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Spirito Santo - Maggio 2009 NUMERO 15 1 Spirito e parola Mensile della parrocchia dello Spirito Santo “Mese di maggio, mese di Maria” di Roberto Bonomo Sta iniziando il mese di maggio, mese tradizionalmente dedicato alla Madonna e alla preghiera del Santo Rosario. Rosario significa "corona di rose"; per me è una preghiera nella quale ci rivolgiamo a Dio non con parole nostra, ma attraverso Maria, Madre Sua e Madre nostra. Del resto chi meglio di Maria può fare da intermediario tra noi e Gesù, chi meglio di lei può essere ascoltato da Gesù (pensiamo alle nozze di Cana)? E' una preghiera nella quale si parla ma per ascoltare la voce di Dio che ci narra tutte le meraviglie da Lui compiute e tutta la storia della redenzione. E' una preghiera semplicissima attraverso la quale però riusciamo a ripercorrere e a contemplare tutti i misteri della nostra fede, cercando di incarnarli nella nostra vita. E' una preghiera umile, nella sua forma, e per essere apprezzata richiede umiltà; richiede appunto di far tacere il nostro io, la nostra sapienza, la nostra cultura, la nostra arroganza per aprirci all'ascolto di Dio. Giovanni Paolo II, nella lettera apostolica "Rosarium Virginis Mariae" afferma: " Il Rosario, pur caratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore cristologico. Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell'intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio. In esso riecheggia la preghiera di Maria, il suo perenne Magnificat per l'opera dell'Incarnazione redentrice iniziata nel suo grembo verginale. (...) SEGUE A PAGINA 4 La valenza universale della preghiera del rosario di Enzo Bianchi Nella tradizione cristiana sono state molte e diverse le forme della preghiera con cui i credenti hanno voluto rinnovare e confermare la loro comunione con il Signore, ma è indubbio che tutta la preghiera cristiana ha un centro rappresentato dalla liturgia, culmine di tutta l’azione della Chiesa, fonte di tutta la sua forza (cf. SC 10), in cui è “fabricata ecclesia Christi” (Tommaso d’Aquino, Summa Teologica III, q. 64, a. 2). Perciò il cristiano è consapevole che la preghiera della Chiesa, costituita dalla liturgia eucaristica e dalla liturgia delle ore, plasma la sua vita di credente e gli fornisce il cibo quotidiano della Parola e dell’eucaristia (cf. NMI 34), e questo, come ricordava Giovanni Paolo II, richiede che “l’ascolto della Parola diventi un incontro vitale, nell’antica e sempre valida tradizione della lectio divina, che fa cogliere nelle Sante Scritture la Parola viva che interpella, orienta, plasma l’esistenza” (NMI 39). Rispettato questo primato, il cristiano – proprio perché la preghiera liturgica sia prolungata fino a diventare preghiera incessante e si sviluppi e raffini l’arte del colloquio con Dio – può ricorrere ad altre forme di preghiera, tra le quali eccelle, all’interno della tradizione occidentale del II millennio, il rosario. Molti santi, infatti, hanno praticato la preghiera del rosario, trovando in essa uno strumento efficace per rinnovare la propria assiduità con il Signore. Tuttavia, Giovanni Paolo II lo ricorda con puntualità, come già aveva fatto Paolo VI, il rosario è un supporto alla liturgia e, ad essa e da essa ordinato, non potrà mai sostituirla poiché vuole essere innanzitutto una pedagogia alla preghiera personale (cf. RVM 4). Ma qual è la plurisecolare gestazione che ha avuto il rosario nella tradizione spirituale cristiana? L’intero libro dei Salmi si conclude con il versetto: “ogni respiro dia lode al Signore” (Sal 150,6). I rabbini amano interpretarlo come un invito alla pluralità delle forme di lode al Signore: ogni respiro, ogni soffio dei viventi esprima la lode al Signore! Nell’insegnamento sulla preghiera dato da Gesù ai suoi discepoli risuona anche l’esortazione a “pregare in ogni momento” (Lc 21,36), a “pregare sempre, senza stancarsi” (Lc 18,1), e l’apostolo Paolo ripropone questa necessità ai cristiani delle comunità da lui fondate (cf. 1Ts 5,17; Ef 6,18). Indubbiamente queste esortazioni non chiedono di restare continuamente in un atteggiamento esteriore di preghiera, cosa che risulterebbe impossibile, bensì di dimorare in un’attitudine del cuore sempre disposta ad ascoltare il Signore e pronta a parlargli. Proprio in funzione di questo, i padri del monachesimo si sono esercitati nella memoria Dei, nel ricordo di Dio, in modo da tendere a una disposizione permanente di preghiera, capace di rinnovare costantemente la comunione con Dio. San Basilio in particolare insisterà con forza su questa forma di preghiera: “Dobbiamo perseverare nel santo pensiero di Dio mediante un ricordo incessante e puro, impresso nelle nostre anime come sigillo indelebile” (Regole diffuse5,2). E ancora: “Dobbiamo restare incessantemente sospesi al ricordo di Dio come i bambini alle loro madri” (Ivi2,2). All’interno della vita monastica verrà progressivamente elaborato un cammino ascetico preciso in vista della preghiera continua: l’osservanza dei comandamenti, la lotta spirituale, la custodia del cuore e la vigilanza conducono il monaco a un’assiduità con Dio tale che diventa egli stesso, si può dire, preghiera vivente e continua. E per percorrere efficacemente questo cammino, i padri del deserto – in un’epoca in cui libri e codici erano rarissimi e altrettanto scarse le persone in grado di leggere – inizieranno a praticare la meléte, la meditazione o ruminazione di un versetto delle Sante Scritture imparato a memoria, o la ripetizione di un’invocazione al Signore. Preghiera semplice, certo, forse anche preghiera “povera”, ma tale da poter essere praticata in condizioni e momenti diversi della giornata: durante il lavoro manuale, in viaggio, nei momenti di sosta e di riposo… SEGUE A PAGINA 6

