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Storia dll'EI

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  • 7/16/2019 147 Anniversario EI

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    4 MAGGIO 1861

    147ANNIVERSARIO

    4 MAGGIO 2008

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    NASCITA E DISCENDENZA

    Il 4 maggio 1861 un provvedimento del Ministro della Guerra Manfredo Fanti decretava la finedellArmata Sarda e la nascita dellEsercito Italiano.

    Vista la legge in data 17 marzo 1861, collaquale S.M. ha assunto il titolo di RedItalia, il sottoscritto rende noto a tuttele autorit, Corpi ed Uffici Militari chedora in poi il Regio Esercito dovr prendereil nome di Esercito Italiano, rimanendoabolita lantica denominazione di ArmataSardaFirmato Manfredo FANTI, Ministro della Guerra

    Anche se lEsercito Italiano assume questa

    denominazione soltanto il 4 maggio 1861, facendo seguito di poco alla proclamazione del Regno dItalia,avvenuta a Torino il 17 marzo dello stesso anno, la storiadelle unit che lo costituiscono risale ben pi addietro neltempo, traendo origine dai primi reparti permanenticostituiti dai Duchi di Savoia nella seconda met del XVIsecolo. Alcuni dei reparti ancor oggi esistenti possono

    vantare una continuit reggimentale risalente ad oltre tresecoli, come i Granatieri di Sardegna che discendonodirettamente dal reggimento Guardie creato nel 1659 daCarlo Emanuele II, ed unanzianit relativamente minorehanno gli attuali reggimenti di cavalleria Piemonte eSavoia. Tutti i reggimenti sabaudi tranne quello diSardegna vennero disciolti nel 1798 allorch il

    Piemonte venne occupato e poi annesso dallaFrancia rivoluzionaria.

    Regno Italico. Ufficialedel reggimentoGranatieri dellaGuardia reale 1813

    Ussaro della Guardia

    Reale. Napoli 1814

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    Progressivamente, poi, lintera Italia continentale venne a gravitare nellorbita napoleonica ed i suoi soldatiparteciparono a tutte le guerre distinguendosi ovunque dalla Spagna alla Russia, dalla Germania alla

    Dalmazia, inquadrati nei reggimenti francesi, oppure in quelli napoletani di Giuseppe Bonaparte e diGioacchino Murat, oppure in quelli per la prima volta definiti ufficialmente italiani appartenenti alRegno dItalia, di cui era sovrano lo stesso Napoleone, contraddistinti per la prima volta da quelli chesono ancor oggi i tre colori nazionali.

    Nella prima met dell'800 l'Italiaconobbe un processo di gradualeriscoperta e sempre pi nettarivendicazione della propriaidentit nazionale. Questoprocesso, noto come

    Risorgimento, port allaformazione dello Stato unitarioItaliano, ovvero fece dellapenisola un organismo politico eindipendente a base nazionale

    Regno diSardegna.Sergente deicacciatori dellaRegina.1814

    Con la Restaurazione del 1814 lArmata Sarda questa era ladenominazione dellesercito piemontese ricostituisce i suoi vecchireggimenti e questi partecipano nel 1848 alla Prima Guerra diIndipendenza insieme a reparti volontari ed a truppe regolari deglieserciti degli altri Stati italiani pre-unitari (soprattutto dello StatoPontificio, del Granducato di Toscana e del regno delle Due Sicilie). Quielencati vi sono alcuni tra i passi fondamentali che portarono nel giro

    di alcuni decenni all'occupazione di Roma da parte delle truppe italiane(30 Settembre 1870).

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    1821 (Gennaio) Si riunisce a Lubiana nuovo

    congresso delle potenze europee. Ferdinando I suconsiglio di Metternich invoca l'interventodell'Austria.(13 Marzo) Un moto liberale organizzato daicarbonari piemontesi, capeggiati dall'ufficialeSantorre di Santarosa induce il re di Sardegna,Vittorio Emanuele I, ad abdicare in favore del

    fratello Carlo Felice, assente da Torino. Il principeCarlo Alberto di Savoia-Carignano, nominatoreggente, concede lo Statuto.

    (1 luglio) Un'insurrezione a Napoli (Nola)

    obbliga il re Ferdinando I a concedere lacostituzione. Levento storico risorgimentale nelreame napoletano vide protagonisti i calabresiMichele Morelli e Guglielmo Pepe.Morelli (nato a Monteleone, oggi Vibo Valentia nel1790), giovane sottotenente della cavalleriaborbonica, di fede carbonara, assieme alcompagno Salvati, accese una rivolta nellaguarnigione di Nola. La sommossa raccolseladesione di numerosi alti ufficiali ex murattianie fra essi il generale Guglielmo Pepe di Squillace.La costituzione fu concessa dal re Ferdinando Isul modello spagnolo.

    IL PERIODO RISORGIMENTALE

    I moti del 20 e 21 furono il vero battesimo del fuoco del Risorgimento

    1820 A Milano vengono arrestati alcuni carbonari, tra di essi vi sono Silvio Pellico e Piero Maroncelliincarcerati nella fortezza dello Spielberg in Moravia.

    Primi moti insurrezionalicarbonari e mazziniani

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    (23 Marzo) Un esercito austriaco invade il regno di Napoli e rovescia ilgoverno costituzionale. Le truppe austriache restaurarono il regimeassoluto di Ferdinando. La costituzione fu abolita e iniziarono lerepressioni: processi e condanne. In aprile Morelli e Silvati fuggirononei Balcani. Poco dopo, al suo ritorno in Italia, Morelli fu catturato inAbruzzo e condotto in catene a Napoli. Durante la prigionia rincontrSilvati. Entrambi furono processati a Castel Capuano, presso la Gran

    Corte Criminale di Napoli e giustiziati il 12 settembre 1822. GuglielmoPepe, generale borbonico (Squillace 1783 Torino 1855)che daAvellino si era posto alla testa della rivolta, fu nominato comandantesupremo dellesercito costituzionale. Sconfitto assieme al fratelloFlorestano (capo di stato maggiore dei costituzionali) a Rieti, il 7 marzodel 1821, si rifugi in Inghilterra. Rientr a Napoli solo nel 1848quando, nuovamente al servizio dei Borboni, comand le truppe

    napoletane contro gli austriaci nel Nord Italia. Disert lesercito diFerdinando per difendere la Repubblica di Venezia. Fin da ragazzo erastato repubblicano. Sedicenne combatt per la Repubblica Partenopea,ufficiale dellesercito napoleonico, rimase fedelissimo di Murat prima diessere ammesso nel restaurato esercito borbonico.

    Dopo la caduta della Repubblica di Venezia nellagosto del 1849, fu esule a Corf, Parigi e Torino. (8

    Aprile) L'esercito rivoluzionario piemontese viene battuto presso Novara da forze austriache e realiste.Carlo Felice rientra a Torino e restaura il regime assolutista.

    Moti napoletani:Guglielmo Pepe

    Dieci giorni dopo il nuovo re Carlo Felice sconfessa l'operato di Carlo Alberto, gli ingiunge di lasciareTorino e fa appello all'Austria affinch lo aiuti a reprimere il moto liberale.

    1831 (Febbraio) Scoppiano moti liberali nei ducati di Modena e Parma e nello Stato Pontificio (inparticolare in Emilia-Romagna, dove viene creato l'effimero Stato delle Provincie Unite Italiane).L'intervento delle truppe austriache consente ancora una volta una facile repressione. Il duca di ModenaFrancesco IV fa giustiziare i capi della ribellione, Ciro Menotti e Vincenzo Borelli.

    Facendo tesoro dell'esperienza fallimentare della carboneria e delle societ segrete, il patriotaGiuseppe Mazzini fonda una nuova organizzazione rivoluzionaria, la Giovine Italia, inspirata agli idealidell'unit, della repubblica e della fratellanza universale.

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    Regno diSardegna.

    Caporale delReggimento

    AostaCavalleria.

