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1 Linee guida per lo sviluppo delle biotecnologie in Italia Leonardo Santi Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie Biotecnologie e le Scienze della Vita una priorità economica Messina , 3 marzo 2006

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Linee guida per lo sviluppo delle biotecnologie in Italia

Leonardo Santi

Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie

Biotecnologie e le Scienze della Vita

una priorità economica

Messina , 3 marzo 2006

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PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Comitato Nazionale

Biosicurezza e Biotecnologie

(D.P.C.M 14 Novembre 2001)

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ComposizionePresidente

Un rappresentante designato da:

• Ministero della Salute• Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio• Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali• Ministero delle Attività Produttive• Ministero delle Politiche Agricole e Forestali• Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca • Ministero degli Affari Esteri• Ministero per le Politiche Comunitarie• Ministero per l’innovazione e le Tecnologie• Ente Nazionale per le nuove tecnologie, l’Energia e l’Ambiente (ENEA)• Consiglio Nazionale per le Ricerche (CNR)• Assobiotech• Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti

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Composizione

Esperti in:

• Ecologia Farmacologica• Agronomia• Biotecnologie Vegetali• Ingegneria Chimica• Biologia Molecolare• Medicina del Lavoro• Microbiologia• Igiene

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Comitato Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie

Funzioni

• Valutare rischi da impiego agenti biologici;• Elaborare criteri per definizione norme di sicurezza;• Collaborare all’elaborazione norme di recepimento direttive UE;• Assicurare il coordinamento, l’armonizzazione e l’integrazione di

programmi, iniziative e attività di ministeri, enti, organismi;• Coordinare iniziative di collegamento con le attività comunitarie;• Elaborare il quadro conoscitivo dei programmi, iniziative ed

attività svolte da ministeri,enti e organismi;• Promuovere e organizzare convegni e seminari;• Prevedere e valicare la raccolta dati sulle biotecnologie;• Presentare annualmente al Presidente del Consiglio un

rapporto sullo stato delle biotecnologie in Italia.

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Osservatorio Nazionale

reso operativo con DPCM del 14.11.01

Tre fasi attuative:

a) prima mappatura delle strutture nazionali ed europee in base a dati già disponibili per iniziative assunte da Istituzioni varie (IPI-Farmindustria-Osservatorio per la chimica- assobiotech o Regioni (Lombardia, Piemonte, Toscana, Puglia ecc.)

b) Rete telematica permanente per inserimento, elaborazione e fruizione dati

c) Verifica in loco tramite strutture regionali (interviste porta a porta)

d) Partecipazione messa a punto sito web europeo.

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2000

Summit di Lisbona

UE: l’economia basata sulla conoscenza piu’ competitiva entro il 2010

Summit di Stoccolma

Riconosciuto il potenziale delle biotecnologie per la cmpetitivita’ dell’Europa

Successo politico a livello UENecessario adottare strategie nazionali!

20052001 2002

Rilancio degli obbiettivi di Lisbona:

Un Partenariato

per la Crescita e l’Impiego;

Ricerca ed innovazione sono chiave

Biotecnologie incluse!

2010

Agenda di Lisbona

Biotech: parte dell’Agenda di Lisbona

Strategia Europea per le Scienze della Vita e le Biotecnologie

Interventi di EuropaBio - Commissari Europei

- Stati Membri

Intervento di EuropaBio

- Commissari Europei- Stati Membri

Intervento di EuropaBio - Stati Membri

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Europa e Biotech per la salute

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Europa e Biotech per la salute

• FattiI medicinali biotech rappresentano 20% dei medicinali oggi sul

mercato e 50% di quelli in fase di sperimentazioni clinica

Piu’ di 250 millioni di pazienti hanno tratto beneficio da medicinali biotech approvati e disponibili sul mercato

Sono 324 i nuovi medicinali e vaccini biotech in sviluppo per trovare soluzioni a 150 malattie.

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Europa e Biotech per la salute

Trovare risposte laddove non ce n’erano in precedenza

Trattamenti sempre piu’ adatti a singoli pazienti/gruppi di pazienti

Aumentare la prevenzione e migliorare la diagnosi delle malattie.

Potenzialita’

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Strategia Europea e Biotech per la salute

• Risultati ad oggi

Regolamento UE sui Medicinal Orfani

Revisione del quadro normativo farmaceutico

Proposta di Regolamento per Terapie Avanzate

Ufficio dedicato alle PMI in seno all’EMEA

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Le Biotecnologie in Europa Europa vs. USA

La competitivita’ dell’industria biotech Europea e’ in seria difficolta’!

Stesso numero di aziende biotech ma….

• Industria in USA x2 il numero di impiegati

• USA spende x2.5 in Ricerca e Sviluppo

• USA guadagna 5 volte tanto quanto l’Europa dalle biotech

• USA investe in media 5 volte tanto per ogni azienda

• il capitale del mercato biotech USA e’ x9 quello Europeo

• USA ha x3 aziende quotate in borsa

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Leadership politico da parte degli Stati Membri nell’adozione di Strategie nazionali per lo sviluppo delle

biotecnologie e.g. Italia

Coerenza dei quadri normativi UE e fra Stati Membri

Normative trasparenti, funzionali e basate sulla scienza che

contribuiscano ad atrarre investimenti e promuovere l’accesso

al mercato

RECEPIRE LA STRATEGIA UE

Conclusione: soluzioni

Portare i frutti della ricerca sul mercato!