2009 Maggio

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Spirito Santo - Maggio 2009! NUMERO 15

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Spirito e parolaM e n s i l e d e l l a p a r r o c c h i a d e l l o S p i r i t o S a n t o

“Mese di maggio, mese di Maria”

di Roberto Bonomo

Sta iniziando il mese di m a g g i o , m e s e tradizionalmente dedicato alla Madonna e alla preghiera del Santo Rosario.Rosario significa "corona di rose"; per me è una preghiera nella quale ci rivolgiamo a Dio non con parole nostra, ma attraverso Maria, Madre Sua e Madre nostra. Del resto chi meglio di Maria può fare da intermediario tra noi e Gesù, chi meglio di lei può essere ascoltato da Gesù (pensiamo alle nozze di Cana)?E' una preghiera nella quale si parla ma per ascoltare la voce di Dio che ci narra tutte le meraviglie da Lui compiute e tutta la storia della redenzione. E' una preghiera semplicissima attraverso la quale però riusciamo a ripercorrere e a contemplare tutti i misteri della nostra fede, cercando di incarnarli nella nostra vita. E' una preghiera umile, nella sua forma, e per essere apprezzata richiede umiltà; richiede appunto di far tacere il nostro io, la nostra sapienza, la nostra cultura, la nostra arroganza per aprirci all'ascolto di Dio. Giovanni Paolo II, nella lettera apostolica "Rosarium Virginis Mariae" afferma: " Il Rosario, pur caratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore cristologico. Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità d e l l ' i n t e ro m e s s a g g i o evangelico, di cui è quasi un compendio. In esso riecheggia la preghiera di Maria, il suo perenne Magnificat per l'opera dell'Incarnazione redentrice iniziata nel suo grembo verginale. (...)

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La valenza universale della preghiera del rosario

di Enzo BianchiNella tradizione cristiana sono state molte e diverse le forme della preghiera con cui i credenti hanno voluto rinnovare e confermare la loro comunione con il Signore, ma è indubbio che tutta la preghiera cristiana ha un centro rappresentato dalla liturgia, culmine di tutta l’azione della Chiesa, fonte di tutta la sua forza (cf. SC 10), in cui è “fabricata ecclesia Christi” (Tommaso d’Aquino, Summa Teologica III, q. 64, a. 2). Perciò il cristiano è consapevole che la preghiera della Chiesa, costituita dalla liturgia eucaristica e dalla liturgia delle ore, plasma la sua vita di credente e gli fornisce il cibo quotidiano della Parola e dell’eucaristia (cf. NMI 34), e questo, come ricordava Giovanni Paolo II, richiede che “l’ascolto della Parola diventi un incontro vitale, nell’antica e sempre valida tradizione della lectio divina, che fa cogliere nelle Sante Scritture la Parola viva che interpella, orienta, plasma l’esistenza” (NMI 39).Rispettato questo primato, il cristiano – proprio perché la preghiera liturgica sia prolungata fino a diventare preghiera incessante e si sviluppi e raffini l’arte del colloquio con Dio – può ricorrere ad altre forme di preghiera, tra le quali eccelle, all’interno della tradizione occidentale del II millennio, il rosario. Molti santi, infatti, hanno praticato la preghiera del rosario, trovando in essa uno strumento efficace per rinnovare la propria assiduità con il Signore. Tuttavia, Giovanni Paolo II lo ricorda con puntualità, come già aveva fatto Paolo VI, il rosario è un supporto alla liturgia e, ad essa e da essa ordinato, non potrà mai sostituirla poiché vuole essere innanzitutto una pedagogia alla preghiera personale (cf. RVM 4).Ma qual è la plurisecolare gestazione che ha avuto il rosario nella tradizione spirituale cristiana? L’intero libro dei Salmi si conclude con il versetto: “ogni respiro dia lode al Signore” (Sal 150,6). I rabbini amano interpretarlo come un invito alla pluralità delle forme di lode al Signore: ogni respiro, ogni soffio dei viventi esprima la lode al Signore! Nell’insegnamento sulla preghiera dato da Gesù ai suoi discepoli risuona anche l’esortazione a “pregare in ogni momento” (Lc 21,36), a “pregare sempre, senza stancarsi” (Lc 18,1), e l’apostolo Paolo ripropone questa necessità ai cristiani delle comunità da lui fondate (cf. 1Ts 5,17; Ef 6,18). Indubbiamente queste esortazioni non chiedono di restare continuamente in un atteggiamento esteriore di preghiera, cosa che risulterebbe impossibile, bensì di dimorare in un’attitudine del cuore sempre disposta ad ascoltare il Signore e pronta a parlargli.Proprio in funzione di questo, i padri del monachesimo si sono esercitati nella memoria Dei, nel ricordo di Dio, in modo da tendere a una disposizione permanente di preghiera, capace di rinnovare costantemente la comunione con Dio. San Basilio in particolare insisterà con forza su questa forma di preghiera: “Dobbiamo perseverare nel santo pensiero di Dio mediante un ricordo incessante e puro, impresso nelle nostre anime come sigillo indelebile” (Regole diffuse5,2). E ancora: “Dobbiamo restare incessantemente sospesi al ricordo di Dio come i bambini alle loro madri” (Ivi2,2). All’interno della vita monastica verrà progressivamente elaborato un cammino ascetico preciso in vista della preghiera continua: l’osservanza dei comandamenti, la lotta spirituale, la custodia del cuore e la vigilanza conducono il monaco a un’assiduità con Dio tale che diventa egli stesso, si può dire, preghiera vivente e continua. E per percorrere efficacemente questo cammino, i padri del deserto – in un’epoca in cui libri e codici erano rarissimi e altrettanto scarse le persone in grado di leggere – inizieranno a praticare la meléte, la meditazione o ruminazione di un versetto delle Sante Scritture imparato a memoria, o la ripetizione di un’invocazione al Signore. Preghiera semplice, certo, forse anche preghiera “povera”, ma tale da poter essere praticata in condizioni e momenti diversi della giornata: durante il lavoro manuale, in viaggio, nei momenti di sosta e di riposo…

