12

 · 2018. 12. 11. · numerose anfore da vino e ancore di piombo. Ecco allora che queste acque offrono agli amanti dell'im-mersione due tipi di suggestioni: quelle di un parco marino

  • Upload
    others

  • View
    0

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1:  · 2018. 12. 11. · numerose anfore da vino e ancore di piombo. Ecco allora che queste acque offrono agli amanti dell'im-mersione due tipi di suggestioni: quelle di un parco marino
Page 2:  · 2018. 12. 11. · numerose anfore da vino e ancore di piombo. Ecco allora che queste acque offrono agli amanti dell'im-mersione due tipi di suggestioni: quelle di un parco marino
Page 3:  · 2018. 12. 11. · numerose anfore da vino e ancore di piombo. Ecco allora che queste acque offrono agli amanti dell'im-mersione due tipi di suggestioni: quelle di un parco marino
Page 4:  · 2018. 12. 11. · numerose anfore da vino e ancore di piombo. Ecco allora che queste acque offrono agli amanti dell'im-mersione due tipi di suggestioni: quelle di un parco marino

CILENTO: UN TERRITORIO DA RISCOPRIRE

Il Meridione non è solo il «Sud» malato, corrotto e deturpato da una speculazione edilizia selvaggia descrit-to dal libroreportage di Giorgio Bocca. In Campania, così come in Puglia, Calabria o Basilicata, esistono ancora angoli di terra e di costa dove il cemen-to non è arrivato a cancellare il profumo aromatico della macchia mediterranea e dei pini d'Aleppo.

Anche il Cilento, quella vasta area subito a sud di Salerno che da Paestum

si spinge lungo la costa fino al Golfo di Policastro e all'interno fino ai Monti Alburni, rientra nella mappa dei luoghi sopravvissuti all'avanzata del mattone. Ed ecco allora che qui si ritrova tutto quello che ancora rende il nostro Sud impagabile e inimitabile mistura di arie napoletane, sole, spaghetti, acqua chiara, verdi vallate, personaggi eccen-trici, modi spontanei ed elettrizzante calore umano.

Come base di un tour esplorativo di questa regione è stata scelta Santa Maria di Castellabate. In realtà Santa Maria non è Comune a sé stante, ma la più importante frazione costiera di

Castellabate, antico nucleo di case rannicchiato sulla cima di un colle non lontano dal mare. Un tempo, quando era necessario difendersi dalle incursioni saracene, la popolazione viveva per la maggior parte quassù, nell'intricato e suggestivo agglomerato di case e viuzze sorte intorno alla Rocca, ora in ristruttu-razione. Oggi, con lo sviluppo del turismo, la frazione di Santa Maria, carica di boutique, bar, caffè, ristoranti-ni all'aperto è salita alla ribalta, raggiungendo il doppio della popolazio-ne di Castellabate. Il borgo antico non ha per questo perso il suo fascino e merita lunghe passeggiate sul far del

DI CRISTINA BELLINISERVIZIO FOTOGRAFICO DI AMALIA PELLEGRINI

Page 5:  · 2018. 12. 11. · numerose anfore da vino e ancore di piombo. Ecco allora che queste acque offrono agli amanti dell'im-mersione due tipi di suggestioni: quelle di un parco marino

tramonto, quando la costa visibile interamente dalla Rocca si cobra di rosso da Punta Tresino a Punta Licosa, Quando il cielo è terso, poi, dall'alto del borgo si può ammirare tutto l'arco della Costiera Amalfita-na, con Capri e Ischia sullo sfondo.