    1838 42

    1844 (15 marzo) Scoppiano i moti liberali a Cosenza, ove si animano sentimenti patriottici di libert,gi diffusi sin dal 1799. Lidea di promuovere un movimento liberale a Cosenza nacque il 21 ottobre1843 a Napoli, ove si incontrarono Carlo Poerio, Ottavio Graziosi e Domenico Furgiuele:

    1844 (16 Giugno) Attilio ed Emilio Bandiera, patriotiveneziani, figli dellAmmiraglio della Marina austro-ungarica Francesco, vennero ambedue educatiallImperiale Accademia di Marina di Venezia, da cuiuscirono con il grado di Ufficiale. Ben presto conquistatialla causa dellunit e dellindipendenza dellItalia, dopoaver fondato la societ segreta Esperia passarono

    alla Giovine Italia di Giuseppe Mazzini.

    questi patrioti, unitamente ai calabresi Raffaele Caroleca di Castroregio e a GiuseppePetrassi di Cerzeto, definirono la data dei moti del 15 marzo perch evocava la penosaoperazione della congiura, tramata in epoca romana, che port alluccisione di GiulioCesare. Alle operazioni venne interessato il patriota Giuseppe Franzese di Cerzeto, ilquale coinvolse un numero notevole di compaesani, tra cui Michele Candreva,Domenico Sarro, Giuseppe Pollera. A capo dei moti liberali, a cui aderirono patrioti ditutti i ceti, dagli aristocratici ai popolani, dai proprietari terrieri ai braccianti e ai

    falegnami, ci fu il notaio Francesco Saverio Salfi di Cosenza.Laccordo preliminare era quello di adunare i partecipanti a Settimo diMontalto, unitamente ai patrioti che provenivano anche dai territori oltreconfine calabrese. La citt di Cosenza, a quei tempi, centro di risveglioculturale, vide laffermarsi di noti personaggi tra cui il liberale NicolaCorigliano, il repubblicano De Roberto (seguace di Mazzini), il religiosoDon Franzese (seguace del pensiero del Gioberti in relazione allunit

    nazionale sotto legida del Papa).La richiesta pacifica di udienza dei patrioti ai funzionaridel governo borbonico, presso il pendio del convento deigesuiti, sort gli effetti del fuoco e di conseguenza sisvilupp una carneficina: la rapida sentenza a caricodegli insorti decret la condanna a morte di 21 patrioti.

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    Abbandono della citt da parte degli austriaci.

    1848 (12 Gennaio) Scoppia a Palermo un motoinsurrezionale; i liberali siciliani, guidati daRosolino Pilo, mettono in fuga le truppeborboniche e formano un governo provvisorio cheadotta la costituzione spagnola del 1812. Difronte all'estendersi dell'insurrezione e nonpotendo contare sull'aiuto dell'Austria, poich il

    papa Pio IX aveva vietato l'attraversamento deipropri territori, il re delle Due Sicilie Ferdinando IIsi vede costretto a cedere agli insorti ed apromulgare una Costituzione ispirata a quellaFrancese del 1830. Pochi giorni dopo (11Febbraio) anche il granduca di Toscana Leopoldoconcede una Costituzione.

    (4 Marzo) Il re di Sardegna Carlo Albertopromulga, come concessione dall'alto, unoStatuto, che rimarr in vigore anche nel Regnod'Italia. E' poi la volta dello Stato Pontificio (14Marzo), che istituisce un consiglio di deputatielettivo col compito di affiancare la gerarchia

    ecclesiastica nell'attivit legislativa.

    Denunciati da un traditore si rifugiarono a Corf (1841), da dove cercarono di sbarcare nel Mezzogiornocon la speranza, allora condivisa da molti democratici, di sollevare le plebi rurali contro il malgovernodei Borbone e iniziare cos la liberazione dItalia. Saputo in ritardo dei moti scoppiati a Cosenza, la nottedel 16 giugno 1844 sbarcarono assieme ad alcuni compagni alle foci del Neto, nei pressi di Crotone.Traditi gi prima della partenza e segnalato il luogo dove si rifugiarono da un delatore, furono arrestatiil 20 giugno a San Giovanni in Fiore e fucilati il 25 luglio del vallone di Rovito, nei pressi di Cosenza.

    Scena di rivolta a Milano nelle 5 giornate

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    (13 Marzo) L'ondata rivoluzionaria raggiunge Vienna, dove la folla (prevalentemente piccoli borghesi estudenti) scende nelle strade e si scontra con la polizia. Metternich costretto ad abbandonare il paese.L'Imperatore abolisce la censura e promette la convocazione di un Assemblea Costituente.

    (18-22 Marzo) Alla notizia della insurrezione di Vienna, esplode la rabbia dei Milanesi, che in cinque giornatedi lotta accanita costringono le truppe austriache del generale Radetzky a ritirarsi nelle fortezze del cosidettoquadrilatero (Peschiera, Mantova, Verona, Legnano).(21 Marzo) Il duca di Modena Francesco V costretto a fuggire dallo Stato, dove viene creato un nuovogoverno provvisorio. Anche il duca di Parma e Piacenza Carlo II Ludovico viene cacciato dal ducato (20Marzo), che dopo un plebiscito viene ammesso al regno di Sardegna (29 Maggio).

    (23 Marzo) A Venezia, insorta il 17 Marzo contro l'occupante austriaco, viene restaurata la Repubblica

    Veneta. A capo del governo provvisorio posto Daniele Manin.Il re di Sardegna, Carlo Alberto, approfittando dei moti popolari di Milano, dichiara guerra all'Austria edinvade la Lombardia. Ha inizio la Prima Guerra d'Indipendenza. A seguito delle insurrezioni di Berlino eVienna la rivoluzione si estende nel marzo anche all Polonia, specie alla Posnania, a Cracovia, alla Galizia. InAprile truppe di tutti gli stati italiani si uniscono ai Piemontesi nella guerra all'Austria. L'esercito sabaudocoglie alcuni successi a Goito (8 Aprile) e a Peschiera (30 Aprile). Per un istante l'entusiasmo dei patrioti hala meglio sulla prudenza dei governi, ma il clima unitario di breve durata: il 29 Aprile il papa dichiara di nonavere nulla contro la "cattolicissima Austria" e richiama le proprie truppe; il suo esempio sar seguito daglialtri Stati.

    (15 Maggio) Con un colpo di mano, il redelle Due Sicilie, Ferdinando II, scioglie ilparlamento democratico e forma unministero composto esclusivamente daelementi conservatori. Il generale

    Guglielmo Pepe, comandante del corpo dispedizione inviato nell'Italia settentrionaleper combattere al fianco dell'esercito delRegno di Sardegna, richiamato a Napoli,disobbedisce e si trasferisce a Venezia percooperare alla sua difesa.

    1^ guerra dIndipendenza anno 48

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    (30 Maggio) I Piemontesi sconfiggono nuovamente gliAustriaci a Goito, ma non approfittando del successoconcedono all'Austria il tempo di riorganizzarsi.

    (27 Giugno) I Calabresi si distinsero, in quella data, peruna storica battaglia che inflisse una sonorasconfitta allesercito borbonico, comandato dal generale

    Nunziante.

    Raffigurazione battaglia di Goito

    La battaglia dellAngitola (presso il ponte che sovrasta lomonimo fiume) fu un momento di contatto tra legenerazioni che militarono nelle file napoleoniche e quelle che poi parteciparono allepopea dei Mille. Il 27giugno 1848 7000 soldati borbonici furono fermati da 5000 volontari calabresi del distretto Catanzaro -Nicastro, 3500 cosentini e 2000 reggini. Dieci ore di scontri al passo de Le Grazie segnarono unastraordinaria riscossa del popolo calabrese che agli ordini di Francesco Stocco e del Bianchi riusc a sfiancarele truppe borboniche. Seppure la vittoria non condusse a risultati concreti per i moti calabresi del

    quarantotto, lepisodio dellAngitola diede onorabilit darmi ai molti mesi di sollevazione popolare nelleCalabrie, tassello prezioso del mosaico risorgimentale.