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Naufrago della fede alla ricerca di un perchéL’emozione davanti al simbolo della croce

di Luca Goldoni

LA FINE DELLA VITA, la vita oltre la vita. Le mie riflessioni sul testamento biologico mi hanno procurato tante lettere (mi ero dichiarato un naufrago della fede in attesa che qualcuno — con la q maiuscola o minuscola — mi lanciasse una cima). Ne scelgo due. Da Bologna Daniela R. scrive : «(…) sono cattolica e praticante , ma con una visione antidogmatica, spesso critica della Chiesa (…) Con la mia ‘q’ (minuscolissima) più che una cima con salvagente le offro un paracadute da dirigere magari controvento o assecondando il vento(…) ma ci vuole coraggio, per buttarsi nel vuoto: le garantisco che è un’esperienza indimenticabile in cui il nostro corpo, il volo libero, la terra , tutto assume un’altra dimensione,sia in senso reale, sia metaforico». Per e-mail scrive Marina Ercolani: «So che il mio esistere è legato all’incontro fisico fra i miei genitori, ma so che anche prima esistevo nel progetto di un Padre che già mi aveva pensata ed amata. Così come la vita mi è stata data in un momento temporale ben preciso, così devo saper attendere il momento in cui si chiuderà secondo un progetto spesso incomprensibile e difficile da accettare. Ne capirò il significato quando la mia vita ricomincerà».RINGRAZIO e mi immergo come sempre nelle mie esperienze di vita. Esco di casa la mattina presto per una camminata terapeutica, ogni tanto entro in una chiesa vuota, mi siedo fra i banchi, libero la mente nell’attesa ostinata di un cortocircuito che non scatta mai. Davanti a me su una nuda parete di mattoni si staglia un grande crocefisso. Mi sorprende il pensiero di quanto il messaggio cristiano si affidi al simbolo emozionante della croce. Se Gesù — secondo altre pene capitali del tempo — fosse stato impalato, decapitato, bruciato su una pira non si sarebbe salvata la sua splendida-atroce immagine, la corona di spine, le braccia aperte, il costato trafitto. Che segno ci faremmo entrando in chiesa? Per chi non ha la fede inossidabile delle due lettrici il dilemma può cominciare qui: l’icona della croce fu decisa da un Disegno o dal Caso? Le pareti della mia casa sostengono il peso di oltre cinquemila libri, che colpevolmente non ho mai catalogato, fidandomi di una brancolante memoria visiva. Però c’è uno scaffale, un pronto soccorso spirituale dove a colpo sicuro trovo i titoli che consulto nella mia terza età: da Agostino a Tommaso, da San Paolo a Pascal, da Hans Kung a Thomas Merton. Fra questi giganti c’è il volumetto di un bravo giornalista, Michele Brambilla (che ho sulla coscienza perché quand’era ragazzino mi assediava con le sue curiosità). Il suo ultimo titolo è «Coraggio, il meglio è passato», ruvido e ironico ritratto dell’Italia oggi. Ma il libro di cui parlo ora è «Gente che cerca»: cinque anni fa Michele ha rivolto a personaggi famosi la domanda (insieme banale ed essenziale): credi in Dio?Ed ecco alcuni pensieri e dubbi che condivido. Indro Montanelli: «Da laico non posso non constatare che tutto passa e decade, mentre la Chiesa cattolica c’è da duemila anni. Ci dev’essere qualcosa altrimenti un fatto del genere non si spiegherebbe». Sfuggito avventurosamente al carcere fascista e alla morte, Montanelli confessa: «Se penso che sarei dovuto morire allora, mi convinco quanto sia vano fare programmi. Davvero la vita mi pare condotta non dagli uomini ma dal caso. Se poi questo caso sia teleguidato dall’alto non ho gli strumenti per accertarlo. Però, se non credi nei miracoli, devi ripiegare su qualcosa di irrazionale».ANCHE Giorgio Bocca pensa che «scomparsi i partiti e quell’Idea che sembrava riempire la