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Indice

Obiettivi

Quadro di riferimento nazionale

Linee guida

Sviluppare la ricerca industrialeFavorire il trasferimento tecnologicoStimolare la creazione e lo sviluppo dell’impresa biotechAttivare strumenti di finanza innovativaPromuovere l’internazionalizzazione Migliorare la governance

Prossimi passi

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Obiettivi Il settore italiano delle

biotecnologie sta vivendo una fase di crescita, stimolata anche dall’intervento pubblico a livello centrale e territoriale.

L’azione pubblica tuttavia risulta frammentata e non inserita in un quadro di sviluppo unitario.

Le linee guida rappresentano un primo tentativo per delineare una strategia organica ed integrata per lo sviluppo delle biotecnologie in Italia in sintonia con le priorità della Commissione Europea e della situazione attuale e prospettica del nostro Paese.

Impresebiotech

Policy Makers

• Commissione Europea • MAP• MIUR• Ministero della Salute• MIPAF • DIT• Regioni• Enti locali

Sistema della ricerca

• Università• Centri di ricerca pubblici• Centri di ricerca privati

• Associazioni imprenditoriali (Assobiotec, Farmindustria)

Strutture di sostegno imprese

• Camere di Commercio

Centri per l’innovazione

• Parchi scientifici e tecnologici• BIC• ILO e TTO Universitari• Centri servizi

Sistema finanziario

• Istituti di credito• Venture Capitalists• Business Angels

Agenzie per lo sviluppo

• ICE• IPI• Sviluppo Italia• Agenzie regionali

Le linee guida sono state elaborate dal CNBB in collaborazione con la task force Biotech istituita dal MAP e con il Gruppo delle Regioni sulle biotecnologie e tenendo conto dei suggerimenti dei principali stakeholder del settore.

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Quadro di riferimento nazionale

L’atout principale del sistema biotech Italiano è la presenza di centri di eccellenza scientifica riconosciuti a livello internazionale nei settori delle biotecnologie per la salute, le agro-biotecnologie e le biotecnologie industriali.

Un altro elemento di forza è rappresentato da un’offerta formativa accademica di alta qualità che sostiene ed alimenta la base scientifica del nostro Paese

L’industria biotech, nata recentemente, registra elevati tassi di crescita in linea con quello di altri Paesi avanzati soprattutto nei settori delle red biotech e delle white biotech.

Nonostante questi segnali incoraggianti, il peso dell’industria in termini di fatturato e numero di addetti non è commisurato a quello di altri Paesi industrializzati.

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Sviluppare la ricerca industriale

Concentrare le scarse risorse disponibili sulle aree tecnologiche ritenute strategiche per lo sviluppo del Paese, quali le biotecnologie.

Favorire la creazione di partnership pubblico-privato tra ricerca, finanza ed industria intorno a programmi finalizzati di ampio respiro e di rilevante massa critica.

Le aree di ricerca applicata da valorizzare riguardano le biotecnologie per la salute e le biotecnologie industriali ad alta accettabilità sociale. Occorre inoltre rilanciare la ricerca e lo sviluppo nel settore delle agro-biotecnologie.

Il modello di programmazione partecipata delle piattaforme tecnologiche europee rappresenta un ottimo esempio da seguire per l’individuazione e la selezione dei programmi da finanziare.

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Favorire il trasferimento tecnologico

Aumentare e qualificare l’offerta di servizi per l’innovazione e il trasferimento tecnologico.

Favorire la creazione e il rafforzamento degli ILO/TTO presso le Università e gli EPR.

Far emergere le eccellenze correlando i finanziamenti a queste strutture agli effettivi risultati raggiunti.

Promuovere il licensing dei brevetti, non vincolando la proprietà del titolo brevettuale al solo inventore.

Favorire la mobilità dei ricercatori tra settore pubblico e privato.

Distribuzione dei centri per l’innovazione individuati dall’indagine IPI, 2005

www.riditt.it

Introdurre percorsi formativi relativi a discipline non biologiche

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Stimolare la creazione e lo sviluppo dell’impresa biotech Introdurre meccanismi di sostegno alle imprese di recente costituzione (meno

di otto anni) che investono il 15% delle loro spese in attività di R&S, quali la riduzione degli oneri sociali e delle imposte sugli immobili e sui redditi.

Estendere gli incentivi per lo sviluppo produttivo, finora riservati alla costruzione e all’adeguamento di impianti anche agli investimenti immateriali (spese per il personale addetto alla ricerca).

Facilitare i processi di networking e clustering tra operatori pubblici e privati per creare la massa critica necessaria per competere e collaborare con altri cluster biotech europei.

Orientare la spesa pubblica verso le soluzioni in grado di offrire ai cittadini prodotti/servizi con standard qualitativi più elevati e di premiare le aziende più innovative (p.e. con la determinazione di un premium price per i farmaci innovativi).