    (29 Giugno) Il Piemonte decide di annettersi laLombardia, confermando cos i sospetti di quantiritengono che la casa di Savoia persegua esclusivamentei propri fini dinastici e destando stupore e sconforto negli

    ambienti democratici, che si erano distinti come i pidecisivi nel voler portar avanti la guerra.(23/25 Settembre) Poco dopo, la battaglia di Custozarovescia le sorti della prima guerra d'Indipendenza: iPiemontesi sono pesantemente sconfitti e sono costrettia chiedere un armistizio.Particolare battaglia di Custoza

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    RepubblicaRomana.Volontario dellaLegione Italiana diGaribaldi. 1849

    29 Marzo) A Roma viene insediato un triumvirato, composto da Mazzini,Armellini e Saffi, la cui politica di conciliazione non vale ad impedire unintervento armato della Francia in soccorso del papa.(29/30 Aprile) I francesi sferrano un attacco contro i volontari repubblicani

    che difendono Roma, ma vengono respinti dagli uomini del generale Garibaldi.(7 Maggio) Il liberale moderato Massimo D'Azeglio viene nominato capo delgoverno piemontese.

    15 Maggio) Le truppe del Regno diNapoli riconquistano la Sicilia ed

    occupano Palermo.(30 Giugno) Le autorit dellaRepubblica Romana sono costrettea cedere ai Francesi e i triumviri sidimettono.(20 Novembre) In Piemonte,Vittorio Emanuele II scioglie il

    parlamento che manifestaresistenza ad approvare la pace diMilano.

    Il generaleGaribaldi e re CarloAlberto

    7.7.1848

    1849 (7 Febbraio) Il granduca di Toscana Leopoldo II fugge dal granducato e si rifugia a Gaeta. A Firenzesi forma un governo provvisorio rovesciato da elementi aristocratici e moderati il 9 Aprile.(12 Marzo) Il re di Sardegna, Carlo Alberto, cedendo alle pressioni dei liberali piemontesi, denuncia

    l'armistizio con l'Austria. Il 23 Marzo l'esercito piemontese, sotto la guida del generale polaccoChrzanowski, viene nuovamente sconfitto dagli austriaci.

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    LUNITA DITALIA

    1850 (9 Aprile) In Piemonte, il ministro Siccardi introduce una legge che restringe notevolmente ipoteri della Chiesa cattolica, abolisce i tribunali ecclesiastici ed il diritto di asilo. Viene cos confermatala volont del governo D'Azeglio di riprendere la strada delle riforme.(12 Aprile) Il papa Pio IX fa ritorno a Roma sotto la protezione delle truppe francesi. Vieneabbandonata la costituzione del 1848 e si adotta una politica decisamente reazionaria, ispirata dalcardinale Antonelli.In novembre il conte Camillo Benso di Cavour , leader della destra moderata, entra nel gabinetto

    D'Azeglio occupando i dicasteri dell'agricoltura, del commercio estero e della marina.

    1853 In Piemonte Urbano Rattazzi, leader del gruppo di centro-sinistra, entra a far parte del ministeroCavour in qualit di ministro di Grazia e Giustizia. Sotto la spinta riformatrice del Cavour, il governopiemontese riorganizza le proprie finanze, approva una nuova legislazione sulle banche, le societcooperative ed il credito agrario, e promuove lo sviluppo industriale della regione e la costruzione diferrovie.

    1854 (26 Marzo) Viene assassinato il duca di Parma Carlo III Ferdinando di Borbone, cui succede ilfiglio minorenne Roberto, sotto la reggenza della madre Maria Luisa.

    1851 Il governo piemontese, influenzato dalle idee liberali - scambiste del Cavour, che ha assunto ilministero delle finanze, conclude una serie di trattati commerciali con la Francia e con l'Inghilterra.

    Viene poi approvata una riforma delle tariffe doganali per molti prodotti e li elimina per altri (cotone,lana, concimi, etc.).

    1852 (2 Febbraio) Cavour annuncia al governo piemontese la costituzione di una nuova maggioranzauscita dalla alleanza fra centro-destra e centro-sinistra, nota in seguito col nome di "connubio", chepreclude ad una nuova fase, pi moderna e dinamica, nella vita politica del Regno di Sardegna.(4 Novembre) Dopo le dimissioni del gabinetto D'Azeglio in seguito ad un contrasto col re per un

    progetto di legge che introduce il matrimonio civile, il conte di Cavour assume la carica di capo delgoverno.

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    1859 Durante il decennio di preparazione e fino alla campagna del 1859, che vede la liberazione dellaLombardia, lArmata Sarda incorpora nel suo seno ufficiali e volontari provenienti un po da tutte leregioni italiane, cosicch nei mesi successivi sar a essa possibile amalgamare pur se con una certa

    fatica assieme ai soldati lombardi, restituiti dallAustria, anche i reparti organizzati dai governiprovvisori dellEmilia , lesercito toscano e, poi, lesercito meridionale di Garibaldi ed ufficiali e soldatigi appartenenti alle forze armate delle Due Sicilie.(23 Aprile) L'Austria invia un ultimatum al Piemonte e ne intima il disarmo entro tre giorni. E'l'occasione pazientemente aspettata da Cavour per provocare la Seconda Guerra d'Indipendenza. Seigiorni pi tardi gli austriaci al comando del generale Gyulai iniziano l'invasione del Piemonte, ma la lorolenta avanzata consente alle truppe francesi di affluire in massa a rinforzo dei piemontesi.(30 Maggio) Dopo aver sconfitto gli austriaci a Palestro, le truppe franco-piemontesi varcano il Ticino edentrano in Lombardia. Il 4 giugno, dopo una confusa battaglia contro i francesi, gli austriaci si ritiranoda Magenta; quattro giorni pi tardi Vittorio Emanuele II e Napoleone III entrano in Milano.(8 Giugno) Napoleone III preoccupato per i costi e la crescente impopolarit della guerra in Francia, etemendo una troppo rapida espansione del Piemonte, conclude con l'Austria l'armistizio di Villafranca.

    Tre giorni pi tardi Napoleone III siincontra a Villafranca con l'imperatore

    d'Austria Francesco Giuseppe, con il qualeconclude un accordo in base al qualel'Austria cede la Lombardia, tranneMantova, alla Francia, e questa a sua voltaconsegna la regione al Piemonte. L'Austriaconserva il Veneto ed i principi italianidebbono venir reintegrati nei rispettivi

    possessi. Cavour che mirava a ben altro, sidimette in favore di La Marmora.In agosto e settembre assembleecostituenti riunitesi a Parma, Modena, inToscana ed in Romagna, decretano lacaduta dei vecchi sovrani e reclamanol'annessione al Piemonte. Vittorio Emanuele

    II prende tempo temendo di andareincontro all'opposizione del governofrancese.

    Seconda guerra dIndipendenza - 1859

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    1860 (4 Aprile) Fallisce a Palermo un moto insurrezionale contro i Borboni; larivolta prosegue nelle campagne siciliane e nei centri minori.(5 Maggio) Dopo aver raccolto un migliaio di volontari, Garibaldi si imbarca da

    Quarto alla volta della Sicilia per sostenere la rivoluzione anti-borbonica. Garibaldi ei suoi sbarcano a Marsala l'undici e iniziano la marcia verso l'interno raccogliendol'appoggio delle popolazioni locali.(6 Giugno) Dopo aver sconfitto i Borbonici a Calatifimi, i garibaldini occupanoPalermo e vi instaurano un governo provvisorio diretto da Francesco Crispi. Il 20luglio le truppe borboniche sconfitte presso Milazzo sono costrette ad abbandonarela Sicilia. (7 Settembre) Garibaldi entra a Napoli accolto trionfalmente dallapopolazione. Il 18 i piemontesi, al comando dei generali Fanti e Cialdini, sbaraglianole truppe pontificie presso Castelfidardo.

    Regno delledue Sicilie1860

    Capitano delCorpo realedel Genio.

    1861 (18 Febbraio) A Torino

    si svolge la prima riunione delnuovo Parlamento Italiano,che ratifica l'avvenutaunificazione del paese.