vita, le parrocchie tengono, si fanno carico dei poveri, degli immigrati. Il prete continua a pensare al domani perché c’è qualcosa che lo convince a continuare». Bocca ha sempre il dubbio che il cattolicesimo sia una ‘costruzione umana’ e tuttavia si chiede: «Perché faccio il bene? Mi sono convinto che, senza Dio, la morale è assurda. Ha ragione Dostoevskij: se dio non esiste tutto è permesso. E ha ragione anche Marco Aurelio: viviamo come se gli dèi ci fossero, poi si vedrà». Massimo Fini — ben noto ai lettori di Qn per i suoi pensieri ribelli — riconosce: «Certo in nome di Dio si commettevano anche errori e crimini. Ma tutto si faceva nel suo nome e questa tensione verso l’infinito faceva sì che la società vivesse più serenamente. La società religiosa aveva il merito di aver elaborato anche il rapporto con la morte, oggi negata e esorcizzata». Quanto alla fede Fini ammette: «È vero, ci vuole fede anche nel negare, non esistono ‘prove’ che il cristianesimo sia solo un’illusione (…) cerco sempre la verità, ma non trovo risposte e temo che la speranza di vita eterna sia una proiezione delle nostre paure. L’uomo non vuole morire e si pacifica convincendosi che risorgerà». Vittorio Feltri affronta il tema del dolore nel mondo. «Ci si si sbrana a vicenda fra sofferenze indicibili(…) e se tutto questo è il risultato di uno sconfinato amore non capisco(…) Io credo. Ma stento a credere in un Dio buono (…) però mi rendo conto d’esser ridicolo: tentare di capire la logica di Dio è un atto di presunzione. Bisogna affidarsi e basta».E’ IL CONCETTO che si riflette nell’ amara ironia di Woody Allen: «Se davvero è stato Dio a creare il mondo, spero che abbia una buona scusa». Una volta ne parlai (senza ironia) con un seminarista. Dissi che anche secondo Tommaso d’Aquino, l’ateo trova la sua giustificazione nel rifiuto di quel male che Dio non dovrebbe consentire . «Dio ha creato il mondo — è la risposta — e ce lo ha consegnato: dunque su di noi, che siamo liberi e non schiavi, pesa la responsabilità del male». «Vero. Ma c’è un dolore innocente di cui non siamo responsabili: il bambino nato cieco, l’uomo ucciso dal fulmine…» «Cristo non ignora il dolore dell’umanità, al punto che ha assunto su di sé il più atroce». «D’accordo. Ma la sua terribile agonia è il prezzo della sua missione. Non è il caso della donna sepolta dal terremoto mentre pregava in chiesa». Allora mi rivolse un sorriso disarmato: «Il dolore di Cristo è un atto d’amore verso l’umanità. Dunque anche il dolore ha un risvolto positivo e rientra in un ‘piano’ di cui ci sfugge il significato. Il mistero non ha chiavi di lettura all’infuori della fede». E così ancora una volta mi accorsi della velleità di cercare risposte razionali ai grandi ‘Perché’. Sono al punto di partenza. Non ricorro più allo scaffale con i libri di pronto soccorso. Ho smesso di leggere le dispute filosofiche su cosa c’è dopo la morte. Nulla (Sartre). Un grande forse (Bloch). Una vita trascendente (Jaspers). Un’idea inafferrabile (Heidegger). E rinuncio anche alle diatribe teologiche all’interno della dottrina cristiana: la resurrezione di Gesù è un fatto storico o una proiezione della fede? E come conciliare l’apocalisse, il giudizio universale e le altre credenze religiose con le continue scoperte dell’astrofisica? L’uomo è al centro del mondo o uno zingaro errante ai margini di un universo senza confini?La mia convinzione è che l’ipotesi di Dio vada accettata a scatola chiusa, perché la sola alternativa a questo Enigma è l’assurdo dominio del Caso. E allora la conclusione la lascio a Kafka, che così riassume il paradosso della fede: «Chi cerca non trova. Ma viene trovato». È un po’ scoraggiante. Anche in cielo valgono le raccomandazioni?

