migliore per un altro, magari per un suo pari-co !� L intervista con il Magg. Pinardi, indiscusso comunicatored entusiasmo, si conclude con un sorriso e con le sue icasti-che parole di chiusura: non e` facile. Effettivamente il lavo-ro, ma soprattutto la premura e la dedizione richiesta a que-ste persone, sono davvero consistenti, perche´ l attivita` chesvolgono e` al contempo importante e delicata e va gestitacon la capacita` adeguata. Uscendo dall aeroporto Cesari, in-crocio i nuovi allievi appena arrivati e in procinto di cominciareil corso e non posso fare altro che augurare loro, seppur men-talmente, un grande in bocca al lupo..a loro come al Magg.Pinardi!

15Lodovica Palazzoli insieme al Magg. Pil. Massimo Pinardi

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LL’’AAeerroo CClluubb ddii MMaannttoovvaa ttrraa

ppaassssaattoo ee mmooddeerrnniittàà

La storia del rinato Aero Club di Mantova af-fonda le proprie radici nella meta` degli anni80, quando alcuni appassionati di volo co-struiscono la prima sede, alcuni hangar ed una

pista di 500 metri in localita` Curtatone.Pur rimanendo situata nel medesimo Comune, dal1993 la struttura viene riposizionata in localita` Pon-te Ventuno, dando vita ad una nuova pista lunga 750metri ed a nuove strutture connesse. Dal 2006 av-viene poi la svolta anche sul piano prettamente isti-tuzionale, e l allora Associazione di amanti del volosi trasforma finalmente in un moderno Aero Club, ot-tenendone la qualifica di Ente federato nazionale.

La strutturaIntitolato alla memoria del Gen. Pil. Alessandro Bla-delli �aviatore originario di Mantova e uno dei �pa-dri fondatori� della pattuglia acrobatica �Getti To-nanti�, l Aero Club di Mantova svolge le proprie at-tivita` su un aviosuperficie in erba di 750 metri, e` do-tato di 10 hangar capaci di ospitare fino ad una tren-tina di velivoli e di una sede che offre ogni servizioutile ai naviganti che qui si recano per svolgere le loroattivita` di volo.

Simone Bovi

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La scuola di voloInvitato a visitare la struttura, un sabato di inizio pri-mavera arrivo all Aeroclub di Mantova.Giunto di prima mattina vengo accolto calorosamentedal Presidente Giampaolo Sbarbada, personaggio dispicco nella realta` dell aviazione generale del nord-

est Italia. Il Presidente mi spiega fin da subito che lastruttura locale ospita una Scuola di Pilotaggio peril Volo da Diporto o Sportivo, unica in ambito pro-vinciale ad essere autorizzata dall Aero Club d Italiasu delega del Ministero dei Trasporti.I corsi, generalmente con cadenza annuale, si strut-

Da dx Fabrizio Bovi, il pre-sidente dell Aero Club Man-tova Gian Paolo Sbarbada,il sindaco della Citta` di Cur-tatone Antonio Badolato eil consigliere comunale Al-cide Imperiali vicino a unmagnifico Shorts Skyvan.

Il nuovo Tecnam P 92 Classic della scuola di volo.

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turano in due parti: una teorica - nella quale gli aspi-ranti piloti apprendono le nozioni basilari sulle tec-niche di pilotaggio, la meteorologia aeronautica e lanormativa - e una pratica, al termine della quale gliallievi devono superare un esame per ricevere l abi-litazione al pilotaggio.La flotta in dotazione all Aeroclub e` attualmente com-posta da un velivolo Euro FlyFire Fox 503 �I-8343 eda un Tecnam P 92 Classic 100 �I-A001Nel primo caso si tratta di un classico aereo alquantodiffuso nelle scuole di volo: biposto in tandem, sicuroe robusto, e` caratterizzato da praticita` e facilita` dipilotaggio tali da essere lo strumento ideale per gliallievi piloti.Diversamente, il P92 Classic presente in Aeroclub e`ideale per una scuola di pilotaggio avanzata, inquanto macchina molto performante e dotata di unmotore Rotax 912 ULS2 capace di sprigionare fino a100 cavalli di potenza.La visita prosegue tra i numerosi hangar, all internodei quali sono ospitati numerosi velivoli: Zlin Sava-ge Cruiser, EvektorEurostar, ICP Savannah XL VG, P92e persino un favoloso Yak 52 di origine ungherese.Sono per lo piu` aeromobili privati utilizzati da singolio gruppi di associati alla locale struttura.