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    Sottufficiale del1 reggimentoGranatieri -1861

    LE PRIME FONDAMENTA

    La Nota n. 76 del 4 maggio 1861 che introduceva la denominazione di EsercitoItaliano rappresent latto di nascita del nuovo esercito. Una nascita, tuttosommato, abbastanza rapida e tumultuosa, che aveva visto linnesto sul robustotronco dellArmata Sarda di apporti provenienti dalle forze armate regolari edirregolari di ogni regione del nostro paese. In poco pi di 18 mesi aveva cos visto laluce un esercito che contava, ora, 8 Reggimenti di Granatieri, 62 di Fanteria, 36battaglioni di Bersaglieri, 17 Reggimenti di Cavalleria, 9 di Artiglieria, 2 del Genio, 3del Treno e 12 compagnie di Amministrazione.Questa era lintelaiatura, si trattava ora di dar vita a questo esercito, si trattava diorganizzare, addestrare, rifornire, armare ed acquartierare questi reparti, ci checostituiva un insieme di problemi la cui effettiva soluzione avrebbe richiesto diversianni, i primi anni di vita, appunto, dellEsercito Italiano, coincisi anche con unperiodo di difficolt finanziarie.

    Liniziale adozione dei regolamenti e degli

    ordinamenti sardi facilit ledificazione del nuovoorganismo. Ci che ne risult fu, per, qualcosadi diverso, di nuovo, anche se lelementopiemontese detenne ancora per parecchi anni pur con qualche isolata eccezione il predominiotra gli alti gradi.Il problema dei quadri, cresciuti tumultuosamenteper far fronte alle necessit contingenti deltriennio 1859 1861, fu risolto assai lentamentegrazie anche alla riorganizzazione delle scuolemilitari. Laltro grande problema, ugualmentelegato al fattore umano, quello del reclutamentoe delladdestramento, richiese anchesso moltotempo per essere risolto.

    Soldato del 9 ed Ufficiale del3 reggimento fanteria

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    La lotta al brigantaggio meridionalecostitu poi soprattutto per la Fanteria lostacolo maggiore ad un razionale

    addestramento ed impiego dei reparticoinvolti, ed in taluni periodi si tratt di quasila met delle unit operative. Impreparatealla guerriglia, perch di questo si trattsoprattutto nei primi anni, suddivise indistaccamenti di consistenza spesso inferiorealla compagnia, impiegate in modoestremamente faticoso contro un avversarioabile e sfuggente, queste truppe pagarono unpesante prezzo, dovuto soprattutto allemalattie, senza avere n il tempo n lapossibilit di prepararsi ad un conflitto di tipotradizionale, quale sarebbe stata la campagnadel 1866.

    Caporale di fanteria

    Buffetterie depoca

    La renitenza alla leva e le diserzioni legate nelle regioni del Sud albrigantaggio diminuirono gradualmente con il consolidarsi dello statounitario e con laccettazione della coscrizione obbligatoria. Laltissimo tasso dianalfabetismo venne parzialmente ridotto grazie anche agli sforzi delle scuolereggimentali.

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    LA PRESA DI ROMA

    La prima prova sul campo del nuovo esercito, laTerza Guerra dIndipendenza combattuta controlAustria, fu abbastanza sfortunata.La mancanza di un Capo di Stato Maggiore ingrado di imporsi e le rivalit tra i vertici militariportarono alladozione di un piano di guerra cheprevedeva la separazione dellEsercito in due

    masse di manovra: una, pi forte, agli ordini delGenerale La Marmora, doveva operare sulMincio, contro le fortezze del Quadrilatero;laltra, agli ordini del Generale Cialdini, schieratasul basso Po, doveva operare nel Veneto.

    Appena iniziate le ostilit, il 24 giugno 1866 lArmata delGenerale La Marmora si trov improvvisamente addossogli Austriaci dellArciduca Alberto che avanzavano.LArciduca Alberto ebbe la superiorit locale su quattrodelle divisioni italiane che, dopo una giornata di aspralotta, dovettero cedere. La battaglia aveva rappresentatoper gli Austriaci un successo tattico, ma la vittoria deglialleati prussiani a Sadowa obblig gli Austriaci allaritirata, cosicch fu possibile inseguirli nel Veneto mentre

    Garibaldi con i suoi volontari avanzava sullestremasinistra e, dopo, poteva minacciare Trento, quando,sopraggiunto larmistizio di Cormons, ricevette lordine difermarsi.La successiva prova sul campo la presa di Roma il 20settembre 1870 ebbe un grande rilievo da un punto divista storico, unendo Roma allItalia, completando cos la

    prima fase dellunificazione e, al contempo, facendocadere, con il millenario Stato Pontificio, anche il poteretemporale della Chiesa.

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    Roma: la breccia di Porta Pia

    La successiva prova sul campo la presa di Roma il 20 settembre 1870 ebbe un grande

    rilievo da un punto di vista storico, unendo Roma allItalia, completando cos la prima fasedellunificazione e, al contempo, facendo cadere, con il millenario Stato Pontificio, anche ilpotere temporale della Chiesa.

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    IL PERIODO COLONIALE TRA 800 E 900

    Il lungo periodo di pace seguito in Europa alla guerra franco-prussiana del1870 coincise con lapogeo del predominio europeo nel mondo, conlaccrescersi ed il consolidarsi del colonialismo in Africa ed Asia. In questolungo periodo, tra Ottocento e Novecento, lEsercito Italiano ampli econsolid la propria struttura, sia pure in fasi alterne, legate alla difficilesituazione finanziaria ed allinsufficiente sviluppo industriale. A cominciareproprio dal 1870, grazie allopera del Generale Ricotti, lesercito venneristrutturato per tutto quanto atteneva al reclutamento ed alla mobilitazione,secondo criteri che rimasero quasi invariati fino alla seconda guerra mondiale.Alla riforma Ricotti risale listituzione degli ufficiali di complemento, deidistretti e, da questi, dei primi reparti alpini.

    Soldato del genio1880

    Primi alpini

    Ad un periodo immediatamente successivo

    risalgono la costituzione dellIstituto GeograficoMilitare e listituzione, in tempo di pace, dellacarica di Capo di Stato Maggiore dellEsercito, concompetenza sulla pianificazione dellamobilitazione e delle operazioni. Primo Capo diStato Maggiore fu Enrico Cosenz, ufficialenapoletano, difensore di Venezia nel 1849, con

    Garibaldi a Napoli nel 1860, e Tenete Generalenel 1862. A lui si deve un primo aggiornamentodella dottrina dimpiego dellEsercito.

    Lultimo decennio del secolo fu un periodo difficile. A parte le ristrettezze in cuisi doveva dibattere per la scarsit di mezzi finanziari, lEsercito venne

    largamente utilizzato con mansioni di ordine pubblico per il contenimento e larepressione di moti di protesta sociale, compiti cui era poco adatto e chedovevano alienargli le simpatie di parte della popolazione.

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    Sempre in quel decennio, nel 1896, la sfortunatabattaglia di Adua, contro gli etiopici del Negus

    Menelik, pose un limite allespansionismo italiano inEritrea, dove le prime truppe erano sbarcate nel1885 e si erano poi insediate, scontrandosi in piriprese con gli etiopici (Dogali, Amba Alagi, Macall)e con i dervisci (Adigrat, Cassala). Da queste primeesperienze coloniali lEsercito trasse utiliammaestramenti per quanto concerneva lacostituzione di truppe indigene, gli ascari,ammaestramenti che vennero applicatisuccessivamente anche in Somalia ed in Libia.

    Con il nuovo secolo lItalia conobbe unafase di relativa prosperit e di questo

    clima favorevole pot giovarsi lEsercitoche sotto la guida del Capo di StatoMaggiore Generale Alberto Pollio portavanti in quegli anni il suoammodernamento: al fucile mod. 1891ed alle prime biciclette si andaronoaggiungendo luniforme grigio-verde, le

    prime mitragliatrici e la motorizzazione.Tutti elementi che, assieme allaeroplano,ebbero un primo massiccio impiego nel1911, nella guerra contro la Turchia, cheport alla sovranit italiana sulla Libia esul Dodecaneso.