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A cura di Sara Fiorini

- LA VOCE DEI GIOVANI -

Travolti da un rinnovato entusiasmoMaggio, tempo di nuovi colori, odori e calore!...voglia di fare, muoversi lasciandosi accarezzare dal calore del sole, e tempo di appuntamenti speciali in parrocchia! Dal rosario quotidiano, alle comunioni ed alle cresime, alla sagra parrocchiale, condita da risate, compagnia, momenti di preghiera e amicizia.Perchè in fondo è questo che dovrebbe essere la parrocchia per tutti, e soprattutto per noi più giovani, ragazzi! Facciamoci travolgere dall’entusiasmo che questo nuovo mese che si apre alla luce solare apporta, e lasciamoci illuminare internamente!...a tal proposito questo mese vorrei riportare un piccolo stralcio da un libro che consiglio a tutti voi, nel caso in cui non l’abbiate mai letto. E’ un piccolissimo estratto per ricordarci quanto ogni giorno non vada dato per scontato ma sappia darci uno stimolo in più per entusiasmarci di fronte a tutto. E soprattutto per evolvere nel nostro piccolo cammino!

“...alcuni di noi si comportano come se avessero tutta l’eternità davanti. “Oh, questo lo faro domani”....” Quando avrò terminato la scuola, sarò libero di leggere”. Ed io dico loro: “Non è vero! Se non lo fate ora, non leggerete mai!”. Il momento più giusto il presente. Non aspettate domani per dire a qualcuno che l’amate. Fatelo ora. lasciatelo di stucco. fate una telefonata interurbana:”Ehi mamma! Sono io..lo so sono le 3 del mattino ma ho qualcosa da dirti. Ti voglio bene!”. Ecco, se vostra madre non muore di un attacco cardiaco, può essere uno dei momenti più significativi della sua vita. Incontro spesso chi dice: “Ma mia madre lo sa già.”. Forse lo sa. Ma voi vi stancate mai di sentirvelo ripetere? Ditelo subito. Ci sono tanti modi per dirlo. tendete la mano e toccate la vostra ragazza, vostra moglie. Stringetela. ditelo al vostro ragazzo. Andate a casa e svegliate i bambini![...] La persona che non rischia nulla non ha nulla, non fa nulla, non è nulla, non diviene nulla. Può evitare la sofferenza e l’angoscia, ma non può imparare e sentire, cambiare, progredire ed amare. Incatenata alle sue certezze è schiava. Ha rinunciato alla libertà. Solo la persona che rischia veramente è libera. Prrvate e vedrete cosa succede.”

Leo Buscaglia, “Vivere, amare, capirsi”

Foto Ritiro Quaresima

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Maria, donna dei nostri giornidi Tiziana Bagni

Maria di Nazaret è di sicuro l’immagine femminile che nei secoli è stata più rappresentata in dipinti e sculture. Bionda o bruna, avvolta in mantelli rossi,azzurri o bianchi, estatica su nubi circondata da angeli, ieratica Regina del Cielo, maternamente composta nel mostrare al mondo il figlio e infine dolente “ Mater dolorosa” ai piedi della croce (come dimenticare la “ Pietà” scolpita da Michelangelo a soli 23 anni di età ?). Questo puo’ indurci a pensarla come creatura “oltre”, storicamente e biograficamente lontana da noi, nel tempo e nello spazio. Ma non è così. Nel bellissimo libro “Maria donna dei nostri giorni “ scritto da don Tonino Bello, poco prima della morte , nell’aprile 1993, l’autore ci presenta il suo “mese di maggio”, 31 riflessioni sulla Madre di Dio.

Sono splendide rivelazioni della quotidianità di Maria, del suo “ vivere sulla terra” con esperienze riconoscibili anche da noi, donne di oggi, frenetiche, frastornate portatrici di una femminilità che ha spesso perso il suo privilegio: l’essere, più che mai, dalla parte del dono della vita , del convergere degli affetti ,

dell’attendere e della laboriosa speranza…. che immagine in contrasto con l’esibita femminilità mediatica!!! E com’è difficile per le donne cogliere nello specifico femminile una diversità, che è valore e responsabilità! Com’è difficile oggi che le giuste conquiste sociali e politiche delle donne hanno fatto passi storicamente significativi, non barattarle con la perdita di quello specifico femminile, che non è certo limitatamente genetico!

Don Tonino Bello ci aiuta a scoprire un rapporto umano e lirico insieme con “la parte femminile di Dio”, questa ragazzina ebrea che ha detto “sì” all’incarnazione, cambiando la storia sua e del mondo intero : Maria appunto. Scrive don Bello: Santa Maria, donna fertile, aiutaci a comprendere che il capitolo più fecondo della teologia non è quello che ti pone all’interno della Bibbia o della patristica, della spiritualità o della liturgia, dei dogmi o dell’arte. Ma è quello che ti colloca all’interno della casa di Nazaret, dove, tra pentole e telai, tra lacrime e preghiere, tra gomitoli di lana e rotoli della scrittura, hai sperimentato, in tutto lo spessore della tua antieroica femminilità, gioie senza malizia, amarezze senza disperazione, partenze senza ritorni. Santa Maria, donna feriale, liberaci dalle nostalgie dell’epopea, e insegnaci a considerare la vita quotidiana come il cantiere dove si costruisce la storia della salvezza.

