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/7 IMPIANTI A FUNE _____ ______ _ 8 o 90 Carlevaro, un pioniere NANNI CARLEVARO 11 professore Ugo Carlevaro e mo rt o a Mllano il 20 luglio scorso all'eta di 96 anni, essende nato a Varzi (PV) iI 23 aprile 1897, Abblamo chiesto al flglio Nanni di ricordare questa figura unica e fonda- mentale nel campo degli impianti a fune mondlall , unltamente all 'uomo on est o, arguto e coraggioso , Dal li bro dei prof. Pllilippe Desaillaud, Consigli ere Generale dell'Alta Savoia, "H istoi re du tunnel routier sous le Mont Bl ane, 1946 - 1965" ehe, come riporta il geometra Pi ero Alaria nel Suo "Can- ti ere Monte Bianco", com in eia eosi : "Deux ingenieurs it ali ens vien nent d'ar- ri ver et demand ent I'autorisation de prendre la benne de service pour de- scendre a Chamonix. Il s disent qui Ugo Carlevaro fotografato recentemente a Courmayeur in occasione dei bicentenarlo della conquista dei Monte Bianco , tra 11 cav, Glacomo Perona (a sinistra) ed il cap, Giuseppe Lambertl (a destra), A fianco , Ugo Carlevaro sulla "benne de service" tra Chamonix e l'Algullle du MidI. 36 viennent pour I 'aff aire du tunnel. Je me trouve dans le bureau de la Compagnie Fran ya ise des Fun icul ai res de Monta- gne, Un 'heu re plus tard, nous voyons debarquer un etrange equipage a la Don Quichotte et Sancho Panya: le professeur Carlevaro et le geometre Alaria. Ils nous ex pliquent qu'ils font des travaux da triangulation pour determiner le trace du tunn el, et que leu r patron , le comte Lo ra Totin o, leur a demande de descendre a Chamonix pour prendre co nt ac t avec les autori- tes. C'est ain si qu e co rnm enee en France, en cette be ll e journee d'ao Ot 1946, l'llistoire du tunnel ro uti er sous le Mont Blanc, " Poche persone possono dire di eSsere state amiehe di mio padre come Piero Alaria, 10 sChivo, saggio geornetra ehe , oggi ci sembra incredibil e, ha eseguito il tracciamento dei tunnel mediante 71 grandi triangolazioni in alt a quota usan- do un teodolite Wild non elettroni co, 0 eome iI eelebre prof. Vittori o Zig noli, dei Politec ni co di Tor in o, un grande dell'in- gegn er ia it ali ana di tutti i tempi, al quale ne ssun o pe nsava si potesse dare dei tu , ei l cui nome si trova abbinato a qu ello di Ca rl eva ro nel progetto del la f un ivia dei Plateau Rosa a Cervinia dei 1939, la prima funivia al monde cost rui ta sopr a i 3000 metri di quota, Non si pub parlare dei prof. Carleva ro senza vederlo inquadrato in qu ell a pat- tuglia di uomini straordinari ehe forma- vano 10 stato maggiore dei co nt e bi elle- se Di no Lora Totino, il grande pioniere dei Cervino e del Mont e Bianco, pat- tugli a eonosciuta e invidiata in tutto il mond o, rappresentante la scuola funi- viaria it ali ana, atti va su ll e Alpi , sull'Et- na , su ll e Ande, in Afri ea, dappertutto dove si potessero tira re funi di acciaio o dove ve ne fosse so lt anto I'intenzio- neo Ri eordo aneora, io ero un raga zzino, la mi ssione ehe mio padre feee eo n Zi- gno li in gran segreto a Enn a, nel ' 43 , quala neve n, 71 settembre - ottobre 1993

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/7 ~\~.~ IMPIANTI A FUNE _~/-7~()_{!J~?~j>t!......L1-_____ ______ _

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o 90 Carlevaro, un pioniere

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NANNI CARLEVARO 11 professore Ugo Carlevaro e morto a Mllano il 20 luglio scorso all 'eta di 96 anni, essende nato a Varzi (PV) iI 23 aprile 1897, Abblamo ch iesto al flglio Nanni di ricordare questa figura unica e fonda­mentale nel campo degli impianti a fune mondlall , unltamente all 'uomo onesto, arguto e coraggioso,

