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PRINCIPI TEORICI E PRINCIPI TEORICI E METODI DELLE ATTIVITÀ METODI DELLE ATTIVITÀ MOTORIE ADATTATE MOTORIE ADATTATE

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PRINCIPI TEORICI E PRINCIPI TEORICI E METODI DELLE ATTIVITÀ METODI DELLE ATTIVITÀ

MOTORIE ADATTATEMOTORIE ADATTATE

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PRINCIPI PEDAGOGIA SPECIALE

ADATTAREi contenuti, i mezzi e gli strumenti didattici alle

capacità di apprendimento

del disabile

INDIVIDUALIZZARECioè stabilire degli obiettivi

appropriati per le caratteristiche specifiche

del disabile

INTEGRAREAl superamento delle

limitazioni del disabile corrisponde una diminuzione

delle barriere e un cambiamento nel contesto

educativo (classe)

SPECIALIZZAREIl disabile viene accolto in scuole e strutture speciali

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L’attività motoria costituisce per i bambini diversamente abili un’importante opportunità di

integrazione, di apprendimento e di stimolazione fisica, cognitiva,

affettiva e relazionale

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Favorisce il recupero della funzionalità e della autonomia e aiuta a passare da una condizione di passività e dipendenza alla attuazione di comportamenti finalizzati e autonomi

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PRINCIPI TEORICI

Esistono quattro teorie che sostengono la necessità di apportare degli adattamenti all’attività fisica:

•Teoria dell’adattamento

•Teoria della normalizzazione

•Teoria dell’autodeterminazione

•Teoria dell’empowerment

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Teoria dell’adattamento

La teoria dell’adattamento sostiene che molte attività possano essere accessibili per le persone con disabilità solo se adattate in modo che tali persone possano trarne beneficio e motivo di crescita personale.

Fu introdotta da Kyphard (1983) che descrive questa teoria come una serie di interazioni tra individuo e ambiente per mantenere l’omeostasi.

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Teoria dell’adattamento

Sherril “L’adattamento è l’arte e la scienza di organizzare le variabili in gioco così da conseguire il risultato desiderato”(1997). Individua e descrive sette variabili :

a)      variabili temporali ambientali

b)      variabili fisiche ambientali

c)      variabili di attrezzature e materiali

d)      variabili psicosociali ambientali

e)      variabili di apprendimento

f)       variabili educative e di informazione

g)      variabili del compito

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Teoria della normalizzazione

Sostiene che che le persone disabili debbano poter avere le stesse opportunità degli altri pari nel contesto abituale di vita.

Sottolinea quindi la necessità di mettere a disposizione dei disabili condizioni educative il più possibile simili a quelle normali.

Pertanto è opportuno creare degli adattamenti di modo che i disabili possano avere le stesse opportunità sociali ed educative nell’educazione fisica e nella società in genere.

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Teoria della normalizzazionePerché la normalizzazione diventi una realtà devono essere presenti alcuni atteggiamenti nei confronti dei disabili (Auxter, Pyfer e Heuttig 1997 ):

devono essere riconosciuto il possesso di diritti legali e costituzionali;

devono essere considerati individui che possono acquisire e incrementare le loro abilità nel corso della loro esistenza,

devono avere opportunità sociali per trarre il massimo vantaggio dal loro ambiente culturale;

devono ricevere servizi da personale educativo e riabilitativo competente e preparato;

devono essere considerati in grado di poter assumere ruoli adeguati per vivere pienamente nella loro società.

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Teoria dell’autodeterminazioneSostiene che le persone disabili devono poter scegliere, arrivando a crearsi spazi di autonomia personale nelle decisioni che li riguardano.

Il bambino diversamente abile, che abbia sviluppate e integre le capacità di critica e di autoconsapevolezza, dovrebbe avere a disposizione le stesse possibilità di scelta e le stesse opzioni dei suoi pari

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Teoria dell’autodeterminazione

Un aspetto preliminare alla possibilità di acquisire autonomia è che la società riconosca la presenza del

diversamente abile come un valore.

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Teoria dell’empowerment

Il bambino diversamente abile ha il diritto di sentirsi efficace e parte integrante nella società, di porsi degli obiettivi di vita, di avere opportunità, e di sperimentare il potere di scelta e di controllo sugli eventi della sua esistenza.

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PRINCIPI DI BASE DELL’ADATTAMENTO

•Coinvolgere, quando è possibile, gli alunni e i genitori nella scelta degli adattamenti.

•Valutare se alcuni bambini disabili preferiscano l’inserimento piuttosto che l’integrazione. Può succedere che preferiscano non avere nessun tipo di adattamento perché questo li farebbe sentire troppo differenti dagli altri.

•Dipende dal livello di maturità personale, dalla capacità di autodeterminazione e accettazione di sé.

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PRINCIPI DI BASE DELL’ADATTAMENTO

•Offrire il maggior numero di opportunità di scelta in merito ad attrezzature, stili di insegnamento adottati, attribuzione dei ruoli disponibili e opzioni ambientali.