Allenta gli ormeggi delle nostre paura, perchè possiamo sperimentare come te l’abbandono alla volontà di Dio nelle pieghe prosaiche del tempo e nelle agonie lente delle ore. E torna a camminare discretamente con noi, o creatura straordinaria innamorata di normalità, che prima di essere incoronata Regina del Cielo, hai ingoiato la polvere della nostra povera terra.(op. cit. pag. 13)

SEGUE DA PAGINA 1

(...) Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi i n t r o d u r r e a l l a contemplazione della bellezza del volto di Cristo e a l l ' e sp e r i enza d e l l a profondità del suo amore. Mediante il Rosario il credente attinge abbondanza di grazia, quasi ricevendola dalle mani stesse della Madre del Redentore."E' una preghiera umile, è una preghiera semplice che per essere recitata non richiede nulla di particolare, la si può recitare ovunque e in ogni momento: mentre si è in casa, mentre si passeggia, mentre si va al lavoro o a scuola, in macchina o in bicicletta. Quand'ero ragazzo una pubblicità di un digestivo per dire che lo si poteva prendere ovunque e in ogni momento, diceva: "... lo si può prendere anche in tram". In effetti anche il rosario è così: lo si può recitare anche in tram!

Buon mese di maggio

Roberto

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Buona PasquaCarissimi Amici, la benedizione pasquale entri nelle vostre case. Oggi alla nostra scuola pregheremo tutti insieme con le Stazioni della Via Crucis e vi ricorderemo. Tutti, nell’armonia dell’amicizia che ci lega, anche se in stragrande maggioranza

musulmani. Poi saliremo in collina al Cristo per noi cristiani risorto, asceso al cielo per i nostri amici mussulmani, ma da tutte e due le fedi rispettato ed amato. I nostri giovani, e tanto più noi, siamo fieri della nostra scuola, che, nella pace della collina è diventata un’isola di tranquillità, nella pazzia sfrenata di una città sempre più disordinata. Qualche volta mi domando se i nostri ragazzi/e amino e si sentano fieri della loro scuola più per l ’ i n s e g n a m e n t o o p e r l’appartenenza ad una famiglia dove si sentono persone. Vi ringrazio per aver dato e per il vostro continuo dare a questa gioventù una visione di quello che potranno essere un domani, ed oggi la tranquillità di appartenere e la gioia della convivenza.Buona Pasqua da tutti noi.

p.Giuseppe Berton

Carissimi tutti, alleghiamo alla lettera di Padre Berton due righe personali per farVi sapere che Berton stà bene come i bambini/e, la scuola stà funzionando, è stata considerata, dal Governo della Sierra Leone, la migliore del 2008 purtroppo la crisi mondiale si è sentita anche là con un’aumento di tutti i generi alimentari, le cure mediche ecc. e quà da Noi abbiamo riscontrato una diminuzione dei versamenti riguardanti i bambini/e in affido,di conseguenza abbiamo dovuto rivedere tutte le spese, purtroppo dopo la scuola la spesa più evidente è quella medica. Tutti assieme e con poco possiamo arrivare a dare loro un’istruzione, una famiglia e un’avvenire. Per migliorare la comunicazione frà Noi e Voi, chiediamo la Vostra collaborazione facendoci sapere un Vostro indirizzo Email così da poterVi mandare comunicazioni inerenti il Vostro affido, offerta e altro. Ringraziando VI AUGURIAMO UNA FELICE PASQUA.

Giorgio BeltramiRomana Terzi

Referenti Italia:Giorgio Beltrami 335 8378976Email: [email protected]

Romana Terzi 0522.699039

Adozioni Sierra Leone Padre Berton GiuseppeBanco San Geminiano e San ProsperoSede di Reggio Emilia (via Roma)IT76-B-05188-12800-000000047500

Adozioni Sierra Leone Padre Berton Giuseppe Monte dei Paschi di Siena AG. 3801Rio Saliceto (RE)IT 28 K 01030 66450 000002800055