Dal libro dei prof. Pllil ippe Desaillaud, Consigliere Generale dell'Alta Savoia, "Histoi re du tunnel routier sous le Mont Blane, 1946 - 1965" ehe, come riporta il geometra Piero Alaria nel Suo "Can­tiere Monte Bianco", comineia eosi : "Deux ingenieurs italiens viennent d'ar­river et demandent I'autorisation de prendre la benne de service pour de­scendre a Chamonix. Ils disent qui

Ugo Carlevaro fotografato recentemente a Courmayeur in occasione dei bicentenarlo della conquista dei Monte Bianco, tra 11 cav, Glacomo Perona (a sinistra) ed il cap, Giuseppe Lambertl (a destra), A fianco, Ugo Carlevaro su lla "benne de service" tra Chamonix e l'Algullle du MidI.

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viennent pour I'affaire du tunnel. Je me trouve dans le bureau de la Compagnie Franyaise des Funiculai res de Monta­gne, Un'heure plus tard, nous voyons debarquer un etrange equipage a la Don Quichotte et Sancho Panya: le professeur Carlevaro et le geometre Alaria. Ils nous expliquent qu'ils font des travaux da triangulation pour determiner le trace du tunnel, et que leur patron , le comte Lora Totino, leur a demande de descendre a Chamonix pour prendre contact avec les autori­tes. C'est ainsi que cornmenee en France, en cette belle journee d'aoOt 1946, l'llistoire du tunnel routier sous le Mont Blanc," Poche persone possono dire di eSsere state amiehe di mio padre come Piero Alaria, 10 sChivo, saggio geornetra ehe, oggi ci sembra incredibile, ha eseguito il tracciamento dei tunnel mediante 7 1 grandi triangolazioni in alta quota usan­do un teodolite Wild non elettronico, 0

eome iI eelebre prof. Vittorio Zignoli, dei Politecnico di Torino, un grande dell'in­gegneria italiana di tutti i tempi, al quale nessuno pensava si potesse dare dei tu , eil cui nome si trova abbinato a quello di Carlevaro nel progetto del la fun ivia dei Plateau Rosa a Cervinia dei 1939, la prima funivia al monde costruita sopra i 3000 metri di quota, Non si pub parlare dei prof. Carlevaro senza vederlo inquadrato in quella pat­tuglia di uomini straordinari ehe forma­vano 10 stato maggiore dei conte bielle­se Dino Lora Totino, il grande pioniere dei Cervino e del Monte Bianco, pat­tuglia eonosciuta e invidiata in tutto il mondo, rappresentante la scuola funi­viaria italiana, attiva su lle Alpi , sull'Et­na, sulle Ande, in Afriea, dappertutto dove si potessero tirare funi di acciaio o dove ve ne fosse soltanto I'intenzio­neo Rieordo aneora, io ero un ragazzino, la missione ehe mio padre feee eon Zi­gnoli in gran segreto a Enna, nel '43,

quala neve n, 71 settembre - ottobre 1993

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presso il eomando dei generale Roatta, il quale era stato eonvinto dal conte Lora a realizzare una grande teleleriea sottomarina tra Cannitello, in Calabria, e Punta Faro in Sicilia, destinata al trasporto di earbone e di eereali al riparo dalle ineursioni dei eaeciabom· bardieri alleati sul lo Stretto. Vennero anehe eostru ite le stazion i In bunker, e a Porto Marghera si leeero le prove dl un prototipo dei vagonetti , ma gli alleati non ritennero di darci il tempo di eom· pletare I'opera. Finehe II prof. Carlevaro rimase il dlret· tore d'esereizlo delle soeieta Cervino, Monte Bianeo e Teleleriehe Oropa, alle quali per oltre quarant'anni dedieb II largo tempo ehe gll avanzava dai suoi Impegnl di prolessore \itolare dl Mee· eaniea e Maeehine presso gli Istitutl Industrlali di Biella e di Torino (lu anehe di rettore dl esereizio della lunieolare Biella·Piazzo dal '44 al '53), nessuno sospettb ehe in lui albergassero quallta