Per un soggiorno a Santa Maria che profumi di aure principesche, «Palazzo Belmonte» è l'indirizzo più appropriato. Immersa in uno splendido parco e costruita nel XVII secolo dai nobili Granito Pignatelli di Belmonte, la storica dimora è tuttora proprietà di uno dei discen-denti, il principe Angelo di Belmon-te, che occupa una vasta ala del

Palazzo arredata con mobili d'epoca, cineserie, antichi cimeli e stampe settecentesche. L'impatto, comun-que, non è quello di essere finiti in un «museo», ma di trovarsi a vivere come doveva vivere un nobile qual-che secolo fa. A disposizione dei clienti sono state approntate 21 piacevoli suite, ognuna intitolata a un nome di fiore e ognuna diversa dall'altra: cambiano i colori, gli arazzi, le stoffe, la disposizione degli arredi. Ogni camera ha un'in-vidiabile vista sul mare o sul tranquillo cortile interno, traboccan-te di bougainvillee, rose rampicanti, gerani color malva (non è raro fra l'altro che di notte il cortile venga illuminato dalla fiamma di decine di torce).

Oltre che a suggestive cornici cariche di nobile storia, il Palazzo è fulcro di una serie di iniziative, tra cui corsi di pittura, organizzazione di itinerari gastronomici, escursioni

a cavallo, corsi di riabilitazione sensoriale, omeopatia e gite in barca fino a Punta Licosa, dove il «principe albergatore» possiede un'altra splen-dida oasi naturale accessibile solo tramite un permesso. Senza dimenti-care i buffet serviti in giardino, ai bordi della piscina, e le tranquille passeggiate lungo il sentiero che porta alla spiaggia privata.

Chi non è ospite del Palazzo potrà comunque deliziarsi gli occhi aggi-randosi fra il verde di un vasto giardino, impreziosito da una torretta duecentesca a pochi km da Santa Maria), che il principe ha messo a disposizione per una serie di spetta-coli che si terranno per tutto il mese di agosto. Il produttore Girolamo Marzano, al quale è stata affidata l'organizzazione della rassegna, ha contattato per l'occasione stelle del balletto russo, attori comici, compa-gnie di teatro e d'operetta.

Come dicevamo, Santa Maria di Castellabate è un'ottima base per organizzare gite in barca o puntate all'interno. In queste pagine segnalia-mo tre itinerari «marini» e uno «via terra».

Una volta scesi al porticciolo di Santa Maria si può noleggiare un gozzo, quelle tipiche imbarcazioni da pescatori, presso il «Ce-Sub», il centro subacqueo che dal 1966, anno della sua nascita, ha riportato nel corso degli anni diversi successi nel campo della ricerca archeologica. Il più clamoroso di questi è stato il ritrovamento, al largo dell'iso-

S. MARIA DI CASTELLABATE (Salerno). A sinistra, il «Palazzo di Belmonte», un'antica dimora nobiliare trasformata in albergo. Qui sopra, il cortile e, in apertura, la spiaggia della residenza.

Page 6:  · 2018. 12. 11. · numerose anfore da vino e ancore di piombo. Ecco allora che queste acque offrono agli amanti dell'im-mersione due tipi di suggestioni: quelle di un parco marino
Page 7:  · 2018. 12. 11. · numerose anfore da vino e ancore di piombo. Ecco allora che queste acque offrono agli amanti dell'im-mersione due tipi di suggestioni: quelle di un parco marino

S. MARIA Dl CASTELLABATE (Salerno). L'oasi naturale del principe di Belmonte sul litorale nei pressi di Punta Licosa. Qui gli ospiti del «Palazzo» possono fare passeggiate a piedi o a cavallo.

lotto di Licosa, di una triremi romana deli sec. d.C.; il vascello è ancora sommerso a 30 m di profon-dità, ma con la prima campagna di scavi sono già state recuperate numerose anfore da vino e ancore di piombo. Ecco allora che queste acque offrono agli amanti dell'im-mersione due tipi di suggestioni: quelle di un parco marino (tutta la costa qui è zona protetta) e quelle di un sito archeologico. Vista dal mare Santa Maria è una lunga fila di case accompagnata da due km di fine sabbia dorata. Oltre la quale, a breve distanza, si trova San Marco, porto ben attrezzato. La costa prosegue quindi più aspra fino a Punta Licosa, uno sperone roccioso con poche case immerse nel verde. L'isolotto col faro di fronte al promontorio, un tempo collegato alla terraferma, è il luogo ideale per tuffarsi e nuotare vicino alla riva seguendo le mura sommerse di un antico porto: del resto, tutta la zona del Cilento custo-