    Soldato del16reggimento

    Cavalleggeridi Lucca1911

    Soldato

    artiglieria da

    campagna

    1911

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    LA GRANDE GUERRA

    La grande guerra la prova, durissima, cui venne sottoposta lItalia a poco pi

    di cinquanta anni dallunificazione. Anche se oggi il ricordo di questo conflitto si un po appannato per il passaggio del tempo e delle generazioni e per ilsopraggiungere della seconda guerra mondiale, che a differenza della prima vide maggiormente coinvolte le popolazioni civili, si tratt senza alcun dubbiodel maggiore sforzo mai affrontato dallEsercito. Sulle Alpi o nelle trincee delCarso, lungo lIsonzo e sul Piave, ma anche in Albania, in Macedonia, in Franciae in Palestina prestarono servizio 4.200.000 uomini, cui se ne devonoaggiungere altri 840.000 mobilitati.

    Geniere tagliafili

    Caporale del 22Reggimentofanteria

    La trincea, il reticolato, la mitragliatrice, i gas, londataumana, che va allassalto seguendo lavanzare delfuoco di appoggio dellartiglieria, ed anche, pur se inmisura minore, lelmetto metallico, tornato in uso doposecoli insieme alle corazze, lutilizzo dellarma aerea

    in battaglia, i primi carri armati e le prime pistolemitragliatrici, questi sono gli elementi materiali checaratterizzarono questa guerra e che si sono volutiriproporre magari sotto forma di foto o di modello.

    Ponte di barche sullIsonzo

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    Quelli, come linterminabile permanenza nelle trincee, il freddo, lumidit lattesa, la paura possonoessere soltanto raccontati o, meglio ancora, immaginati. Lesercito nel novembre del 1918 conclusevittoriosamente la guerra. Risultato, questo, ottenuto grazie alla tenacia, allabnegazione e dal sacrificiodi unintera generazione: 680.000 morti e 1.050.000 mutilati e feriti.

    ArditiMitragliatrice sul Piave

    Le due mete pi importanti,Trento e Trieste, venneroraggiunte anche grazie allapportodegli irredenti, sudditi austriaciche rivendicarono la loro italianit,sfidando la morte in caso dicattura, e militarono volontarinelle file del Regio Esercito.

    Vittorio Veneto e la vittoria finale

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    LA CONQUISTA DELLIMPERO

    La smobilitazione, la crisi economica ed il nuovo assetto da dare allesercito vittorioso furono i problemiche dovettero essere affrontati negli anni immediatamente successivi alla fine della Grande Guerra.

    Tenente dell82reggimentofanteria

    Una serie di ordinamenti provvisori si succedette fino al 1926, quando, scartato lesercito scudo elancia di ridotte dimensioni proposto dal Generale Di Giorgio, venne approvato un nuovo ordinamento detto ordinamento Mussolini, visto che era allora lui il Ministro della Guerra che prevedeva unaforza bilanciata sotto le armi di 250.000 uomini.

    Un esercito che guardava pi alle esperienze della guerra passata piuttosto che

    agli sviluppi di una guerra futura, forte di 3 Reggimenti Granatieri, 87 diFanteria, 12 di Bersaglieri, 9 di Alpini, 12 di Cavalleria, 45 di Artiglieria e 15 delGenio delle varie specialit. Negli anni venti e fino al 1931 venne portataa termine la riconquista della Libia, con lutilizzo prevalente di truppeindigene, eritree e libiche. progressi nel campo della motorizzazione, in quellodellammodernamento delle artiglierie e, soprattutto, in quello delle truppecorazzate, equipaggiate prevalentemente con carri leggeri.

    Ad interferire con il programma diammodernamento sopraggiunseropoi la guerra contro lEtiopia elintervento italiano in Spagna.Contro lEtiopia venneroimpegnate 8 Divisioni dellEsercito,

    6 Divisioni e 2 Gruppi di CamicieNere, 2 Divisioni Eritree, 1 Libica ele truppe della Somalia,supportate, una volta tanto, daunefficiente organizzazionelogistica, ci che permise diraggiungere Addis Abeba il 5

    maggio 1936, dopo otto mesi diguerra.

    Carri sul fronte somalo

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    Venne cos posta ufficialmente fine allacampagna, anche se durarono ancora

    per molti mesi le operazioni definiteoperazioni di grande polizia coloniale dirette ad ottenere leffettivodominio del territorio, debellando laresistenza locale, operazioni chegravarono soprattutto sulle truppeindigene.

    Legionarioappartenente ad unabandera dellaDivisione Dio lo Vuole

    Lintervento italiano in Spagna a fianco dei nazionalisti delGenerale Franco, tra il 1936 ed il 1939, comport linvio dicirca 40.000 uomini, organizzati nel Corpo TruppeVolontarie, e linvio di armi e materiali (quasi 2.000

    cannoni, 10.000 armi automatiche, 150 carri armati emateriali che sarebbero mancati nella guerra che stava persopravvenire.

    Pezzo da 37 in azione

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    Loccupazione dellAlbania, realizzatasenza incontrare resistenza nellapriledel 1939, fu lultimo impegnodellEsercito prima del secondoconflitto mondiale.

    Ufficiale dellaGuardia RealeAlbanese - 1939

    Vittorio Emanuele III Re dItalia edimperatore dEtiopia divenne anche redAlbania e lesercito si accrebbe di 6battaglioni e 4 batterie albanesi, oltre adun battaglione della Guardia Reale dallepittoresche uniformi.

    Carri leggeri a Durazzo

    Mitragliatrice Fiat 35

    su supporto per tirocontraerei

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    LA SECONDA GUERRA MONDIALE

    La Grande Guerra, che aveva visto lo sforzo militare italiano concentrato quasi esclusivamente tra loStelvio e lAdriatico, la Seconda Guerra Mondiale vide, fino al 1943, lEsercito proiettato allestero.

    LAfrica Orientale e lAlbania, la Russia e la Libia, la Iugoslavia e la Francia, la Grecia e la Tunisia viderolimpiego, con vicende alterne, dei nostri soldati.

    La campagna contro la Francia si concluse nel giro di pochi giorni senzaapprezzabili risultati; assai pi lunga, oltre sei mesi, quella contro laGrecia, combattuta in difficili condizioni climatiche e con un sostegnologistico inadeguato.

    Di breve durata fu pure la campagna di Iugoslavia,solo pochi giorni, ma seguirono poi oltre tre anni diguerriglia. Dopo una fase offensiva iniziale le forzeitaliane in Africa Orientale, formateprevalentemente da truppe indigene, si poseropresto sulla difensiva, resistendo per circa un anno.

    Un anno e mezzo dur la partecipazione italiana allaguerra contro lUnione Sovietica; dopo la faseoffensiva attraverso lUcraina fino al Don, alla finedel 1942 lARMIR (Armata Italiana in Russia) vennetravolta da forze superiori in mezzi ed uomini.

    Mitragliere di fanteriasul fronte greco

    Caporale del 73

    reggimentoLombardia inJugoslavia

    Cavalleria nella ste a

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    In Africa Settentrionale a uniniziale puntata su Sidi el Barrani le forze delCommonwealth risposero con una controffensiva che le port alloccupazionedella Cirenaica. Segu una serie di avanzate e ritirate culminate nellestate del1942 con lavanzata italo tedesca sino ad El Alamein, a 70 Km da

    Alessandria. Dopo tre anni di guerra larmamento delle truppe italiane cheallinizio del conflitto era, tutto considerato, non inferiore a quello degli altribelligeranti, tranne che per i mezzi corazzati era divenuto superato sia da unpunto di vista qualitativo che quantitativo. La prova venne ad El Alamein, anovembre, quando i cannoni e i carri armati britannici aprirono la strada alleloro fanterie, tenacemente ma inutilmente contrastati da Italiani e Tedeschiquasi privi di mezzi corazzati.

    Dopo El Alamein, con glisbarchi alleati in Algeria eMarocco, le sortidellAfrica Settentrionaleerano segnate: la primaArmata italiana,

    attestatasi in Tunisia,riusc a resistere fino almaggio del 1943.La guerra aveva ormaicambiato il suo corso: aluglio gli Alleatisbarcavano in Sicilia e,

    nonostante la resistenzaincontrata nella piana diCatania, raggiungevanoMessina per poi passare inCalabria.