In volo con il Savage Cruiser Sfruttando le buone condizioni meteo della giorna-ta mi viene concessa dal Vice Presidente Cristiano Az-zoni l opportunita` di salire con lui a bordo del Sava-ge Cruiser di sua proprieta`, ospitato permanentementenegli hangar dell Aeroclub.E` la prima volta che effettuo un volo con questo ge-nere di velivolo. Vengo aiutato ad accomodarmi nel-l abitacolo, e fin da subito noto che le dimensioni ri-strette, insieme alle cinghie ed all apparecchiatura fo-tografica che mi porto in volo, limitano moltissimoi miei movimenti.In breve tempo mettiamo in moto. Tutta la stru-mentazione di bordo � semplice ma funzionale � nonda` alcuna indicazione di anomalia e cominciamo a rul-lare a fondo pista pronti per la corsa di decollo.Il fondo erboso rende la nostra corsa di decollo mo-vimentata ma e` solo questione di pochi secondi e sia-mo gia` in volo, con il motore che ruggisce quasi al li-mite della potenza massima. Le condizioni meteo sono buone ma fronti freddi inarrivo da nord fanno �ballare� frequentemente il no-stro Savage, obbligando il pilota a frequenti corre-zioni di rotta e quota. Chiedo al pilota di poter apri-re il finestrino per avere una migliore visuale durante

Lo splendido quadriposto Yak 18T.

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i miei scatti ma veniamo investiti da un vento geli-do che ci obbliga subito ad una rapida chiusura del-lo stesso. Per questa volta dovro` accontentarmi pernon rischiare un rapido assideramento!Attestati ad una quota di circa mille piedi proseguiamoin direzione nordest verso la citta` di Mantova, del-la quale ci e` facile distinguere dall alto le sue operearchitettoniche piu` importanti: il Duomo, la Torre del-l Orologio, Palazzo Ducale, Palazzo Te, Piazza Sordelloe Piazza delle Erbe.Da Mantova ci abbassiamo di quota per poter meglioscorgere le bellezze naturali della Riserva naturale delfiume Mincio, che, con i suoi 15942 ettari di esten-sione da` rifugio ad una grande varieta` di uccelli ac-quatici e a distese di fiori di loto visibili anche dall alto.Invertiamo rotta e ci dirigiamo verso sud, in direzionePonte d Oglio, riportando il nostro Savage ad una quo-ta di 3000 piedi. L interfono mi consente di comunicare col pilota sen-za difficolta`, mentre nei dintorni apprendiamo dal-le comunicazioni in frequenza che e` in corso un lan-

cio di paracadutisti. Il pilota scende nuovamente diquota, dandomi la possibilita` di scattare le ultime fotoin volo, questa volta al famoso ponte costruito nel1926 su alcune chiatte sul fiume Oglio.E` tempo di rientrare e dopo pochi minuti siamo a ter-ra, anche in questo caso con spazi di atterraggio ve-ramente ridotti.Giusto il tempo per un rapido debriefing ed uno scam-bio di opinioni sul volo trascorso. Concludiamo la gior-nata in una tipica trattoria del mantovano tra spe-cialita` enogastronomiche della provincia. In fondo,Mantova e` anche questo!

www.aeroclubmantova.it

L autore ringrazia sentitamente il Presidente dell AeroclubMantova Giampaolo Sbarbada, il Vicepresidente Cristia-no Azzoni e Gabriele Orlandi per la disponibilita` nella pre-parazione di questo articolo.

Il Savage, velivolo protagonista di un raduno di grande successo organizzato dall Aero Club Mantova lo scorso anno che verra` riproposto il pros-simo 20 maggio 2012.

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Periodico di Aeronautica e Spazio iscritto al n. 47/2007 del registro della stampa presso il tribunale di RomaEditore: Associazione IDEAE - Direttore Responsabile: Alessio Piano - Vicedirettore: David Cenciotti

Via Gianfilippo Usellini, 434 - 00125 Roma - tel. +39 06.52440791- fax +39 06.892.804.66www.airplanesmagazine.it - e-mail: [email protected] - Cod.Fisc. e Part. Iva: 09339321003

Testi e Redazionali: Aeronautica Militare, Brochure PAN, Alessio Piano, David Cenciotti, Lodovica Palazzoli, Simone BoviFoto: Frecce Tricolori, Troupe Azzurra, David Cenciotti, Lodovica Palazzoli, Alessio Piano

Progetto grafico e Videoimpaginazione: Paolo LazzariAnno 5° - numero 9 - dicembre 2011

Finito di stampare nel mese di gennaio 2012 presso gli stabilimenti dell azienda tipografica LITOGRAFTODI srlZona Industriale Pian di Porto, 148 - 06059 TODI �PG - Tel. 075.898041 - Fax. 075.8987110 www.litograftodi.it

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