disce preziosi segreti archeologici, così come abbonda di leggende e di miti. La stessa Punta Licosa deve il suo nome alla mitica sirena Leucosia, che salvò la vita a Ulisse. Oltre la Punta con le sue secche (è consigliabi-le farsi accompagnare da qualcuno che conosca bene i fondali o comun-que richiedere indicazioni precise) un raro bosco di pini d'Aleppo, circonda-to dai colori e dai profumi della macchia mediterranea, si spinge fino al mare. Sullo sfondo si scorge soltan-to l'incantevole intreccio di verdi colline; contrariamente a quanto si possa pensare, qui è ancora tutto natura, nient'altro che superba natura: fino al porticciolo di Ogliastro Marina, dove termina la gita, lungo la costa non si riesce a intravvedere nemmeno una casa.

Il primo tratto di strada, che da Santa Maria conduce a Palinuro, si percorre in auto senza fare soste, accompagnati da filari di ulivi secolari e lunghe lingue sabbiose. Al porto di Palinuro, poi, c'è sempre un gozzo pronto a fare il giro delle grotte. Le scogliere a picco che caratterizzano la zona sono tutte un traforo: grandi aperture nella roccia dove si entra con la barca o piccole fenditure sottomari-ne in cui è meglio non inoltrarsi se non si è più che esperti del luogo. Anche Capo Palinuro ha la sua leggenda: in queste acque trovò la morte il nocchiero di Enea, lasciando in eredi-tà il suo nome al promontorio. La

Page 8:  · 2018. 12. 11. · numerose anfore da vino e ancore di piombo. Ecco allora che queste acque offrono agli amanti dell'im-mersione due tipi di suggestioni: quelle di un parco marino
Page 9:  · 2018. 12. 11. · numerose anfore da vino e ancore di piombo. Ecco allora che queste acque offrono agli amanti dell'im-mersione due tipi di suggestioni: quelle di un parco marino

S. MARIA Dl CASTELLABATE (Salerno). A sinistra, una delle tante spiagge che castellano il litorale tra Palinuro e Marina di Camerota. Sopra, l'Arco Natu-rale, raggiungibile in barca da Palinuro.

Grotta Azzurra si delinea con la sua grande bocca ancora prima di doppiare il Capo; è solo la prima di una lunga serie ma forse, con i suoi straordinari riflessi blu, celesti, turchesi, è la più bella di tutte. Prima di raggiungerla si passa sotto la finestra scavata nella roccia dell'Ar-chitello, l'arco in miniatura attraver-so il quale si scorge la bianca stazio-ne meteorologica costruita sulla punta del promontorio. Piccole insenature di sabbia e di roccia s'intercalano fino alla Cala del Buon-

dormire, dove un tuffo nell'acqua trasparente è di rigore; più avanti la scogliera offre primi piani sulle delicate primula Palinuri (è questo l'unico luogo della terra in cui crescono), su ciuffi di patelle e molluschi che i pescatori consigliano di assaggiare crudi insieme al creta-mo, una pianta grassa amarognola che una volta si usava preparare in insalata. Il tempo scivola via tra bagni di mare e di sole, e quando l'imponente Arco Naturale si staglia netto tra mare e roccia è ormai ora di rientrare in porto.

Di nuovo in auto ma, anche questa volta, non per molto. Tre km di spiaggia sabbiosa preannunciano l'arrivo a Marina di Camerota. E anche questa volta, un gozzo o una qualsiasi barchetta a motore da affittare faranno al caso vostro. La prima cosa che si scopre di questa ultima serie di grotte è che sono diventate famose quando vi ritrova-rono alcuni resti dell'Homo camero-taensis, un uomo preistorico contem-poraneo a quello di Neanderthal. La seconda scoperta è quella dell'acqua limpida e fresca che lambisce calette segrete, piscine naturali e grotte dalle fogge fantasiose da assaporare senza fretta Cala Fortuna, Monte di Luna, Cala Bianca: ognuna ha un suo nome particolarmente invitante, una sua storia e sorgenti d'acqua dolce che sgorgano un po' ovunque, sopra e sotto il mare. Da qui, nelle giornate più terse, soprattutto a settembre, si possono scorgere le coste della Cala-bria.La terza scoperta o sorpresa è Porto degli Infreschi, una strepitosa inse-