di imprenditore, ma bastb ehe un Suo amieo e eliente, il dott. Feliee Savio, proprietario dei terreni di Cortina sui qual i eostruirono insieme la slittovia dei Pieros;:' e poi della Tolana edel Col Druseie, gli proponesse di eosti tuire una soeieta per la realizzazione di slit· tovie (prima della seeonda guerra mondiale ne realizzarono una trentina) e in seguito di seggiovie e teleeabine, ehe questo metieoloso, disereto e di· sinteressato prolessore di meeeaniea diventasse, eon 10 svizzero Ernst Con· stam e il Iraneese Jean Pomagalski , uno dei tre massimi pionierl della di· vulgazione degli impianti di risalita nel mondo lin dagli anni '30. Fu pereib la Carlevaro & Saviodi Torino ehe eoni<> il termine "seggiovia" e ehe ne eostrui i primi esemplari italiani a Bardo· neeehia e a Bormio nel 1946, ehe rea· lizzb la prima teleeabina automatiea ad Alagna Valsesia nel 1949 e le prime 12 seggiovie biposto europee, ehe lin dal

qual. neve n. 71 selte mbre · otlabre 1993

Sopra da sinlstra: la prima slittovia d 'ltalia ad Oropa nel 1934, con Giacomo Perona alla guida; il prlncipe Umberto sulla s littovia

dei Canalone di Tofana a Cortina; la seggiovia dl Bardonecchla, dei 1946, con sostegni in legno. Sotto, da slnistra: la telecabina di " Italia 61 " a Torino; il sostegno aito 50 m per la telecabina di Silver Springs (Florida), I'altezza era funzlonale al fatto dl svettare sopra gli alberi ed attirare el ienti dall'autostrada vlcina ; la prima telecablna con gli sei ai piedi realizzata a Mt. Snow nel 1964.

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1958 erano riehieste negli USA dai clienti di Jean Pomagalski, e al quale venivano spedite da Torino - le prime sei complete fino all'ultimo bullone -perehe fossero imbarcate dalla Franeia per New York, mentre in Italia le stesse seggiovie non si potevano installare per la goffa ragione "ehe non erano contem­plate dalle Norme". Si, quelle Norme ministeriali che hanno reso eos; interes­sante la vi ta dei prof. Carl evaro e di tutti gli altri imprendi tori italiani, Giovanni Graffer in testa. E cos;, seomparso Savio nel '62, sosti ­tuito da me, il professore si sbizzarr; al l'estero, dal '60 al '71, principalmente con le sue 43 seggiovie biposto e tripo­sto e le sue 11 teleeabine americane, ciascuna delle quali avrebbe raeeolto un paniere di record se fosse stata realizzata in Italia, eome la telecabina di Ki llington dei 1968-69, 5 km e mezzo in tre tronchi, detentriee allora dei re­cord incontrastati di velocitil (4 m/s nel 3° tronco) , di portata (1500 p/h con cabine quadriposto) , di potenza (1250 Cv) e di lunghezza. Seggiovie da 1200 p/h con awiamento mediante giunto idraulieo e motore a gabbia, miniseg-

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giovie sempre da 1200 p/h con stazio­ne tenditrice oscillante senza fune tenditrice. Una telecabina Carlevaro instaltata in Florida nel '63 ha un so­steg no alto 50 m. La famosa squadra dei contrappeso per seggiovie e un brevetto Carlevaro, come il morsetto a tenaglia (1948), usato pOi da Marchisio e dal quale discendono, attraverso I'in­ve rsione dell 'azione del la molla, le morse automatiche della moderna Po­magalski , di Lei tner e di Agamatic. 11 trave di laneio a pneumatici che oggi tutti adottano non e altro ehe il perfezio­namento di un brevetto Carlevaro e Savio, nientemeno che dei 1954, ehe prevedeva gomme piene collegate da trasm issioni a catena , impiegato, per esempio, nella telecabina di Torino Esposizioni dei '61, ma anche a Cour­mayeur, Pila , Teglio, Gressoney, Val Vigezzo, Alpe Palu, Abetone, in Fran­cia a Saint Lary, La Perdrix, Vi llard de Lans, Chamonix La Flegere e Chamo­nix Lognan, a la Molina in Spagna, a Loearno, Rivera e Champery in Svizze­ra e sulle 11 telecabine americane det­te prima. Mentre Carlevaro si dava da fa re al­I'estero, in Italia faceva anche parte delta Piemonte Funivie di Torino, ehe aveva costituito nel '55 eon Savio, I'ing. Prudenza, i fratelli Marchisio, il dott . Escher, i geom. Gnudi e Magliola. A questa soeieta vennero affidati tutti i clienti ita liani di telecabine e funivie, al progetto delle quali lavor<'> in gran parte un altro buon amico di mio padre, I'ing. Giulio Azzaroli. Una delle opere piu importanti pro-