•Si possono seguire le indicazioni dell’alunno tutte le volte che lo si ritiene opportuno.

•La partecipazione parziale o l’adozione di forme di assistenza devono essere ritenuti preferibili all’esclusione, all’autoesclusione o all’esonero dall’attività.

•L’utilizzo degli aiuti parziali o della assistenza totale deve essere attuata solo quando serve ad assicurare la partecipazione alle attività.

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ADATTARE LE ATTIVITA’

Possono essere individuate alcune grandi aree:

Modifiche dell’attrezzatura

Modifiche alle regole

Modifiche ambientali

Modifiche del compito

Modifiche della metodologia educativa.

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Modifiche dell’attrezzaturaI materiali e le attrezzature devono essere modificate tutte le volte che una limitazione della funzionalità ne impedisce l’utilizzo. Esempi:Uso di palle più leggere, più soffici, più grandi, più colorateUso di palloni sonoriAbbassare il canestro o la rete di pallavolo.Allargare il diametro del canestroUso di racchette più lunghe, di guide e/o guanti di velcro,

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Materiali della psicomotricità

• Strutturati: finalizzati ad un obiettivo didattico preciso es.: puzzle, figure per sequenze temporali, bambole per schema corporeo ecc.

• Non strutturati: palle, palloni, palline, cerchi grandi, medi, piccoli, funicelle, cubi, mattonelle colorate,assi, foulard, forme geometriche in legno, strumenti musicali

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Modifiche alle regole

Le modifiche alle regole riguardano tutti i cambiamenti rispetto alle originali regole del gioco. Esempi:

Utilizzare cambi di ruolo frequenti durante un gioco. Proporre attività semplici con regole e finalità chiareDiminuire le dimensioni del campo di gioco Ridurre i punti necessari per vincere.Abolire delle regole.Limitare o aggiungere responsabilità.Affidare ai disabili come al resto della classe compiti adeguati di collaborazione (distribuire, ordinare, arbitrare, controllare)

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Modifiche ambientali

Talvolta sono indispensabili per garantire un adeguato livello di partecipazione:

la diminuzione di elementi di distrazione (presenza del solo materiale di utilizzo psicomotorio)

l’aumento dei suggerimenti visivi e dei punti di riferimento spaziali,

la riduzione del rumore di disturbo, non ambienti di passaggio

l’adattamento dell’illuminazione,

Il pavimento preferibilmente in linoleum e in tinta unita.

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Modifiche metodologiche ed educative.

Possono essere adottati diversi stili d’insegnamento

Possono essere adottate differenti adattamenti in funzione dell’obiettivo individuato:

Suggerimenti verbali

Dimostrazioni

Assistenza fisica

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dovrebbero essere chiari, specifici, brevi

evitare di usare espressioni in gergo o terminologia troppo scientifica;

dovrebbero essere ripetuti, anche con modalità differenti, se il destinatario non capisce la prima volta (ridondanza);

dovrebbero essere accompagnati dalla dimostrazione per assicurarsi una maggiore comprensione.

Suggerimenti verbali

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dovrebbe essere fornita all’interno del campo visivo dell’alunno;

È preferibile che sia fornita da qualcuno che sia simile per abilità e taglia al destinatario;

dovrebbe essere fornita dimostrando prima l’esercizio completo, poi suddividendolo in parti, e in seguito ancora dimostrando l’esercizio completo

Dimostrazioni

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dovrebbe essere preceduta dall’annuncio, all’assistito, di dove si andrà a toccare per l’assistenza;

Si dovrebbe spiegare perché bisogna assistere, quanto intensamente, per quanto tempo;

dovrebbe essere diminuita progressivamente quando è possibile

Assistenza fisica

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Stili d’insegnamentoGli stili di insegnamento vanno dall’approccio più direttivo, dove è prevalente il controllo dell’insegnante (indicato per es. sindrome down), al più indiretto, dove predomina il controllo e l’iniziativa dello studente (indicato per es. nell’autismo). Lo stile d’insegnamento dipende dalle caratteristiche e dagli adattamenti cognitivi, affettivi, relazionali del bambino, dalle sue modalità di apprendimento privilegiate e dal contenuto e dall’obiettivo della lezione.

Stile autoritario

Stile della scoperta guidata

Stile del problem-solving

I buoni insegnanti adeguano lo stile a quello di apprendimento degli allievi.

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ADATTAMENTO DELLA TIPOLOGIA DI ATTIVITA’

• Proporre attività semplici, facilmente modificabili, che abbiano regole e finalità chiare e non determinino esperienze di insuccesso e frustrazione (adatte alla fase psicomotoria)

• Utilizzare stimoli che possano essere facilmente percepiti e discriminati (stimoli facilitanti)

• Stimolare e amplificare l’utilizzo delle capacità senso-percettive conservate

• Variare frequenza, intensità e durata dello stimolo sulla base delle capacità attentive