Page 10:  · 2018. 12. 11. · numerose anfore da vino e ancore di piombo. Ecco allora che queste acque offrono agli amanti dell'im-mersione due tipi di suggestioni: quelle di un parco marino

CILENTO: UN TERRITORIO DA RISCOPRIRE

natura naturale dove le rocce fanno corona intorno al mare e la macchia mediterranea trabocca dai pendii. Una volta sbarcati, un sentiero appena marcato porta alla chiesetta di San Lazzaro, unica testimonianza in zona della presenza umana. C'è ancora tempo per entrare nella Grotta Frigori-fero, dove un brusco calo di tempera-tura ristora i bagnanti d'agosto e raggela i visitatori invernali. Basti infatti pensare che in tempi non troppo lontani l'antro serviva come magazzi-no per conservare il bottino della tonnara, che veniva accatastato sui bordi di una piccola spiaggia interna.

La prima tappa per una visita all'«interno» sono le grotte di Castel-civita. Da Paestum si seguono le indicazioni per Roccadaspide fino al bivio di Acquaviva. Si svolta a destra per Altavilla e all'improvviso i Monti Alburni, qui noti come Dolomiti del Sud, si stagliano sull'orizzonte: Castelcivita pare aggrappata alle loro pendici. Una buona segnaletica porta all'ingresso delle grotte, dove una guida conduce i visitatori per due km

nel cuore della montagna alla scoper-ta di un millenario labirinto roccioso. Ci sono cinque livelli di grotte uno sovrapposto all'altro e in quello inferiore il fiume che le ha scolpite continua ancora a scorrere.Da Castelcivita si debbono poi segui-re le indicazioni per Controne e Sala Consilina. Ben presto ha inizio la segnaletica per le Grotte di Pertosa. Se siete fra quelli che affermano: «Vista una grotta, viste tutte», ebbene a Pertosa dovrete ricredervi. Non capita spesso, infatti, di risalire la corrente di un fiume navigando su una chiatta all'interno di una grotta. Qui succede.

Page 11:  · 2018. 12. 11. · numerose anfore da vino e ancore di piombo. Ecco allora che queste acque offrono agli amanti dell'im-mersione due tipi di suggestioni: quelle di un parco marino

PADULA (Salerno). A sinistra, il chiostro maggiore della Certosa di S. Lorenzo, fondata nel 1306. Sopra, la scala barocca della Certosa e, nelle due foto in alto, le rovine greche di Paestum.

Con il barcone, manovrato a mano dalla guida facendo leva su un filo metallico appeso alla roccia, ci si addentra lentamente nelle tenebre. L'occhio stenta ad abituarsi nono-stante l'illuminazione subacquea. L'approdo è uno sperone roccioso vicino a una cascata. Da qui si prose-gue a piedi per quasi un chilometro in un continuo saliscendi, fra scenari carichi di suggestione. La meta successiva è Padula, sede della gran-diosa Certosa di S. Lorenzo, fondata nel 1306. L'autostrada è comodissi-ma: dall'uscita Buonabitacolo in pochi minuti si raggiunge l'imponen-te complesso architettonico.

La chiesa barocca custodisce un magnifico altare in scagliola con inserti di pietre dure, le antiche cucine, le loro originarie fornaci perfettamente conservate: è proprio qui che nel lontano 1535 si preparò una mitica frittata di mille uova per Carlo V e il suo seguito. Solo nei mesi di luglio e agosto, poi, è possi-bile visitare la famosa scala elicoida-le della biblioteca, così come le fresche, spaziose cantine e le celle dei monaci.

Page 12:  · 2018. 12. 11. · numerose anfore da vino e ancore di piombo. Ecco allora che queste acque offrono agli amanti dell'im-mersione due tipi di suggestioni: quelle di un parco marino