    Bersagliere

    Paracadutista del 186Reggimento Folgore

    In quei giorni si era giunti a stipulare un armistizio, rimasto per ilmomento segreto, con gli Alleati, che lo annunciarono l8 settembre,

    quando i comandi non erano ancora stati messi al correntedellimminente cambiamento della situazione.

    Camionette nel sahara

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    NellItalia occupata dai Tedeschi ufficiali e soldati,scampati alla cattura e alla deportazione,passarono alla lotta clandestina, sia formandobande partigiane in montagna che agendo in cittcon compiti di sabotaggio e di informazione. Pervalutare lapporto dellEsercito alla lotta partigiana

    baster qui ricordare i nomi del Generale RaffaeleCadorna, Comandante del Corpo Volontari dellaLibert, e quello del Colonnello Giuseppe CorderoLanza di Montezemolo, preposto al fronteclandestino militare di Roma, torturato e poifucilato alle Fosse Ardeatine.

    E noto quel che accadde allora ai reparti, lasciati

    senza istruzioni adeguate. LEsercito reag alfulmineo attacco delle truppe tedesche, a Roma, aCefalonia, a Corf, in Montenegro, in Dalmazia,nellEgeo, in Sardegna ed in Corsica ma, tranneche in questi ultimi due casi, la resistenza vennesuperata e, ad ottobre, quel che restava in armidellEsercito era concentrato in Puglia, Basilicata e

    Sardegna.

    IL MESSAGGIO DI BADOGLIOIL Governo italiano, riconosciuta limpossibilit di continuare limpari lotta controla soverchiante potenza avversaria, nellintento di risparmiare ulteriori e pi gravisciagure alla Nazione, ha chiesto larmistizio al gen. Eisenhower, comandante in

    capo delle Forze alleate anglo-americane.La richiesta stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilit contro le forzeanglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse,per, reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza.

    Resistenza italiana aitedeschi il 10 settembre43 a Roma

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    Al Sud, con i reparti rimasti e con i volontari cheerano riusciti a sottrarsi alla cattura e adattraversare le linee, era costituito il PrimoRaggruppamento Motorizzato che entrava in azione aMonte Lungo l8 dicembre 1943 e restava poi in lineasino allaprile del 1944 quando, divenuto CorpoItaliano di Liberazione con una forza di circa 30.000uomini, poteva partecipare alloffensiva estiva alleatanel settore Adriatico. Le truppe italiane erano poiritirate dal fronte per essere riorganizzate su sei

    Gruppi di Combattimento, addestrati, equipaggiati,armati e vestiti allinglese.Quattro di questi Gruppi (vere e proprie Divisioni cheper gli Alleati non volevano chiamare con questonome) entrarono in linea nei primi mesi del 1945partecipando alloffensiva finale ed entrando, conqualche reparto, a Bologna insieme alle prime truppe

    alleate.

    Monte Lungo, 8 dicembre 1943

    La causa alleata si giov inoltre dellapportodelle Divisioni Ausiliarie, addette ai servizinelle retrovie e, in taluni casi, anche inlinea.

    In quasi cinque anni di guerra lEsercitoaveva avuto, sui vari fronti, oltre 246.000morti e dispersi e centinaia di migliaia dimutilati e feriti.

    Fanti del Gruppo

    da combattimentoCremona

    LESERCITO ALLA FINE DEL SECONDO CONFLITTO

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    LESERCITO ALLA FINE DEL SECONDO CONFLITTO

    La guerra perduta, la definitiva caduta del fascismo, il referendum istituzionale che vide prevalere larepubblica sulla monarchia, una difficilissima contingenza economica e le clausole restrittive del trattatodi pace segnarono i primi anni della ricostruzione dellEsercito.Nonostante la diversa opinione del Generale Cadorna, Capo di Stato Maggiore tra il 1945 ed il 1947, siprefer tornare allesercito di larga intelaiatura. Fino al 1949 ed alladesione dellItalia al Patto Atlantico,lassestamento fu piuttosto lento e lesercito di campagna poteva contare in quel momento su setteDivisioni di Fanteria due delle quali motorizzate ed una Brigata Corazzata, incomplete nella forza enei mezzi. Lassistenza americana, che sostitu quella britannica, permise di superare le difficolt e nel1953 lesercito di campagna disponeva di 10 Divisioni di Fanteria, 3 Divisioni Corazzate e 5 Brigate

    Alpine, oltre ai supporti tattici e logistici.

    Proprio nellestate di quellanno, il timoredi un colpo di mano iugoslavo su Trieste ancora Territorio Libero sottolamministrazione degli Alleati port alrichiamo alle armi di un limitatocontingente e ad un potenziamento delloschieramento sulla frontiera orientale.Lanno successivo, comunque, laquestione di Trieste era risolta ed il 26ottobre, sotto la pioggia ed aprendosi afatica il passaggio tra la folla scesa nelle

    strade per festeggiarli, i soldati italianitornavano nella citt giuliana. Il 4novembre veniva festeggiato con unagrande parata alla presenza del Presidentedella Repubblica, Einaudi, che conferiva algonfalone della citt la Medaglia dOro alValor Militare.

    Artiglieria sulla strada per Trieste

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    Le truppe italiane dellEsercito di Liberazione erano, alla fine del conflitto, ripartite in tre categorie aseconda della dipendenza e dellimpiego e consistevano in: ITI-ITI su tre divisioni di sicurezza interna etruppe di comandi ed enti interni; BR-ITI ripartite in cinque gruppi di combattimento e cinque divisioniamministrative; US-ITI suddivise in un comando equivalente al corpo darmata e due divisioni

    amministrative. Un complesso di circa 320.000 uomini, 180.000 dei quali andarono in congedo entro lafine del 1945. Il 14 novembre 1945, su disposizione del Quartier Generale alleato in Italia, lEsercitotorn sotto lautorit del Governo italiano.

    In attesa delle clausole del trattato di pace di Parigi, lordinamento dellEsercito di Transizione venneconcordato tra i rappresentanti della Military Mission of the Italian Army ed il Ministero della Guerra

    italiano. Esso prevedeva un comando centrale (Ministero e Stato Maggiore Esercito); unaorganizzazione militare territoriale, basata sui comandi militari territoriali, i distretti e i depositi; truppeper la protezione delle frontiere, le quali oltre ai gruppi di combattimento ed al reggimento Garibaldi,dovevano includere almeno due gruppi alpini, da costituire; truppe per la sicurezza interna,comprendenti tre divisioni e una brigata territoriale; scuole per addestramento, cio lAccademiaMilitare ed il Centro Addestramento di Cesano; unit varie dei servizi.La consistenza dellEsercito di Transizione fu stabilita in 140000 uomini. La ridotta forza numerica e la

    povert degli armamenti limitavano di molto le possibilit operative dellesercito, in grado tuttal pi digarantire la sicurezza interna e lordine pubblico.

    Reparto in armi

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    Nel gennaio 1947 la struttura operativa dellEsercito italiano era basata su cinque divisioni di fanteriabinarie, dieci reggimenti di fanteria autonomi (di cui tre alpini, uno bersaglieri e uno granatieri) cinquegruppi esploranti di cavalleria, tre brigate di fanteria oltre a undici comandi militari territoriali, undicicentri addestramento reclute, scuole ed enti vari.

    Le clausole militari del trattato di pace di Parigi del 10 febbraio 1947 prevedevano, tra laltro: losmantellamento di tutte le fortificazioni alpine ai confini con la Jugoslavia e la Francia e di quellecostiere in Sardegna e nelle isole della Sicilia; il divieto di possedere e sperimentare armi atomiche,missili, razzi e cannoni con gittate superiori ai 30 km; la limitazione allimpiego di soli 200 carri armati;una forza effettiva massima di 250.000 uomini alle armi per le tre forze armate e i carabinieri.

    Nella ricostruzione dellEsercito, il Governo italiano prefer adottare la formula collaudata e tradizionaledel servizio obbligatorio di leva, con una ferma di 18 mesi, anzich seguire gli orientamenti alleati, cheauspicavano la creazione di un esercito volontario.