gettate da Carlevaro fu anehe la funivia Direttissima del la Paganel la, presse Trento, 2900 m di lunghezza e 1900 m di dislivello (!) , al limite delle possibi litil d'impiego delle funi di aeeiaio , eostruita dalla ditta Rosnati e la cui perizia geo­logiea fu esegu ita dal prof. Ardito De­sio, classe '97 anche lui e in rapporti epistolari con mio padre ancora di re­cente. E in rapporti epistolari eg li fu anche con il presidente dei Consiglio Giuseppe Pella, suo antieo col lega d'insegnamento a Biella, e eon Indro Montanelli, sul cui Giornale sono ap­parsi numerosi suoi interventi nella pagina dei lettori. Intorno al '50 il conte Gaetano Marzotto volle affidargli il progetto di ben sette funivie da costruire a Cortina, progetto che gli albergatori di Cortina ostacola­rono perche eollegato alta costruzione di nuovi alberghi. E ehe dire della seggiovia di Les Ce­dres in Libano, dei 1950, e di quelle dei Cairo e di Alessandria d'Egitto, dove fu mio padre a fa re le impalmature, nel '48 e '49? 0 delta telecabina di Kuala Lum­pur, in Malesia, eostrui ta dall'Agudio con i disegni Carlevaro & Savio nel 1972. Tra impianti costruiti in proprio e

Sopra, la telecabina di Alagna (1949) e 10 schema dl una stazione motrice tendltrice delta Carlevaro & Savio. Sotto, la segglovia di Torino Esposlzioni dei 1948 e 10 schema di una stazione motrice tenditrice delta Carlevaro & Savio con squadra oscillante dei contrappeso.

quola neve n. 71 settembre - ottobre 1993

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quelli eseguiti tramite licenze si caleola ehe sono oltre 100 le realizzazioni di stampo Carlevaro nel mondo, compre· sa una grande telecablna In due tronchi installata dalla Heckel a Zweisimmen, nell 'Oberland bernese, nel 1956. Pere credo che gli implanti che piu lui avesse amato fossero I primi di Bardonecchla, Bormio, Folgaria, Aprica, Plan de Gral· ba, Oropa, Terme dei Brennero, (con sostegni a portale su pali SCAC), La Thuile, Sestola, Recoaro, Plazzatorre, Carezza, Roccaraso, Pila, Gressoney, le vecchie seggiovie monoposto da 240 p/h, le prime due addiri ttura con i cavalletti di legno. Contrastato In modo direi fi slolog ico dall'autorita di controllo italiana nella diffusione in patria delle sue scandalo· se Idee progresslste e semplificat rlcl, I1 professor Carlevaro fu nondimeno considerato necessario componente dl comitati di studio delle norme OIT AF, organizzazione internazionale dei tra· sporti a fu ne, della quale era membro fondatore (Roma, 1957). In virt" dei la sua importante posizione di direttore