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SEGUE DA PAGINA 1

Invocazioni che chiedevano aiuto, imploravano misericordia, o che erano un grido di lode e ringraziamento al Signore. Fu praticata soprattutto l’invocazione del Nome santo di Gesù, il Nome dato da Dio tramite l’angelo al bambino che doveva nascere dalla Vergine Maria: Ieshoua, “JHWH è salvezza”! Questo bel Nome invocato sui cristiani (cf. Gc 2,79, questo Nome che è al di sopra di tutti gli altri nomi (cf. Fil 2,9), l’unico Nome in cui c’è salvezza (cf. At 4,12), è diventato per i cristiani ciò che il Nome del Signore,JHWH, era per gli ebrei.A partire dal V secolo, negli ambienti monastici d’Oriente è proprio l’invocazione del Nome di Gesù a essere privilegiata come preghiera personale, nella convinzione di poter, attraverso il Nome salvifico, vincere la tentazione e unificare tutto l’essere in una tensione forte di comunione con Dio. Invocazione e meditazione si fondono e si alternano, mettendo in accordo le labbra e la mente, così che nel profondo del cuore si giunge all’esperienza della presenza del Signore: “Cristo in noi, speranza della gloria” (Col 1,27). È la preghiera “monologista” (monológhistos) nella quale si eserciteranno generazioni e generazioni di monaci orientali e che a poco a poco finirà per essere costituita quasi esclusivamente dall’invocazione “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me!”, a esclusione di altre forme di supplica o di meditazione. Quando un novizio pronuncia i voti monastici, gli viene consegnato un rosario, chiamato “la spada spirituale”, ed egli impara a praticare la preghiera di Gesù giorno e notte. Sarà questa preghiera a contrassegnare l’esicasmo (corrente spirituale sviluppatasi al Monte Athos nel XIII secolo), in cui all’invocazione a Gesù verranno associati elementi di tecnica psicosomatica, nell’intenzione di rendere partecipe della preghiera anche il corpo. Questa è stata dunque la via dell’Oriente cristiano: la ripetizione di un’invocazione a Gesù, una formula giaculatoria con contenuto biblico e profondo significato teologico e spirituale per chi la pratica. Essa, infatti, instaura nel cuore dell’orante un sentimento di umiltà e l’esperienza della presenza misericordiosa di Gesù, permettendo l’unificazione di tutta la persona in un’assiduità con il Signore che è una forma della “preghiera continua” possibile all’uomo.Del resto, anche nella tradizione ebraica hassidica la venerazione del Nome santo di Dio ha conosciuto una pratica di ripetizione: quando qualcuno, per pura grazia, giungeva a conoscerne la pronuncia, questi – chiamato baal Shem, “signore, possessore del Nome” – lo invocava ripetutamente, divenendo un contemplativo e un intercessore.Né va dimenticato che il metodo di orazione ripetitivo e meditativo non è sconosciuto ad altre vie religiose: vi si possono riscontrare analogie con la preghiera di Gesù e con lo stesso rosario, ma esse vanno colte nella loro qualità di mezzi, di strumenti umani per la ricerca di un’assiduità con Dio, e permane comunque una differenza fondamentale: mentre nelle tecniche dell’Oriente non cristiano è il metodo che ha il primato in vista di una condizione di contemplazione, nella preghiera cristiana il primato spetta sempre all’azione dello Spirito santo, “lo Spirito che prega in noi” (cf. Rm 8,15.26; Gal 4,6), senza il quale non c’è autentica preghiera cristiana.In particolare, nella ricerca di Dio condotta dalle genti dell’India è praticata una forma di preghiera che consiste nel ripetere molte volte al giorno, con l’aiuto di una corona di grani, una brevissima invocazione alla divinità, una formula mistica (il mantra) a volte associata a tecniche psicosomatiche (ajapamantra). È una preghiera per acquistare pace interiore e giungere a una visione penetrante della realtà, preghiera attestata anche nel buddhismo cinese (X secolo) e giapponese (XIIIsecolo), quale invocazione a Buddha Amida, e molto praticata anche ai nostri giorni nel buddhismo tibetano: i lama portano sempre al polso sinistro il rosario buddhista (mala).Va inoltre ricordata una forma di preghiera presente nella tradizione spirituale dell’Islam: il dhikr, nel quale, proprio in vista del ricordo incessante di Dio, si fa menzione ripetuta del suo Nome e si cerca di dimenticare tutto ciò che non è Dio. Questa pratica è sorta nel sufismo in epoca relativamente tarda, nell’XI-XII secolo, ed è ben descritta da un testo di al-Ghazali: “Dopo essersi seduto nella solitudine, il sufi non cesserà di dire con la bocca: Allah, Allah, continuamente, con la presenza del cuore”. Si tratta dunque di una memoria Dei, attuata attraverso l’invocazione del Nome di Dio (Allah) o dei suoi novantanove nomi, tanti quanti i grani del rosario musulmano (sebhaa): una pratica sia solitaria che collettiva (almeno nelle confraternite di sufi) in vista di una comunicazione con Dio. Anche tale pratica a volte si serve di tecniche psicosomatiche, che tuttavia restano puramente strumentali perché, come insegna al-Ghazali, “non è in potere del sufi impegnato nel dhikrattirare a sé la misericordia di Dio, l’Altissimo”.Se è utile confrontare il rosario con queste forme di preghiera ripetitiva presenti in altre religioni, l’accostamento più significativo rimane quello alla “preghiera del cuore” dell’Oriente ortodosso ricordata sopra: tra le due “pratiche” nei secoli passati ci sono state indubbie influenze reciproche. Così, nel secondo millennio, è emerso in Occidente l’uso di “giaculatorie” (invocazioni a Dio vibranti e rapide come un lancio di giavellotto,iaculum) e di litanie, ripetizioni di nomi e attributi del Signore o dei santi, con richiesta di intercessione: tra esse troviamo la sistematica ripetizione dell’annuncio dell’angelo a Maria.Tratto da “L’Osservatore Romano”

SagraAllo Spirito Santo

Domenica 31 Maggio

Inserto del giornalino: volantino con il

programma della giornata

Pesca di beneficenzaDomenica 10 Maggio

Accorete numerosi!