    Alpini in parata

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    Attualmente sono operative undici Brigate di manovra e cinque di supporto, oltre a quattro comandidi proiezione, con cui lEsercito partecipa a varie forze multinazionali di pronto intervento NATO,dellUnione Europea e delle Nazioni Unite. Migliaia di militari dellEsercito Italiano sono schierati neicontingenti europeo, africano ed asiatico nel contesto di missioni umanitarie di sostegno alla pace, diosservazione e monitoraggio, di controllo del cessate-il-fuoco e degli accordi di pace, di cooperazione edi assistenza militare. I compiti assegnati alla Forza Armata sono la difesa degli interessi vitali delPaese, la salvaguardia degli spazi euro-atlantici; la gestione delle crisi internazionali, il concorso allasalvaguardia delle libere istituzioni e lo svolgimento di compiti specifici in circostanze di pubblichecalamit e in altri casi di straordinaria necessit e urgenza.

    IL RECLUTAMENTO FEMMINILE

    A partire dellanno 2000, la Forza Armata ha iniziato a reclutare anche personale femminile, novitquasi assoluta nel nostro paese, dove erano state storicamente arruolate ed impiegate per breviperiodi ed in circostanze del tutto particolari le ausiliarie della R.S.I. e le Cafine dellimmediatoperiodo post-bellico, rendendo ovviamente necessaria la creazione di appositi capi vestiario,operazione preceduta da tutta una serie di attivit di studio, di ricerca e di sperimentazione finalizzateallindividuazione di manufatti che risultassero idonei dal punto di vista tecnico-funzionale e fosserogradevoli esteticamente, secondi i principi organizzativi seguiti dalle aziende manifatturiere per lacreazione di una linea di abbigliamento adeguata alle esigenze dello strumento militare. Le uniformiper il personale femminile,pertanto, ricalcano globalmente quelle maschili per tipo e composizione,

    con la sola aggiunta di indumenti tipicamente femminili, quali ad esempio la gonna, la borsa a tracollaed i gambaletti in luogo delle calze lunghe di cotone e con alcune differenze di taglio nella giacca,quali labbottonatura al contrario e lassenza delle tasche al petto, ai quali fu aggiunto nel 2005 unmodello di berretto rigido cosiddetto francesina, mutuato da quello in dotazione al personalefemminile dellArma dei Carabinieri.

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    Allinizio della sua storia (1861) la presenza fuori confine dellEsercito Italiano si verificava in occasione

    di guerre difensive e offensive, come quelle coloniali. Se si eccettuano le battaglie per il completamentodellUnificazione Nazionale, che videro lEsercito Italiano presente in territori stranieri, come quellopontificio nel 1870, la prima Missione allestero che affront fu la campagna dEritrea che si apr con losbarco del Col. Tancredi Saletta a Massaua nel 1885 e che impegnava 800 uomini.

    LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

    Molto cambiato dallultimo scorcio dellOttocento. Oggi, a pi diun secolo di distanza, la presenza allestero dellEsercito Italianosegnala la partecipazione dellItalia a Missioni Internazionali sotto

    legida dellONU, della NATO, nellambito di Forze Multinazionali,configurandosi moderno ed efficiente organismo dedito aconsolidare la pace e la stabilit in scenari molto delicati delnostro mondo e a contrastare il terrorismo internazionale.Le missioni condotte sotto legida dellOrganizzazione delleNazioni Unite sono diventate famose per il colore caratteristicodel copricapo e degli elmetti indossati dai loro componenti: i

    caschi blu.

    Le missioni ONU sono di diversa tipologia e si compongono sia dipiccoli Nuclei di Ufficiali Osservatori, sia di Reparti organici didiversa consistenza.LEsercito Italiano prende parte al momento sia alle Missioni diOsservazione che a Missioni con i Reparti.

    Quanto alle Missioni di Osservazione, citiamo le seguenti:UNMOGIP (India e Pakistan), UNTSO (Siria, Israele, Libano,Egitto), MINURSO (Sahara occidentale), UNIIMOG (Iran e Iraq),UNIKOM (Iraq e Kuwait), UNAVEM (Angola), MONUC (Congo),UNMIK (Kosovo), UNIMEE (Etiopia e Eritrea), UNOWA (Senegal).Quanto alle Missioni con i Reparti, citiamo le seguenti: UNIFILLEONTE (Libano), UNIFIL (Libano), UNTAG (Namibia), UNOCA

    (Afghanistan), UNOSOM (missione Ibis Somalia), ONUMOZ(Missione Albatros Mozambico), UNMIS (Operazione Nilo Sudan).

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    MISSIONE UNIKOM (1991 2003 )

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    ( )

    Con la risoluzione n. 689 del 9 aprile 1991 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite venive istituitoun gruppo di osservatori militari lungo il confine tra Iraq e Kuwait. Dal 28 aprile gli osservatori

    garantiscono il rispetto della fascia smilitarizzata esistente tra i due paesi in attesa che riprendano ireciproci rapporti diplomatici. I circa 300 osservatori di 33 nazioni svolgono attivit di controllo e ritirodi tutte le unit presenti nella zona smilitarizzata che si estende lungo la frontiera dei dure Stati e peruna profondit di 10 Km in territorio irakeno e 5 Km in territorio Kuwatiano, distacco di posti diosservazione lungo le principali rotabili che collegano la zona smilitarizzata allo scopo di controllare imovimenti di personale e mezzi ed effettuare rilevamenti e pattugliamenti aerei e fluviali sulla zonasmilitarizzata. Sono inoltre presenti genieri canadesi e elicotteristi cileni; il reparto comando fornitodalla Danimarca, il reparto medico dalla Norvegia e aerei leggeri sono forniti dallAviazione Svizzera. Ilgruppo di osservatori italiani si compone di 7 Ufficiali dellEsercito e 1 dellAeronautica, i quali, come ilresto degli osservatori dellUNIKOM (United Nations Iraq Kuwait Observer Group), dipendono dalQuartier Generale situato in UmmQsar, in territorio irakeno. Fra il 1996 e il 1997 la missione stataposta sotto la guida del Magg. Gen. Giangiuseppe Santillo. Il mandato terminato il 6 ottobre 2003.

    MISSIONE MONUC (1999 2003)

    Sono stati due gli Ufficiali Osservatori Italiani impegnati nella Missione di Osservazione delle NazioniUnite in Congo (MONUC). Costituita il 30 novembre 1999 la Missione stata originata dallaccordo sulcessate-il-fuoco di Lusaka, firmato da Namibia, Randa, Uganda, Zambia, Zimbabwe, Repubblica

    Democratica del Congo ed i due movimenti ribelli congolesi. Costituita inizialmente dal personale diprecedenti piccole missioni ONU presenti in Congo, dal 24 febbraio 2000 la forza di MONUC passata a5537 uomini, compresi 500 osservatori. La missione ha il compito di supervisionare limplementazionedel cessate il fuoco ed investigare eventuali violazioni. Oltre allItalia, numerose sono le nazioni chehannocontribuito alla missione, tra le quali il Sud Africa, la Tunisia e la Federazione Russa.

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    MISSIONE ALBATROS ONUMOZ (1993 1994)

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    Gli Accordi di Pace, siglati a Roma il 4 ottobre 1992 tra il Governo del Mozambico e la RENAMO(Resistenza Nazionale Mozambicana), sanciscono che la supervisione ed il controllo dellattuazione delle

    clausole del trattato vengano affidate alle Nazioni Unite. Il 16 dicembre, il Consiglio di Sicurezzaautorizza lOperazione ONUMOZ (United Nations Operations in Mozambique), la quale ha il compito difavorire il processo di pacificazione. In particolare, la componente militare della missione riceve ilmandato di monitorare e verificare il cessate-il-fuoco, la separazione e la concentrazione delle forzecontrapposte, la loro smobilitazione e la raccolta, stoccaggio e distruzione delle armi; inoltre, ilcompleto ripiegamento fuori dai confini delle forze militari straniere e la smobilitazione dei militari e deigruppi armati irregolari; attuare misure di sicurezza in favore di infrastrutture e servizi vitali, fornire

    sicurezza alle attivit svolte dalle Nazioni Unite e dalle altre organizzazioni internazionali a sostegno delprocesso di pace, con particolare riguardo ai corridoi di collegamento tra il mare ed il confine del Paese.LItalia ha contribuito alla missione sino allaprile del 1994 con un Contingente di 1.030 uomini, fornitodalle Brigate Taurinense prima e Julia poi.