d'esercizio piemontese, venne eletto vlcepresidente della Sezlone Trasporti a Fune della FENIT, la potente federa· zlone italiana dei trasportl , e in tale veste fu Invltato al lavori della Commis· sione Funivie dei Ministero dei Tra· sporti , insieme al presldente della Se· zione che era ring. Arturo Tanesinl , altro amico dei euore, che cop riva, con la sua grande autori ta di direttore di eserclzlo e di progettlsta, la parte orien· tale delle Alpi. Le slmpatie dei prof. Carlevaro spazla· vano dal progettistl come I'austrlaco Ettmayer agil svlzzeri come Krencker e Züberbuhler della Von Roll , al minlste· riall francesl come Rumilly e Lachenal, comprendendo in segulto Claude Dour· non, mentre nell'ambito di un rapporto di grandissima stlma professionale re· ciproca , I1 prediletto era senza dubbio Oenis Crelssels dei quale, forse, Invl· dlava la spavalderla nel difendere le stesse Idee che aveva con lui su deter· minatl aspett i della tecnica, come I'au· splcata abollzione dei freno sulla por· tante nelle grandl funlvle biluni: famose le relazlon i Carlevaro al Convegni di Torino, intl tolate "11 tallone d'Ach ille" e "Via il dente, via I1 dolore", ehe tante sconcerto suscitarono ne ll'ala piu conservatrlce dei Mln istero italiano. Ma forse I'amico piu affezlonato mlo padre 10 trova in Plerre Mancini , titolare della Cables et Monoralls dl Grenoble, rap· presentante de lla Carlevaro & Savio in Francia. Ne posso dimenticare l'lng. Dwyer, americano, Bob McLellan, ca· nadese, l'lng. Franclsco Sagala, spa· gnolo, I'inglase Clayton, I'amico di tante battaglle Erlch Kostner, il prof. Bertolotti con il quale organlzze i primi convegni sui trasporti a fune durante i saloni della Montagna di Torino, e poi I'ing. Emlro Noussan di La Thuile, Landi ehe prese il SuO posto alla direzione della Cervino,

quota neve n. 71 settembre • ottobre 1993

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I1 geom. Oe Francisco dl Cllamonix e, particola rmente a lui vicino, il prof. Oante Marocchi con I1 quale, alla fine dl certe giornate di collaudo, eventual· mente con i suol dopotutto amati grandi Controllori, I proff . D'Armln i e Greco,

Sopra: a sinlstra iI morsetto a tenaglla Carlevaro & Savlo; a destra, la morsa automatlca Carlevaro & Savlo. Sotto: a slnlstra , I1 gen. Umberto Noblle (sul segglollno) collauda la segglovla d, Oropa ne11947; a destra , durante 10 stesso collaudo la verilica dei limite elastlco di un velcolo.

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scambiava complicitil e lepidezze sor­nione. Una vita dedicata al lavoro, si usa dire. Alla bella etil di 96 anni il profes­sor Carlevaro si manteneva perfetta­mente al corrente degli avvenimenti dei suo mestiere leggendo minuzio­samente le riviste tecniche, Quota Neve soprattutto, e durante le mie visite settimanali mi sottoponeva a quello ehe, non conoscendo I'uomo, un estraneo avrebbe scambiato per un interrogatorio 0 un esame, mentre per lui non era ehe una chiacchierata sull'argomento che piu amava. Una miriade di persone ha mandato parole di conforto alla famiglia: Lello Prudenza 10 ha chiamato "maestro", Creissels "un exemple et un honnete homme, comme helas il n'y en a plus beaucoup". Serge Tarassof della Poma paria della sua "place eminente qu'il a occupe au sein de notre profession", I'ottantaduenne comm. Luigi Cravetto, presidente della Cervino, e stato tratte­nute a stento dal partecipare al funerale nell'assolato Monferrato; il telegramma di Perona, il suo amato cav. Giacomo Perona, ehe fu assunto 17enne da mio padre come operaio nel '34 per pilotare il prime slittone italiano, al Lago dei Mucrone sopra Oropa, e che 10 ha af­fiancato in tutte le costruzioni di Lora e perfino in Colorado nel '62, e stato tra i primi ad arrivare; Thaon di Revel, a nome deIl'ANITIF, 10 ricorda "decano della scuola piemontese", per I'affezio­nato Achille Bonini e "il caro professore" e Pier Giorgio Tanesini ha mandato un telegramma chiaramente commosso. Su La Stampa e apparso, oltre a quello cosi senti to della soc. Cervino, anche un necrologio di Mario Gariglio: da Gariglio, maestro carpentiere di Mon­calieri e fabbricante di barconi in ferro da varare nel Po, sono passati tutti gli impianti Carlevaro & Savio che partiva­no per l'America negli anni '60. Mi piace considerare questo anziano artigiano, che dopo 22 anni dagli ultimi rapporti sente il bisogno di parteciparci la sua tristezza, il campione di tutti i galantuo­mini che hanno trattato da pari a pari con mio padre. Seri quando c'era da esser seri, arguti e scanzonati quando era il caso. PercM mio padre con la gente divertente si trovava be ne e ne diventava anche un leader: ad un certo momente la famosa equipe dei conte Lora progetto e credo costrui uno sci­volo di lamiera che probabilmente ser­viva a collegare tra loro i due rifugi Torinodi Courmayeur, quellovecchio e quello nuovo, nel quale i trasportati dovevano viaggiare seduti per gravitil .