Adottare meccanismi di regolamentazione che favoriscano la diffusione di prodotti basati su tecnologie innovative sul modello dalla fast track procedure che consente una via preferenziale al mercato dei farmaci destinati a curare malattie rare.

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Attivare strumenti di finanza innovativa

Facilitare l’accesso al credito delle imprese biotech concedendo garanzie per progetti di particolare complessità ed alto rischio come quelli nel settore biotech ed agevolando l’acquisto di servizi di rating tecnologico dei progetti.

Sviluppare il mercato del Venture Capital con particolare riferimento al seed and early stage capital attraverso la promozione di fondi chiusi nei quali siano previste clausule di garanzia sul capitale sottoscritto a copertura di parte delle eventuali perdite.

Mobilitare maggiori capitali di rischio da parte degli investitori informali (business angels), prevedendo una riduzione delle imposte sui capital gain derivanti da partecipazioni azionarie in imprese hi-tech.

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Promuovere l’internazionalizzazione Sostenere i processi di

internazionalizzazione della ricerca e dell’industria biotech, individuando i Paesi esteri sui quali concentrare l’attenzione.

Promuovere l’integrazione tra i diversi attori coinvolti nella promozione degli investimenti esteri e nell’internazionalizzazione del sistema produttivo.

Stimolare l’attrazione di investimenti esteri.

Fornire un quadro organico e sistemico del sistema biotech nazionale e locale all’estero, dando maggiore visibilità a casi di successo .

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Migliorare la governance

Promuovere un maggiore coordinamento tra i diversi livelli di governo che concorrono alla definizione e all’attuazione delle policy nel settore biotech.

Potenziare e strutturare l’Osservatorio Nazionale per la Biosicurezza e le Biotecnologie al fine di renderlo punto di riferimento e di snodo per gli operatori del settore.

www.osservatoriobiotec.it

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Prossimi passi

Proseguire nell’azione di stimolo verso i policy makers per dare concreta attuazione alle indicazioni delle linee guida.

Mappare le policy attuate a livello centrale e locale in questo settore, monitorando la loro evoluzione e i risultati acquisiti.

Aggiornare le linee guida con cadenza annuale.

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In un mondo “globale” è necessario identificare soluzioni ai problemi di competitività dei singoli territorii che siano basate su asset locali e siano, nel contempo, globali da un punto di vista strategico

Uno dei modi per fare ciò è attraverso l’identificazione di sinergie di rete con territori complementari e limitrofi con una politica di “Alleanze”

La globalità dell’economia

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•In generale i clusters sono considerati come elemento di positività per la crescita di sistemi industriali innovativi a livello locale.

• Spesso però la dimensione di piccoli cluster regionali non è sufficiente a garantire da un lato l’”autosostentamento” e dall’altro la massa critica di attività

• Le Meta Regioni ed i MetaCluster possono essere lo strumento per compensare le carenze dimensionali attraverso l’identificazione e lo sfruttamento delle sinergie

I cluster

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Per cluster si definisce "una concentrazione geografica di imprese collegate tra di loro, fornitori specializzati, erogatori di servizi, imprese appartenenti a settori collegati ed istituzioni connesse (ad esempio università, enti di normazione, associazioni di categoria) in campi particolari, che competono e cooperano”* .

*M. Porter, The Competitive Advantage of Nations, The Free Press, 1998

La definizione di cluster

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•Imprese in concorrenza e coperazione simultanea

•Centri di ricerca ed università fortemente orientate allo sfruttamento dei risultati senza rinunciare alla fondamentale vocazione per la ricerca di base

•Formazione di eccellenza

•Strutture ed organizzazioni di supporto operanti secondo un’approccio sistemico e sinergico

•Strumenti e servizi condivisi sfruttati sinergicamente

•Piattaforme tecnologiche condivise e sinergiche

•Impegno comune degli attori pubblici

•Immagine unica e “forte” sfruttando le eccellenze singole a beneficio del sistema

•Collegamento con eccellenza straniere messi a “fattor comune”

Le dinamiche del Cluster high-tech

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•Attività di Analisi socio economica a livello multiregionale

•Attività di Trasferimento tecnologico: identificazione strumenti comuni ed esperienze realizzate a livello regionale, ecc.

•Incubazione d'impresa: strutturazione fondi seed capital multiregionali, condivisione metodologie, realizzazione servizi comuni di supporto comuni

•Marketing territoriale: strutturazione documentazione e materiale condiviso (Cluster Nord-ovest con effetto “massa critica”), condivisione network internazionali, azioni promozionali comuni, ecc.

•Ricerca: identificazione piattaforme tecnologiche comuni, messa in rete competenze centri di ricerca-università, azioni di scouting comuni, partecipazione comune a progetti EU, mobilità ricercatori, reti ricerca clinica,ecc.

•Governance: istituzioni tavoli di lavoro multiregionali tra i temi sopracitati.

Sfruttare le sinergie esistenti nel rispetto delle singole specificità

Le possibili aree di interesse