    LUnit a livello Reggimento, articolata su un battaglione difanteria alpina, un battaglione logistico, un gruppo squadronidellAviazione dellEsercito ed un Reparto di Sanit, ha

    cominciato la spiegamento nel marzo 1992, assumendo laresponsabilit operativa del Corridoio di Beira nei primi giorni diAprile. In tal senso, ed in ragione sia della vitale importanza delcorridoio via di collegamento principale tra lo Zimbabwe ed ilmare, servita da una rotabile, da una ferrovia e da un oleodotto sia del livello di efficienza operativa e logistica dellUnit, ilContingente Italiano ha assunto il ruolo di forza di riferimento,

    con funzioni di supporto logistico e sanitario a favore di tutte leForze ONU presenti nella regione. Dal 2 maggio 1994, conclusoil ripiegamento della maggior parte dei reparti, il Contingente,forte di 230 uomini e formato dal Reparto di Sanit e daunUnit di sostegno, ha assunto il nome di Albatros 2 ed stato ridislocato a Beira con il compito di continuare adassicurare il sostegno sanitario a favore del personale ONUoperante nella Regione Centro nonch delle popolazioni locali.

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    MISSIONI NATO

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    La NATO (North Atlantic Treaty Organization) lorganizzazione di difesa delle nazionioccidentali sorta allindomani della seconda guerra mondiale intervenuta per la

    prima volta per pacificare i paesi della ex Jugoslavia.LEsercito Italiano ha partecipato e partecipa a varie missioni NATO con limpiego direparti organici, di seguito indicate:Missione IFOR/SFOR nella Bosnia-Erzegovina (1995-2004); Missione Joint Guarantorin Macedonia (1998-1999); Missione KFOR in Kosovo (1999 - ancora in corso);Missione Allied Harbour in Albania (1999); Task Force Essenzial Harvest inMacedonia (2001); Operazione Amber FoxAllied Harmony in Macedonia (2002);Missione ISAF in Afganistan (2003); Operazione Indus in Pakistan (2005).

    MISSIONI EU

    LUnione Europea dopo l11 settembre ha sentito la necessit di elaborare un vero eproprio documento di strategia per la sicurezza dellunione. Tale documentoevidenzia che, alla luce delle nuove minacce (NBC, fondamentalismi e terrorismi divaria natura, ecc) e dellevoluzione dei concetti classici di difesa in nuove forme dilotta preventiva e di contrasto su vasta scala alla criminalit organizzata, la politicaestera europea deve presupporre la disponibilit di forze militari capaci di condurremissioni umanitarie volte a ristabilire la pace anche con luso della forza.LEsercito Italiano ha partecipato alla Missione EUFOR CONCORDIA FYROM inMacedonia dal 31 Marzo al 15 dicembre 2003; partecipa dal 2004 alla MissioneEUFOR ALTHEA in Bosnia Erzegovina e dal 1999 alla Missione di OsservazioneEUMM nella ex Yugoslavia ed Albania.

    MISSIONI MULTINAZIONALI

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    MISSIONI MULTINAZIONALI

    In diverse occasioni lEsercito Italiano stato impegnato in missioni oltremare organizzate da pool dinazioni in grado di rispondere pi rapidamente alle situazioni di crisi.Sono di questo tipo ad esempio le missioni condotte in Libano, Kurdistan, in Albania.Di seguito lelenco aggiornato:Missione Libano 1 e Libano 2 (19821984); Missione Airone in Kurdistan (1991); OperazioneIppocampo in Ruanda (1994); Operazione Alba in Albania (1997); Operazione Stabilise a Timor Est(19992000); Missione ISAF in Afganistan (20022003); Operazione Enduring Freedom in

    Afganistan (2003); Operazione Antica Babilonia in Iraq (2003); missione si osservazione Jmm/Jmc inSudan (2002 in corso).

    DELEGAZIONI DI ESPERTI

    Frutto ddi accordi bilaterali le delegazioni di esperti sono formate da nuclei di ufficiali e sottufficialispecializzati in particolari settori ed operano in concorso alle forze armate locali per migliorarne glistandard qualitativi.LEsercito Italiano e presente con proprie delegazioni a Malta (1973in corso ), in Marocco (19771990), in Somalia (gennaio 1983 settembre 1990), Kuwait (settembredicembre 1990), Albania

    (1977in corso).

    OPERAZIONI SUL TERRITORIO ITALIANO

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    Dal 1945 la Forza Armata intervenuta in concorso alle Forze dellOrdine in occasione di: Attivit diantibanditismo in Sicilia nellimmediato dopoguerra; Operazioni condotte in Alto Adige per prevenire attiterroristici da parte dei movimenti separatisti sud tirolesi (1961-1968); Sorveglianza delle tratte

    ferroviarie di S. Eufemia Lamezia Villa S. Giovanni (1970-1971) e Chiusi Bologna (1975-1976.1978-1979); Vigilanza degli Aeroporti di Milano Malpensa e Roma Fiumicino (1975-1976); Attivit dicontrollo del territorio in occasione del rapimento del Presidente della DC, On. Aldo Moro (1978);Protezione di obiettivi civili di primaria importanza sul territorio nazionale contro minacce terroristiche,durante la Guerra del Golfo (1991); Contenimento e Controllo di oltre 20.000 profughi albanesi sbarcatia pi riprese nel porto di Bari nel 1991 e, successivamente, ospitati presso infrastrutture militari peroltre un anno.

    Pi di recente, a seguito dellintensificarsi degliepisodi malavitosi in alcune aree del territorionazionale, le Autorit politiche decisero di utilizzarelEsercito Italiano in supporto alle Forze dellOrdine(Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza)per interventi indirizzati alla lotta contro lacriminalit organizzata ed al controllo del fenomeno

    dellimmigrazione clandestina. In tale contesto, laForza Armata stata dapprima chiamata a svolgerelesercitazione Forza Paris in Sardegna, dal 15luglio al 22 settembre 1992. In un secondo tempohanno preso il via le seguenti Operazioni: VESPRISICILIANI (in Sicilia, dal 25 luglio 1992 al 8 luglio1998), TESTUGGINE (frontiera italo-slovena, dal

    16 agosto 1993 al 28 febbraio 1995), RIACE(Calabria, dal 2 febbraio 1994 al 15 dicembre1995), PARTENOPE (Napoli, dal 18 febbraio 1994al 15 dicembre 1995, ripresa il 14 luglio 1997 fino al30 giugno 1998), SALENTO (Costa pugliese, dal10 maggio 1995 al 3 novembre 1995), DOMINO(dal 12 ottobre 2001).

    SI RIGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE:

    LASSOCIAZIONE CULTURALE CALABRIA IN ARMI

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    LASSOCIAZIONE CULTURALE CALABRIA IN ARMI LA PRO-LOCO DI CATANZARO

    Coordinamento lavori di stesura e impaginazione del volume:

    Ten. Col. Domenico CHIANESI Magg. Andrea GALIANO

    Gruppo di lavoro per la ricerca: Dott. Mario SACCA (Presidente Associazione Calabria in Armi) Dott. Salvatore BULLOTTA (storico) Ten. Col. Domenico CHIANESI Ten. Col. Salvatore MOSCHELLA Magg. Andrea GALIANO

    BIBLIOGRAFIA : Massimo De Leonardis, LItalia e il suo Esercito, Edizioni Rai 2005 Roma; Stefano Ales, Piero Crociani, Uniformi, Cultura e Societ, Editrice Irradiazioni 2007 Roma Ufficio Storico Stato Maggiore Esercito, LEsercito e i suoi Corpi, Roma; AA.VV. recensioni siti web Esercito e Stato Maggiore.