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E co me credete che 10 avessero chia­mato? Culovia. Cavaliere al merito della repubblica nel '55 (il diploma glielo trasmise per com­petenza I'ing. Raffaele Costa della Mo­torizzazione di T orino e attuale Ministro dei Trasporti) e Cav. Uff . nel '60. il prof. Carlevaro era anche insignito dell'ordi­ne dei la Rulliera d'Oro creato dal conte Lora, che volle orgogliosamente pre­miare con mio padre anche Giacomo Perona e Domenico Broglio. tutti e tre giil Caval ieri della Repubblica perche artefici della costruzione delle funivie dei Monte Bianco. Cavaliere di Vittorio Veneto, ovviamente, il sottotenente Ugo Carlevaro servi a 19 anni nel Ge­nio Minatori dell 'armata dei Duca d'Aosta , facendo saltare otto ponti sul Tagliamento e sul Piave durante la ritirata di Caporetto. AI suo sergente napoletano, che era fochino nella vi ta civi le e percio addetto ad accendere le micce, e che, stante la fucileria austria­ca, non voleva buttarsi in acqua per andare alla pila minata dei ponte ferro­viario di Motta di Livenza, avendo di­chiarato, in appoggio al suo rifiuto, di "tenere famiglia", il sottotenente Carle­varo disse bonariamente, com 'era nel suo carattere (invece di proporne la fucilazione com'era d'uso) : "Be, dato che gil1 tieni famiglia, tienimi anche questa giacca e questa pistola , ehe al ponte ci pensen) ia." Croce di guerra e medaglia di bronzo, non venne insignito di medaglia d'ar­gento percMla proposta, avanzata dal suo capitano che era rimasto ferito nel­le linee nemiche e che il mio babbo andö a recuperare passando attraver­so le fiamme dei ponte in lagno di Codroipo, spari nella ritirata e non ven­ne piu da lui solleeitata. Ma ricorderö sempre quello che una volta mi disse, a proposito dei pericoli della guerra: "Far saltare i ponti era niente! 11 brutto ve­niva quando mi toccava sparare col revolver nelle bott i di vino delle osteria perfarle vuotare e impedire ai soldati in

ritirata di sborniarsi. Allora si che ri­schiavo davvero la pelle!" 11 prof. Carlevaro credo sia I'unico diret­tore di esercizio ehe abbia sperimenta­to di persona la caduta di una vettura di funivia per rottura della fune portante: il fatto avvenne il 1° gannaio dei '46 ad Oropa, e fece I'argomento di una pa­gina a colori della Domenica dei Cor­riere. Mio padre riporto soltanto la frattura di una vertebra e non mori, allora, percM dopo un volo di 53 metri la vettura. dopo aver battuto nella neve tre vol te, resto sollevata di 15 m, tratte, nuta dalla traente-zavorra. Ebbene, cosa pensö questo candido uomo (sempre insidiato negli affari dai mascalzoni di turno) , nel risvegliarsi dallo svenimento, ancora prigioniero nella cabina schiaceiata? "Pero "-pen­sa - "in Paradiso c'e la luce, meglio cos1. " Che fosse ancora vive non gli aveva sfiorato la mente, sapando che contro la rottura della portante non c'i! niente da fare , percM non prevista dalla Normativa. Invece la Madonna di Oropa ci aveva messo una pezza. Allora ce la mise, ma ultimamente forse si e un po distratta. La piu grande soddisfazione che ho potuto dare a mio padre? Un giorno entrammo io e lui in un ristorante dei Vermont e da un tavolo qualcunodisse: Lo vedi quello? E il padre di Carlevaro.

Sopra, 11 sostegno in costruzione (1939) della funivia Cime Bianche -Plateau Rosa. Sotto, la vettura della funivia di Oropa dopo I'incidente dei 1° gennalo 1946.

quot. neve n. 71 settembre - ottobre 1993