Cresimadei ragazzi dello Spirito

Santo

Domenica 31 Maggio Ore 10:45

Presieduta dal Vescovo Mons. P. Gibertini

Comunionedei ragazzi dello Spirito

Santo

Domenica 10 Maggio Ore 10:45

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Spirito Santo - Maggio 2009! NUMERO 15

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Chiesi a Dio di essere forte,per eseguire progetti grandiosi,

ed egli mi rese debole per conservarmi nell’umiltà.Domandai a Dio che mi desse la salute,

per realizzare grandi imprese,ed Egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio.

Gli domandai la ricchezza per possedere tuttoe mi ha lasciato povero per non essere egoista.

Gli domandai il potere perchè gli uomini avessero bisogno di meed Egli mi ha dato l’umiliazione,

perchè io avessi bisogno di LORO.Domandai a Dio tutto per godere la vita,

e mi ha lasciato la vita,perchè io potessi esser contento di tutto.

Signore, non ho ricevuto nulla di quello che chiedevo,ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno

e quasi contro la mia volontà.Le preghiere che non feci furono esaudite.Sii lodato o mio Signore fra tutti gli uomininessuno possiede più di quello che ho io.

Kirk Kilgourdopo una brillante e breve carriera nello sport è paralizzato.

I lettori scrivono....Spazio dedicato a chiunque voglia lasciare scritto qualcosa, proporre spunti di riflessione o esprimere un proprio pensiero, firmato o anonimo. Potete inviare materiale attraverso l’indirizzo di posta elettronica segnalato o lasciare una lettera nella cassetta posta all’entrata della chiesa. La redazione si avvale del diritto di selezionare gli articoli più interessanti da pubblicare nello spazio.Vi aspettiamo...

Per scriverci potete utilizzare questa casella di posta elettronica: [email protected], oppure la cassetta postale posizionata all’entrata della chiesa.

Chiesi a Dio...

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Spirito Santo - Maggio 2009! NUMERO 15

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• IV Domenica Di Quaresima

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

Letture: At 4,8-12; Sal 117; 1Gv 3,1-2; Gv 10,11-18 - La pietra scartata dai costruttori ora è pietra angolare

Domenica 3 Maggio 2009Messa

• da Lunedi a Venerdì Rosario e santa messa ore 20:45 [Chiesa Spirito Santo] - MESE MARIANO• Venerdì la messa si terrà alle ore 16:30 [Casa delle Magnolie]• Sabato la messa si terrà alle ore 18:30 [Chiesa Spirito Santo]

Altri Eventi• 4 Maggio: Dopo la S. Messa incontro con il diacono Bonomo; lettura e riflessioni sulla lettera ai Filippesi• 10 Maggio: ore 10:45 S. Messa solenne e prime comunioni• 17 Maggio: Alla S. Messa della Comunità presentazione dei cresimandi• 28 Maggio: Incontro di preghiera in preparazione della sagra con la partecipazione dei genitori e padrini dei cresimandi• 29 Maggio: ore 20:45 Processione Mariana dalla nostra chiesa fino a Regina Pacis, con la statua della Madonna• 31 Maggio: Pentecoste, sagra parrocchiale, S. Messa solenne alle ore 11:00 con la cresima dei nostri ragazzi, presieduta dal Vescovo Mons. P. Gibertini

• Catechismo: Sabato ore 14:30• Oratorio: Sabato dalle 16:00 alle 17:30• Casa di carità: Sabaro 9 Maggio e Domenica 24 Maggio

Buon Compleanno a...• Roberto Ferrari - Domenica 3 Maggio• Mariachiara Pederzoli - Mercoledì 13 Maggio• Giorgia Beltrami - Lunedì 18 Maggio• Davide Ghizzoni - Martedì 19 Maggio• Rosy Brugnano - Venerdì 22 Maggio• Elena Volpe- Venerdì 29 Maggio• Milena Virgili - Sabato 30 Maggio Aspettiamo di ricevere eventuali date di compleanno per i mesi prossimi!!!

Anniversari

• 3° Anniversario della morte di Ida Benedetti - Martedì 12 Maggio

Altre Date

• VI Domenica Di Quaresima

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

Letture: At 10,25-27.34-35.44-48; Sal 97; 1Gv 4,7-10; Gv 15,9-17 - Il Signore ha rivelato ai popoli la sua giustizia

Domenica 17 Maggio 2009

• Ascensione del Signore

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

Letture: At 1,1-11; Sal 46; Ef 4,1-13; Mc 16,15-20 - Ascende il Signore tra canti di gioia

Domenica 24 Maggio 2009

• V Domenica Di Quaresima

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

Letture: At 9,26-31; Sal 21; 1Gv 3,18-24; Gv 15,1-8 - A te la mia lode, Signore, nell'assemblea dei fratelli

Domenica 10 Maggio 2009

• Pentecoste• Visitazione B.V. Maria

• Ore 9.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]• Ore 11.00: Santa Messa [Chiesa Spirito Santo]

Letture: At 2,1-11; Sal 103; Gal 5,16-25; Gv 15,26-27; 16,12-15 - Del tuo Spirito, Signore, è piena la terra

Domenica 31 Maggio 2009